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Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz.

La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)

Jazz Anthology Radio Popolare

    • Music

Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz.

La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)

    Jazz Anthology di lunedì 24/06/2024

    Jazz Anthology di lunedì 24/06/2024

    Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz.

    La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)

    • 57 min
    1954: Barney Kessel - Barney Kessel; Barney Kessel Volume 2

    1954: Barney Kessel - Barney Kessel; Barney Kessel Volume 2

    Talento fuori dal comune, Barney Kessel - che in questa serie dedicata agli Lp che caratterizzarono jazzisticamente il 1954 abbiamo già incontrato nella puntata dedicata a Lester Young with the Oscar Peterson Trio - prese solo, a dodici anni, lezioni di chitarra per tre mesi, e fu sostanzialmente uno straordinario autodidatta, con una eccezionale padronanza della tecnica dello strumento, soluzioni insolite, una pazzesca conoscenza degli accordi. Classe 1923, cominciò a lavorare professionalmente già da ragazzino; nel '42, a Los Angeles, fu nell'orchestra del più anziano dei Marx Brothers, Chico; la sua principale influenza fu Charlie Christian, il fondatore della chitarra jazz moderna; nel '44 comparve nel celebre film Jammin' the Blues, di Gjon Mili; nel '47 fu accanto a Charlie Parker nelle incisioni del sassofonista per la Dial; nel '51 entrò nel trio piano/contrabbasso/chitarra di Oscar Peterson. Nel '54 l'etichetta californiana Contemporary fece uscire i primi due Lp a suo nome, due 10 pollici, con due piccoli gruppi con una originale combinazione della chitarra con, nel primo, il sax alto ma anche il flauto di Bud Shank, e, nel secondo, con il sax tenore ma anche l'oboe di Bob Cooper. Capace di interpretare in maniera eccellente la sua epoca, dando con la sua chitarra un senso della modernità tipico degli anni cinquanta, Kessel è stato una figura emblematica del jazz di quel decennio.

    • 1 hr 3 min
    Steve Lacy: Ten of Dukes + Six Originals

    Steve Lacy: Ten of Dukes + Six Originals

    Quest'anno cadono i cinquant'anni dalla morte di Duke Ellington, 24 maggio 1974, ma anche i centoventicinque dalla sua nascita, 29 aprile 1899; e i novant'anni dalla nascita di Steve Lacy, 23 luglio 1934, e i venti dalla sua morte, 4 giugno 2004. Rendiamo omaggio a entrambe queste grandi figure riscoprendo Ten of Dukes + Six Originals, un album pubblicato nel 2002 dalla etichetta francese Senators Records, e passato largamente inosservato, ma che rappresenta un prezioso unicum nella discografia di Lacy, perché è il solo album in cui il sassofonista si dedica in maniera estesa a materiale ellingtoniano. Lacy nel '99 era stato invitato a partecipare a San Francisco alle celebrazioni per il centenario della nascita di Ellington, e aveva allestito un programma di dieci brani - selezionati e messi a punto con un lavoro certosino - da eseguire in solo al sax soprano. Nella fase successiva Lacy ripropose in solo il programma ellingtoniano in altre occasioni, e fu anche filmato da Franco Maresco allo Spasimo di Palermo proprio interpretando questi brani. L'album è stato ricavato da una esibizione di Lacy in Giappone nell'ottobre del 2000.

