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Greta Thumberg si schiera con gli islamici di Hamas Riccardo Cascioli - BastaBugie.it

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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7579

GRETA THUNBERG SI SCHIERA CON GLI ISLAMICI DI HAMAS
Il ministro dell'istruzione di Israele annuncia che l'attivista svedese non è più gradita nelle scuole (e non bisogna dimenticare che Hamas è il peggior nemico dei palestinesi)
di Riccardo Cascioli
Più i giorni passano più il confronto Israele-Palestina si radicalizza anche da noi, sui social e nei talk show televisivi. Sul web le ricostruzioni della storia del conflitto e della nascita dello Stato d'Israele (perlopiù in chiave pro-Palestinesi) si moltiplicano: mai sospettato che l'Italia fosse anche un paese di storici. Non aggiungeremo qui l'ennesima storia del conflitto, anche se nei prossimi giorni sarà opportuno almeno chiarire la ridicolaggine e la pericolosità di certi luoghi comuni che vengono continuamente ripetuti.
Qui vorremmo soprattutto riportare l'attenzione a quanto avvenuto il 7 ottobre e che prescinde dall'ormai cronico conflitto israelo-palestinese. Sì, perché la carneficina compiuta dai miliziani di Hamas non può essere considerata solo l'ennesimo capitolo della guerra, è un fatto radicalmente nuovo, sia per le dimensioni sia per la natura. È vero, gli attacchi terroristici sono una costante della cosiddetta resistenza palestinese: sono stati compiuti dall'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) di Yasser Arafat e quando questi ha accettato il negoziato politico, sono stati ereditati da Hamas e dalla Jihad islamica. Ma la carneficina del 7 ottobre è molto più di un attentato: non è una bomba lasciata su un autobus e poi fatta esplodere, o un kamikaze che aziona una cintura esplosiva che indossa a un check-point o tra la gente seduta a un bar. Azioni comunque censurabili ma che si consumano in un istante, senza che l'attentatore abbia neanche la possibilità di guardare in faccia le sue vittime.
Quanto avvenuto due settimane fa è tutt'altra cosa: migliaia di terroristi che hanno invaso il territorio israeliano e hanno massacrato centinaia e centinaia di civili inermi (1.400 morti è il bilancio ufficiale sin qui) setacciando le singole case per non lasciare indietro nessuno, godendo nel vedere il terrore nei loro occhi, accanendosi sui feriti e anche sui morti in un'orgia di violenza senza pari. Abbiamo potuto vedere diversi filmati, fatti dagli stessi miliziani di Hamas, che per la crudezza delle immagini non possiamo riproporre ma che testimoniano a che profondità può arrivare l'abisso umano, un odio così profondo e radicato che può far disperare della possibilità di un cambiamento. Un odio che non è di un piccolo gruppetto di terroristi invasati ma di un esercito intero e, probabilmente, ben oltre l'esercito.
I FESTEGGIAMENTI DAVANTI AI CORPI STRAZIATI
Non c'è rivendicazione politica o militare che possa giustificare un'azione del genere, non c'è ingiustizia subita che dia un senso a tanta barbarie. A cui va aggiunto il dramma degli ostaggi, circa 200: bambini, ragazze, anziani, di cui abbiamo potuto vedere per alcuni il momento della cattura. E soprattutto i video rilasciati dagli stessi assassini, per creare maggiore terrore. Il fatto nuovo è l'ostentazione della violenza perpetrata, il giubilo davanti al terrore seminato, i festeggiamenti davanti ai corpi straziati. Nelle guerre, chi commette i crimini, pur compiendoli consapevolmente, cerca di nasconderli, sa che comunque sono considerati da tutti un male, sa che sta trasgredendo una norma universalmente riconosciuta e che mostrarli farebbe perdere consenso.
Qui invece abbiamo il rovesciamento, le atrocità vengono esibite, proprio perché non è un semplice atto di guerra, per quanto crudele, ma desiderio di annientamento. E con la consapevolezza che tanti altri - in ogni parte del mondo - gioiranno per questa violenza e magari si uniranno a questa barbarie là...

