87 episodes

Onde è un podcast che parla di musica e condivide musica.
Nelle varie puntate, settimanali, sarete accompagnati ad ascoltare diverse playlist (ci sarà un link per in ogni episodio) e a conoscere - forse - nuova musica, esplorando vasti e variopinti territori sonori.
Se siete affamati di nuovi suoni, volete partecipare ad uno scambio di suggerimenti musicali, se vi piace la musica in tante forme diverse, questo è il podcast adatto.
Buon ascolto e benvenuti ^_^

Onde: Musica e Dintorni Marco Acquafredda

    • Music

Onde è un podcast che parla di musica e condivide musica.
Nelle varie puntate, settimanali, sarete accompagnati ad ascoltare diverse playlist (ci sarà un link per in ogni episodio) e a conoscere - forse - nuova musica, esplorando vasti e variopinti territori sonori.
Se siete affamati di nuovi suoni, volete partecipare ad uno scambio di suggerimenti musicali, se vi piace la musica in tante forme diverse, questo è il podcast adatto.
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    Onde [ST5 - EP_XMAS] Felice Natale 2023

    Onde [ST5 - EP_XMAS] Felice Natale 2023

    Ciao a tutte e a tutti!
    In un battito di ciglia di renne e folletti, è già la vigilia ed io no.
    Quest’anno il periodo natalizio mi ha colto di sorpresa e mi ha placcato a terra con dolcissima forza e ha intriso le mie sinapsi di carole, festoni, ghirlande e corone di pungitopo. Se questo segmento temporale ci insegna e ci ricorda tante cose, una fra tutte, è quella che le tradizioni vanno rispettate. Quindi come tradizione vuole, ormai da quattro anni, Natale significa l’arrivo della tanto attesa e colorata NatalOnda! Come succede ogni anno, la puntatona che precede le abbuffate pagane di venere, bacco e tabacco, di regali e tavole imbandite, di canti e risa, è densa di vibrazioni positive al gusto di cannella e di alto tasso glicemico, ma sopratutto impreziosita dalle cartoline sonore di molte amiche e amici. Prima che la delegazione di Greenpeace venga a trascinarvi in acqua dopo esservi spiaggiat* come cetacei, con le ultime energie premete Play su questa nuova NatalOnda 2023, e fate brillare le vostre feste accompagnandole poi all’uscita in attesa del nuovo anno.
    A voi, che sapete che il carbonio delle stelle è lo stesso carbonio che compone il vostro corpo e vi sentite parte del tutto universale,
    Buon Natale, con affetto sconfinato,
    Marco.
    P.s. Oggi è la vigilia di Natale, quindi occhio a chi vigila sugli antipasti.
    Come sempre,
    Buon ascolto!
    ^_^

    - - INFO PUNTATA DI NATALE:


    - IL DISCO NATALIZIO:
    https://open.spotify.com/playlist/01F1xEAgYHaBDGiYfJzWk8?si=e2603f4c1d8b4157


    - IL BRANO “BIND ME” stato arrangiato e suonato e cantato dagli ANAIS e remixato da LUIS NOISE.


    - - INFO ONDE: MUSICA E DINTORNI


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    - IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.
    - MUSICHE IN PUNTATA:
    - Music Free Stock: https://www.free-stock-music.com/
    - Lost Paradise by Purrple Cat | https://purrplecat.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
    - plunderer by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeen Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_USbr...

    • 51 min
    Onde [ST5 - EP9] Luci e ombre dal palco. Una tavola rotonda sulla musica live. Vol. X

    Onde [ST5 - EP9] Luci e ombre dal palco. Una tavola rotonda sulla musica live. Vol. X

    Ciao a tutte e a tutti!

