13 min

23-9 gita Monte Isola + storia sul sentiero Storie con mio figlio

    • Berättelser för barn

Benvenute~i al trentaquattresimo episodio.
Un benvenuto alle nuove iscritte Maria Elena e Nena.
La storia
Dei moscerini ricevono una soffiata: al rifugio Tavecchia, su in Val Biandino, c’è un formaggio con un profumo pazzesco e vogliono andarci per sniffarlo ben benino. Ma una mosca impicciona li ascolta, va dalla sua amica aquila e…attenzione, ci sono anche le formiche velenose.
Il 5 agosto salivamo un sentiero per andare alla festa più sentita d’Introbio, la Madonna della Neve: ogni anno gli introbiesi e i valsassinesi vanno in Val Biandino per ricordare il voto fatto alla Madonna per scampare all’epidemia di colera del 1830.
La salita era abbastanza lunga, mio figlio era stanco e abbiamo iniziato a raccontare una storia.
Con l’audio salirete insieme a noi, circondati dai rumori di sottofondo (jeep che arrivano, elicotteri che portano in alto gli anziani, amici incontrati sul sentiero), la storia poi s’interrompe perché succede qualcosa, è stato gettato un seme per riprenderla un’altra volta.
Per ascoltare l’audio cliccate sul player in alto, buon ascolto.
💡 Suggerimento per le vostre storie
Fare una storia “live”, che accade nei luoghi in cui state passando, è perfetto per mischiare fantasia ( le mosche, i moscerini e l’aquila parlanti) con il luogo dove vi trovate e state andando (nel nostro caso il sentiero e poi la Val Biandino dove si trova il rifugio Tavecchia), giocando attorno all’idea di storia come meta di un viaggio.
Il retroscena educativo
Una domanda che ricevo a volte è quale collegamento ci sia tra l’inventare storie con mio figlio e il proporre passeggiate in natura insieme. Il motivo sta nell’idea che la narrazione buona, che ti segna nel tempo, è quella che ci si scambia e che s’impasta col vissuto, che nasce dal condividere luoghi e relazioni. Oltre alle storie che inventiamo io e mio figlio o tra amici mentre facciamo le passeggiate , ci sono poi quelle che si raccolgono con chi si incontra nel cammino:
da quando abbiamo passato la notte al rifugio Grassi, io e mio figlio siamo tornati più volte sul racconto della volpe che il figlio del rifugista ci ha fatto durante la nostra escursione serale in miniera, e lo abbiamo arricchito con altri nostri personaggi (amici delle passeggiate e non), allargando il luogo di partenza del racconto originario (il rifugio grassi, visto davvero e dove la volpe s’aggira) ad altri luoghi da cui la volpe avrebbe potuto provenire (la Valsassina per esempio, dove già abbiamo il nostro repertorio di storie con le volpi, anche lì in parte vere in parte inventate) . L’ibrido tra esperienza e invenzione è un atto benefico perché ci diverte nel giocare a ipotizzare percorsi alternativi alle storie già sentite e comportamenti alternativi degli amici che conosciamo; inoltre raccontare partendo da esperienze vissute ti fa venir voglia d’immaginare dove vorresti andare, le storie diventano un ponte tra le avventure passate e quelle future.
Passeggiando e raccontando, mentre le amicizie si ritrovano da una gita all’altra e mentre le avventure raccontate s’incatenano a vicenda, i bambini ( e noi adulti) si ritrovano a camminare sopra un filo di senso. Questo filo è importante che non sia tessuto e condiviso solo dal genitore verso il proprio figlio: per questo sto iniziando a fare passeggiate in luoghi proposti e conosciuti dagli amici, per far passare a mio figlio l’idea che le storie dei luoghi sono sempre portate dalle persone e che ogni amico serba un racconto speciale da rivelarci, un’avventura in cui introdurci.
L’avventura
23-9, Monte Isola
Il lago d’Iseo e i monti attorno mi attirano da tempo e il nostro amico Nicola mi ha consigliato di andare ad esplorare Monte Isola, l’isoletta in mezzo al lago. Ecco la proposta: andiamo col traghetto a Carzano, poi andiamo a piedi fino a Siviano (facendo il lungo lago, ci saranno anche 500 metri di carreggiata), da Siviano saliamo se riusciamo fino al Sant

