Parole ai Venti P.P.

Nella nuova puntata di "Parole ai venti" una riflessione sulla nostra "nuova" maniera di approcciarci all'elezione del Presidente della Repubblica e sul mancato interesse per delle azioni di sistema sulla sanità da sommare alle risposte all'emergenza pandemica. Spoiler alert: non ho la minima idea di chi si giochi per davvero l'elezione, ovvio.

La nuova puntata di "Parole ai Venti" è frutto di una riflessione nata tra il primo incontro di formazione delle educatrici e degli educatori del Treno della Memoria piemontesi e l'assemblea di apertura anno sociale di Terra del Fuoco Mediterranea. Siamo sempre più messi nelle condizioni di discutere delle notizie di attualità, ma poi, dal giorno dopo, un nuovo tema cambia le nostre discussioni. Ma per non essere superficiali e provare ad essere incisivi, serve costanza, impegno e testardaggine. Serve abitare i luoghi che non spariscono dopo la moda del momento, ma continuano, nel tempo, ad essere luogo di impegno e cambiamento. Buon ascolto!

Il servizio trasmesso ieri sera a Piazza Pulita e realizzato da Fanpage mantiene la luce accesa su un problema di questo Paese: sono ancora troppi i nostalgici del ventennio e sono troppi quelli con questa nostalgia hanno ruoli di rappresentanza nelle istituzioni democratiche.

La puntata di "Parole ai Venti" di oggi si concentra sul caso della possibilità di sottoscrivere la proposta di referendum senza più le lunghe file ma direttamente online. Una piccola modifica che può rivitalizzare le nostre democrazie.

In pochi giorni si sbriciolano vent'anni di guerre e teorie. Crolla definitivamente(?) il mito della democrazia da esportare, tornano i talebani e restano donne e uomini alla ricerca di un futuro degno di questo nome.
Quando vent'anni fa scendevamo nelle piazze alla ricerca di "Pace", ci chiamavano "amici dei terroristi". Ora nessuno si permetta di sbraitare contro chi prova a salvare la propria pelle.

Quarta puntata di "Parole ai Venti". Dopo vent'anni dal G8 di Genova, alcuni ricordi e uno sfogo: oggi ci danno tutti ragione. Ma oggi non sappiamo che farcene.