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  1. La linea Simiana

    20/12/2022

    La linea Simiana

    La linea della vita, la linea della testa e la linea del cuore, queste sono le linee principali della mano. Per alcune persone, la linea della testa e la linea del cuore si sovrappongono in un'unica sola. Questi soggetti hanno solo due linee principali invece di tre. La linea del cuore e la linea della testa fluiscono tra di esse. Le loro energie sono fuse in un'unica via sul palmo della mano. I possessori di tale caratteristica hanno la linea Simiana. Secondo le statistiche, circa il 10% delle persone ha la linea Simiana in un palmo e il 3% in entrambi. La scienza non è riuscita ancora a stabilire il motivo. Io ho due linee Simiane in entrambe le mani. La linea Simiana è presente anche in molte statue del Buddha e si dice che quelli con questa particolarità abbiano gli occhi color "miele", giallo castano e spesso hanno un neo nell'occhio. I miei occhi sono castani, non "millefiori"e ho un piccolo neo dentro l’iride dell'occhio sinistro. Tra le caratteristiche di questa linea ci sono ovviamente meriti e difetti. Saggezza, intelligenza, affettuosità, impulsività, testardaggine, le persone con la linea Simiana in entrambi i palmi sono dritte e schiette. L’intensità e la passione di chi ha una linea Simiana è di un livello diverso e lo riscontro spesso nell'agire altrui. La “comunicazione” è una grande sfida per queste persone. I possessori di tale linea reputano di essere chiari nella loro esposizione, ma molto spesso l’interlocutore fraintende o non capisce cosa gli viene detto. Gratificante. C’è chi riporta che le persone con questo tipo di linea non conoscano la differenza tra ragione e sentimenti, ma d'altra parte hanno doti speciali per lo più artistiche, ho letto anche di predisposizione alla chiaroveggenza, insomma le idiosincrasie sono parecchie, mi consola che musicalmente tra i possessori della linea Simiana ci siano Mozart e Thom Yorke. Affascinato da sempre da queste mie linee particolari, sono riuscito quasi per caso a scoprirne le informazioni, che piano piano ho raccolto, decidendo infine di scrivere un brano. Ho dedicato alla linea Simiana tutto il fascino che mi ha trasmesso e con il quale convivo. La batteria che si sente in sottofondo è del mio ultimo singolo per flauto basso: Simian Line. Chiudo con un detto popolare cinese: la linea Simiana nel palmo sinistro degli uomini è un simbolo del sigillo del comandante e del generale, quella nel palmo destro suggerisce il tesoro e l'eccezionale uomo d'affari le linee Simiane in entrambi i palmi indicano risultati certi se si intraprende la strada giusta. https://gippafortunato.com/

    4 min
  2. 05/11/2022

    Devi resistere

    Dai ricordi di una famiglia felice e di un mio sorriso sempre stampato sul viso, mi sono ritrovato un giorno in una casa nuova, quasi vuota in una vigilia di Natale. Avevo ricevuto in regalo un album da colorare e un gioco in scatola, già mio in precedenza, ma stranamente incartato a nuovo.Tutto era ormai diverso. "Devi resistere". Non mi è mai mancato un pasto, tetto, libro, attenzione, ma tutto era diverso, io ero diverso, i tempi erano diversi nelle attese e credevo di essere recepito in modo diverso. "Devi resistere". Quando guardavo i disegni dei bambini, vedevo i colori delle loro case nei toni più accesi, le mie, appese su quella parete, erano nere. Andavo a dormire col "devi resistere", ma per molti anni i panni rimasero bagnati. Non amavo le foto, mi vedevo rotondo, ero oggettivamente costantemente più grassoccio. Le lezioni di empatia mi facevano saltare sempre gli intervalli di spensieratezza. "Devi resistere". Non ho mai amato la maestra e tutte le prof. di italiano, tranne quella del biennio. Sbagliava sempre il mio cognome, ma il suo "nick" portava il sole:"Fiorito tu devi continuare a scrivere".Io che perdo la riga mentre leggo, che sbaglio destra con sinistra, specialmente quando guido e mi danno indicazioni. Io che ho odiato tutti i libri dati in consegna da leggere, ripenso alle volte che non ho pianto, perché nella lettura ad alta voce non prendevo una lettera. Ancora adesso mi risale l'avversione nei confronti di quel libro: " Storia della balena Jona". Sinceramente tutt'ora non so che cazzo ho letto, c'era il mare rosso in copertina con dei pesci, punto. Qualche anno fa volevo ricomprarlo, dopo mi sono detto: "ma vaffanculo". "Devi resistere". Poi un giorno ho comprato una chitarra, studiavo già musica. Ho adattato i primi testi in melodie, qualcosa mi stava ad ascoltare. Ho iniziato ad avere i primi diari, erano pieni zeppi di deliri e nel frattempo, la disciplina del suono ha iniziato a levigare uno stato che mi ha fatto comprendere quello che per me è la sintesi fondamentale del respiro: i sentimenti si scoprono i sentimenti si imparano i sentimenti si educano. "Devi resistere". Gippa web site: http://gippafortunato.com/

