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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori.
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    Maria Pia Pagani "Primadonna"

    Maria Pia Pagani "Primadonna"

    Maria Pia Pagani
    "Primadonna"
    Novelle per Eleonora Duse
    Prefazione di Toni Iermano
    Bibliotheka Edizioni
    www.bibliotheka.it

    È stata definita "la più grande attrice del mondo" e di certo è stata la più celebre della sua epoca.
    Simbolo del teatro moderno, per Eleonora Duse essere primadonna era uno status che andava ben oltre il sistema dei ruoli imperante nella scena italiana. Era infatti una condizione pressoché naturale, per un'anima come la sua.
    Era arrivata al successo dopo una lunga gavetta che le aveva fatto conoscere la fame, la mancanza di una stabilità domestica e pesanti delusioni affettive, ma che aveva stimolato molto la fiamma della sua ambizione.
    La sua immagine di primadonna si è radicata nell’immaginario collettivo anche grazie alle novelle di vari autori italiani che - per la prima volta nella letteratura dusiana - sono qui presentate.
    La galleria testuale abbraccia un arco temporale che va dal 1887 al 1925, ovvero da quando la Duse comincia a brillare come primadonna a livello internazionale, a un anno dopo la sua morte.
    Ne fuoriesce un ritratto a tutto tondo, fra realtà e finzione, di una donna capace di travalicare i confini del tempo e divenire immortale.

    Maria Pia Pagani
    Ricercatrice in Discipline dello Spettacolo all'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Dottore di ricerca in Filologia Moderna, è socio del Pen Club e collabora da anni con la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”.
    È autrice di molti studi sul teatro nelle terre slave, il teatro dannunziano e la figura di Eleonora Duse, pubblicati dalle maggiori case editrici mondiali.
    È membro del comitato scientifico di varie riviste accademiche internazionali, tra cui “Stanislavski Studies”.
    Dirige la collana di studi teatrali e sullo spettacolo “Il Parlaggio”, ed è responsabile per l’Italia nel progetto internazionale “The Theatre Times”.
    Tra le sue pubblicazioni recenti: Ammiratrici di Eleonora Duse (2022); Creatura di poesia. Vita in versi di Eleonora Duse (2023); Goldoni al Vittoriale (2023).
    È membro del Comitato Nazionale per le Celebrazioni della Morte di Eleonora Duse (1924-2024). 




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    • 27 min
    Giosué Boetto Cohen "Le case dell'anima"

    Giosué Boetto Cohen "Le case dell'anima"

    Giosué Boetto Cohen
    "Le case dell'anima"
    Minerva Edizioni
    www.minervaedizioni.com

    Le case della vita, dove è passata profonda la storia.
    Le case profeta, dove sono nate, con anticipo, le scelte e le idee. Le case degli amati, che abbiamo sentito così nostre. La casa della maturità, a lungo immaginata e attesa, e che oggi contiene tutte le altre.


    Quanto sono state importanti, le case, nella nostra vita? Quanto ci siamo sentiti felici, protetti, commossi, finalmente noi stessi, insieme o da soli, richiudendoci una porta alle spalle?Abbiamo sognato a occhi bene aperti, preparando per noi e per altri e finalmente attraversando le nuove stanze. O magari un giardino.
    Siamo stati rapiti da luoghi non nostri, ma che sono diventati anche nostri, per una stagione o per sempre. Ci siamo fermati davanti a un oggetto, una cosa, un messaggero che della casa è diventato parte inscindibile. Abbiamo soprattutto vissuto, pensato, ritrovato la memoria delle persone e dei fatti.

    Questo è il racconto di un uomo che cresce e delle sue case. Le case della vita, dove è passata profonda la storia. Le case profeta, dove sono nate − con grande anticipo − le scelte e le idee. La casa della maturità, a lungo immaginata e attesa, che contiene, in fondo, tutte le altre. E oggi le guarda dall’alto di una collina di rara bellezza. Immersa com’è nella natura, lontana dalle cose per cui non abbiamo più tempo, ha cambiato la vita dei protagonisti.


