4 min

DENTI DI FERRO di Tina Meroto e Maurizio A. C. Quarello #logosedizioni

    • Arts

vedi libro: https://www.libri.it/denti-di-ferro

 “Fate attenzione, non andate nel bosco! Là vive la strega Denti di  ferro, che si mangia i bambini” dice la mamma ai tre figlioletti che  trascorrono le giornate a bighellonare in strada.
Ma sappiamo tutti che sarà proprio nel bosco che i tre fratellini si  dirigeranno alla prima occasione, in cerca di nuove avventure! Al grande  e al mediano le streghe non fanno paura – figurarsi! – e il più  piccolo, l’unico rispettoso degli avvertimenti della mamma, viene subito  schernito per la sua prudenza (“Bel fifone!”). Così i tre si avviano di  nascosto, e cammina cammina, si addentrano sempre più nel bosco scuro e  misterioso… Finché cala la sera e, con il vento che sibila sempre più  forte e le ombre che si fanno sempre più lunghe, i tre capiscono di  essersi persi.
Il grande e il mediano iniziano ad aver paura, così il più piccolo sale  su un albero per cercare la via del ritorno… ma finisce per avvistare la  casa della strega. Ed è proprio là che vuole andare l’imprudente  fratello maggiore!
“Venite, bambini, non abbiate paura” li accoglie una vecchina dai  capelli candidi con la promessa di un pasto caldo e un letto  confortevole, “domani vi riaccompagnerò a casa”. Stanchi e affamati, i  due grandi vengono subito tratti in inganno, ma il più piccolo non si  fida, perché entrando ha visto chiaramente una grossa gabbia, e al calar  della notte i suoi dubbi sono confermati dalla vista del famigerato  muro d’ossa di bambini…
Il personaggio della strega divoratrice di bambini che vive in una  casetta in mezzo al bosco è parte della tradizione orale di molti Paesi  (Turchia, Russia, Germania…) e ha svariati antecedenti letterari, a  partire dalla celebre fiaba di Hänsel e Gretel. Nelle storie e nei  racconti le paure più tipiche dei bambini prendono vita, spesso  assumendo le sembianze di soggetti umani oltremodo malvagi. Cosa c’è,  quindi, di meglio che ascoltare racconti i cui protagonisti trionfano su  questi esseri orripilanti per acquisire maggiore fiducia e superare  ogni timore? È proprio quello che succede con Denti di ferro, la cui  trama combina elementi narrativi tratti da racconti popolari turchi e  russi. Il tutto, accompagnato dalle efficaci immagini di Maurizio A.C.  Quarello, che fanno un uso sapiente delle ombre e del chiaroscuro,  trasportandoci dapprima in un bosco oscuro dove la casa della strega  svetta simile al volto di un diavolo minaccioso, con le narici che  fremono e le corna puntate verso il cielo plumbeo, per poi condurci al  suo interno, dove le ombre sono lunghe e incombenti e i dettagli spesso  raccapriccianti: ragni e scarafaggi, coltellacci sporchi e rane  parlanti, pozzi senza fondo e una strega insolitamente espressiva che,  pur caratterizzata dal classico naso adunco e da unghie e denti aguzzi,  ha un insolito ombretto azzurro (e baffetti e peli del naso più ispidi  di quelli dei nonni!) e sfoggia una capigliatura a cono e una gamma di  espressioni dal disgustato all’impaziente che ruberanno un sorriso ai  lettori più adulti...

Valentina Vignoli

vedi libro: https://www.libri.it/denti-di-ferro

 “Fate attenzione, non andate nel bosco! Là vive la strega Denti di  ferro, che si mangia i bambini” dice la mamma ai tre figlioletti che  trascorrono le giornate a bighellonare in strada.
Ma sappiamo tutti che sarà proprio nel bosco che i tre fratellini si  dirigeranno alla prima occasione, in cerca di nuove avventure! Al grande  e al mediano le streghe non fanno paura – figurarsi! – e il più  piccolo, l’unico rispettoso degli avvertimenti della mamma, viene subito  schernito per la sua prudenza (“Bel fifone!”). Così i tre si avviano di  nascosto, e cammina cammina, si addentrano sempre più nel bosco scuro e  misterioso… Finché cala la sera e, con il vento che sibila sempre più  forte e le ombre che si fanno sempre più lunghe, i tre capiscono di  essersi persi.
Il grande e il mediano iniziano ad aver paura, così il più piccolo sale  su un albero per cercare la via del ritorno… ma finisce per avvistare la  casa della strega. Ed è proprio là che vuole andare l’imprudente  fratello maggiore!
“Venite, bambini, non abbiate paura” li accoglie una vecchina dai  capelli candidi con la promessa di un pasto caldo e un letto  confortevole, “domani vi riaccompagnerò a casa”. Stanchi e affamati, i  due grandi vengono subito tratti in inganno, ma il più piccolo non si  fida, perché entrando ha visto chiaramente una grossa gabbia, e al calar  della notte i suoi dubbi sono confermati dalla vista del famigerato  muro d’ossa di bambini…
Il personaggio della strega divoratrice di bambini che vive in una  casetta in mezzo al bosco è parte della tradizione orale di molti Paesi  (Turchia, Russia, Germania…) e ha svariati antecedenti letterari, a  partire dalla celebre fiaba di Hänsel e Gretel. Nelle storie e nei  racconti le paure più tipiche dei bambini prendono vita, spesso  assumendo le sembianze di soggetti umani oltremodo malvagi. Cosa c’è,  quindi, di meglio che ascoltare racconti i cui protagonisti trionfano su  questi esseri orripilanti per acquisire maggiore fiducia e superare  ogni timore? È proprio quello che succede con Denti di ferro, la cui  trama combina elementi narrativi tratti da racconti popolari turchi e  russi. Il tutto, accompagnato dalle efficaci immagini di Maurizio A.C.  Quarello, che fanno un uso sapiente delle ombre e del chiaroscuro,  trasportandoci dapprima in un bosco oscuro dove la casa della strega  svetta simile al volto di un diavolo minaccioso, con le narici che  fremono e le corna puntate verso il cielo plumbeo, per poi condurci al  suo interno, dove le ombre sono lunghe e incombenti e i dettagli spesso  raccapriccianti: ragni e scarafaggi, coltellacci sporchi e rane  parlanti, pozzi senza fondo e una strega insolitamente espressiva che,  pur caratterizzata dal classico naso adunco e da unghie e denti aguzzi,  ha un insolito ombretto azzurro (e baffetti e peli del naso più ispidi  di quelli dei nonni!) e sfoggia una capigliatura a cono e una gamma di  espressioni dal disgustato all’impaziente che ruberanno un sorriso ai  lettori più adulti...

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