Associazione Culturale "I Tralci"

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Archivio predicazioni

  1. 01/10/2023

    Un sogno che bisognava sognare | 1 Ottobre 2023 | MESSAGGIO PER LO SCIOGLIMENTO DELLA CHIESA

    La storia della nostra chiesa è fatta di nascita, crescita, frutti, gioie, dolori... vissuti assieme per 26 anni. A conclusione di questa lunga avventura, cosa si può dire? E' stato solo un sogno? Se lo è stato, lo abbiamo fatto assieme... Ed era un sogno che bisognava sognare. ---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 12 minuti Tempo di ascolto audio: 25 minuti E così siamo giunti all'ultimo messaggio.  Solo che stavolta non è l'ultimo messaggio di una serie di predicazioni. Ma è davvero l'ultimo messaggio il messaggio terminale, finale di questa nostra chiesa. Pur non essendo non essendone più pastore da  circa dieci  mesi, pur non essendo chi  la conduce,  permettetemi comunque come pastore emerito di questa chiesa e come uno dei fondatori della Chiesa della Vera Vite di dire alcune parole a conclusione di una storia  che è proseguita in interrottamente per 26 lunghi anni. Era il gennaio del 1997 (siamo nell'altro millennio) quando iniziammo a fare studi biblici nelle case in quattro persone tra Montefiascone e Tuscania, per poi iniziare con i culti in casa, nelle case delle delle persone che allora frequentavano; e poi la prima sala a via della Croce qua a Montefiascone, e poi questa sala da dove vi parlo ora e che, come sentite, in questo momento è vuota. Ma attenzione: non vi inganni ciò che vedete con gli occhi o che sentite con le vostre orecchie, ma dovete imaginare dietro le mie spalle, qui dove sta quel crocifisso che ha simboleggiato per tanti anni la nostra identità,  una folla di oltre 200 persone che negli anni hanno frequentato questa chiesa, di cui 130 l'hanno frequentata assiduamente,  e di questi oltre 40 membri di chiesa che  che sono stati attivi servitori che si sono alternati nelle varie attività di questa chiesa e di questa meravigliosa avventura. E oltre questi, tutte le persone che hanno letto, ascoltato, o visto gli oltre 4.000 messaggi che abbiamo pubblicato sul sito in 20 anni per quasi 2.000 ore di predicazione, ovvero più di 83 giorni ininterrotti di predicazione... E sono tutte là, e rimarranno come storia. Dietro di me ci sono sono anche gli oltre 200 pastori e responsabili di chiesa che hanno partecipato negli anni ai nostri seminari sulla chiesa e i quasi 400 studenti dei corsi estivi di inglese (vi ricordate gli English Camp?)  Ma ci sono anche gli i più di 30 migranti che abbiamo accudito, nutrito, sostenuto e aiutato durante un periodo molto importante della nostra chiesa, quando qua a Montefiascone c'era un centro di prima accoglienza. E anche i sordomuti che sono stati presenti in questa sala e hanno ricevuto le traduzioni LIS, o quelli che hanno ascoltato tramite i gesti che faceva la nostra traduttrice nella lingua dei segni. La storia di questa chiesa non è iniziata a caso ma per volontà del Signore; non è stato né Marco né Bernardino né Michele a fondare questa chiesa, ma è stato il Signore che l'ha piantata, nutrita e fatta crescere in un paese, in una zona dove non c'era mai stata nessuna chiesa evangelica prima. Non siamo stati bravi noi a sognare questa chiesa, ma è stato il Signore a mettere in noi quel sogno, Perché questa era la necessità perché c'era bisogno di sognarlo quel sogno di una chiesa che si chiamava Chiesa della Vera Vite. Perché serviva a testimoniare di lui in questo luogo dove nessun altro aveva mai parlato, e nei vari paesi da cui noi proveniamo. Questo abbiamo fatto per 26 lunghi anni; fedelmente, non scendendo a compromessi che forse avrebbero fatto crescere di più la nostra comunità e più in fretta, ma siamo rimasti fedeli alla sua Parola e al progetto di creare una comunità dove tutti potessero ascoltare la parola del Signore almeno una volta nella propria vita. Dove potessero sentirsi a casa, dove potessero sentirsi amati, accolti, e dove potessero avere una possibilità di partecipare, non soltanto di ascoltare la Parola del Signore. Ci siamo riusciti? Tal