    Giosuè Boetto Cohen. Ha iniziato a collaborare nel 1977, ancora liceale, al “Giornale nuovo” di Indro Montanelli.Entrato a Rai Uno nel 1987 è stato autore e conduttore di molti programmi culturali, tra cui La storia siamo noi.
    Con il film d’animazione 3D Apa l’Etrusco (musiche e voce di Lucio Dalla) ha vinto il premio Unesco al Festival del Cinema di Montreal del 2012.
    Dal 2010 al 2023 ha scritto sul “Corriere della Sera”, dal 2013 per l’Editoriale Domus. Da un decennio cura mostre e allestimenti per importanti musei internazionali.
    Ha pubblicato Intervista con Oriana (Rizzoli, 2011), L’arte di sfidare il tempo (Rizzoli, 2017), L’americano (Asi, 2018), Più di là che di qua (Ycp, 2022). Con il romanzo Il giovane Giorgetto (Asi, 2021), tratto dalla vita di Giorgetto Giugiaro, ha vinto il premio Best in Classic per il miglior libro sui temi dell’auto.



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    • 21 min
    Marina Botta, Davide Adamo "Voci dal paesaggio del Nord"

    Marina Botta, Davide Adamo "Voci dal paesaggio del Nord"

    Marina Botta, Davide Adamo
    "Voci dal paesaggio del Nord"
    Nell'arte di Britta Marakatt-Labba e Lars Lerin
    Pinacoteca Civica, Como
    Fino al 13 ottobre 2024



    Al centro della ricerca dei due artisti contemporanei - tra i più rinomati nell’arte scandinava - c’è l’osservazione e la rappresentazione di una regione del Nord Europa, ancora in gran parte allo stato naturale, l'attenzione per il valore e la fragilità del paesaggio, il clima e l’identità dei luoghi, con la loro storia, cultura, mitologia e tradizioni. La loro visione artistica è un racconto che non si limita ad una contemplazione estetica, ma coinvolge in un’esperienza più profonda, cognitiva e sensoriale. 
    Le loro opere raccontano l’anima dei luoghi e diventano scene di vita e di azioni dell’agire umano: le case e il lavoro dei pescatori nei piccoli porti delle isole Lofoten, i boschi di betulle della regione del Värmland, la vita nomadica dei Sami/lapponi e le loro proteste per difendere le loro terre e i pascoli delle renne, insidiati sia dallo sfruttamento delle risorse naturali che dai cambiamenti climatici.
     Obiettivo della mostra è quello di stimolare un dibattito sul valore e la fragilità del paesaggio, e incentivare la consapevolezza che il valore e la bellezza del paesaggio dipendono da come lo usiamo e come lo viviamo: anche i “luoghi” hanno una propria identità e una propria “voce” che dobbiamo imparare ad ascoltare.
    Il percorso espositivo propone al visitatore un’immersione sensoriale nel paesaggio nordico tra forme, colori, profumi e materiali richiamati da betulle, pini, muschi, licheni, legni, sassi e conchiglie, pelli di renna e i colori del cielo d’inverno e del mare ghiacciato.
     Il dialogo tra arte e natura nordica viene sviluppato da Britta Marakatt–Labba e Lars Lerin con diverse tecniche: la prima con i ricami e il secondo con l’acquerello. I due artisti ci trasmettono le loro percezioni e i loro legami a paesaggi di campi innevati, di boschi e di mare, facendoci percepire il freddo, il silenzio e l’immensità degli spazi, includendo oltre ai valori ambientali, culturali e sociali, i significati simbolici ereditati dalla loro mitologia e dalla loro storia
     In mostra a Como vengono presentati i ricami di Britta Marakatt–Labba, artista tessile e pittorica strettamente legata alla narrativa Sami, una cultura che attraversa il Nord di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Figlia di allevatori di renne e cresciuta in un territorio dal clima rigido, i suoi ricami narrativi eseguiti con sottili fili di lana, seta e lino su tessuto bianco, disegnano la storia di un popolo poco conosciuto e ancora in cerca di legittimazione, nonostante le sue antichissime origini. Il suo mezzo d’espressione, l’ago e il filo, evidenziano l’estetica della lentezza e portano a riflessioni sulla saggezza silenziosa degli animali, su tutto ciò che vive, sottolineata dalla presenza di renne, corvi, figure mitologiche Sami. Le sue storie e racconti del popolo Sami sono stati esposti in tutto il mondo, in particolare a Documenta (Kassel, Germania) nel 2017 e alla Biennale di Venezia nel 2022.
     Gli acquarelli di Lars Lerin, pittore e scrittore, raccontano percezioni e legami a paesaggi di boschi e di mare, facendoci capire il freddo, il silenzio e l’immensità degli spazi: le case e il lavoro dei pescatori nei piccoli porti delle isole Lofoten, i boschi di betulle della regione del Värmland raccontano “l’anima” dei luoghi e diventano quindi “scene” di vita e di azioni dell’agire umano.  
    Considerato uno dei principali artisti scandinavi nella tecnica dell'acquerello, Lerin ha tenuto mostre personali e collettive in musei e gallerie d'arte in Svezia, Danimarca, Finlandia, Francia, Isole Faroe, Islanda, Germania, Norvegia e Stati Uniti. Le sue opere sono esposte in Svezia e Norvegia. Scrittore, ha pubblicato più di cinquanta libri, e il testo di saggistica “Naturlära – Imparando dalla Natura” è

