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3' grezzi Ep. 395 Aeroporti 3' Grezzi di Cristina Marras

    • Personal Journals

Gli aeroporti sono un luogo privilegiato dove osservare l'umanità. Semplicemente a guardare le persone che si incontrano si possono immaginare un sacco di storie.

TRASCRIZIONE [ENG translation below]
Per tutta la vita sono stata quella che gli altri hanno accompagnato all'aeroporto e quindi per me l'aeroporto era arrivare, lasciarmi dietro le spalle sempre qualcuno che piangeva, piangere in aereo, essere triste, perché quando si parte si lascia sempre qualcuno. Da un po' di tempo, da quando mi sono stabilita a Cagliari, la mia città dei fenicotteri, parto di meno o comunque parto in vacanza per tornare, non per spostarmi da altre parti.

Mi capita adesso da qualche mese, da quando mio figlio si è trasferito a studiare in un'altra città, diciamo la città più lontana possibile, nell'altra parte della nazione dove viviamo, e quindi sono io che lo accompagno in aeroporto, e quindi vivo gli aeroporti da un altro punto di vista. Una cosa molto bella è vedere gli arrivi, vedere come si comportano gli altri.

C'è sempre una coppia di giovani ragazzi che si riunisce e io so esattamente come si trova, cosa si prova a rivedere la persona che si ama, che magari abita da un'altra parte quindi e si è rimasti lontani per molto tempo. E ci sono questi abbracci meravigliosi, questi lunghi baci ignari di tutti quelli che stanno attorno. Poi ci sono sempre dei ragazzi che tornano a visitare le famiglie, un po' come come mio figlio, che magari hanno trascorso dei periodi di tempo fuori, la prima volta che stanno fuori e ci sono tutti i parenti che vanno a prenderli e poi i commenti ah, ma come sei cresciuto, come sei cresciuta!

Poi ci sono i ragazzi che vanno a visitare i parenti che abitano in questa città, e quindi persone che non si conoscono tanto bene, arrivano coi valigioni, vengono accolti da zii, a volte ci sono ancora quelli che fanno i cartelli di benvenuto. Anch'io ho avuto dei cartelli di benvenuto ad aspettarmi ed è una sensazione incredibile, perché per chi arriva, quando si varca la porta dell'aeroporto, si hanno alle spalle le ore di viaggio, anche se è un viaggio breve o, come nel mio caso, se è un viaggio molto lungo, si arriva distrutti, non si vuole far altro che sbattere i bagagli nel retro della macchina che è venuta a prenderci e, niente e sederci nel sedile della macchina e farci portare a casa ovunque essa sia la casa.

Bello, è un'esperienza interessante per me stare è come stare dall'altra parte della macchina da presa, dopo aver fatto per tanti anni l'attore, ritrovarsi adesso a fare il regista, dover organizzare gli orari, fare i calcoli per vedere a che ora essere lì. Io controllo sempre poi la app che fa vedere gli arrivi in tempo reale con la mappa del cielo, con tutti gli aerei che si incrocia, mi viene sempre una paura incredibile, come fanno a non sbattere uno contro l'altro questi aerei? Ce ne sono così tanti in cielo. Niente, mi sto vivendo l'aeroporto, questo non luogo da un altro punto di vista.

TRANSLATION
All my life I was the one that others accompanied to the airport and therefore for me the airport meant leaving, always leaving someone crying behind me, crying on the plane, being sad, because when you take a plane you always leave someone behind. For some time now, since I settled in Cagliari, my city of flamingos, I've been leaving less or in any case I'm leaving on vacation to return, not to move elsewhere.

It's been happening to me for a few months now, since my son moved to study in another city, let's say the most distant city possible, in the other part of the country where we live, and so it's me who accompanies him to the airport, and therefore I experience airports from another point of view.

A very nice thing is to see the arrivals, to see how others behave. There's always a couple of young people who meet again and I know exactly how it is, what it feels like to see again...

