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"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare" (Matteo 18,6)

Pedofilia - BastaBugie.it BastaBugie

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"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare" (Matteo 18,6)

    I social come Instagram favoriscono la pedofilia

    I social come Instagram favoriscono la pedofilia

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7441

    I SOCIAL COME INSTAGRAM FAVORISCONO LA PEDOFILIA di Manuela Antonacci
    Un'indagine condotta dal Wall Street Journal con le università di Stanford e Amherst ha fatto emergere un dato piuttosto inquietante legato ad Instagram. Questo social avrebbe consentito agli utenti di cercare hashtag relativi ad abusi sessuali su minori, tramite termini espliciti come #pedowhore, #preteensex, #pedobait (già rimossi) utili a mettersi in contatto con profili destinati esplicitamente alla vendita di contenuti pedopornografici: da video di autolesionismo alle foto di atti sessuali con animali, fino alla possibilità di incontrare il minore dal vivo: tutto a scopo di lucro. Non è tutto.
    I ricercatori che hanno partecipato all'indagine hanno notato che, dopo avere visionato solo uno dei profili appartenenti alla rete, l'algoritmo di Instagram ne ha immediatamente consigliati di nuovi, inclusi gli account che si occupano, appunto, della compravendita di contenuti illegali. Da parte sua Meta, la società di Mark Zuckerberg, contattata dal giornale ha risposto di aver «istituito una task force interna per indagare su questi risultati e risolvere immediatamente il problema». In effetti sarebbero stati disabilitati più di 490.000 account che violavano le politiche sulla sicurezza dei bambini, lo scorso gennaio e sarebbero stati bloccati più di 29.000 dispositivi, tra il 27 maggio e il 2 giugno.
    Misure tuttavia non sufficienti, secondo don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter che al Timone dice: «Le piattaforme se non vengono, moderate, controllate e filtrate diventano i luoghi principe per l'adescamento e l'abuso dei minori e il problema è che poi l'online diventa reale». Una contraddizione forte, inoltre don Fortunato, la evidenzia in tutta questa storia: «Io non capisco» - dice - «tutti questi colossi che hanno economia, risorse e potenzialità, come non affrontino in maniera seria queste problematiche che sono delle emergenze globali». La superficialità nel confrontarsi con il problema della pedofilia online, secondo don Di Noto, consiste nel fatto che ci si limiti a rimuovere i contenuti, mentre bisogna «inoltrare alle forze dell'ordine l'identificazione di chi immette questo materiale».
    «Diversamente non si risolve nulla perché» - non ha dubbi don Fortunato - «rimuovere non significa risolvere, in quanto non significa contrastare i divulgatori non solo delle immagini gratuite ma anche di chi con questo materiale ci crea un business». Il motivo è semplice, aggiunge don Fortunato «se non verranno identificati dalla polizia continueranno a fare quello che hanno sempre fatto». «Anzi» - sottolinea - «come osservatorio mondiale di Meter noi siamo più che convinti che se non si interviene capillarmente nei confronti di questi criminali non si risolve il problema. Tant'è che come Meter abbiamo prodotto più di 100.000 segnalazioni alle polizie. Tuttavia poi la segnalazione va approfondita, da qualunque parte del mondo provenga».
    Come mai allora il problema non viene ancora davvero preso di petto? Don Fortunato non ha dubbi: «Mancano gli investimenti, la buona volontà, la collaborazione internazionale e il senso di responsabilità da parte dei colossi del web che, spesso non traducono la rimozione dei contenuti in segnalazioni concrete, con i nomi degli utenti che diffondono il materiale pedopornografico».

