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Il Polittico dell’Agnello Mistico di Jan Van Eyck Arte Svelata

    • Arts

Versione audio:

Jan Van Eyck (1390 ca.-1441) fu l’artista fiammingo più conosciuto e apprezzato del XV secolo e senza dubbio la portata della sua opera può essere confrontata solo a quella rivoluzionaria di Masaccio. Con Van Eyck, la pittura fiamminga assunse infatti una dimensione europea, influenzando in parte anche lo sviluppo dell’arte in Italia, in Francia, in Spagna e in Germania.

Nacque nell’attuale Lussemburgo ma non si conoscono né l’anno preciso della sua nascita né le circostanze della sua formazione. Le prime opere note sono miniature, a testimonianza del forte legame che unì il pittore al mondo gotico. Ancora in qualità di miniatore, nel 1422 Van Eyck si recò all’Aja per lavorare al servizio di Giovanni di Baviera, conte d’Olanda, e dopo la morte di questi, nel 1425, si trasferì presso la corte di Filippo il Buono, duca di Borgogna, per conto del quale viaggiò in Spagna, Portogallo e Inghilterra.

Il Polittico dell’Agnello Mistico

Capolavoro assoluto di Van Eyck è il Polittico dell’Agnello Mistico, detto anche Altare di Gand. Fu dipinto tra il 1426 e il 1432 per la Cattedrale di Saint-Bavon a Gand, dove ancora oggi si può ammirare. Un’iscrizione indica come iniziatore e maggior responsabile del dipinto il fratello di Van Eyck, un certo Hubert, un misterioso personaggio di cui non si conoscono altre opere e la cui reale esistenza è provata solo da una tomba, che comunque lo dice morto già nel 1426. Pertanto, alcuni studiosi ritengono che sia stato Jan van Eyck l’unico autore del dipinto e che l’iscrizione sia un’aggiunta posteriore da non considerarsi verosimile.

Nel corso dei secoli, l’opera venne smontata e rimontata più volte. Requisito come bottino di guerra per ordine personale di Hitler nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale il polittico fu nascosto in una miniera di sale e poi recuperato dai famosi Monuments Men, la squadra speciale americana che salvò una serie di importanti opere d’arte dalla razzia nazista. La ricostruzione attuale, seguita all’importante restauro dell’opera (iniziato nel 2012 e programmato fino al 2026), parrebbe essere quella più probabile.

Il polittico chiuso

L’opera, che è il polittico più imponente fra quelli realizzati nelle Fiandre durante il XV secolo, trae il nome dal soggetto principale raffigurato, l’Adorazione dell’Agnello Mistico. È composta da molte tavole, otto delle quali fungono da sportelli e sono dipinte su entrambi i lati. Osservato chiuso, l’Altare di Gand presenta una facciata concepita come un complesso architettonico a due livelli che costituisce una sorta di introduzione a quanto poi presentato dal polittico aperto.

Il livello inferiore è diviso in quattro nicchie che accolgono le figure, a grandezza naturale, dei committenti inginocchiati (un nobile di Gand e sua moglie) e i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. I due ritratti restituiscono fedelmente i tratti somatici dei coniugi, senza tralasciare alcun dettaglio, dalla barba di un giorno di lui alle rughe e occhiaie di entrambi. I santi, patroni della chiesa ospitante, sono presentati in forma di statua, con un eccellente effetto illusionistico da trompe-l-oeil.

L’Annunciazione

Il livello superiore, invece, presenta un ambiente con il soffitto a travi lignee piuttosto basso, aperto in fondo su una piazza cittadina, che ospita una Annunciazione e, idealmente al di sopra del soffitto, due profeti (Zaccaria a sinistra e Michea a destra) e due sibille (a sinistra la Sibilla Eritrea, a destra la Sibilla Cumana), tutti con cartigli, che profetizzano la venuta di Cristo. La facciata del polittico chiuso, dunque, simboleggia l’inizio e il prologo terreno del processo della Redenzione.