    Il sole di Novembre è bellissimo. Qualche giorno fa, in una pausa dalle piogge e dai venti di stagione, ci è stato regalato un giorno dai colori vermigli e dal vago sapore di castagne cotte e mentre i pigri camini cominciavano e sbocciare di piccole colonne di fumo, i fotoni hanno raggiunto le nostre pareti inondando tutto con una veste dorata. Diversamente dai soli primaverili o quelli estivi, il sole di Novembre portava in se e con se dettagli e riflessi. La profondità di campo era totale, ogni singolo piano era a fuoco e anche se avevo il volto immerso nella sciarpa fino alla linea degli occhi, ho silenziato il mio sguardo e ho percepito sulla pelle tutti quei puntini caldi che venivano a trovarmi. L’intero ambiente in cui ero immerso risplendeva di un luce unica e antica, l’aria era tersa e Novembre dimostrava di saper essere un mese tutt’altro che uggioso e reduce di festività celtiche fatte di fantasmi e spiritelli, ma capace di donare momenti di assoluta quiete e di pace. Che in questo momento storico è tutt’altro che scontato. Anche perché il fatto di essere nel tempo e nel luogo meno drammatici e di poter godere di questi scampoli di bellezza, è soltanto pura fortuna, ora e per ora. In questo mese c’è tanta austerità, c’è l’obbligo di arrendersi alla stagione e alle sue emanazioni meno leggere, ma è altresì vero che per affrontare questi momenti, il rifugiarsi dentro qualcosa di caldo e di accogliente è la soluzione che aiuta l’animo a ritemprarsi. Oppure quella di accettare il periodo, e finché si può, andare a camminare nei fiumi di foglie gialle, con i piedi che scompaiono nel loro letto, ben bardati di sciarpa e musiche nelle orecchie. In questa giornata di Novembre iniziamo questa puntata, che si preannuncia diversa per ogni singolo aspetto che di solito compone le Onde, perché oggi sarà sì una chiacchierata, ma meglio definibile come una tavola rotonda. Seduti insieme a me, nel salotto virtuale di Onde Musica e dintorni, ho ben tre ospiti che ho chiamato a raccolta per parlare di un argomento estremamente importante e che tocca ogni singola persona che ama la musica: le persone meravigliose che sono venute a dialogare in questa nona Onda sono Antonia Salcuni di Eco_disco_gramma, pagina Instagram imbevuta di poesia e di bellezza trascendentale, di immagini vivide e di emozioni a fior di pelle e anche autrice di diversi articoli sulla rivista Kalporz, poi Luca Azzini de ‘La Mia Vita In 400 Dischi’ che attraverso la sua pagina ed il suo stupendo libro ‘Scrivevamo sulle scarpe’ ha raccontato e racconta un’intera generazione meglio di chiunque altro, attraverso cartoline emozionali, intrise di narrativa incorniciata da musiche e di musiche incorniciate da momenti irripetibili di vita, e infine Martina Vetrugno, una delle penne più importanti, autorevoli, competenti e precise del panorama della critica musicale contemporanea, autrice di innumerevoli articoli su riviste di settore di altissimo calibro, i cui scritti sono per me diventati verbo e faro e lente attraverso cui assorbo informazioni sulla musica. So che la fame di sapere vi sta mordendo allo stomaco della mente, quindi andiamo a svelare il tema di questo piccolo simposio a quattro voci. Che cosa sta succedendo nel mondo dei live? Ciò che arriva dal palco, verso il nostro cuore, non sono solo luci meravigliose e musiche splendide, ma si stanno estendendo e delineando delle ombre che qua e la stanno inscurendo il mondo delle rassegne musicali e della musica stessa. Il mondo dei live è un mondo magico, ma che sta pian piano subendo un’evoluzione con degli aspetti non esattamente piacevoli che negli ultimi anni stanno diventando oggetto di enormi fastidi, di accese discussioni e di accorati appelli risolutivi. Il bilancio in merito, come capita ormai dopo ogni estate, peggiora senza sosta e quello che per molti di noi è la massima espressione musicale di una band e/o artista rischia di

    • 2 hr 14 min
    Onde [ST5 - EP8] con Pasquale Torre - Al di là del genere - Vol. 1

