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Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

Laser RSI - Radiotelevisione svizzera

    • News

Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

    Unsuitable for ladies

    Unsuitable for ladies

    Davvero le donne hanno viaggiato meno degli uomini nel corso dei secoli? Quando comincia il viaggio al femminile? Chi parte, quali sono le destinazioni prescelte, quando inizia il processo di democratizzazione del viaggio? Ecco alcune delle domande a cui cercherà di rispondere questo Laser di Franco Brevini. Coinvolgendo due specialisti come Luca Clerici dell’Università di Milano e Ricciarda Ricorda dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, verranno affrontati anche i temi scottanti legati alle questioni di genere. Quali sono le differenze tra le relazioni di viaggio degli uomini e quelle delle donne? Esiste un etimo inconfondibilmente femminile, un quid caratteristico della scrittura di tutte le viaggiatrici o della maggior parte di esse? Quanto dipende invece dalle sensibilità individuali, dal livello sociale, dall’educazione più o meno cosmopolita e dalle matrici ideologiche e culturali di ciascuna di loro?

    • 24 min
    Lo sport per sentirmi vivo

    Lo sport per sentirmi vivo

    Si chiamano Eyeru, Iman, Musa, Farzad, Mahboubeh. Hanno due cose in comune. Sono rifugiati e parteciperanno ai giochi olimpici di Parigi 2024. Quasi quaranta atleti d’élite ma senza bandiera nazionale saranno presenti sui campi di gara tra pochi giorni nella capitale francese. E – per la prima volta – alcuni hanno serie possibilità di conquistare una medaglia. Lo sport da alcuni anni ha assunto un ruolo importante nelle realtà delle comunità rifugiate. E i giochi olimpici sono il momento più significativo per comprendere il valore sociale delle diverse discipline praticate. E gli atleti rifugiati presenti a Parigi avranno il privilegio di sottolineare le ragioni per cui lo sport esiste: condividere una passione, rispettare le diversità, vivere in pace e in armonia, affrontare con lo spirito olimpico sia le vittorie sia le sconfitte.
    Con Filippo Grandi, Alto Commissario UNHCR, gli atleti Musa Suliman e Iman Mahdavi, l’allenatrice Sandra Gasser, il presidente della squadra di atletica STB Berna Alex Khun, Marianne Amar, storica e responsabile del team di ricerca del Museo Nazionale dell’immigrazione di Parigi, il presidente del Lotta Club Seggiano Giuseppe Gammarota e il dottore di origine iraniana Farzin.

    • 26 min
    Il coraggio di una contradittoria coerenza (2./2)

    Il coraggio di una contradittoria coerenza (2./2)

    È certamente uno dei registi europei più affermati e originali e i suoi spettacoli (ma anche i suoi film e i suoi libri) che nascono, ma allo stesso tempo si discostano dal genere del teatro documentario tedesco degli anni ’60, sono diventati punti di riferimento essenziali della nuova drammaturgia.
    Nato a Berna nel 1977, Milo Rau dalla Svizzera è partito alla conquista dei palcoscenici internazionali prima portando in giro per l’Europa i suoi “processi” – non a caso la forma con cui Peter Weiss aveva rilanciato il teatro documentario - e poi diventando nel 2017 direttore del Teatro Nazionale di Gent in Belgio. Lo scorso anno poi è stato nominato direttore delle Wiener Festwochen e in queste settimane è impegnato a presentare la sua prima edizione di un festival viennese in cui ha trasposto tutta la sua visione di un teatro politico e dalla chiara impronta attivista. Dal 19 al 22 giugno Antigone in amazzonia- di cui Milo Rau è in scena a Losanna al Théâtre de Vidy.