    • 18 min
    Lio Attilio Gemignani "Sassi piatti"

    Lio Attilio Gemignani "Sassi piatti"

    Lio Attilio Gemignani
    "Sassi piatti"
    Marco Saya Editore
    www.marcosayaedizioni.net

    Dalla prefazione di Bianca Tarozzi: 
    “Prerogativa dei sassi piatti è quella di scivolare velocemente sull’acqua per poi rimbalzare più volte. Tuttavia alla fine il sasso affonderà, è inevitabile.
    Questo lancio, però, esalta i momenti luminosi del rimbalzo quando la grazia vince la pesantezza.Il titolo della raccolta di Gemignani è metafora della poesia: un lancio avventuroso di parole che l’abilità del poeta salva da una fine immediata, una improvvisa vittoria contro la forza di gravità, contro l’oblio.
    La poesia è una luce istantanea che splende e decade, una stella filante, una cometa fuggitiva.
    Il libro contiene dunque un catalogo di istanti significativi del passato e del presente, degli “oggetti desueti” di quel passato che brevemente affiorano, nitidi e luminosi.”


    L’apparente semplicità di Ludovica Mazzuccato
    Immergendomi nella lettura di Sassi piatti mi è tornata alla mente una massima di Diogene da Sinope: “Ho buttato via la mia tazza quando ho visto un bambino bere con le mani direttamente dalla fonte”.
    L’autore - Lio Attilio Gemignani - ha, infatti, il prezioso dono di vivificare quella semplicità che solo la ricchezza interiore è in grado di incarnare.
    Viviamo, purtroppo, in un secolo in cui il termine semplicità viene inteso in una accezione negativa che non gli appartiene nemmeno a livello etimologico (semplice, dal latino sine plico, senza piega). Probabilmente la post-modernità non può prendersi il lusso di considerare la semplicità per ciò che è, ossia una virtù.
    Il filosofo francescano Guglielmo di Ockham nel XIV secolo arrivò a postulare che la semplicità sia sinonimo di verità: “a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”.
    Al contrario di quanto si possa pensare, scrivere poesie semplici non è per nulla facile, è necessario avere grandi doti, è molto più alla portata di tutti comporre versi complessi; infatti, basta aggiungere, aggiungere e ancora aggiungere orpelli come una donna che nel tentativo di apparire nasconda dietro al trucco e ai vari accessori la sua vera bellezza.
    Gemignani arriva così al cuore del lettore con questa sua disarmante semplicità. Poesie che anche a livello stilistico non mancano di nulla avendo spento il superfluo per lasciare che l’essenziale racconti la storia infinita della vita.