    Onde [ST5 - EP8] con Pasquale Torre - Al di là del genere - Vol. 1

    Ciao a tutte e a tutti!
    Dove sono le nebbie? Per favore, ridateci l’autunno. No, aspettate. Pare che questa fervida e sentita preghiera sia stata sentita perché da un manciata di giorni il mercurio si è messo la cuffia in testa, ha allargato le braccia e si è tuffato in verticale verso il basso. Come ormai accade sempre più spesso i cambi di stagione avvengono a codice binario, le giornate di dissolvenza incrociata sono un lontano ricordo e la natura stessa non ci capisce più nulla. Ho visto uccelli disorientati che per la migrazione volavano in tondo, invece di puntare all’Africa, con la formazione a punto di domanda e non più come la punta di una freccia. Le stesse foglie invece di rifarsi il guardaroba con colori gialli ed arancioni, si esercitano a cadere e a risalire verso il ramo. Prendono a nolo la bava dei ragni e si gettano nel vuoto attaccate con questo elastico naturale facendo centinaia di prove, perché poi quando finalmente cadranno al suolo vogliono che la loro discesa sia perfetta. Gli stessi animaletti che dovrebbero cominciare a far raccolte per l’inverno li ho visti girare su mini monopattini ubriachi con infradito e Mojito mezzi finiti, e giuro che uno scoiattolo aveva una maglietta con sopra scritto Summer Forever e dietro No Future. Sia come sia questa stagione delle nebbie è in ritardo, ma è davvero ormai prossima a travolgere gli argini del tempo e regalaci colori vermigli e sciarpe appese ad adornare colli e cervicali. Lo so che è impopolare, spesso è terreno di feroci discussioni, ma per me la nebbia è uno di quegli elementi che meglio si adatta alla mia vista e al mio cuore. È un manto che nasconde, è una veste di fatta di silhouette e i dettagli sono sempre presenti ma devi cercarli, devi esserci immerso dentro per scoprirli, è una quinta teatrale che svela la scenografia, tutto l’insieme, piano piano. A volte credo sia la metafora perfetta della musica, ma questa è una mia opinione. Quindi che la stagione delle nebbie, delle castagne, della grande zucca di Peanutsiana memoria e dei colori caldi abbia inizio. Di contro, invece, speriamo che la nebbia granitica della mancata empatia umana possa cessare una volte per tutte. Sperare non è reato. Sparare invece si. Decidere un attacco deliberato verso i civili, invece si. L’indifferenza, invece si. Soprattutto quando si è perso il rispetto per la vita umana a tal punto da non saper più riconoscere e provare dolore o pietà. È difficile, è mostruosamente complicato trovare la leggerezza oggi giorno, cercare il colore nell’oscurità che gli avvenimenti di queste settimane ci stanno frustando sul cuore e sull’anima. È complesso non sentire dentro di sé ogni singola vita che viene spazzata via, ogni corpo che lascia un vuoto in questa linea temporale, mentre il fruscio delle banconote aumenta a dismisura. Altro che secoli bui, le pagine di storia contemporanea sono intrise di sofferenza e di suoni atroci, ma ciò che fa più male è che, la dove dovremmo essere sovrumani, siamo invece a dibattere come lupi su chi abbia ragione e scegliere una parte della scacchiera senza mai considerare le cause e le sfumature. Scusate lo sfogo. Ancora una volta dobbiamo rivolgerci al bello, alla poesia, all’arte e alla sua emanazione più lucente, la musica, ma non per ficcare la testa nella terra per far compagnia ai tassi, ma solo perché oggi più che mai è necessario per la sopravvivenza ricordarci che a questo mondo qualcosa di bello, di alto e di altro esiste. Ed è li a un passo. Io mi sono trovato in questi mesi drammatici, ahimè più spesso di quanto voglia ammettere, ad aggrapparmi con forza alla musica, alla suzione del capezzolo musicale attraverso le orecchie, per ricordarmi nei momenti di sconforto che c’è qualcosa per cui valga la pena lottare e che questa montagna di escrementi la si può smantellare solo e soltanto attraverso l’abbandono verso qualcosa di bello e puro. Sarò un idealista, ma non riesco a tro