    4 min
  3. Classe 1901 - Giuseppe Fortunato, mio nonno

    27/10/2020

    Classe 1901 - Giuseppe Fortunato, mio nonno

    Classe 1901, Giuseppe Fortunato, mio nonno. Aveva un fratello gemello, ma lui, il nonno, non ebbe il privilegio di essere allattato dalla mamma. Contadino, boscaiolo, fu padre di 5 figli e grande lavoratore. Nel 39 partì per la seconda guerra mondiale, nella sciagurata campagna del Nord Africa conosciuta come guerra nel deserto. Ha combattuto in Libia, faceva parte di quel Regio Esercito forte nei numeri ma insufficientemente equipaggiato. Lui e chi come lui fu sbaragliato, strappato dalla propria vita civile e fatto soldato per una guerra assurda. Oggi per me è il simbolo dell'articolo 11 della Costituzione italiana. In quel "ripudia la guerra" c'è tutto il mio l'orgoglio verso di lui, la riconoscenza eterna per poter assaporare ogni giorno la libertà. Ritornato dalla guerra, un grave infortunio sul lavoro mentre tagliava gli alberi ha fatto sì che perdesse una gamba. Operato alla stessa per ben nove volte, si è rimesso subito a lavorare. Partiva alle 3 di mattina per raggiungere il monte Cerviero e lì cucinare per gli operai del Consorzio. Era una persona espansiva e scherzosa, si faceva coccolare e quando si era in campagna a lavorare era solito preparare "il piattino" per i nipoti a merenda. Tagliava semplicemente pezzettini di pane e li accompagnava con del formaggio e salame. Nella casa dei nonni, in quella via San Michele di Mormanno hanno origine tutti i ricordi tramandati che mi legano alla famiglia di mio padre. Quando mio nonno è mancato io avevo pochi mesi. Classe 1901 - Giuseppe Fortunato, mio nonno - Testo Gippa web site: http://gippafortunato.com/ E a Verona amavo una ragazza - Coro ANA Milano dal 1949

    8 min
  4. Scrivere una canzone

    11/08/2020

    Scrivere una canzone

    Sinceramente non so che cosa pensino le persone riguardo il tema: scrivere una canzone, secondo me la stragrande maggioranza "semplicemente" non si pone questa domanda. Sì "Semplicemente" è l'avverbio giusto: semplicemente ascolti, semplicemente ti ritrovi lì se passa o cerchi una canzone, semplicemente c'è sempre una canzone adatta o non adatta a te. La musica esiste, è necessità, bisogno, ma tu...  hai mai capito da dove arriva? E’ come l’aria, che importanza etica e sociale le vogliamo dare? Tra virgolette, punto e a capo. La ricerca di una frase, nella più semplice melodia, ti fa attraversare silenzi ininterrotti, fin quando per magia trovi "la cosa giusta", un piccolo sorso che ti disseta come se fosse acqua, linfa. Quando concludi un testo poi, c'è sempre quella parolina carogna che vorresti cambiare, perché non ti convince. Magari resta lì per giorni a ronzare in modo fastidioso, ma tu ti senti forte perché hai un pezzo, non sarà lei a distruggerti. Scritta la struttura del brano si passa alla fase di registrazione, ne consegue il mixaggio, e poi si arriva forti e solitari proprio come sulla cima di un monte. Vi dirò che bastano 24 ore dalla sua pubblicazione, per cadere mentalmente in un down surreale. Nella realizzazione di un pezzo è intrinseca la funzione di plauso e subito dopo per etica inizia una fase di introspezione e analisi. Molto probabilmente questo ne è il motivo. Scrivere una canzone... che dire: a meno che tu non ti sia innamorato da appena una settimana, in tutti gli altri casi è molto spesso un viaggio verso la solitudine. Pesare e trovare parole è un gioco al quanto enigmatico. Gippa web site: http://gippafortunato.com/

