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Il Commento e il Vangelo del giorno

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno Monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

    • Religion & Spirituality

Il Commento e il Vangelo del giorno

    [Sab 22] Commento: Gli inutili affanni del mondo.

    [Sab 22] Commento: Gli inutili affanni del mondo.

    O il mondo e le sue attrattive (è il «mammona» del vangelo odierno) o Dio; è l'esigenza di una scelta radicale, sgorga dalla coerenza e dalla fede che il cristiano vuole professare e vivere. «Non potete servire a Dio e a mammona». Ci sono nella nostra vita compromessi irrealizzabili, anche se spesso siamo tentati di seguirli. Certamente il Signore non disconosce l'importanza del nutrimento, del vestire e di quanto serve alla vita di ogni giorno. Vuole farci comprendere però che non è questo che dà il vero senso alla vita e vuole metterci in guardia da quegli eccessivi affanni che inutilmente ci affliggono e da quell'attaccamento alle cose che ci procura solo amare delusioni. Vuole far rinascere in noi la fede nel Dio provvido, che ai nostri giorni sembra quasi scomparsa. Sollecitandoci alla preghiera ci ricorda Gesù che il nostro Padre celeste sa di che cosa abbiamo bisogno prima ancora che glie lo chiediamo. Ci sollecita perciò a guardare con intelligenza spirituale gli uccelli de cielo, che, non ammassano nei granai, pure sono nutriti dal Padre celeste e i gigli del campo che provvidenzialmente si adornano di tutta la loro splendida bellezza. La conclusione e di quelle che dovrebbero entrare pienamente nel programma di vita di ogni cristiano: «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta». Capita invece che proprio perché colpevolmente privi di beni spirituali, ci attacchiamo ai surrogati del mondo. Si tratta di spiritualizzare la nostra vita per imparare a cogliere i valori che davvero possono essere fonte della nostra gioia. Il materialismo si è sempre alleato all'ateismo l'uno a supporto dell'altro.

    • 1 min
    [Sab 22] Vangelo: 2 Cr 24, 17-25; Sal 88; Mt 6, 24-34.

    [Sab 22] Vangelo: 2 Cr 24, 17-25; Sal 88; Mt 6, 24-34.

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
    Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
    Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
    E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
    Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
    Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
    Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

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    [Ven 21] Commento: Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.

    [Ven 21] Commento: Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.

    Con orrore ascoltiamo quanto ci narra la prima lettura di oggi. Atàlia, madre del re deceduto, Azarìa, per assicurarsi il regno, fa uccidere tutti i possibili pretendenti, tutta la famiglia regale. A sua insaputa viene salvato però un figlio del re di due anni che viene tenuto nascosto. Quando egli raggiunse il settimo anno, per opera di sommo sacerdote Ioiàda, viene fatta giustizia. Jòas viene acclamato re e Atàlia, uccisa fuori del tempio. Sono vicende umane che si ripetono nella storia delle Nazioni in cui l'ambizione del comando e del potere, della ricchezza, con la sete di felicità e di successo perverte l'animo umano, spingendolo a esecrandi misfatti. Gli ammonimenti che ci vengono dal brano del vangelo potremmo vederli sulla stessa linea. Anche Gesù mette in guardia dal pericolo delle ricchezze. Sono beni effimeri che ci possono essere rubati da un momento all'altro. Non costituiscono la vera felicità dell'uomo che è altrove, nella umile obbedienza alla volontà del Signore. Non le porteremo con noi... Ci invita a procurarci quei tesori di grazia che nessuno potrà mai rubarci, se nel nostro cuore ci sono sincerità e rettitudine. E' dal cuore che escono fuori tutti i cattivi pensieri e indegne intenzioni. La limpidezza dello sguardo denota anche la rettitudine delle intenzioni. Quando entra dentro di noi il peccato, lo sguardo si fa oscuro, torbido... Suona dentro di noi come un campanello di allarme che ci mette in guardia contro deviazioni e ingiustizie. Allora dovremmo seguire il consiglio che San Benedetto, seduto a cena, suggeriva al monaco che gli reggeva il lume, agitato da pensieri di superbia: "Segna il tuo cuore, fratello, segna il tuo cuore! Non è retto quello che tu pensi!" Quante volte i nostri pensieri, le nostre intenzioni, le nostre azioni... sono contro la verità, benché avvolti da un manto di perbenismo. Ci liberi il Signore da tante doppiezze; ci doni la forza della sincerità del "sì, sì" e del "no, no" perché l'altro viene dal demonio...

    • 2 min
    [Ven 21] Vangelo: 2 Re 11, 1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6, 19-23.

    [Ven 21] Vangelo: 2 Re 11, 1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6, 19-23.

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
    La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

    • 48 sec
    [Gio 20] Commento: "Voi dunque pregate così".

    [Gio 20] Commento: "Voi dunque pregate così".

    Nel Vangelo odierno Gesù ci dice che non c'è bisogno di importunare Dio con lunghe preghiere, "perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate". Ad una preghiera fatta di tante parole, Gesù oppone una preghiera breve, semplice, ricca di familiarità. E' proprio infatti di ogni rapporto familiare esprimere cose profonde, che vanno al cuore di chi viene invocato e di chi per fiducia ha colto nel proprio cuore tale invocazione. E' questo il segreto della brevità e dell'intimità del "Padre Nostro". In esso si sprigionano le grandi richieste, che tengono in sinergia i due contraenti in un amichevole dialogo. Si proclama che venga il suo regno, che sia conosciuto il suo nome, che sia fatta la sua volontà. Si fa poi filiale e doverosa richiesta del pane quotidiano, cioè del sostentamento della vita, della remissione dei propri peccati, con la promessa sincera di condonarli anche agli altri, e di essere liberati dal male. Ci sono ancora due aspetti da considerare nel "Padre nostro". La paternità universale di Dio "agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti, ma è anche al di sopra di tutti". Nessuno può appropriarsi di lui per i propri progetti. Da qui nasce una fondamentale fraternità che è qualcosa di molto di più di una seria amicizia. La preghiera del "Padre nostro" non dovrebbe mai sparire dalle nostre labbra di figli. Oltre tutto ci è stata comandata da Gesù stesso, Figlio unigenito del Padre, consegnata personalmente nel giorno in cui la Chiesa ci generava come figli nel Figlio. Diciamola, anzi, preghiamola oggi con più fervore spirituale.

    • 1 min
    [Gio 20] Vangelo: Sir 48, 1-15; Sal 96; Mt 6, 7-15.

    [Gio 20] Vangelo: Sir 48, 1-15; Sal 96; Mt 6, 7-15.

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così:
    Padre nostro che sei nei cieli,
    sia santificato il tuo nome,
    venga il tuo regno,
    sia fatta la tua volontà,
    come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
    e rimetti a noi i nostri debiti
    come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
    e non abbandonarci alla tentazione,
    ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

    • 1 min

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