    • 59 min
    Byg Actuel: Archie Shepp - Blasé

    Byg Actuel: Archie Shepp - Blasé

    Nel cuore dell'agosto del '69, a Parigi Archie Shepp si sottopone, per la felicità della Byg, ad un autentico tour de force: dall'11 al 18 agosto è tutti i giorni in studio, incidendo a proprio nome il trittico di album che farà epoca, o partecipando alla registrazione di album intestati ad altri. L'estate parigina delle Byg vuole essere una celebrazione del free jazz, che però in realtà nel '69 è al canto del cigno, e di questa fase del free jazz storico i tre album realizzati a da Shepp a Parigi sono emblematici. L'ultimo è Blasé. Con Shepp c'è una meravigliosa Jeanne Lee, che dal '57 ha dato vita con Ran Blake ad un sublime duo voce/pianoforte, a cui però i club e i festival di jazz americani sono rimasti insensibili; così nel '66, dopo essere venuta in Europa per concerti con Blake, Jeanne Lee ha deciso di fermarsi nel Vecchio Continente, ed è in Europa che ha incontrato la free music, attraverso gli improvvisatori olandesi e tedeschi. Con lei, magistrale nell'interpretazione del crudo testo di Shepp nel brano da cui l'album prenderà il titolo, Shepp sigla un trittico di album che rappresenta un momento altissimo della sua vicenda artistica e di tutta la stagione del free jazz.

    • 59 min
    Byg Actuel: Archie Shepp - Poem for Malcolm

    Byg Actuel: Archie Shepp - Poem for Malcolm

    Il Festival Panafricano di Algeri si aprì il 21 luglio 1969, il giorno in cui il mondo si risvegliò dopo avere visto il primo uomo, Neil Armstrong, mettere piede sulla luna. Ma ad Algeri l'attenzione non è sulla conquista dello spazio, ma sull'emancipazione dell'Africa dal colonialismo e dal neocolonialismo, sui movimenti di liberazione, come quelli vietnamita e palestinese, sulle lotte degli afroamericani. Al festival - il più importante evento culturale dell'Africa dell'era delle indipendenze dopo il Festival Mondiale delle Arti Negre che si era tenuto a Dakar nel '66 - arriva anche una agguerrita pattuglia di esponenti dell'avanguardia jazzistica d'oltre Atlantico, in testa Archie Shepp. Shepp è una figura perfetta per inserirsi nel clima culturalmente e politicamente torrido del Festival Panafricano, dove le istanze rivoluzionarie sono all'ordine del giorno. Alla fine del festival, Shepp, invitato dalla Byg, va a Parigi, carico di quel "ritorno all'Africa" che percorreva il free jazz e che Shepp ha finalmente sperimentato, e della tensione rivoluzionaria che ha vissuto ad Algeri. E' in questa condizione politico-emotiva che il 12 agosto Shepp registra Yasmina, a black woman, poi, il 14, quello che sarà il secondo capitolo della suo trittico parigino del '69, Poem for Malcolm, con cui, a quattro anni di distanza da Malcolm semper Malcolm, brano inciso a caldo pochi giorni dopo l'assassinio di Malcolm X, torna con straordinario pathos sulla figura del grande leader afroamericano.

    • 59 min
    Byg Actuel: Archie Shepp - Yasmina, a black woman

    Byg Actuel: Archie Shepp - Yasmina, a black woman

    Attiva per una breve fase, a cavallo fra anni sessanta e settanta, la Byg è un'etichetta leggendaria, che nell'estate del '69 a Parigi, con una coda nei mesi successivi e anche nel '70, registrò una grande messe di album fondamentali per la documentazione dell'ultima fase della stagione del free jazz storico e della prima fase del post-free. Il catalogo della Byg è adesso oggetto di una organica operazione di ristampe, che ha come produttore esecutivo Jean-Luc Young, uno dei tre fondatori, nel '67, dell'etichetta destinata a diventare mitica: rimasterizzati, gli album sono ripubblicati in Cd e vinile, con una rivisitazione della grafica rispettosa di quella originale, e con il corredo di nuove note di copertina. Attraverso queste ristampe, con questa puntata - in cui ricostruiamo la vicenda della Byg dal '67 al '69 - cominciamo a ripercorrere alcuni dei titoli più importanti pubblicati dalla Byg: partiamo dal primo album, Yasmina, a black woman, del celebre trittico registrato da Archie Shepp, alfiere della new thing, nel corso del bollente agosto parigino del free, quando, in un momento irripetibile, nella capitale francese si incontrarono musicisti dell'avanguardia afroamericana provenineti dagli Stati Uniti, altri - come Shepp - reduci dal Festival Panafricano di Algeri, jazzisti di precedenti generazioni espatriati in Europa, e protagonisti del nuovo jazz francese ed europeo.

    • 1 hr

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