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Immune o non immune? Questo è il dilemma della Corte Suprema americana chiamata ad esprimersi sul ricorso presentato dai legali di Donald Trump che reclamano per lui questa speciale protezione rispetto a reati commessi mentre era presidente o da ex presidente. Un verdetto destinato a ridefinire i poteri della più alta carica della nazione (e praticamente del mondo) a cinque mesi dalle elezioni e a poche ore dal primo faccia a faccia in tv tra i due candidati alla Casa Bianca. Il dibattito è in calendario il 27 giugno: sarà l’evento più seguito di sempre, forse anche del Superbowl. In palio c’è il futuro. Ne parliamo con il nostro corrispondente da New York, Massimo Basile

Metti un presidente, un ex presidente, e la Cnn. Ed ecco il primo faccia a faccia in tv del 2024 tra Joe Biden e Donald Trump, non ancora incoronati dai rispettivi partiti. Un confronto anticipato al mese di giugno per mettere fuori gioco le velleità del terzo incomodo, l’indipendente Robert Kennedy, che non ha centrato i requisiti per partecipare. Il network ha diffuso le regole: non ci saranno dichiarazioni iniziali e non ci sarà pubblico in studio. Novanta minuti di confronto con due pause pubblicitarie, due minuti per rispondere e uno per ribattere. Nel 2020 il primo dibattito lo fecero a settembre, toni aspri, al limite dell’insulto. Quattro anni dopo, l’America si prepara al re-match che nessuno veramente vuole. Ne parliamo con il nostro corrispondente da New York Massimo Basile.  

AGI - Biden arriva al G7 in Puglia forte del via libera dell’Onu al piano di pace americano per Gaza e in leggero recupero nei sondaggi rispetto a Trump nella corsa per la Casa Bianca ma con un macigno sul cuore: la condanna del figlio Hunter che rischia 25 anni di carcere. Una notizia devastante sul piano personale, a pochi giorni dal primo faccia a faccia televisivo (il prossimo 27 giugno) con The Donald e alla vigilia di un vertice cruciale. Ne parliamo con il nostro corrispondente da New York Massimo Basile.

Joe Biden attraversa l’Atlantico alla vigilia del voto europeo, commemora lo sbarco in Normandia e si muove sulle orme del repubblicano Ronald Reagan. Intanto il figlio Hunter è a processo per l’acquisto di un’arma mentre usava stupefacenti. Sul fronte opposto, impazza il toto vice nel ticket di Donald Trump, fresco di condanna in primo grado ma sempre più popolare negli Stati in bilico. Oltre a ciò torna sotto i riflettori Anthony Fauci, lo scienziato di origini italiane che ha guidato l’Americani fuori dalla pandemia. Ne parliamo con il nostro corrispondente da New York Massimo Basile.

AGI - Donald Trump è convinto di poter conquistare lo Stato dove è finito sotto processo per i soldi pagati alla pornostar Stormy Daniel, niente di meno che New York, roccaforte dei democratici da oltre 30 anni. “Se vincessimo New York, sarebbe fatta. Ci prenderemmo il Paese”, assicura il tycoon, nel giorno di un comizio elettorale nel Bronx, annunciando che Nikki Haley, l’ex sfidante alle primarie repubblicane e sua ex ambasciatrice all’Onu, farà “in quale modo parte della squadra”. Lei non sembra affatto dispiaciuta. Correrà come suo vice? Ne parliamo con il nostro corrispondente dagli Stati Uniti, Massimo Basile.

AGI - La campagna elettorale americana si incrocia con la giustizia. Nella bufera non c’è solo Trump. I democratici chiedono che venga ricusato il giudice della Corte Suprema Samuel Alito che nel suo giardino ha fatto sventolare la bandiera degli Stati Uniti capovolta, simbolo del movimento conservatore “Stop the steal”, quello che fece l’assalto al Congresso il 6 gennaio del 2021. Poi c’è il procuratore distrettuale Fani Willis, che ha indagato su The Donald per le interferenze elettorali e che ieri ha vinto le primarie in Georgia. Infine Barack Obama che torna in campo con una festa hollywoodiana a sostegno di Biden. Ne parliamo con il nostro corrispondente da New York, Massimo Basile