    • 21 min
    Il coraggio di una contradittoria coerenza (1./2)

    Il coraggio di una contradittoria coerenza (1./2)

    È certamente uno dei registi europei più affermati e originali e i suoi spettacoli (ma anche i suoi film e i suoi libri) che nascono, ma allo stesso tempo si discostano dal genere del teatro documentario tedesco degli anni ’60, sono diventati punti di riferimento essenziali della nuova drammaturgia. Nato a Berna nel 1977, Milo Rau dalla Svizzera è partito alla conquista dei palcoscenici internazionali prima portando in giro per l’Europa i suoi “processi” – non a caso la forma con cui Peter Weiss aveva rilanciato il teatro documentario - e poi diventando nel 2017 direttore del Teatro Nazionale di Gent in Belgio. Lo scorso anno poi è stato nominato direttore delle Wiener Festwochen e in queste settimane è impegnato a presentare la sua prima edizione di un festival viennese in cui ha trasposto tutta la sua visione di un teatro politico e dalla chiara impronta attivista. Ad aprile Milo Rau ha preso parte agli eventi letterari di Monte Verità e Laser lo ha incontrato per parlare di questa sua nuova sfida ma anche dei suoi numerosi spettacoli che continuano a girare per il mondo e anche in Svizzera.

    • 24 min
    Con gli occhi di Marco

    Con gli occhi di Marco

    Da sabato prossimo, Rete due dedica alla letteratura di viaggio un spazio ogni sabato mattina alle 11.
    Anticipiamo “Valigie di carta – Orizzonti di viaggio letti e raccontati alla radio” ripercorrendo la nascita e la fortuna del libro di viaggio più conosciuto: il Milione di Marco Polo. Già pochi anni dopo la sua composizione era ricercato da mercanti, missionari, studiosi, tanto che fu subito tradotto nelle più diverse lingue. Nei secoli seguenti questo interesse non si è mai sopito e ora anzi si è risvegliato in occasione dei settecento anni dalla morte dell’autore, celebrato con mostre e nuove edizioni.
    La stesura del Milione – quando ancora si chiamava Descrizione del mondo o Libro delle meraviglie – si deve a una serie di circostanze irripetibili. Il medievista Paolo Grillo racconta le straordinarie opportunità aperte per i mercanti dal nuovo impero mongolo guidato dagli eredi di Gengis Khan; lo scrittore Giordano Tedoldi ha tradotto in italiano moderno l’intricata prosa del Milione, scritto dapprima in francese; lo storico Pieralvise Zorzi ci aiuta a orientarci nella Venezia del Duecento, in perenne guerra con Genova, e approfondisce il viscerale legame di Marco con la sua città d’origine; infine Giulio Busi, ultimo biografo del viaggiatore veneziano, riflette sullo sguardo di Marco quale spiegazione più vera e profonda del successo di questo libro. Mario Cei ha letto per noi alcune delle pagine più belle.

    • 23 min
    Unione europea e crisi della democrazia

    Unione europea e crisi della democrazia

    Le elezioni europee sono una cartina di tornasole che permette di valutare lo stato di salute della democrazia dell’Unione europea e dei singoli paesi che la compongono. Negli ultimi anni infatti la democrazia di stampo liberal-democratico sembrerebbe essere entrata in uno stato di profonda crisi in diversi paesi, conseguenza di governi che hanno preferito inseguire il consenso immediato al posto di scelte difficili, impegnative o pianificazioni future a lungo termine.
    Il Professor Mario Monti analizza a Laser lo stato di salute delle democrazie europee e l’importanza dell’Unione Europea a partire dalla sua recente pubblicazione Demagonia. Dove porta la politica delle illusioni (Solferino, 2024). La crisi della democrazia – la demagonia – non è però irreversibile, ci sono delle soluzioni nelle istituzioni stesse della democrazia, applicate con una politica seria e responsabile.
    Mario Monti, Senatore a vita della Repubblica Italiana, è stato Presidente del Consiglio dei ministri fra il 2011 e il 2013 ed ha una grande esperienza nell’Unione europea, prima come Commissario Europeo per il Mercato Unico (1995-1999) e poi per la Concorrenza (1999-2004). E’ stato inoltre Professore di Economia presso le Università di Trento e di Torino, e poi alla Bocconi, di cui è stato anche Rettore (1989-1994) e Presidente (1994-2022).

    • 26 min

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