  2. 07/05/2023

    Quando nasce una chiesa, e quando muore? | 7 Maggio 2023 |

    Quando nasce, e quando muore una chiesa? E, soprattutto, quanto deve essere grande una chiesa per essere "chiesa"? ---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti Tempo di ascolto audio: 38 minuti Oggi più che un messaggio, è una chiacchierata tra amici. E' da tanto che volevo farla, e il fatto di non essere più pastore di questa chiesa, mi solleva da molte preoccupazioni che avevo in passato e posso parlarvi finalmente “a cuor leggero”. Anche se non siamo “del mondo” viviamo “nel mondo”con i suoi tanti pregi, e con i difetti che superano i pregi; in una società ossessionata dalle dimensioni, dalla ricchezza e dall'influenza, è fondamentale riaccendere l'apprezzamento per l'impatto e il potenziale dei pochi fedeli. Quando un gruppo di persone può essere chiamato “chiesa”? Si basa sul numero di persone? O forse sui metri quadri del locale in affitto? O sul fatto di averlo o meno il locale? Oppure se ci sono predicatori, cantanti, pastori, scuola domenicale? E, nel caso inverso, una chiesa non è più chiesa, ma solo un “gruppo di credenti”? Vi ricordate la prima chiesa quale è stata? Leggiamo atti: “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. … E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore,  lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati. (Atti 2:42, 46-47) Luca parla della primissima chiesa:quali erano le caratteristiche distintive della primissima chiesa? Un bel locale, certo. E poi una corale... anzi un complesso rock sul palco... E certamente, una scuola domenicale per per i figli... Ah, un pastore, dei diaconi, delle diaconesse... Come dite? Non c'è scritto tutto questo nel versetto? Forse mi sono sbagliato... Rileggiamolo assieme: “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli” La prima cosa che dice Luca circa le caratteristiche della prima chiesa è che ascoltavano gli Apostoli...in pratica, leggevano il Nuovo testamento in direttamente lo stavano scrivendo! “nella comunione fraterna” In italiano ci vogliono due parole per tradurre un concetto estraneo al mondo:. in greco è κοινωνία koinōnia; che significa, semplicemente “comunicare l'uno con l'altro”; si parlavano!  “nel rompere il pane “ Mangiavano assieme e durante il pasto  ricordavano il sacrificio di Gesù.  "e nelle preghiere" Pregavano! Ma non pregavano a caso: visto che ascoltavano assieme gli Apostoli, si parlavano, e mangiavano assieme, è ovvio pensare che pregassero gli uni per gli alti. “E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio” Per loro il tempio era una tappa quotidiana, per noi una volta a settimana... ma soprattutto erano “concordi”, ὁμοθυμαδόν homothymadon in greco, che significa “avere la stessa mente”,  “pensare nella stessa maniera”. La prima chiesa non si incontrava la domenica... ma soprattutto faceva tutta una serie di attività che erano molto di più dell'andare in chiesa. La chiesa non era “un'oretta domenica”... ma era vivere assieme ad altri credenti... Avevano un locale? No, si incontravano nelle case e al tempio. Avevano pastori, diaconi, scuole domenicali, addetti all'adorazione, cassieri? No, avevano se stessi... e ognuno faceva un po'. Secondo voi, erano meno chiesa di una comunità di tremila fedeli, come ci sono poche  in Italia? O di una di cento, come ci sono alcune in Italia? O di dieci, come ci sono moltissime in Italia?  “Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l’adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e su