    Lio Attilio Gemignani è nato a Montecarlo (Lucca) nel 1938. 
    Vive dal 1966 a Oderzo (Treviso).Pubblicazioni:POESIE (1989), edizione in 150 copie fuori commercio con prefazione di Arturo Benvenuti.MIA TOSCANA (1998), Maria Pacini Fazzi Editore (Lucca) con prefazione di Luciano Erba.LA MEMORIA E IL GUADO (2004), Edizioni della Meridiana (Firenze) con prefazione di Sauro Albisani.Per le edizioni Biblos, i testi in poesia dei libri fotografici di Giuliano Casagrande, EMOZIONE COLORE (2004) e EMOZIONE COLORE INDIA (2006).IL FRUSCIO DELL’AQUILONE (2013), Marco Saya Edizioni (Milano) con prefazione di Gio Batta Bucciol e una lettera di Sauro Albisani in postfazione.QUELLO CHE RESTA (2018), Marco Saya Edizioni (Milano), prefazione di Giulio Maffii, (1º Premio internazionale di poesia edita sesta edizione 2018. Le Grazie - Portovenere, La Baia dell’Arte).ODERZO BELLA MIA (2020), Gianni Sartori Editore (Ponte di Piave), i testi ai disegni di Pio Giabardo. LE STAGIONI DELL’AMORE - Poesie dedicate alla donna. Gianni Sartori Editore (2021) (Ponte di Piave).
    Per l’Associazione Aiuto Donna - Oderzo.La rivista Poesia gli ha dedicato un servizio nel N° 257.Lio



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    • 16 min
    Antonella Cilento "Il sole non bagna Napoli"

    Antonella Cilento "Il sole non bagna Napoli"

    Antonella Cilento
    "Il sole non bagna Napoli"
    Bottega Errante Edizioni
    www.bottegaerranteedizioni.it


    Questa è la città dove ai bambini poveri per due secoli si insegna a suonare perché allietino la morte dei vecchi ricchi o dove i bambini si castrano perché cantino, soavi come angeli, nelle cappelle e nei teatri o dove le bambine e i bambini si vendono, in cambio del pane, ai soldati americani, dove i bambini sparano o sono sparati. Questa è la città dove i ragazzi si ammazzano fra loro, dove un giovanissimo ladro di Rolex spara tre colpi in petto a un giovane musicista e va a giocare a carte. Ossa e angeli, morte e vita, eros e thanatos, come se piovesse.

    Un reportage narrativo sulla città più raccontata e chiacchierata al mondo: dal momentaneo buio di un distacco di retina, Antonella Cilento entra nelle ombre di una città dove tanto il sole quanto il mare sono apparenze esterne. Napoli, attraversata dal centro alle periferie e lungo i suoi innumerevoli strati temporali, riappare da parole di scrittrici e scrittori, da Felix Hartlaub a Fabrizia Ramondino, da E.T.A. Hoffmann a Eduardo De Filippo, da Giuseppe Montesano ad Anna Maria Ortese e molti altri. Mappe, decumani, specchi, giardini pensili, pavimenti, maghe, picari e madonne ricompongono un puzzle vivente di una creatura, forse femmina, molto antica, sfuggente e notturna: è fatta di carta, è solo immaginaria? Con gli occhi chiusi o al sole, da lontano e da vicino, Napoli sorprende e cattura, qualche volta inganna.

    Antonella Cilento (Napoli, 1970) insegna scrittura creativa dal 1993, ha fondato e dirige da trent’anni Lalineascritta Laboratori di Scrittura. Dal 2018 coordina e insegna nel primo master di scrittura e editoria del Sud Italia, SEMA. È uscito per Bompiani nel 2021 La caffettiera di carta. Inventare, trasfigurare, narrare: un manuale di lettura e scrittura creativa, intenso racconto del suo lavoro di maieuta. Dirige da quattordici anni la rassegna di letteratura internazionale STRANE COPPIE. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro, è stata segnalata agli esordi dal premio Calvino e ha vinto il premio Tondelli con la sua tesi di laurea. Con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, 2014, tradotto in molti paesi) è stata finalista al premio Strega 2014 e vincitrice del premio Boccaccio 2014. Fra gli ultimi libri: Bestiario napoletano (Laterza, 2015), La madonna dei mandarini (NN editore, 2015), Morfisa o l’acqua che dorme (Mondadori, 2018). Nel 2022 è uscito Solo di uomini il bosco può morire per Aboca edizioni. Attualmente collabora con “la Repubblica – Napoli” e con “Donne Chiesa Mondo”.