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GRETA THUNBERG SI SCHIERA CON GLI ISLAMICI DI HAMAS
Il ministro dell'istruzione di Israele annuncia che l'attivista svedese non è più gradita nelle scuole (e non bisogna dimenticare che Hamas è il peggior nemico dei palestinesi)
di Riccardo Cascioli
Più i giorni passano più il confronto Israele-Palestina si radicalizza anche da noi, sui social e nei talk show televisivi. Sul web le ricostruzioni della storia del conflitto e della nascita dello Stato d'Israele (perlopiù in chiave pro-Palestinesi) si moltiplicano: mai sospettato che l'Italia fosse anche un paese di storici. Non aggiungeremo qui l'ennesima storia del conflitto, anche se nei prossimi giorni sarà opportuno almeno chiarire la ridicolaggine e la pericolosità di certi luoghi comuni che vengono continuamente ripetuti.
Qui vorremmo soprattutto riportare l'attenzione a quanto avvenuto il 7 ottobre e che prescinde dall'ormai cronico conflitto israelo-palestinese. Sì, perché la carneficina compiuta dai miliziani di Hamas non può essere considerata solo l'ennesimo capitolo della guerra, è un fatto radicalmente nuovo, sia per le dimensioni sia per la natura. È vero, gli attacchi terroristici sono una costante della cosiddetta resistenza palestinese: sono stati compiuti dall'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) di Yasser Arafat e quando questi ha accettato il negoziato politico, sono stati ereditati da Hamas e dalla Jihad islamica. Ma la carneficina del 7 ottobre è molto più di un attentato: non è una bomba lasciata su un autobus e poi fatta esplodere, o un kamikaze che aziona una cintura esplosiva che indossa a un check-point o tra la gente seduta a un bar. Azioni comunque censurabili ma che si consumano in un istante, senza che l'attentatore abbia neanche la possibilità di guardare in faccia le sue vittime.
Quanto avvenuto due settimane fa è tutt'altra cosa: migliaia di terroristi che hanno invaso il territorio israeliano e hanno massacrato centinaia e centinaia di civili inermi (1.400 morti è il bilancio ufficiale sin qui) setacciando le singole case per non lasciare indietro nessuno, godendo nel vedere il terrore nei loro occhi, accanendosi sui feriti e anche sui morti in un'orgia di violenza senza pari. Abbiamo potuto vedere diversi filmati, fatti dagli stessi miliziani di Hamas, che per la crudezza delle immagini non possiamo riproporre ma che testimoniano a che profondità può arrivare l'abisso umano, un odio così profondo e radicato che può far disperare della possibilità di un cambiamento. Un odio che non è di un piccolo gruppetto di terroristi invasati ma di un esercito intero e, probabilmente, ben oltre l'esercito.
I FESTEGGIAMENTI DAVANTI AI CORPI STRAZIATI
Non c'è rivendicazione politica o militare che possa giustificare un'azione del genere, non c'è ingiustizia subita che dia un senso a tanta barbarie. A cui va aggiunto il dramma degli ostaggi, circa 200: bambini, ragazze, anziani, di cui abbiamo potuto vedere per alcuni il momento della cattura. E soprattutto i video rilasciati dagli stessi assassini, per creare maggiore terrore. Il fatto nuovo è l'ostentazione della violenza perpetrata, il giubilo davanti al terrore seminato, i festeggiamenti davanti ai corpi straziati. Nelle guerre, chi commette i crimini, pur compiendoli consapevolmente, cerca di nasconderli, sa che comunque sono considerati da tutti un male, sa che sta trasgredendo una norma universalmente riconosciuta e che mostrarli farebbe perdere consenso.
Qui invece abbiamo il rovesciamento, le atrocità vengono esibite, proprio perché non è un semplice atto di guerra, per quanto crudele, ma desiderio di annientamento. E con la consapevolezza che tanti altri - in ogni parte del mondo - gioiranno per questa violenza e magari si uniranno a questa barbarie là...

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