    2 min
  5. I primi ricordi che mi legano alla musica - Seconda parte

    22/07/2020

    I primi ricordi che mi legano alla musica - Seconda parte

    Due giradischi hanno caratterizzato l’inizio della mia cultura musicale: l’Europhone e il Prandoni. I dischi di papà li sentivo a casa sull’Europhone, mentre i 45 giri di mamma si trovavano dai nonni e di conseguenza li ascoltavo sul loro Prandoni. Ho scelto 3 45 giri sui quali soffermerò ora la mia attenzione: Blondie – Heart Of Glass. Il mio interesse era rivolto soprattutto all’immagine di copertina: una ragazza carina che leccava un disco. Pensavo sempre: “Ma questa non si è tagliata la lingua?”. Village People – Macho Macho Man. Non conoscevo ancora Y.M.C.A. scritta l’anno precedente., ma il suo ritornello con quel “Macho Macho Man” era davvero forte. Patrick Hernandez – Born To Be Alive. Tutte le volte che la canzone arrivava al primo “to be alive”, spostavo in avanti un po’ la puntina perché il disco s’incantava. (To be alive – to be alive – to be alive… ci siamo capiti no?!.  L’Europhon aveva dei tasti per cambiare le modalità di ascolto. Pigiandone uno a caso ne partiva un altro come una molla e sistematicamente cadeva a terra. Mi viene in mente ancora quando passavano per radio Lio con “Amoreux Solitaires”… ne ero completamente rapito ed era proprio carina. Il Prandoni è un giradischi spettacolare che funziona ancora oggi. La radio inizia a prendere le frequenze dopo più di dieci minuti che è accesa e  legge anche i dischi a 78 giri. Come detto prima lui è legato ai dischi di mia madre, che sono ancora oggi sono dentro un porta 45 giri. Il mio preferito era quello di Nino Ferrer - Mamadou Meme (dove sul lato b si trova “il baccala”). Non ho mai capito chi fosse veramente Mamadou Meme, ma la sua storia era molto divertente. Sul lato B il “Il baccalà”ha un intro fortissima e nel testo Ferrer parla di una gita rocambolesca, io ho sempre adorato le gite. Concludo con una chicca. In seconda elementare ho scritto il primo testo di una canzone (aveva anche una melodia) e ho messo quel foglietto sotto il banco di una bimba, ma lei non se n'è nemmeno accorta. Ricordo di non essermi firmato, era l'inizio. Gippa web site:  http://gippafortunato.com/

    3 min
  6. I primi ricordi che mi legano alla musica - Prima parte

    20/07/2020

    I primi ricordi che mi legano alla musica - Prima parte

    Il primo ricordo che mi lega alla musica ha un raggio d’azione velocissimo. Era un giorno di festa e per strada guardavo una banda passare. Non avevo compiuto ancora tre anni e una signora guardando mio padre gli disse: “Ma guardi come batte a tempo il piede suo figlio, da grande diventerà un musicista!” e io ho subito buttato lo sguardo sul mio piede divertito. Sempre intorno ai tre anni avevo 3 sigle dei cartoni animati che cantavo continuamente: Daitarn III con Haran Benjo e le sue fidanzate, Megaloman  del quale avevo una paura tremenda e Monkey col suo: “Trema il Mandarino per il suo destino”. Il cartoon non lo ricordo, mentre quel ritornello la canticchiavo sempre. Da quel momento credo sia sbocciato il mio amore per i mandarini, anche perché per “Mandarino” io intendevo il frutto e  ignoravo il doppio significato. In quel periodo ho visto per la prima volta in televisione il video dei Pink Floyd: The Wall. Ero cosciente di essere davanti a qualcosa di grande e “grigio” e la causa di quel colore non era la televisione in bianco e nero. Nel video il sole era assente, tutto mi sembrava enorme ed ero estasiato mentre guardavo i ragazzini ascoltando le loro voci. Ciò che racconto adesso non riesco a datarlo, ma di sicuro non andavo ancora a scuola. Avevo ricevuto in regalo un'armonica a bocca giocattolo con disegni colorati sulla lamiera. Il bordo del legno era di color rosso. Un pomeriggio, mentre giocavo tra le vie di un borgo, ho sentito arrivare da un porticato il suono di una band a fiato. Ho preso l'armonica e seguendo la musica mi sono ritrovato dentro uno stanzone con gente che stava provando e mi sono messo a suonare con loro. Quelle persone, quando si sono accorte di me, per nulla stupite non hanno interrotto il pezzo, anzi mi guardavano e sorridevano. La cosa più carina di tutte è che io credevo di saper suonare, ne ero proprio convinto. Gippa web site: http://gippafortunato.com/

    2 min

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