    • 2 hr 26 min
    Onde [ST5 - EP7] Cosa c'è nella mia borsa? Vol. X-2

    Onde [ST5 - EP7] Cosa c'è nella mia borsa? Vol. X-2

    Ciao a tutte e a tutti!
    Le ore calde di Agosto si appiccicano desertiche le une alle altre e bollono come l’asfalto su cui rotolano pneumatici vacanzieri. Se nelle settimane scorse la tagliola del caldo era scattata alla caviglia facendo incespicare il mese, ora invece pare voglia strappare l’arto affondando i suoi denti roventi e il sopportare è complicato, ma coadiuvato da infinite docce rinfrescanti. Per schivare queste pallottole di insopportabile afa corrono in nostro aiuto diverse soluzioni, quali: affitto a tempo indeterminato della vasca da bagno, bevute senza sosta di liquidi gelati - possibilmente alcolici giusto per stordirsi un po’ di più – trasferirsi ai piedi di un rifugio alpino, gironzolare nudi non solo per casa ma anche per le strade della città svuotata, fidanzarsi con il condizionatore d’aria in una torbida e fugace relazione estiva, scavare un'anguria e adagiare il capo come fosse un cuscino, trasferirsi ed abitare nel proprio frigorifero con merluzzo e fichi d’india come coabitanti, e così via. Come sapete incrociare i guantoni con il caldo è una sfida impari e vincere la guerra non è un risultato auspicabile, ma qualche battaglia, diavolo, quella la si porta a casa. Certo il tempo, come la natura, non è malvagio ma solo indifferente alla sorte di noi esseri umani e giustamente fa un po’ come gli pare e ogni tanto si diverte a farci tremare le vene ai polsi scaricando carrettate di acqua gelida sotto forma di palloni da rugby, come aperitivo di un avvertimento ormai già vecchio. Però, per quanto Agosto sia una mese complesso - come sempre del resto - le nottate sono il momento migliore quando a testa in su a guardare la macchia bianca nell’arco scuro del cielo, è di una gioia infinita che si rabbocca il cuore quando ti trovi ad osservare una manciata di stelle raminghe che tornano a trovarci e si fanno ammirare mentre lasciano dietro di loro una coda di polvere brillante. Chissà che cosa pensano. Me lo sono sempre chiesto, nel loro viaggio pressoché infinito nello spazio privo di suono. Per nostra fortuna, noi che siamo incastrati tra la polvere e le stelle, abbiamo modo assorbire questa bellezza e imprimerla nella nostra ghiandola pineale liberandola come un fuoco d’artificio insieme agli altri sensi. Meglio ancora se accompagnata per mano da delle musiche bellissime. Quindi, nonostante il deragliamento dei sensi verso qualcosa di bellissimo faccia aumentare l’entropia emozionale, c’è da notare che dopo aver esperito tanta magnificenza, invece di un sistema in disordine tutto è più quieto, deframmentato, calmo e rimesso nella sua giusta posizione di equilibrio. Il bello, in qualunque forma si presenti, naturale o artistica, è di fatto un viaggio entropico dove il suo regno, che non conosce ne confini ne nemici, è punto di bilanciamento emotivo. E di crescita umana. La nostra egida perenne è il manto d’Euterpe che ci accoglie e ci coccola cospergendo i nostri corpi e menti accaldate con svariati suoni e musiche stupende. Colora i nostri giorni, indipendentemente che questi siano furenti o docili, lei trova sempre il modo di renderli indimenticabili, come tatuaggi dell’anima. Per far si che le endorfine e la serotonina vengano rilasciate come una diga spalancata, è la brezza umida dell’arrivo di una nuova Onda a far si che tutto ciò avvenga e che ci trasporti in un altrove. Perché un mondo altro è possibile.
    Con l’augurio che questo episodio vi porti la giusta frescura, vi invito ad ascoltarlo ma non vi racconterò altro, perchè tutto quello che c’è da sapere è al di là del sottile muro del Play. Trovate quindi la vostra posizione comoda e mi raccomando che sia ventilata a dovere, immergetevi in questa settima Onda e come sempre,
    buon ascolto!
    ^_^
    INFO PUNTATA:IL DISCO 'COSA C’E’ NELLA MIA BORSA VOL. X-2': a href="https://open.spotify.com/playlist/5ZOoaUqVATKqUHDcdKlAqs?si=fc1b72eca4d74936" target="_blank" rel="noreferrer...

