Boomer si nasce Chora

L’educazione sessuale ai tempi della Generazione Z: Emy confessa che nelle sue prime storie tutto girava intorno ai social (e soprattutto ai like), Cesare dichiara che, secondo lui, i video porno creano aspettative irreali, mentre Lavinia dice la sua sui concetti di fluidità e consenso. Grazie anche al supporto dell’educatrice sessuale Greta Tosoni, proviamo a capire come oggi internet e i social media si legano alla sfera della sessualità e delle relazioni, tra OnlyFans e “fuochi” su Snapchat, passando per sondaggi su Instagram e foto intime non richieste. Senza dimenticare che il web in questi anni è diventato un luogo in cui si è più liberi di esprimersi, di discutere e di far evolvere tutte queste tematiche.

Un’esplorazione del mondo dei videogame di oggi che prende la forma di un gioco con vari livelli di difficoltà. Si svela l’identikit del videogiocatore medio, si scopre chi sono gli streamer e cos’è Twitch, si discute di tornei con migliaia di spettatori e si passa attraverso “la giungla” del gioco online. Ad accompagnarci in questo universo tanto ricco quanto complesso ci sono l’esperta Thalita Malagò e tre ragazzi della Gen Z: Mattia, che ogni tanto passa 8 ore al giorno davanti ai videogame, Elettra, che è appassionata di giochi dove si simula la vita reale, e Tommaso, che segue eSports e pro player.

Chi sono davvero gli influencer? E c’è differenza con i content creator? Quanto sono “influenzati” i ragazzi da queste persone? Insieme a Sofia Viscardi, content creator che ha un seguito sui suoi profili social che si conta in milioni, indaghiamo queste “nuove” figure presenti sul web, come sono diventate una professione e cosa ne pensano i giovani della Gen Z. Adam, per esempio, confessa che sognava di fare il creatore di contenuti, ma poi ha incontrato gli hater. Angelica spiega che il lavoro dell’influencer non è per niente semplice, mentre Letizia racconta che a volte non ci si rende neanche conto di essere influenzati, quindi bisogna imparare a distinguere tra condizionamenti positivi e negativi.

Che cosa sono i meme? Chi li crea? Servono solo per fare ridere? E perché diventano virali? Daniele Zinni, esperto di meme, ci aiuta a scoprire come funziona questo linguaggio che è sempre più diffuso, strutturato e amato dalla Generazione Z. Elettra, infatti, dice che lei con gli amici “parla per meme”, mentre Tommaso prova a spiegare come mai il suo umorismo e quello dei suoi coetanei è “rotto”. Martina poi ammette di non essere mai riuscita a far capire ai suoi genitori come si legge un meme. Eppure, in certi casi, sono proprio i ragazzi a non essere capaci di interpretare i meme che si scambiano gli adulti…

Per la Gen Z è normale fare o seguire delle live su Instagram, TikTok o Twitch. Ma cosa sono esattamente queste live? Assomigliano più a una diretta tv o a una videochiamata? Grazie a Chiara Maiuri, psicologa clinica che spesso si occupa di adolescenti, scopriamo perché al giorno d’oggi piace essere sempre connessi, cosa si può fare con le live, come le usano gli influencer e, soprattutto, i ragazzi più giovani. Anna Maria, per esempio, racconta che se il tuo ex ragazzo segue la tua live vuol dire che non ti ha dimenticata, Cesare, invece, confessa che qualche anno fa guardava ore di dirette dedicate ai videogiochi. Letizia, poi, riflette su quanto i social siano da un lato il nostro biglietto da visita e dall’altro aumentino la nostra paura di rimanere soli.

Perché i giovani chiamano gli adulti boomer? E quali sono alcune delle caratteristiche principali dei boomer? Ma, soprattutto, boomer si nasce o si diventa? Proviamo a rispondere a queste – e molte altre – domande con l’aiuto di tre ragazzi e di Vincenzo Marino, autore e scrittore che da tempo indaga i consumi culturali della Generazione Z. Mentre con Vincenzo chiariamo le questioni più teoriche, Marianna, Martina e Tommaso ci fanno esempi concreti, ci spiegano cosa vuol dire “cringe”, e ci parlano dell’utilizzo di punti esclamativi, emoji e sticker. Con loro discutiamo anche di quante ore passano davanti allo smartphone e del perché invidiano l’idea di amore che hanno i boomer.