    • 4 min
    L'autodistruzione del mondo è già iniziata

    L'autodistruzione del mondo è già iniziata

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7343

    L'AUTODISTRUZIONE DEL MONDO E' GIA' INIZIATA di Mauro Faverzani
    «Siamo già nella fase finale della demolizione della cultura e dei valori, in corso da molti anni»: a dirlo a chiare lettere, nel corso di un'intervista rilasciata lo scorso primo marzo all'agenzia InfoCatólica, è Alicia V. Rubio, filologa presso l'Università di Salamanca e docente in una scuola superiore di Madrid.
    Sposata e madre di tre figli, Rubio è ricercatrice e scrittrice: è divenuta bersaglio delle lobby Lgbt e dei partiti dell'ultrasinistra, accanitisi contro di lei dopo l'uscita di alcuni suoi libri sull'ideologia gender, mostrandone contraddizioni e conseguenze, tanto personali quanto sociali. È conduttrice di talk show, collabora con diversi programmi radiofonici e televisivi ed è membro dell'Assemblea di Madrid.
    Secondo la professoressa Rubio, il motivo per cui si incoraggiano relazioni o pratiche infeconde, è molto chiaro: «L'obiettivo finale è quello di ottenere una drastica riduzione della popolazione, continuando a generare ricchezza per i grandi gruppi di potere, che impongono queste politiche di sterilizzazione». Da qui l'accanirsi contro i più piccoli, con l'aborto e non solo: «I bambini sono il loro grande problema, perché un giorno potranno riprodursi e generare nuovi esseri umani. Il modo per sterilizzarli è separare la sessualità dall'amore e dalla procreazione, renderli incapaci di paternità e maternità, fisicamente e psicologicamente. Dall'aborto alle droghe, dal transessualismo alla pornografia, dalle sessualità alternative alla maternità surrogata, tutto è un enorme business, che trae profitto a scapito dell'innocenza dei nostri figli». Un piano disumano, questo, che mira ad ottenere «individui senza radici, senza principi, perfettamente manipolabili». Per impossessarsi dei minori - delle loro anime, prima ancora che dei loro corpi -, è sufficiente «ingannarli, indottrinarli a nuovi "valori". Vengono educati ad una libertà piena di censure e di violazioni dei diritti di espressione, di pensiero e di culto, la "verità" viene imposta e si impedisce loro di cercarla, la "tolleranza" è, in realtà, un'intransigenza verso chi non si pieghi all'ideologia dominante, la diversità impone l'uniformità in tutto tranne che nella sessualità, l'"uguaglianza" è una struttura piena di disuguaglianze "legali", la giustizia è un compendio di leggi, che parificano crimini e misfatti, che creano reati di opinione e di pensiero». Già piccoli, vengono istituzionalmente sottratti alla protezione dei genitori, contrapponendoli ad essi (si pensi, ad esempio, alla facoltà offerta alle ragazzine di scegliere l'aborto, senza neppure informarne mamma e papà!).
    LA PEDOFILIA LEGALIZZATA
    Tutto questo genera mostri. Come la pedofilia, verso cui si registra purtroppo una crescente condiscendenza: «Credo che vi siano molti gruppi pedofili potenti - afferma Rubio - che hanno interesse, per ovvie ragioni, alla sua legalizzazione ed al rovesciamento dei valori di questa civiltà. Allo stesso tempo è un modo per distruggere i bambini, per lasciarli traumatizzati senza che possano nemmeno riconoscerlo. È tutto così sinistro e assurdo che, se come società non ci svegliamo in tempo, presto sarà troppo tardi. Se non facciamo nulla per proteggere i nostri figli da tutto questo, meritiamo di scomparire e meritiamo un castigo eterno».
    In un contesto come questo, allora, non stupisce che addirittura un ministro spagnolo, quello per l'Uguaglianza, Irene Montero, esponente di Sinistra Unita prima e di Podemos poi, abbia pubblicamente definito, nel settembre scorso, un "diritto" dei bambini «amare e fare sesso con chi vogliano», purché «sulla base del consenso», affermazione peraltro contraria a quanto previsto dal Codice penale e fatta a fronte delle critiche giunte...

    • 9 min
    Un pedofilo transessuale sconterà la pena nel carcere minorile: vi sembra normale?

    Un pedofilo transessuale sconterà la pena nel carcere minorile: vi sembra normale?