    • 1 hr
    Onde [ST5 - EP6] con Gianluca Music Coffee Shop Vol. 4 (Napoli per noi)

    Onde [ST5 - EP6] con Gianluca Music Coffee Shop Vol. 4 (Napoli per noi)

    Ciao a tutte e a tutti!
    E’ giunto. E’ giunto il momento dell’anno dove le serate si stiracchiano invadendo ore straniere e le ombre viaggiano come flusso migratorio verso confini fino a poco fa inaccessibili. I fotoni che prima trovavano un delta di caduta molto più veloce, ora si possono adagiare e continuare la loro danza in un moto più lento e dolcemente interminabile. Come ormai da prassi, se i mesi primaverili giocano a fare Amleto muovendosi indecisi tra il caldo e il freddo, Giungo invece assesta dal basso in alto un colpo vigoroso con una mazza da baseball alla pallina di mercurio del termometro, che sale spedita verso vette caraibiche. Il torrido al momento non è ancora così torrido e le ore (s)vestite di sole infradito e asciugamano in vita, si godono il momento caldo, tanto atteso. Nei paesaggi orizzontali che circondano il mio quotidiano, sono lastre di acqua ad accudire cuccioli di riso che riflettono il cielo e permettono alle nuvole vaporose di rifarsi il manto, superbe; sono cilindri di paglia, fermi nei campi ad arrugginire sotto al sole come le rughe anziane su volti troppo saggi, in attesa di diventare pasto bovino a trasformare gli orizzonti in una sorta di braille per gli occhi e gli alberi sfoggiano chiome dal distinto sapore di clorofilla a permeare polmoni e anima. Il mondo continua come sempre il suo cammino nella Via Lattea, incurante del passaggio delle stagioni e ci regala momenti energizzanti da una parte e molto discutibili dall’altra, soprattutto dal punto di vista storico. Qualunque sia la vostra prospettiva ed opinione, c’è da ammettere che le pagine dei libri di storia contemporanea si stanno popolando senza sosta, sudando a volte per tenere il passo. A volte rimpiango la stasi e quando non si infangava la dignità nazionale glorificando chi invece ne aveva fatto scempio. Tralasciando questi discorsi e concentrandoci sul bello, a merito di ciò, sono reduce da una micro vacanza dove ho potuto, nuovamente, portare arti e corpo e mente, sulla terra di nessuno dove acqua e sabbia si incontrano nel loro corteggiamento di seduzione e abbandono infinito. Ho potuto immergermi, letteralmente, nelle mie amate onde paradossalmente prendendomi una pausa dalle altre, che tanto, gelose non sono. Ritemprare la mente, lo sapete meglio di me, è un atto necessario, è un atto di ribellione, di ri-acquisizione di momenti altrimenti dispersi altrove, è un atto d’amore verso se stessi o se stesse. Breve per carità, ma necessario. Mi scuserete per questa pillola di filosofia spicciola, ma quest’anno ci sono diverse cose che bollono in pentola e una deframmentazione del cervello era d’obbligo. Ovviamente non oggi, ma a tempo debito saprete tutto. Invece oggi, gioite con risa e lazzi, gaudio e corse a perdifiato, perché oggi – come dice spesso tra l’altro l’ospite di oggi – si torna a surfare essendo arrivato il nostro amato e atteso Ondedì.
    Prima di introdurvi il nostro anfitrione, che ormai è di casa, e la sua Onda, dobbiamo riavvolgere il nastro velocemente al millennio scorso. Correva l’anno millenovecentononmiricordo ed io ancora andavo al liceo. Con muscoli guizzanti e dreadlocks disordinati, un giorno mi recai in un negozio di dischi perché finalmente era uscito un album che stavo aspettando, di una band che avevo cominciato da poco ad amare. Comprai il cd, avidissimo lo scartai, mi innamorai del suo colore arancione e lo misi in Play nel lettore portatile, mentre la metropolitana mi inghiottiva per tornare a casa. Come ero - e sono - d’uso immersi il naso nel libretto per andare a cercare dettagli sulla registrazione, sui musicisti, lo studio di mix, ecc. Ad un certo punto mi soffermai sulla sezione ringraziamenti e lessi che una delle persone dietro al progetto chiamato Massive Attack, fermava sulla carta i suoi ringraziamenti a svariate persone e poi lessi una frase che mi colpì, che vado a citare testualmente: “Noi siamo eterni; Il nostro giorno non conoscer