Gli aeroporti sono un luogo privilegiato dove osservare l'umanità. Semplicemente a guardare le persone che si incontrano si possono immaginare un sacco di storie.

TRASCRIZIONE [ENG translation below]
Per tutta la vita sono stata quella che gli altri hanno accompagnato all'aeroporto e quindi per me l'aeroporto era arrivare, lasciarmi dietro le spalle sempre qualcuno che piangeva, piangere in aereo, essere triste, perché quando si parte si lascia sempre qualcuno. Da un po' di tempo, da quando mi sono stabilita a Cagliari, la mia città dei fenicotteri, parto di meno o comunque parto in vacanza per tornare, non per spostarmi da altre parti.

Mi capita adesso da qualche mese, da quando mio figlio si è trasferito a studiare in un'altra città, diciamo la città più lontana possibile, nell'altra parte della nazione dove viviamo, e quindi sono io che lo accompagno in aeroporto, e quindi vivo gli aeroporti da un altro punto di vista. Una cosa molto bella è vedere gli arrivi, vedere come si comportano gli altri.

C'è sempre una coppia di giovani ragazzi che si riunisce e io so esattamente come si trova, cosa si prova a rivedere la persona che si ama, che magari abita da un'altra parte quindi e si è rimasti lontani per molto tempo. E ci sono questi abbracci meravigliosi, questi lunghi baci ignari di tutti quelli che stanno attorno. Poi ci sono sempre dei ragazzi che tornano a visitare le famiglie, un po' come come mio figlio, che magari hanno trascorso dei periodi di tempo fuori, la prima volta che stanno fuori e ci sono tutti i parenti che vanno a prenderli e poi i commenti ah, ma come sei cresciuto, come sei cresciuta!

Poi ci sono i ragazzi che vanno a visitare i parenti che abitano in questa città, e quindi persone che non si conoscono tanto bene, arrivano coi valigioni, vengono accolti da zii, a volte ci sono ancora quelli che fanno i cartelli di benvenuto. Anch'io ho avuto dei cartelli di benvenuto ad aspettarmi ed è una sensazione incredibile, perché per chi arriva, quando si varca la porta dell'aeroporto, si hanno alle spalle le ore di viaggio, anche se è un viaggio breve o, come nel mio caso, se è un viaggio molto lungo, si arriva distrutti, non si vuole far altro che sbattere i bagagli nel retro della macchina che è venuta a prenderci e, niente e sederci nel sedile della macchina e farci portare a casa ovunque essa sia la casa.

Bello, è un'esperienza interessante per me stare è come stare dall'altra parte della macchina da presa, dopo aver fatto per tanti anni l'attore, ritrovarsi adesso a fare il regista, dover organizzare gli orari, fare i calcoli per vedere a che ora essere lì. Io controllo sempre poi la app che fa vedere gli arrivi in tempo reale con la mappa del cielo, con tutti gli aerei che si incrocia, mi viene sempre una paura incredibile, come fanno a non sbattere uno contro l'altro questi aerei? Ce ne sono così tanti in cielo. Niente, mi sto vivendo l'aeroporto, questo non luogo da un altro punto di vista.

TRANSLATION
All my life I was the one that others accompanied to the airport and therefore for me the airport meant leaving, always leaving someone crying behind me, crying on the plane, being sad, because when you take a plane you always leave someone behind. For some time now, since I settled in Cagliari, my city of flamingos, I've been leaving less or in any case I'm leaving on vacation to return, not to move elsewhere.

It's been happening to me for a few months now, since my son moved to study in another city, let's say the most distant city possible, in the other part of the country where we live, and so it's me who accompanies him to the airport, and therefore I experience airports from another point of view.

A very nice thing is to see the arrivals, to see how others behave. There's always a couple of young people who meet again and I know exactly how it is, what it feels like to see again...

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