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    Le «mille balle blu». Parlano Peter Gomez e Marco Travaglio

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    Roma, 20 marzo 2006. Spettacolo teatrale dal titolo «Le mille balle blu. Detti e contraddetti, bugie e figuracce, promesse e smentite, leggi vergogna e telefonate segrete dell'uomo che da dodici anni prende in giro gli italiani: Napoleone Berlusconi». Interventi di: Peter Gomez, Sabina Guzanti e Marco Travaglio.

    Tra i temi toccati durante l'evento: 1) «E' il bugiardo più sincero che ci sia»; 2) «Un partito di Berlusconi? Non c'è stato e non ci sarà mai»; 3) «Gli italiani? Sono come un ragazzo di seconda media che nemmeno siede al primo banco»; 4) Le lamentele di Craxi verso il Giornale di Montanelli; 5) Trattare bene Craxi, senza «dire niente a Indro»; 6) Il «non amore» di Berlusconi verso Spadolini; 7) Cinà-Dell'Utri; 8) Berlusconi-Cuffaro; 9) «Il diritto naturale» a evadere; 10) «La sinistra deve isolare certi Pm, come fece con le Br»; 11) «La mafia? E' uno stato d'animo»; 12) «Speriamo di non fare più la Piova in televisione»; 13) «Mettere sotto accusa Andreotti per mafia è una cosa che offende l'appeal dei nostri prodotti all'estero»; 14) Sugli «psicotici dietro alle scrivanie dello Stato»; 15) La «cimice perfettamente funzionante»; 16) Un racconto di Oscar Mammì; 17) «Mi hanno definito nano, ma sono alto come Aznar»; 18) «Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta»

    • 59 Min.
    La ragazza del secolo scorso. Parla Rossana Rossanda

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    Roma, 31 gennaio 2006. Presentazione del libro di Rossana Rossanda «La ragazza del secolo scorso». Interventi di Alberto Asor Rosa e Nadia Fusini. Moderatore del dibattito: Severino Cesari. L'evento, qui riproposto in file Mp3, venne originariamente trasmesso dall'emittente «NessunoTv».


    Tra i temi trattati durante la presentazione: 1) «Il più bel romanzo degli ultimi dieci anni»; 2) «Un gran bel libro sulla memoria»; 3) «Un tono non sentimentale, ma elegiaco, che commuove»; 4) L'importanza di essere «presenti al presente»; 5) «Rossanda, in questo libro, non rinnega e non si pente. Cerca di dire la verità»; 6) «Era con loro che dovevo andare»; 7) Tra partito «milanese» e «romano»; 8) Il 1969. «Quelli che hanno ragione perdono sempre. Quelli che vincono, sono i peggiori»; 9) «Noi siamo stati il sale della terra»; 10) «Non ho mai pensato che l'Urss fosse il paradiso»; 11) «Ho voluto raccontare che cosa è stata una comunista italiana di quegli anni»; 12) La memoria come «animale vivente»; 13) «Il Sessantotto? Non so che giudizio dare»; 14) Una occasione perduta; 15) «I nodi del Novecento sono tutti lì, irrisolti»

    • 1 Std. 36 Min.
    Dalla costruzione del Muro all'arrivo di Putin nella DDR. Parla Gianluca Falanga

    Dalla costruzione del Muro all'arrivo di Putin nella DDR. Parla Gianluca Falanga

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    Dalla costruzione del muro all'arrivo di Putin nella Germania Est. Intervista (gennaio 2023) a Gianluca Falanga. Studioso di storia contemporanea, Falanga vive e lavora a Berlino come libero ricercatore e consulente scientifico del Museo della Stasi. Tra le sue più recenti pubblicazioni: «Gli uomini di Himmler. Il passato nazista dei Servizi segreti tedeschi» (Carocci); «Non si parla mai dei crimini del comunismo» (Laterza); «La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda» (Carocci); «Labirinto Stasi. Vite prigioniere negli archivi della Germania Est» (Feltrinelli).

    Tra gli argomenti toccati nell'intervista: 1) «Gli americani non avevano grandi reti informative proprie nella Germania orientale. Al contrario sostenevano la costruzione di reti informative da parte della Organizzazione Gehlen poi BND»; 2) «E' imminente la chiusura del confine». Il BND, poco prima della costruzione del muro, sapeva cosa si stava preparando; 3) «Brandt ha sempre negato di aver avuto informazioni precise su ciò che stava per avvenire»; 4) Un accordo tra Usa e Urss. L'ambasciatore sovietico prima del 13 agosto 1961 sulle misure che la DDR intendeva prendere; 5) Giugno 1961. L'assenso di Krusciov per la costruzione del muro; 6) «L'Ovest? Ha avuto una reazione rabbiosa»; 7) Il muro «visto» da Est e da Ovest; 8) «L'abbattimento non esisteva come opzione politica». L'appello di Reagan a Gorbaciov; 9) Il progetto «Muro 2000»; 10) Modalità per fuggire. I «tunnel» sotto il Muro; 11) Uno specifico reato nel codice penale DDR; 12) Non solo muro. Gli «altri» confini; 13) Il tema del riconoscimento internazionale della DDR e le ricadute mediatiche; 14) Unificazione o annessione? 15) L'arrivo di Putin nella DDR. Alcuni aspetti psicologici dell'uomo; 16) Il Kgb durante l'epoca brezneviana; 17) Perché Dresda? 18) «Dentro» la residentura di Putin; 19) Il lavoro di «coordinamento» nella collaborazione tra Stasi e Kgb; 20) L'individuazione di «profili» potenzialmente reclutabili; 21) Una sorta di «diritto di veto» della Stasi rispetto allo spionaggio sovietico; 22) Sulla figura di Lena S.; 23) Il mantenimento, da parte di Putin, dei rapporti con tutti i principali membri della residentura di Dresda;

    • 1 Std. 42 Min.
    Le tante vite di Antonio D’Inzillo, il killer che faceva paura ai boss

    Le tante vite di Antonio D’Inzillo, il killer che faceva paura ai boss

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    La parabola criminale di «Antonietto» D'Inzillo. Da terrorista nero a killer della Banda della Magliana, fino alla misteriosa morte in Africa nel 2008.