Benvenute~i al trentaquattresimo episodio.
Un benvenuto alle nuove iscritte Maria Elena e Nena.
La storia
Dei moscerini ricevono una soffiata: al rifugio Tavecchia, su in Val Biandino, c’è un formaggio con un profumo pazzesco e vogliono andarci per sniffarlo ben benino. Ma una mosca impicciona li ascolta, va dalla sua amica aquila e…attenzione, ci sono anche le formiche velenose.
Il 5 agosto salivamo un sentiero per andare alla festa più sentita d’Introbio, la Madonna della Neve: ogni anno gli introbiesi e i valsassinesi vanno in Val Biandino per ricordare il voto fatto alla Madonna per scampare all’epidemia di colera del 1830.
La salita era abbastanza lunga, mio figlio era stanco e abbiamo iniziato a raccontare una storia.
Con l’audio salirete insieme a noi, circondati dai rumori di sottofondo (jeep che arrivano, elicotteri che portano in alto gli anziani, amici incontrati sul sentiero), la storia poi s’interrompe perché succede qualcosa, è stato gettato un seme per riprenderla un’altra volta.
Per ascoltare l’audio cliccate sul player in alto, buon ascolto.
💡 Suggerimento per le vostre storie
Fare una storia “live”, che accade nei luoghi in cui state passando, è perfetto per mischiare fantasia ( le mosche, i moscerini e l’aquila parlanti) con il luogo dove vi trovate e state andando (nel nostro caso il sentiero e poi la Val Biandino dove si trova il rifugio Tavecchia), giocando attorno all’idea di storia come meta di un viaggio.
Il retroscena educativo
Una domanda che ricevo a volte è quale collegamento ci sia tra l’inventare storie con mio figlio e il proporre passeggiate in natura insieme. Il motivo sta nell’idea che la narrazione buona, che ti segna nel tempo, è quella che ci si scambia e che s’impasta col vissuto, che nasce dal condividere luoghi e relazioni. Oltre alle storie che inventiamo io e mio figlio o tra amici mentre facciamo le passeggiate , ci sono poi quelle che si raccolgono con chi si incontra nel cammino:
da quando abbiamo passato la notte al rifugio Grassi, io e mio figlio siamo tornati più volte sul racconto della volpe che il figlio del rifugista ci ha fatto durante la nostra escursione serale in miniera, e lo abbiamo arricchito con altri nostri personaggi (amici delle passeggiate e non), allargando il luogo di partenza del racconto originario (il rifugio grassi, visto davvero e dove la volpe s’aggira) ad altri luoghi da cui la volpe avrebbe potuto provenire (la Valsassina per esempio, dove già abbiamo il nostro repertorio di storie con le volpi, anche lì in parte vere in parte inventate) . L’ibrido tra esperienza e invenzione è un atto benefico perché ci diverte nel giocare a ipotizzare percorsi alternativi alle storie già sentite e comportamenti alternativi degli amici che conosciamo; inoltre raccontare partendo da esperienze vissute ti fa venir voglia d’immaginare dove vorresti andare, le storie diventano un ponte tra le avventure passate e quelle future.
Passeggiando e raccontando, mentre le amicizie si ritrovano da una gita all’altra e mentre le avventure raccontate s’incatenano a vicenda, i bambini ( e noi adulti) si ritrovano a camminare sopra un filo di senso. Questo filo è importante che non sia tessuto e condiviso solo dal genitore verso il proprio figlio: per questo sto iniziando a fare passeggiate in luoghi proposti e conosciuti dagli amici, per far passare a mio figlio l’idea che le storie dei luoghi sono sempre portate dalle persone e che ogni amico serba un racconto speciale da rivelarci, un’avventura in cui introdurci.
L’avventura
23-9, Monte Isola
Il lago d’Iseo e i monti attorno mi attirano da tempo e il nostro amico Nicola mi ha consigliato di andare ad esplorare Monte Isola, l’isoletta in mezzo al lago. Ecco la proposta: andiamo col traghetto a Carzano, poi andiamo a piedi fino a Siviano (facendo il lungo lago, ci saranno anche 500 metri di carreggiata), da Siviano saliamo se riusciamo fino al Sant

13 min