    • 2 hr 14 min
    Onde [ST5 - EP5] con Martina Vetrugno Vol. 1

    Onde [ST5 - EP5] con Martina Vetrugno Vol. 1

    Ciao a tutte e a tutti!
    Mentre il mondo primaverile fa ancora i conti con le ultime frange ribelli del fresco, è un susseguirsi di albe vermiglie e ombre che si allungano, accompagnando i raggi del sole a non finire troppo presto il loro cammino. Gli alberi ammantati di verde sono cornice che plasma l’animo e lo riporta in uno stato di quiete, i respiri si allineano in onde parallele con i venti che giocano con le foglie e, a piedi scalzi, si ha la netta percezione di un mondo che respira dopo un lungo sonno invernale. Immersi in una realtà puntinista, sono piccoli schizzi di colore che addolciscono lo sguardo e alla cornice verde di prati e alberi, si aggiunge un movimento anarchico e armonioso di mille papaveri rossi in fiore. Il resistere dal deviare il percorso della macchina per buttarsi di schiena in un prato a guardare nuvole al pascolo, invece che andare al lavoro, è davvero duro. Anche se assetata e vessata da ogni parte, questa sfera blu sospesa nello spazio, che ancora molti di noi si ostinano a chiamare casa, ci fa percepire le connessioni che la avviluppano mostrandoci la poesia dei suoi battiti cardiaci. Siamo sul limitare, pallidi e assorti, delle lunghe notti; siamo affacciati con naso all’insù aspettando con gioia i momenti in cui la volta celeste ci permetterà di stare ore a guardare le stelle ascoltando musica, accompagnati dal tepore delle mani giunte dietro alla testa e dai rumori degli animali notturni indaffarati a trovare nuovo cibo. Ancora oggi, davanti questi immensi spettacoli, mi chiedo come possano esistere persone che vogliano vedere tutto questo bruciare. Sarò naïf, ma proprio non mi torna. Però finché possiamo ci godiamo tutto questo lasciandoci investire da capo a piedi di bellezza ancestrale e infinita. Maggio, come alcuni dei suoi predecessori, è ormai steso da giorni sul lettino dello psicologo indeciso sul suo futuro, ma tutte e tutti noi siamo qui ad agitare la mano e a fargli segno di venire da questa parte e a portarci finalmente quel tanto agognato tepore e a far esplodere in mille scintille colorate ed energizzanti questa tarda primavera. Anche se non sempre risponde alla chiamata e fa giustamente come diavolo gli pare, come antipasto ci serve sul desco di questo Ondedì una nuova Onda pronta a invadere le nostre orecchie. Era da tanto che non registravo una puntata a distanza, ormai non ci sono quasi più abituato, ma purtroppo con l’ospite di oggi non siamo riusciti a quadrare il cerchio, ma la gioia di averla finalmente su Onde: Musica e dintorni, è talmente grande che fa passare in secondo piano questo aspetto che ha importanza ma fino ad un certo punto. Incastrare il giorno esatto per incidere a fuoco questo episodio non è stato facile, ma alla fine, dopo tanto inseguirci siamo qui a cominciare questa chiacchierata con una persona per la quale la mia stima, rispetto e perché no, una bella dose di invidia, sono davvero fuori scala. Molti anni fa si usava leggere le riviste di musica per racimolare brandelli di informazioni o intere descrizioni di album che non potevi ascoltare nell’immediato e, oltre al piacere del profumo della carta stampata, si passavano ore con il naso incollato tra le pagine a leggere chi, invece, aveva avuto la fortuna e/o bravura di ascoltare un dato disco e poi ne riproponeva a noi lettori e lettrici una recensione. Non avendo un accesso immediato a quelle musiche, a quei dischi, la rivista o magazine o fanzine erano il vero cavo di connessione per sapere in anteprima che sapore avevano le nuove o vecchie canzoni della band del cuore. Ad oggi, anche se lo sfoglio degli articoli non è più orizzontale con il movimento delle pagine ma verticale con il mouse, e anche se molta carta stampata di settore è andata a svanire, per nostra fortuna c’è ancora chi ha voglia di farsi carico di scrivere musica. L’accesso alle musiche e alle informazioni è diventato istantaneo, ma il piacere di rifugiarsi tra le pagine costellate di recensi

    • 2 hr 9 min

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