  3. 23/04/2023

    Essere leoni per Gesù | 23 Aprile 2023 |

    Gesù ci ha dato l'esempio perfetto di come essere leoni per lui, senza innalzarci e senza essere aggressivi, ma restando fermi nella nostra fede per essere una testimonianza per gli altri ed un aiuto per coloro che lo cercano.  ---Predicatrice: Lucia Pedoto CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 14 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 22 minuti Qualche settimana fa abbiamo parlato del nostro Gesù che è il leone e agnello nello stesso tempo.  Abbiamo detto che è forte, ruggente come un leone; è un re che non verrà mai più smosso.  Ma allo stesso tempo è agnello; si è  immolato per noi, è morto per noi, si è fatto maltrattare senza proferire parola. E c'eravamo lasciati con un punto di domanda: “Come possiamo noi essere leoni e  agnelli come Gesù?” Ne parleremo   oggi e la prossima volta che predicherò.  E partirei  da questo versetto:   "Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati" (Efesini 5:1) Mi è piaciuta molto e la volevo condividere con voi la traduzione di The Message, perché la vedo molto pratica;  è più facile da capire "Guarda cosa fa Dio e poi fallo, come i bambini che imparano il comportamento corretto dai propri genitori."  (trad. Bibbia "The Message") Perciò la prima cosa da fare se vogliamo essere imitatori di Gesù , è vedere Gesù cosa fa. Quindi oggi vedremo tre comportamenti di Gesù che possono aiutarci a diventare dei leoni, dei leoni spirituali, dei leoni nella vita. Questo che leggeremo tra poco è il primo aneddoto che c'è nellaBibbia di quello che ha detto e fatto Gesù in tutta la sua opera grandiosa qui sulla Terra con noi, e Dio ha voluto che sapessimo questo. Stiamo parlando di un Gesù che ha dodici anni; c'è qualcuno che ha dodici anni qui dentro? Non imbrogliate eh,  vi faccio tirar fuori le carte d'identità!  Ce l'abbiamo un dodicenne? Si, mio figlio Giovanni è un dodicenne e non servono documenti perché c'ero, me lo ricordo... sì ha dodici anni. Si avvicinava il periodo di festeggiamenti di Pasqua; Gesù, Maria e Giuseppe partono a piedi da Nazareth per andare a Gerusalemme. Erano in tantissimi; era una lunga carovana di persone perché piano piano che passavano nei paesi altri si accodava a questa carovana e insieme si andava a piedi a festeggiare questa Pasqua a Gerusalemme, che vi ricordo,  lo sapete già, a quei tempi la Pasqua era il ricordo e il festeggiamento dell'Esodo,  di Dio che aveva liberato il popolo d'Israele dall'Egitto. Cosa succede? Vanno a Gerusalemme, festeggiano la Pasqua, si rimettono in cammino, prendono “armi, bagagli e bagattelle” e partono; dopo un giorno di cammino Maria (tipo come nel film “Mamma ho perso l'aereo”)  realizza che era un po' che non vedeva Gesù.  Inizia a chiedere a quelli che erano con loro, parenti e amici,  se l 'avessero visto...  ma non c'era!  Cosa fanno, dopo un giorno di cammino a piedi? Tornano a Gerusalemme, lo cercano,  e dopo tre giorni lo  trovano: era nel Tempio!  Mi veniva da ridere,  perché pensavo alla versione italiana di Maria: “No Gesù! Ma dove eri? Mi ha fatto venire i capelli bianchi! Mannaggia a me,  ma perché non sono stata ferma! No tu mi farai cascare tutti i capelli! Io sono disperata, non ce la faccio a stati dietro!” Invece credo che Maria non abbia reagito così; io credo che Maria, quando ha visto Gesù nel Tempio, abbia guardato questo ragazzo, il suo amato figlio, e abbia pensato: “Ci siamo, sta per essere svelato al mondo chi veramente è lui.”  E quindi gli ha semplicemente cosa fosse  successo; e Gesù con la sua pace inimitabile, con la pace che solo lui può avere risponde a dodici anni così: "Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?»" (Luca 2:49) Perché il Signore voleva che sapessimo questo? Ha fatto talmente tante cose grandi Gesù, guarigioni per tutti i peccati... Ma la prima cosa in assoluto che ha fatto è stata una dichiarazi