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6911

    UN PEDOFILO TRANSESSUALE SCONTERA' LA PENA NEL CARCERE MINORILE: VI SEMBRA NORMALE?
    Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Netflix celebra l'utero in affitto, adolescenti raccolgono fondi online per pagarsi il cambio di sesso, i cioccolatini M&M's si colorano di gender fluid
    di Luca Volontè
    Un uomo transgender di 26 anni che ha aggredito sessualmente una ragazza sconterà la sua pena in un centro di detenzione minorile perché non aveva ancora 18 anni al momento del reato. Questa la scioccante decisione presa da un giudice della California nei giorni scorsi: un adulto maschio vestito da donna in un carcere minorile.
    Hannah Tubbs aveva 17 anni quando ha aggredito una bambina di 10 anni nel bagno di un fast-food vicino a Los Angeles. I fatti risalgono al 2014, ma è stato accusato solo l'anno scorso. Il giudice Mario Barrera ha ritenuto di non avere altra scelta che condannarlo a due anni di carcere, ma in una struttura giovanile, incurante delle violenze che un adulto maschio ventiseienne, per di più pedofilo, possa ora compiere tra detenuti minori di età.
    Secondo il Los Angeles Times, il procuratore distrettuale della California Gascon era anche preoccupato per il destino di Hannah Tubbs in una prigione tradizionale come 'donna transgender'. Il giudice ha dunque basato la sua decisione sull'età dell'imputato al momento del crimine, ma soprattutto - cosa che ci sembra assurda - sulla sua identità di genere.

    Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

    NETFLIX CELEBRA L'UTERO IN AFFITTO
    L'ondata mediatica in salsa arcobaleno sembra davvero inarrestabile. E lo è stata anche durante la scorsa settimana, sulla Rai, nel pieno delle pubblicità trasmesse nel corso del Festival di Sanremo.
    Lo scorso 3 febbraio, infatti, poco prima della mezzanotte, sul primo canale della tv pubblica di Stato è andato in onda il trailer di un film targato Netflix, dal titolo "Il Filo Invisibile'. La pellicola, di Marco Puccioni e Luca De Bei, ha come protagonisti una coppia di uomini che hanno avuto un bambino grazie al ricorso all'utero in affitto e, come viene dichiaratamente espresso anche nello stesso trailer, il film fa passare un messaggio "positivo' nel far uso di questa abominevole pratica.
    Una storia, dunque, che vorrebbe normalizzare una pratica moralmente, e in Italia legalmente, illecita. La nascita del protagonista - che è anche colui che racconta la storia - viene affrontata infatti come un "dettaglio' totalmente positivo, senza risvolti morali dubbi, mentre il resto del film si concentra sulla crisi di coppia dei "genitori' del ragazzo e sulla sua scoperta dell'amore.
    Ma c'è un altro aspetto, ancor più grave e pericoloso: il fatto che la vicenda sia narrata proprio dal ragazzo, "figlio' dei due uomini, come se egli fosse un "dono' per i due uomini e non la vittima di una pratica barbara che sfrutta le donne e il loro corpo. Si mette dunque negli occhi e nella bocca di un ragazzino un vero e proprio spot pro utero in affitto e pro adozioni per le coppie formate da due persone dello stesso sesso.
    Insomma, ancora una volta l'ideologia Lgbt viene presentata come una realtà ormai consolidata, legittima e capace di sdoganare anche ciò che è un reato.
    (Manuela Antonacci, Provita & Famiglia, 7 febbraio 2022)

    ADOLESCENTI RACCOLGONO FONDI ONLINE PER PAGARSI IL CAMBIO DI SESSO
    In questi giorni è emerso che diversi giovani che hanno una qualche forma di disforia di genere stanno raccogliendo soldi online per poter pagare gli ormoni sessuali incrociati e gli interventi chirurgici irreversibili per il cambio di sesso.
    Il Daily Mail ha infatti riportato che centinaia di adolescenti stanno raccogliendo ingenti somme di denaro attraverso campagne di crowdfunding...

