1 Std. 4 Min.

Charlie Chaplin: vita e morte del Vagabondo Gocce di Storia

    • Geschichte

Charlie Chaplin: vita e morte del Vagabondo

Dall’indipendenza artistica  fino all’esilio europeo e alla morte.

Nell’episodio precedente abbiamo visto il periodo che andava dalla difficile infanzia di Chaplin fino al suo arrivo alla Keystone.

In questa puntata ci occupiamo di un largo lasso di tempo che va dall’indipendenza artistica di Chaplin fino alla sua maturità e morte e, del personaggio del Vagabondo.

Suo marchio di fabbrica, il Vagabondo lo accompagnò per più di vent’anni allegoria dell’uomo vessato, pressato e spesso perdente in una società altamente capitalista, ma che si rialza sempre o quasi.

I suoi lungometraggi, di cui consigliamo la visione, sono la sintesi perfetta del pensiero chapliniano e non è raro sorridere, piuttosto che ridere.

Ci siamo occupati della sua intricata vita personale, ma ci siamo volutamente astenuti dal trattare le teorie “da gossip” che negli anni sono uscite per spiegare la sua preferenza per le donne più giovani di lui. A questo proposito vi rimandiamo, soltanto, alla scelta registica fatta da Richard Attenborough nel suo “Charlot” dove la stessa attrice impersona due suoi grandi amori. Personalmente concordo.

Allo stesso modo non abbiamo voluto indagare sul pensiero politico di Chaplin, lui stesso non si è mai esposto molto e di certo avrebbe poco senso speculare a più di quarant’anni dalla sua morte.

Chaplin fu un uomo e un artista complicato, intellettuale, a volte profondamente contraddittorio ed estremamente riservato. Speriamo di averne dato un ritratto il più possibile fedele.

A margine aggiungiamo che fu molto legato ad alcuni suoi colleghi, specie a Douglas Fairbanks, uomo davvero molto diverso da lui, lo sottolineiamo per sfatare qualunque ombra di misantropia (altra voce che è sempre circolata su di lui). Nella biografia di Robinson si trovano le testimonianze di molti colleghi sul suo carattere. Si trova in ogni biblioteca ben fornita. Leggetele, ne vale la pena.



Fonti bibliografiche:



* “Chaplin: la vita e l’arte” di David Robinson, Marsilio 1999

* “La mia autobiografia” Charles Chaplin, Bur



Musiche di sottofondo usate per la puntata:



* Jimmie Lunceford And His Orchestra – Ain’t She Sweet.

* Jimmie Noone’s Apex Club Orchestra – Sweet Lorraine.

* Jimmie Noone And His Orchestra – Hell in My Heart.

* Jelly Roll Morton And His Red Hot Peppers – I’m Looking For a Little Bluebird.

* “Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti.



Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

Immagine di copertina:

Charlie Chaplin: vita e morte del Vagabondo

Dall’indipendenza artistica  fino all’esilio europeo e alla morte.

Nell’episodio precedente abbiamo visto il periodo che andava dalla difficile infanzia di Chaplin fino al suo arrivo alla Keystone.

In questa puntata ci occupiamo di un largo lasso di tempo che va dall’indipendenza artistica di Chaplin fino alla sua maturità e morte e, del personaggio del Vagabondo.

Suo marchio di fabbrica, il Vagabondo lo accompagnò per più di vent’anni allegoria dell’uomo vessato, pressato e spesso perdente in una società altamente capitalista, ma che si rialza sempre o quasi.

I suoi lungometraggi, di cui consigliamo la visione, sono la sintesi perfetta del pensiero chapliniano e non è raro sorridere, piuttosto che ridere.

Ci siamo occupati della sua intricata vita personale, ma ci siamo volutamente astenuti dal trattare le teorie “da gossip” che negli anni sono uscite per spiegare la sua preferenza per le donne più giovani di lui. A questo proposito vi rimandiamo, soltanto, alla scelta registica fatta da Richard Attenborough nel suo “Charlot” dove la stessa attrice impersona due suoi grandi amori. Personalmente concordo.

Allo stesso modo non abbiamo voluto indagare sul pensiero politico di Chaplin, lui stesso non si è mai esposto molto e di certo avrebbe poco senso speculare a più di quarant’anni dalla sua morte.

Chaplin fu un uomo e un artista complicato, intellettuale, a volte profondamente contraddittorio ed estremamente riservato. Speriamo di averne dato un ritratto il più possibile fedele.

A margine aggiungiamo che fu molto legato ad alcuni suoi colleghi, specie a Douglas Fairbanks, uomo davvero molto diverso da lui, lo sottolineiamo per sfatare qualunque ombra di misantropia (altra voce che è sempre circolata su di lui). Nella biografia di Robinson si trovano le testimonianze di molti colleghi sul suo carattere. Si trova in ogni biblioteca ben fornita. Leggetele, ne vale la pena.



Fonti bibliografiche:



* “Chaplin: la vita e l’arte” di David Robinson, Marsilio 1999

* “La mia autobiografia” Charles Chaplin, Bur



Musiche di sottofondo usate per la puntata:



* Jimmie Lunceford And His Orchestra – Ain’t She Sweet.

* Jimmie Noone’s Apex Club Orchestra – Sweet Lorraine.

* Jimmie Noone And His Orchestra – Hell in My Heart.

* Jelly Roll Morton And His Red Hot Peppers – I’m Looking For a Little Bluebird.

* “Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti.



Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

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