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    • 23 min
    Angela Staude "Premio Terzani"

    Angela Staude "Premio Terzani"

    Angela Staude
    "Premio Terzani"
    vicino/lontano

    Al festival, che celebra Tiziano Terzani nel ventennale della sua scomparsa, un articolato percorso a lui dedicato: a integrare la 20^ edizione del Premio Terzani - che va quest’anno alla giornalista irlandese Sally Hayden e assegna una Menzione Speciale al poliedrico artista-attivista cinese Al Weiwei – ci sarà un’intervista d’autore con lo scrittore cileno Benjamin Labatut, finalista 2024, condotta dal matematico Furio Honsell. E l’incontro che vedrà protagonista lo scrittore bosniaco Damir Ovčina, anche lui finalista come autore di “preghiera nell’assedio”, accanto a Domenico Quirico e Paola Caridi. L’inaugurazione, martedì 7 maggio, sarà siglata dalla proiezione di “Tiziano Terzani: il viaggio della vita”, l’intimo biopic di Mario Zanot con materiali dell’archivio familiare e registrazioni audio inedite. E poi i libri, con la riedizione di “Lettere contro la guerra” (Longanesi) e i due libri di Jacopo Storni, “Tiziano Terzani mi disse”, e di Andrea Bocconi, “Viaggiare e non partire”, entrambi in uscita per Ediciclo.
     
    Sally Haiden
    "E la quarta volta siamo annegati"
    Sul sentiero della morte che porta al Mediterraneo
    Bollati Boringhieri
    www.bollatiboringhieri.it
    Nel 2018 la giornalista Sally Hayden inizia a ricevere via Facebook richieste d’aiuto da parte di prigionieri detenuti nelle carceri in Libia, migranti che avevano tentato di attraversare il Mediterraneo per scappare da guerre e dittature. A quei messaggi ne seguono molti altri che riportano foto trafugate delle torture subite nelle prigioni, insieme a informazioni sconcertanti che inizialmente nessun giornale era disposto a pubblicare. Hayden decide così di ripercorrere la rotta dei migranti, raccogliendo testimonianze uniche, interpellando vittime, governi, istituzioni e organizzazioni internazionali.
    L’estenuante percorso migratorio dall’Africa al Mediterraneo, fra morti, abusi di ogni tipo e riscatti esorbitanti, suscita indignazione, tanto quanto apprendere della negligenza delle organizzazioni internazionali come l’ONU e dell’impotenza delle ONG. Ma, soprattutto, l’autrice si sofferma sulle politiche migratorie dell’Unione Europea che hanno contribuito indirettamente ad alimentare il traffico di essere umani.
    Questa inchiesta cruda e coraggiosa ha la capacità di far emergere le spaventose contraddizioni di un Occidente che ha paura di perdere i propri privilegi. Riesce a scuotere le coscienze e a far riflettere sulle nostre responsabilità collettive e individuali, restituendo voce a chi se l’è vista negare.

    Sally Hayden è una giornalista irlandese. Attualmente è corrispondente dall’Africa per l’«Irish Times», ma ha scritto anche per «Financial Times», «Time», «Washington Post», «Guardian», «New York Times», collaborando anche per CNN International, BBC, VICE News, Al Jazeera e Newsweek. Ha fatto parte della commissione del premio anticorruzione di Transparency International e nel 2019 è stata inserita nella lista Forbes «Under 30» dei media in Europa.
    Il suo primo libro, E la quarta volta siamo annegati, è stato nominato come miglior saggio dell’anno da «New Yorker», «Guardian», «Kirkus» e «Financial Times» e ha vinto numerosi premi internazionali, fra cui l’Orwell Prize for Political Writing, il Michel Déon Prixe, il Post Irish Book of the Year Award e il Post Irish Book Award for Nonfiction.


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