    • 8 min
    Scandalo Bibbiano: in arrivo le prime condanne

    Scandalo Bibbiano: in arrivo le prime condanne

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6765

    SCANDALO BIBBIANO: IN ARRIVO LE CONDANNE
    Chiesti 6 anni per lo psicoterapeuta Claudio Foti in concorso con Federica Anghinolfi: il tribunale emetterà la sentenza per l'orrore dei bambini che venivano tolti illegalmente alla famiglia
    di Luca Marcolivio
    A Bibbiano e dintorni è andato in scena per anni, il mercimonio dell'infanzia. Il processo, che in queste settimane sta giungendo alla sua fase conclusiva, non sta facendo che confermare le accuse sollevate due anni fa: i bambini venivano strappati alle famiglie non per il loro bene ma per puro business.
    La richiesta per i due principali imputati è di sei anni di reclusione per abuso d'ufficio, frode processuale e lesioni gravissime. È quanto emerso durante la requisitoria - durata sette ore - del pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, nei confronti di Claudio Foti, lo psicoterapeuta, direttore scientifico del centro Hansel & Gretel, imputato nel processo "Angeli e demoni" sugli affidi illeciti nei comuni della Val d'Enza.

    LE ACCUSE
    A più di un anno dal rinvio a giudizio, le sentenze per Foti e per l'altra imputata Beatrice Benati (assistente sociale accusata di violenza privata e tentata violenza privata, che, come lui, ha chiesto il giudizio abbreviato) sono previste per l'11 novembre. Si tratterà dei primi verdetti relativi allo scandalo esploso due anni fa in provincia di Reggio Emilia, ad eccezione dell'assistente sociale rea confessa Cinzia Magnarelli - che, per occasione aveva patteggiato - condannata per falso ideologico e frode processuale. Per gli altri 22 imputati si deciderà se andranno a giudizio o meno.
    Le famiglie dei bambini, costituitesi parte civile, hanno chiesto danni provvisionali tra i 5000 e il 50mila euro, oltre al risarcimento. Anche gli enti pubblici coinvolti hanno chiesto i danni: l'Unione Val d'Enza e l'AUSL reggiana esigono 150mila euro di risarcimento ciascuno; la Regione 50mila euro e la pubblicazione della sentenza.
    La requisitoria del pm di Reggio Emilia è stata incentrata soprattutto sull'accusa di abuso d'ufficio contestata a Foti, in concorso con il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, con l'ex responsabile dei servizi sociali, Federica Anghinolfi, e con l'assistente sociale Francesco Monopoli. Per le sue perizie, Foti era riuscito a concordare 135 euro a seduta, praticamente il doppio rispetto alla media di 60-70 euro: una tariffa che, secondo il pm, non sarebbe stata mai approvata in caso di indizione di una gara.

    LA FERITA INFLITTA AI BAMBINI E AI LORO GENITORI RIMANE INSANABILE
    Foti è anche accusato di aver plagiato una bambina affidata alle sue perizie tra il 2016 e il 2017, «alterandone lo stato psicologico ed emotivo sui fatti oggetto del procedimento», persuadendola, con metodiche «suggestive», di «essere stata abusata sessualmente dal padre». Di conseguenza, la minore aveva iniziato a rifiutarsi di incontrare il padre, che in seguito il Tribunale ha dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale. Secondo il pm, lo psicoterapeuta avrebbe agito nella totale consapevolezza dei danni che avrebbe arrecato alla piccola paziente, motivato in primis dai facili guadagni. Lo psicoterapeuta si è difeso, ribadendo di aver agito per il bene della bambina. I suoi avvocati, da parte loro, ne hanno elogiato la presunta professionalità di Foti, il quale, però, nemmeno avrebbe i titoli accademici e formativi per svolgere incarichi così delicati.
    La condotta di Foti, dunque, non fa che confermare uno dei risvolti più inquietanti del "metodo Bibbiano": l'utilizzo di tecniche estreme, quali, ad esempio, gli impulsi elettromagnetici sui bambini, finalizzati ad alterarne la memoria. A ciò, si univano altri metodi più blandi ma non meno incisivi come l'occultamento dei regali e delle lettere dei genitori naturali e l'alterazione dei...