  4. 09/04/2023

    Chi mi rotolerà la pietra? - Pasqua 2023 | 9 Aprile 2023 |

    "Chi rotolerà per me la pietra?" Quella dei miei problemi, delle mie incertezze, delle mie ferite... Gesù lo ha già fatto, nella Pasqua di duemila anni fa. Lo ha fatto per dare a te la sua stessa potenza. Devi solo varcare la soglia di quella tomba vuota, ed accettare la resurrezione. ---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Quanto siete forti?Nel senso, quanto peso riuscite a sollevare?Attualmente il record del mondo di sollevamento appartiene all''islandese Hafthor Bjornsson con 501 kg! Certo, noi siamo abituati a spostare pesi, alcuni sono più forti di altri, ma quando ci troviamo dinanzi ad alcuni pesi, non possiamo che pensare: “E chi je la fa?” E' esattamente quello che hanno pensato tre donne il giorno di Pasqua di quasi duemila anni fa: “Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. E dicevano tra di loro: "Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?" (Marco 16:1-3) Quello che si reca alla tomba di Gesù, è un terzetto di donne che non si è formato per caso! Maria di Magdala, o Maddalena, era una delle “finanziatrici” dell'opera missionaria di Gesù; lo faceva forse per gratitudine, visto che Gesù la aveva liberata da “sette demoni” (Luca 8:2). E poi c'è l'altra Maria, Maria di Cleofa; lei ha un figlio, Giacomo il minore, all'interno dello “staff” di Gesù, alcuni affermano fosse sua parente:suo padre infatti sarebbe stato Anteo Cleofa, ovvero il fratello di Giuseppe, sposo di Maria. E infine Salome.Salome aveva anche lei due dei suoi figli all'interno dello “staff del capo”:Era la madre di Giacomo il maggiore e di Giovanni,“il discepolo che Gesù amava” (Giovanni 13:23)come viene detto dallo stesso Giovanni nel suo vangelo. Maria Maddalena, Maria e Salome non erano semplici discepole, ma facevano parte di quel ristretto nucleo di persone che viveva fianco a fianco,o gni giorno, col maestro. Chissà quante volte avranno ascoltato queste sue parole: «Noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi. Essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani,  i quali lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni egli risusciterà». (Marco 10:31-34) L'informazione l'hanno avuta tutta, hanno creduto e seguito Gesù...ma poi l'hanno visto morire in croce...e il suo corpo giacere a terra, e la pietra chiudere la tomba... “Allora Gesù emise un altro forte grido e rese lo spirito...Cʼerano là alcune donne che seguivano a distanza la scena. Maria Maddalena, Maria (la madre di Giacomo il piccolo e di Iose), Salome ed altre... Giuseppe comprò un lungo lenzuolo di lino e, dopo aver tolto dalla croce il corpo di Gesù, lo avvolse nel lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia. Poi fece rotolare una grossa pietra davanti allʼapertura del sepolcro. Maria Maddalena e Maria, madre di Iose, stavano a guardare dove veniva deposto il corpo di Gesù.” (Marco 15:37, 41, 46-47) Non erano lì per caso. Erano un “team”. Si supportavano a vicenda...E, secondo me,  in quel “Chi ci rotolerà la pietra” c'è ben più che una riflessione sul peso della porta del sepolcro.E' il momento in cui dubbio, assenza e disperazione si fondono assieme, e  vivono assieme. L'originale  in greco non dice semplicemente “pietra”, ma “megas litos”... ovvero “un macigno”! Quale è il macigno più grande nella mente di Maria di Magdala, di Maria di Clefoa, di Salome? La pietra da spostare... oppure? Oppure le domande che non si dicono l'una all'altra...irrisolte, intellettuali, ma che girano nella loro testa: “E' questa la fine della nostra speranza? E' realmente rinchiuso in una

