17 min

S03E10 - Simone Nepa e "Cervelli fritti per merenda‪"‬ Vitamina L

    • Cultura e società

Nel decimo episodio della terza stagione di Vitamina L siamo in compagnia di Simone Nepa che ci parla del suo libro "Cervelli fritti per merenda".

Pulp, eccessi, solitudini, psicosi e un senso di vuoto che toglie il respiro. Otto racconti, altrettanti eterogenei spaccati di vita e temi introspettivi. La violenza, gratuita e spogliata di intenzioni etiche, risparmia poche di queste storie, cesellate secondo stili diversi. Con il racconto che apre la raccolta l’Autore ha vinto il Premio Letterario Nazionale Bukowski 2020.

Simone, oltre a parlarci del suo libro, risponde ad alcune domande tratte dal Questionario di Proust.

Giovane Holden Edizioni | www.giovaneholden.it

Sinossi "Cervelli fritti per merenda":
Pulp, eccessi, solitudini, psicosi e un senso di vuoto che toglie il respiro.
Otto racconti per altrettanti eterogenei spaccati di vita in cui l’alienazione e il disagio finiscono per confluire in un linguaggio iperrealista che cola rapidissimo dalla prima all’ultima pagina. La violenza, gratuita e spogliata di intenzioni etiche, risparmia poche di queste storie, cesellate secondo stili diversi, che affrontano temi introspettivi. Dallo squallore del cosiddetto mondo civilizzato del racconto “Il mattatoio delle anime dannate”; alla devastante autopsia dell’anima di una bambina abusata in “Lilly”, narrato in prima persona e senza l’utilizzo di dialoghi; al crimine orrendo commesso da un uomo e una donna, seguendo diversi percorsi, nel racconto “L’innocenza della carne”.
La forza e l’originalità di Simone Nepa è nella contaminazione tra violenza, lirismo, sarcasmo e ironia per dipingere un mondo sconfitto e cinico che, tuttavia, sa anche ridere di se stesso come nel caso di “Non si va a cercare la sanità mentale nei bar”.
In ultima analisi, una lunga carrellata di fatti e personaggi, dove gli uni sfumano indissolubilmente negli altri, dove ci si chiede qual è il senso di questa vita e si trova la risposta migliore nell’attesa, almeno al momento. Tanto, come dice uno dei personaggi, alla fin fine la vita è una teoria inesatta.

Nel decimo episodio della terza stagione di Vitamina L siamo in compagnia di Simone Nepa che ci parla del suo libro "Cervelli fritti per merenda".

Pulp, eccessi, solitudini, psicosi e un senso di vuoto che toglie il respiro. Otto racconti, altrettanti eterogenei spaccati di vita e temi introspettivi. La violenza, gratuita e spogliata di intenzioni etiche, risparmia poche di queste storie, cesellate secondo stili diversi. Con il racconto che apre la raccolta l’Autore ha vinto il Premio Letterario Nazionale Bukowski 2020.

Simone, oltre a parlarci del suo libro, risponde ad alcune domande tratte dal Questionario di Proust.

Giovane Holden Edizioni | www.giovaneholden.it

Sinossi "Cervelli fritti per merenda":
Pulp, eccessi, solitudini, psicosi e un senso di vuoto che toglie il respiro.
Otto racconti per altrettanti eterogenei spaccati di vita in cui l’alienazione e il disagio finiscono per confluire in un linguaggio iperrealista che cola rapidissimo dalla prima all’ultima pagina. La violenza, gratuita e spogliata di intenzioni etiche, risparmia poche di queste storie, cesellate secondo stili diversi, che affrontano temi introspettivi. Dallo squallore del cosiddetto mondo civilizzato del racconto “Il mattatoio delle anime dannate”; alla devastante autopsia dell’anima di una bambina abusata in “Lilly”, narrato in prima persona e senza l’utilizzo di dialoghi; al crimine orrendo commesso da un uomo e una donna, seguendo diversi percorsi, nel racconto “L’innocenza della carne”.
La forza e l’originalità di Simone Nepa è nella contaminazione tra violenza, lirismo, sarcasmo e ironia per dipingere un mondo sconfitto e cinico che, tuttavia, sa anche ridere di se stesso come nel caso di “Non si va a cercare la sanità mentale nei bar”.
In ultima analisi, una lunga carrellata di fatti e personaggi, dove gli uni sfumano indissolubilmente negli altri, dove ci si chiede qual è il senso di questa vita e si trova la risposta migliore nell’attesa, almeno al momento. Tanto, come dice uno dei personaggi, alla fin fine la vita è una teoria inesatta.

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