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1. La nuova visione di chiesa che è aperta a tutti (1‪)‬ DISCORSI di Don Ale

    • Christianity

1. La Chiesa è innazitutto comunione ed è istituzione solo per creare comunione La Chiesa è comunione con Dio e comunione tra di noi per realizzare la comunione tra tutti. Lo scopo della chiesa è portare sulla terra la vita della Trinità che è la comunione. La chiesa è "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). "Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinchè tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo" (LG 1). L'avere sottolineato anzitutto l'aspetto comunionale della Chiesa non significa avere escluso o mortificato quello istituzionale. L'istituzione è necessaria perché voluta dal Signore Gesù. Essa è come la spina dorsale, lo scheletro, la struttura portante della Chiesa, però secondo il suo giusto significato di servizio umile, povero, nascosto, disinteressato: l'istituzione sta dentro la comunione per sostenerla, stimolarla, servirla. È questo il motivo per cui il Concilio nella Lumen Gentium parla prima di "mistero di comunione" (cap. I) e di "popolo di Dio" (cap. II) e poi della "costituzione gerarchica" (cap. III). Da qui il bisogno di continua riforma da parte della Chiesa contemporanea di spogliarsi gradualmente degli elementi formalistici e trionfalistici che l'hanno appesantita lungo i secoli, per essere anzitutto una "comunione fraterna". Da qui consegue – come logica conseguenza – l'esplodere dei gruppi e delle piccole comunità ecclesiali nel cui ambito e a partire dai quali diventa possibile l'esperienza di una fraternità in atto.
2. La Chiesa è innazitutto servizio ed è potere solo per mettersi a servizio Tutto il popolo di Dio è Chiesa, tutti i credenti in Cristo sono Chiesa, ogni battezzato è chiamato ad essere Chiesa. "Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse" (LG 9). Proprio per questo la comunione nella Chiesa non è statica e uniforme ma dinamica e pluriforme. Ognuno infatti – prete o laico non importa – sia pure in forme diverse, in questa grande famiglia che è la Chiesa ha carismi diversi ed esercita ministeri differenti: ognuno riceve a Dio un dono. Ogni battezzato ha il diritto e il dovere di esercitare uno o più ministeri nella Chiesa per il mondo. Tutti i battezzati – laici, religiosi e preti – pertanto sono chiamati ad essere elementi impegnati per la liberazione e lo sviluppo integrale dell'uomo e della società. "Lo Spirito Santo non solo per mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il popolo di Dio e lo guida, ma distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a Lui, dispensa pure tra i fedeli di ogni ondine grazie speciali con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere ed uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa" (LG 12).
La promozione dei laici Il concilio, nella Sacrosanctum concilium (il documento sulla liturgia), ha promosso la partecipazione di tutti i fedeli alla liturgia come una cosa importantissima, in particolare alla celebrazione eucaristica. Se il fedele partecipa alla cosa più sacrosanta della chiesa che è l'eucaristia, deve partecipare alla vita e alla struttura della chiesa stessa. Nasce un modello di chiesa in cui è centrale il coinvolgimento del laicato. L'aggravarsi del secolarismo e dell'indifferenza fanno percepire sempre più l'urgenza di una presenza specifica ed evangelizzante dei laici negli ambienti di vita, come veri corresponsabili nei confronti del Vangelo. Occorre superare la divisione secondo la quale ai laici spetta "il secolare" e ai preti "lo spirituale": invece è affidata a tutti la stessa missione con compiti specitici legati ai carismi di ciascuno.
3. La Chiesa è innazitutto missione ed...

1. La Chiesa è innazitutto comunione ed è istituzione solo per creare comunione La Chiesa è comunione con Dio e comunione tra di noi per realizzare la comunione tra tutti. Lo scopo della chiesa è portare sulla terra la vita della Trinità che è la comunione. La chiesa è "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). "Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinchè tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo" (LG 1). L'avere sottolineato anzitutto l'aspetto comunionale della Chiesa non significa avere escluso o mortificato quello istituzionale. L'istituzione è necessaria perché voluta dal Signore Gesù. Essa è come la spina dorsale, lo scheletro, la struttura portante della Chiesa, però secondo il suo giusto significato di servizio umile, povero, nascosto, disinteressato: l'istituzione sta dentro la comunione per sostenerla, stimolarla, servirla. È questo il motivo per cui il Concilio nella Lumen Gentium parla prima di "mistero di comunione" (cap. I) e di "popolo di Dio" (cap. II) e poi della "costituzione gerarchica" (cap. III). Da qui il bisogno di continua riforma da parte della Chiesa contemporanea di spogliarsi gradualmente degli elementi formalistici e trionfalistici che l'hanno appesantita lungo i secoli, per essere anzitutto una "comunione fraterna". Da qui consegue – come logica conseguenza – l'esplodere dei gruppi e delle piccole comunità ecclesiali nel cui ambito e a partire dai quali diventa possibile l'esperienza di una fraternità in atto.
2. La Chiesa è innazitutto servizio ed è potere solo per mettersi a servizio Tutto il popolo di Dio è Chiesa, tutti i credenti in Cristo sono Chiesa, ogni battezzato è chiamato ad essere Chiesa. "Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse" (LG 9). Proprio per questo la comunione nella Chiesa non è statica e uniforme ma dinamica e pluriforme. Ognuno infatti – prete o laico non importa – sia pure in forme diverse, in questa grande famiglia che è la Chiesa ha carismi diversi ed esercita ministeri differenti: ognuno riceve a Dio un dono. Ogni battezzato ha il diritto e il dovere di esercitare uno o più ministeri nella Chiesa per il mondo. Tutti i battezzati – laici, religiosi e preti – pertanto sono chiamati ad essere elementi impegnati per la liberazione e lo sviluppo integrale dell'uomo e della società. "Lo Spirito Santo non solo per mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il popolo di Dio e lo guida, ma distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a Lui, dispensa pure tra i fedeli di ogni ondine grazie speciali con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere ed uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa" (LG 12).
La promozione dei laici Il concilio, nella Sacrosanctum concilium (il documento sulla liturgia), ha promosso la partecipazione di tutti i fedeli alla liturgia come una cosa importantissima, in particolare alla celebrazione eucaristica. Se il fedele partecipa alla cosa più sacrosanta della chiesa che è l'eucaristia, deve partecipare alla vita e alla struttura della chiesa stessa. Nasce un modello di chiesa in cui è centrale il coinvolgimento del laicato. L'aggravarsi del secolarismo e dell'indifferenza fanno percepire sempre più l'urgenza di una presenza specifica ed evangelizzante dei laici negli ambienti di vita, come veri corresponsabili nei confronti del Vangelo. Occorre superare la divisione secondo la quale ai laici spetta "il secolare" e ai preti "lo spirituale": invece è affidata a tutti la stessa missione con compiti specitici legati ai carismi di ciascuno.
3. La Chiesa è innazitutto missione ed...

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