  5. 26/03/2023

    Cosa fai quando cadi? | 26 Marzo 2023 |

    Sarebbe bello non cadere mai... Perché non è tanto la prima caduta che fa male, ma l'ennesima caduta dopo cento cadute. Cosa fai quando cadi? Quando cadi hai tre sostegni potenti: la fede, la Parola e le preghiera. Perché sarebbe bello non cadere mai, ma quanto è più bello rialzarsi, e vincere, dopo essere caduti tante volte! --- Predicatrice: Lucia Pedoto CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 24 minuti Oggi vorrei cominciare guardando un video insieme: Era la prima, o forse la seconda, lottava proprio per il podio, ma è caduta. Chissà quante ore,  quanti giorni, quanti mesi,  quanto si sarà preparata quell'atleta per poter arrivare a correre cos,  a questo livello. Chissà quante volte in allenamento o durante altre gare sarà già caduta, perché gli atleti corrono e perciò cadono, Chissà quante volte avrà provato ad evitare quell'appoggio difettoso che fa sempre.  Caspita corri veloce,  però poi quando metti  giù piede d'appoggio male perdi equilibrio; quanto ci avrà lavorato col suo allenatore su questo? Era pronta però, aveva raccolto tutte le energie in suo possesso,  stava dando il 100%... Era lì,   o prima o seconda...  Ma niente è ricaduta sempre su quel piccolo dettaglio: un piede messo male. Pensate,  il corpo la grandezza del corpo, e un piede appoggiato male in velocità. Si sarà sentita sconfortata, si sarà sentita spaventata stava, mandando all'aria tutto il lavoro di mesi per un semplice errore; aveva pochi secondi pochi centesimi di secondo per capire cosa fare  Ormai era per terra; aveva solo due scelte: tante da prendere per i pochi millesimi di secondo che le restavano. Poteva smettere di gareggiare; certo avrebbe dovuto alzarsi, non poteva certo rimanere lì sdraiata per terra a fare un pisolino. Comunque doveva alzarsi  e magari riprendere la corsa giusto per salvare un po' l'orgoglio, ormai l'avevano distaccata di metri e metri, e in questo sport sono molti. Avrebbe comunque perso. Però poteva rialzarsi, correre un po' lentamente,  così,  almeno da arrivare alla fine del traguardo; come si dice ”The Show Must Go On”, fino alla fine; ti rialzi e vai. Oppure l'altra scelta era:”Sì, sono caduta di nuovo! Sì,  sempre su questo errore! Sì, di nuovo,  ma non mi importa, non mi frega stavolta! Quale sarà il risultato,  mi rialzo e corro di nuovo al 100%, come prima. E non penso al fatto che sono sconfortata, al fatto che ho fatto una figuraccia,  al fatto che il mio allenatore, che credeva in me, potrebbe esserci rimasto male, alle mie le mie colleghe avversarie che stavo battendo, ma che mi sono camminiate sopra per un mio errore.  Non mi interessa: io mi rialzo  corro come si fa,  con onestà e con forza.”  Secondo voi cosa avrà fatto questa atleta: si è ridata da fare al massimo o ha ripreso una corsa in base a quello che poteva fare? Ormai era rimasta ultima! Lo vogliamo vedere quello che ha fatto? Sarebbe bello non cadere mai. Ma pensate che bello vincere dopo essere caduti tante volte! Ci siamo mai sentiti così come questa atleta? Sconfortati, sconfortate anche dopo tanto impegno a  programmare qualcosa per poi ritrovarsi con la paura di non sapere come andrà a finire? Io no mai, assolutamente! Ovviamente, sto scherzando! Quali sono le buche su cui cadiamo?  “Caspita, mi ero ripromesso che non avrei più dato uno schiaffo a mia moglie, e glielo ho dato un'altra volta!” “Ho promesso che non avrei mai più aperto il mobiletto degli alcolici, e invece  sono di qua di nuovo con questo bicchiere in mano.” “Eccomi davanti l'ennesima volta a questo sito che mi ero ripromessa che non avrei più aperto.  No!  Di nuovo ho lasciato a metà qualcosa che a evo cominciato... come per sempre!”  “La malattia è tornata! Eppure ho fatto tutto quello che mi dicevano i dottori... ma è tornata di nuovo! E adesso?” “E questo lutto, questa perdita del mio caro mi fa cos