    • 5 min
    Commissione sugli abusi in Francia, la maggior parte sono commessi da omosessuali

    Commissione sugli abusi in Francia, la maggior parte sono commessi da omosessuali

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6757

    COMMISSIONE SUGLI ABUSI IN FRANCIA: LA MAGGIOR PARTE SONO COMMESSI DA OMOSESSUALI di Nico Spuntoni

    Un nuovo fulmine nel cielo cielo già poco sereno della Chiesa cattolica sta per spuntare, questa volta in Francia. Ieri, infatti, la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa ha presentato il risultato dell'inchiesta lunga due anni e mezzo che ha ricostruito i crimini sessuali commessi da religiosi ai danni di minori o di vulnerabili tra il 1950 e il 2020. Un rapporto di 2500 pagine che stima - facendo una media sulla base dell'incrocio dei dati raccolti con più metodologie - in circa 216mila i casi di abuso sessuale negli ultimi 70 anni, destinati a salire a 330mila se nel bilancio si aggiungono anche le aggressioni commesse da funzionari laici della Chiesa.
    Secondo questo calcolo, quindi, in Francia ci sarebbero stati tra i 2.900 ei 3.200 preti predatori dal 1950 ad oggi. Il rapporto ha preso il nome dal capo della Commissione, Jean-Marc Sauvé, già vicepresidente del Consiglio di Stato di Francia. Formazione cattolica dai gesuiti e una breve esperienza in seminario, fu Sauvé a leggere nel 2014 le motivazioni con cui il Consiglio di Stato diede semaforo verde allo stop all'idratazione e all'alimentazione di Vincent Lambert.
    La relazione finale è stata consegnata alla Conferenza episcopale francese e alla Conferenza dei Religiosi e dei Religiosi di Istituti e Congregazioni (Corref), che l'avevano commissionata. Il presidente dei vescovi francesi, monsignor Eric de Moulins-Beaufort, ha dichiarato: "Siamo allibiti, le loro voci ci stanno scuotendo, il loro numero ci affligge. Desidero chiedere perdono, perdono a ciascuno di voi". Nel report viene fatto un quadro dettagliato sotto più punti di vista - da quello sociologico a quello storico fino a quello psicologico - del fenomeno abusi, che aiuta a ricostruire anche il profilo dei preti aggressori.
    C'è, ad esempio, uno studio fatto da due esperte sulle perizie psichiatriche tratte dai fascicoli giudiziari di 35 sacerdoti predatori: il numero delle loro vittime ammonta a 177, di cui 134 sono vittime di sesso maschile (76,5% dei casi) e 43 di sesso femminile. Secondo il lavoro della psicologa Julia Marie e della psichiatra Florence Thibaut "questo studio così come diversi studi precedentemente pubblicati su questo argomento" attesterebbe che gli "aggressori sessuali all'interno della Chiesa cattolica presentano una serie di specificità come l'aggressione molto più frequente su maschi minorenni" e su minori in età prepuberale.
    UNA PIAGA OMOSESSUALE
    L'età media delle vittime, infatti, sarebbe di 12,5 anni per i minori e 27 anni per gli adulti vulnerabili secondo lo studio coordinato dalla dottoressa Thibaut. Il lavoro si è soffermato anche sul livello socio-culturale degli aggressori che sembra essere tendenzialmente più elevato rispetto alla media, e sul loro orientamento sessuale, relativamente al quale questo è l'esito del lavoro delle due esperte della Commissione: "Il clero predatore incluso in questo studio si è dichiarato omosessuale nel 48,6%, mentre il 25,7% ha riferito di essere eterosessuale e il 25,7% ha riferito di essere bisessuale».
    Tra gli aggressori sessuali di minori, l'omosessualità è dichiarata nel 53,3% dei casi rispetto al 20% per gli aggressori sessuali di adulti. Gli aggressori di vittime maschili minorenni si sono dichiarati omosessuali nell'83,3% dei casi, mentre l'eterosessualità è dichiarata nel 16,7% dei casi a dispetto dell'80% dichiarata dagli aggressori sessuali di adulti".
    Conclusioni che combaciano con quelle tratte dalle interviste a 11 sacerdoti predatori che hanno risposto all'appello a parlare indirizzato loro dal presidente della Commissione. Più della metà dei preti interrogati si è dichiarata omosessuale, alcuni raccontando...