L’Arcangelo Gabriele porge alla Vergine un grande giglio, simbolo della sua purezza, e pronuncia la frase «Ave gratia plena D[omi]n[u]s tecum[m] » («Ave, o piena di grazia, il Signore è con te»). Maria, inginocchiata con le mani al petto,

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Jan Van Eyck (1390 ca.-1441) fu l’artista fiammingo più conosciuto e apprezzato del XV secolo e senza dubbio la portata della sua opera può essere confrontata solo a quella rivoluzionaria di Masaccio. Con Van Eyck, la pittura fiamminga assunse infatti una dimensione europea, influenzando in parte anche lo sviluppo dell’arte in Italia, in Francia, in Spagna e in Germania.

Nacque nell’attuale Lussemburgo ma non si conoscono né l’anno preciso della sua nascita né le circostanze della sua formazione. Le prime opere note sono miniature, a testimonianza del forte legame che unì il pittore al mondo gotico. Ancora in qualità di miniatore, nel 1422 Van Eyck si recò all’Aja per lavorare al servizio di Giovanni di Baviera, conte d’Olanda, e dopo la morte di questi, nel 1425, si trasferì presso la corte di Filippo il Buono, duca di Borgogna, per conto del quale viaggiò in Spagna, Portogallo e Inghilterra.

Il Polittico dell’Agnello Mistico

Capolavoro assoluto di Van Eyck è il Polittico dell’Agnello Mistico, detto anche Altare di Gand. Fu dipinto tra il 1426 e il 1432 per la Cattedrale di Saint-Bavon a Gand, dove ancora oggi si può ammirare. Un’iscrizione indica come iniziatore e maggior responsabile del dipinto il fratello di Van Eyck, un certo Hubert, un misterioso personaggio di cui non si conoscono altre opere e la cui reale esistenza è provata solo da una tomba, che comunque lo dice morto già nel 1426. Pertanto, alcuni studiosi ritengono che sia stato Jan van Eyck l’unico autore del dipinto e che l’iscrizione sia un’aggiunta posteriore da non considerarsi verosimile.

Nel corso dei secoli, l’opera venne smontata e rimontata più volte. Requisito come bottino di guerra per ordine personale di Hitler nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale il polittico fu nascosto in una miniera di sale e poi recuperato dai famosi Monuments Men, la squadra speciale americana che salvò una serie di importanti opere d’arte dalla razzia nazista. La ricostruzione attuale, seguita all’importante restauro dell’opera (iniziato nel 2012 e programmato fino al 2026), parrebbe essere quella più probabile.

Il polittico chiuso

L’opera, che è il polittico più imponente fra quelli realizzati nelle Fiandre durante il XV secolo, trae il nome dal soggetto principale raffigurato, l’Adorazione dell’Agnello Mistico. È composta da molte tavole, otto delle quali fungono da sportelli e sono dipinte su entrambi i lati. Osservato chiuso, l’Altare di Gand presenta una facciata concepita come un complesso architettonico a due livelli che costituisce una sorta di introduzione a quanto poi presentato dal polittico aperto.

Il livello inferiore è diviso in quattro nicchie che accolgono le figure, a grandezza naturale, dei committenti inginocchiati (un nobile di Gand e sua moglie) e i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. I due ritratti restituiscono fedelmente i tratti somatici dei coniugi, senza tralasciare alcun dettaglio, dalla barba di un giorno di lui alle rughe e occhiaie di entrambi. I santi, patroni della chiesa ospitante, sono presentati in forma di statua, con un eccellente effetto illusionistico da trompe-l-oeil.

L’Annunciazione

Il livello superiore, invece, presenta un ambiente con il soffitto a travi lignee piuttosto basso, aperto in fondo su una piazza cittadina, che ospita una Annunciazione e, idealmente al di sopra del soffitto, due profeti (Zaccaria a sinistra e Michea a destra) e due sibille (a sinistra la Sibilla Eritrea, a destra la Sibilla Cumana), tutti con cartigli, che profetizzano la venuta di Cristo. La facciata del polittico chiuso, dunque, simboleggia l’inizio e il prologo terreno del processo della Redenzione.

L’Arcangelo Gabriele porge alla Vergine un grande giglio, simbolo della sua purezza, e pronuncia la frase «Ave gratia plena D[omi]n[u]s tecum[m] » («Ave, o piena di grazia, il Signore è con te»). Maria, inginocchiata con le mani al petto,

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