  6. 19/03/2023

    “Credi tu questo?” | 19 Marzo 2023 |

    Il piano di Gesù non era quello di risolvere solamente i problemi legati alla nostra vita quotidiana, ma di risolvere in maniera globale il problema della VITA: quella scritta tutta in maiuscolo. Quella eterna! Come risurrezione e vita, Gesù sarà sempre lì, al nostro fianco per noi. Credi tu questo? --- Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 21 minuti Immaginatevi di avere un familiare gravemente ammalato, che rischia la vita, e di sapere che c'è uno specialista che potrebbe salvarlo...e che quello specialista è amico vostro... “C’era un ammalato, un certo Lazzaro di Betania, del villaggio di Maria e di Marta, sua sorella.  Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; Lazzaro, suo fratello, era malato.  Le sorelle dunque mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».” (Giovanni 11:1-3) Marta e Maria stanno affrontando davvero questa situazione:sanno che Gesù  ha ridato la vista ai ciechi, ha guarito i lebbrosi e ha scacciato i demoni dagli indemoniati. E tutti questi erano per lui “estranei.” Ma Lazzaro non è un estraneo. Anzi, Lazzaro, Marta e Maria erano grandi amici. Gesù era stato lì per i fine settimana; aveva mangiato alla loro tavola, era come uno di famiglia.  Così, sembra naturale chiedere a lui che intervenga...ma Gesù non interviene...Anzi, deliberatamente rifiuta di andare...minimizza la gravità della malattia: “Gesù, udito ciò, disse: «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato»” (Giovanni 11:4) E così, accade quello che Maria e Marta temevano, quello che, chiamando Gesù, volevano evitare: “Gesù dunque, arrivato, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro... Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto...” (Giovanni 11:17, 21-22) Come si saranno sentite Marta e Maria? Confuse.? Deluse? Un po' imbrogliate? Perché Gesù non aveva guarito Lazzaro; non era stato neppure al suo funerale? Quando Gesù arriva a Betania, Lazzaro è stato sepolto da quattro giorni.  È passata un'intera settimana da quando Gesù ha ricevuto il messaggio della malattia.Lazzaro è morto quattro giorni fa; e lui stava a quattro giorni di cammino... non ce l'avrebbe fatta a raggiungere Lazzaro prima che morisse! Però, un attimo,Gesù ha guarito il servo del Centurione a distanza...Ha guarito un “estraneo”...Perché non l'amico Lazzaro? Se lo chiedono persino le persone davanti al sepolcro! “Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»” (Giovanni 11:37) Sono convinto che se lo era chiesto anche Marta, quando aveva detto: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto..." (v. 21) Ti suona familiare? Le parole della folla non sembrano le mie, e le tue? Parole che abbiamo detto ad alta voce, o pensato tra noi e noi, davanti a momenti bui delle nostre vite?  “Dio, se tu avessi fatto il tuo lavoro questa situazione non sarebbe accaduta. Se tu avessi usato il tuo potere, non saremmo in questa situazione. Ero nel bisogno e Tu non ti sei fatto vivo.” Non c'è bisogno di stare davanti a una  tomba, o di assistere alla malattia di un caro, per avere pensieri come questo. Bastano anche eventi più piccoli, inciampi quotidiani per dirle o pensare.Delusione. Confusione. Dolore. Si presenta in ogni tipo di forma. Abbiamo fede, preghiamo, leggiamo la Bibbia, ci impegniamo verso il prossimo, siamo leali e veritieri...Perché, allora, Gesù, ti volti dall'altra parte, e non fai nulla! Dov'è Gesù quando ne abbiamo bisogno? E anche noi facciamo eco alle parole di Davide: “Fino a quando, o Signore, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a q