    • 16 min
    Moira, abusata dai genitori Gay in quanto Gay

    Moira, abusata dai genitori Gay in quanto Gay

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6453

    MOIRA, ABUSATA DAI GENITORI GAY IN QUANTO GAY
    Il legame fra omosessualità e pedofilia è evidente nella storia di Moira Greyland, figlia della scrittrice di successo de ''Le nebbie di Avalon'' e degli altri 7 romanzi fantasy della stessa serie (VIDEO CENSURATO DA YOUTUBE: La testimonianza di Moira Greyland)
    di Benedetta Frigerio
    Moira Greyland ha atteso la morte dei genitori per scrivere The Last Closet: The Dark Side of Avalon, un libro che comincia così: «Sono la figlia di tre genitori gay». Di suo padre, Walter Breen, autore di fiction fantascientifiche, si seppe finalmente che era davvero un pedofilo seriale quando fu condannato nel 1990, dopo decine e decine di accuse, prima archiviate grazie alla sua notorietà e alla copertura da parte del mondo della fiction fantascientifica. Mentre sulle colpe di sua madre, Marion Zimmer Bradley, nota autrice di libri fantasy (in cui la famiglia viene messa in dubbio e il lesbismo promosso) lettissimi negli States, si fa ancora silenzio. Di lei ci si limita a dire che pur sapendo non aveva voluto denunciare il marito, mentre praticò come lui la pedofilia, per poi accompagnarsi ad una donna dopo la sua morte.
    Così racconta sua figlia in questo libro coraggiosissimo, non solo per la forza di mettere davanti al mondo il proprio dolore innocente, ma per il fatto di denunciare il legame intrinseco fra omosessualità e pedofilia: «Ho sentito tutte le solite proteste: "I tuoi genitori erano malvagi perché erano malvagi, non perché erano gay, ma non sono d'accordo», scrive: «Il problema di fondo è di tipo filosofico...: il sesso è sempre tutto buono» per chi come i suoi genitori sposa l'ideologia Lgbt. Infatti sia Marion sia Walter erano convinti che non dovendo avere limiti, non essendo legato al fine procreativo ed essendo espressione dell'amore in ogni caso, il sesso doveva essere praticato fra persone dello stesso sesso così come con i bambini.
    Ma chi sono questi due personaggi, ancora ammirati da certa cultura, che in 27 anni di matrimonio abusarono entrambi di bambini e bambine e dei loro due figli? Marion era la figlia di un alcolista che a sua volta abusò di lei, ma non per questo la figlia Moira, pur perdonandola, giustifica la madre: «Penso che, qualunque sia il dolore che proviamo, siamo tutti responsabili delle nostre azioni e anche lei lo deve essere". Anche perché chi subisce abusi "non vorrebbe che nessun altro ne fosse soggetto». Certamente può accadere che la ripetizione dell'abuso sia un modo per scappare da quello subito, ma «chi commette crimini in preda al delirio poi esprime almeno un po' di rimorso. Non ne ho mai visto nemmeno un briciolo in mia madre». La ragione è chiara: quella dei suoi genitori non era solo una debolezza, ma il frutto di un dolore trasformato in un'ideologia sposata come giusta.

    FERITE ENORMI
    Moira sottolinea anche come la tendenza omoerotica e la cultura che la sostiene siano un problema serio, frutto di ferite enormi. Secondo lei le tendenze di sua madre erano «il modo di vincere il suo violentatore». Marion rifiutava il sesso maschile e la femminilità come sinonimo di vulnerabilità. Per questo è «difficile immaginare una donna meno femminile di mia madre. La sua voce, il suo corpo, il suo linguaggio, le sue maniere, tutto parlava di potere e solo di potere come priorità nell'approcciarsi alle altre persone". Il matrimonio con Walter era solo frutto di un'unione intellettuale: per lei «gli uomini potevano amarti solo per la tua mente». Per lei un uomo era avvicinabile solo se era femminista. Non a caso «il matriarcato da lei istituito in casa...era oppressivo e terrificante e faceva sentire noi figli come degli animali in gabbia, desiderosi di scappare o morire».
    Anche la pedofilia di Walter nasce dalla sua omosessualità divenuta ideologia....

    • 15 min

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