    Tra i temi trattati all'interno dell'episodio: 1) Dicembre 1979. Il primo arresto in occasione del delitto Leandri; 2) «Ma facciamo tardi? Perché se si va oltre le nove dovrei avvertire a casa...»; 3) «Baby Killer»; 4) Quindici anni di reclusione «virtuali»; 5) Un piano di evasione dal carcere di Rebibbia; 6) «Per me quella gente, in carcere, può pure morirci»; 7) Patrizia Spallone; 8) Marcello Colafigli; 9) «Un killer ricco d’ardimento che non ha paura di niente e di nessuno»; 10) Gennaro Mokbel; 11) La fuga all'estero; 12) La nuova vita tra Kenya e Uganda; 13) «Una persona squisita»; 14) La morte per una presunta cirrosi epatica in un ospedale di Nairobi

    • 22 Min.
    Intervista al «Compagno G». Parla Primo Greganti

    Intervista al «Compagno G». Parla Primo Greganti

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    Intervista* (2006) di Luca Sofri a Primo Greganti. Ex funzionario del Pci-Pds, definito «Compagno G» dalla grande stampa durante gli anni di Mani Pulite, Greganti venne arrestato con l'accusa di aver ricevuto, per conto del suo partito, una tangente di 621 milioni di lire dal gruppo Ferruzzi. Al centro delle cronache giudiziarie del periodo, il suo nome ebbe notorietà anche perché, al contrario di molti altri accusati, durante i tre mesi in arresto a San Vittore, si rifiutò di attribuire al proprio partito rapporti con il ricco conto bancario a lui intestato presso una banca svizzera. Scarcerato il 31 maggio 1993, Greganti, per il suo comportamento in carcere, si guadagnò una certa stima «bipartisan» venendo definito come paradigmatico esempio di «perfetto comunista che non molla mai».


    Tra i temi trattati all'interno dell'intervista: 1) Un processo molto lento; 2) Da una economia puramente keynesiana alla globalizzazione; 3) «Lo Stato di diritto può sbagliare e su di me ha sbagliato»; 4) «Sui giornali si leggeva che Di Pietro stesse per arrestare Dio. Chi era?»; 5) «Si diceva ciò che era più comodo per uscire dal carcere»; 6) «Andare da Di Pietro voleva dire andare contro un carro armato ed essere certamente sconfitti e distrutti»; 7) «Greganti non si è mai rifiutato di rispondere»; 8) «Corruzione e finanziamento illecito? Io non sono mai stato un pubblico ufficiale e i soldi non sono mai stati trovati. Perché non c'erano»; 9) «La difesa dovrebbe potersi avvalere degli stessi strumenti dell'accusa»; 10) Il rapporto con «il partito» e la politica dopo la condanna; 11) «Io ho difeso la mia innocenza, documentandola»; 12) Sull'utilizzo della carcerazione preventiva; 13) Sulla figura di Antonio Di Pietro; 14) «Ho ricevuto attestati di stima, non solo dal mio partito»; 15) Due temi centrali: il finanziamento e la funzione della politica; 16) «Il Pci? Parte del suo finanziamento avveniva con il mancato pagamento dei dipendenti»; 17) «La corruzione è un fatto anche individuale, non solo legata alla struttura del partito»; 18) Sul «caso Unipol»; 19) «Questo Paese manca di politica»; 20) Sulle cosiddette «coop rosse».

    * L’intervista, originariamente pubblicata sul periodico «Vanity Fair», è stata successivamente ripresa in forma integrale dalla emittente «NessunoTv». 

    • 1 Std. 27 Min.
    Cuori neri. Parla Luca Telese

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    Roma, 2006, studi dell'emittente «NessunoTV». Presentazione del libro «Cuori Neri», edito da Sperling&Kupfer. Interventi di: Luca Telese (autore); Umberto Croppi; Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse; Claudia Mancina; Marco Ferrando. Moderatore: Stefano Cappellini.


    Tra i temi trattati all'interno del dibattito: 1) «Ero molto preoccupato per questo libro»; 2) Gli anni di piombo rimossi «perché non facevano più comodo a nessuno»; 3) Sulla «costante sensazione di poter essere uccisi» in qualsiasi momento; 4) «Gli anni Settanta? Nego ci fosse una guerra per bande di fronte a una società attonita»; 5) «La crisi della democrazia italiana? Risale agli anni attorno al Sessantotto»; 6) «Tanti soggetti, soprattutto di movimento, avevano una cultura politica assolutamente non democratica»; 7) Lo «sciagurato assalto» all'università di Roma «di Almirante e Caradonna»; 8) «L'antifascismo negli anni Settanta? Non una esperienza esistenziale, ma di massa»; 9) Il caso Varalli; 10) La «catena del sangue»; 11) Sul rogo di Primavalle; 12) Sui «gruppi» alla sinistra del Pc; 13) La mobilitazione antifascista degli anni Settanta come «figlia di un'epoca»; 14) Sul rapporto Pci-gruppi di estrema sinistra negli anni del compromesso storico; 15) Sulla necessità di fare i conti «con la propria cultura della violenza»

    • 1 Std. 16 Min.

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