  7. 07/03/2023

    Un ponte sul deserto | 5 Marzo 2023 |

    Anche  se non ci siamo mai stati, ognuno di noi, ha visto almeno un deserto. Non i deserti della terra, ma quelli dell'anima: quelli della paura, della solitudine, della dipendenza, della rabbia, della povertà... Molti di noi, come Gesù e grazie a Gesù, ne sono usciti. E quel Gesù che ha vinto il deserto ci chiede di essere un ponte per altri che scavalchi i loro deserti. ---Predicatrice: Lucia Pedoto CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 16 minuti Siamo nella seconda domenica di Quaresima; ci stiamo avvicinando alla Pasqua. Da quello che vi ho detto dovreste avere  già un po' immaginato cosa sia questa foto. Questo deserto della Giudea,  dove Gesù è stato 40 giorni. Forse  ve lo immaginavate sabbioso un deserto, questo è invece roccioso. Siete mai stati o avete mai avuto modo di vedere un deserto? Gesù è stato qui 40 giorni dopo essere stato battezzato e prima di cominciare il ministero: “Allora Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi ,gli disse:”Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Ma egli rispose:”Sta scritto:Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse:”Se tu sei figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti il piede contro una pietra”. Gesù rispose:”E’ altresì scritto:Non tentare il Signore Dio tuo”.Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:”Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori”. Allora Gesù gli disse:”Vattene, Satana poiché sta scritto:”Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano. (Matteo 4:1-11) Gesù nel deserto viene tentato, e  viene tentato sul potere; viene spinto a rinnegare Dio: “ Io ti darò tutto! Stai  dalla mia parte e prenderai  tutto tu!”  Un po' come ne “Il re leone”: l'avete visto il film quando vanno sulla rocca Simba e il padre e dicono il giovane leone: “Tutto quello che è illuminato dal sole sarà tuo.”? Lo tenta sul mettere alla prova Dio; un po' come se noi dicessimo:  “Dai Dio se ci sei tu oggi mi fai trovare lavoro.  Dio se è vero che ci sei oggi io guarisco da questa cosa. Dio se è vero che tu esisti perché mi è successo questo?”  E' stato tentato proprio sulle cose basilari sulle quali possiamo essere  tentati tutti i giorni. La domanda che mi sono fatta è: perché Gesù è dovuto andare nel deserto?  Era una prova? Cioè, Dio lo ha voluto mettere alla prova per vedere se Gesù se davvero capace di tener testa al diavolo,  e allora sì, può andare avanti con il ministero? Oppure è andato per rilassarsi,  della serie “Ragazzi,  mi  aspettano tre anni intensissimi: devo guarire, devo moltiplicare pani, devo parlare davanti a tutti... Fatemi stare' 40 giorni isolato;  mi rilasso gli angeli che mi massaggiano mi sventolano...”? Perché Gesù è andato nel deserto? Prima vi ho chiesto  se siete mai stati in un deserto e la maggior parte di voi ha detto di no; scommettete che ci siete stati? La solitudine, le dipendenze,  l'avidità, la povertà, le tentazioni, la paura, la rabbia,  la ribellione,  lemalattie, le insoddisfazioni,  i tradimenti... non è deserto questo, non sono rocce queste? Noi viviamo tutti i giorni in un deserto;  noi nel deserto ci siamo nati e ci troviamo a vivere in un deserto, perché sappiamo che la nostra gioia, la nostra felicità non viene da quello che è qui.  Quindi, avete visto,

  8. 19/02/2023

    Un bicchiere mezzo vuoto | 19 Febbraio 2023 |

    Quando pensi alla tua vita, pensi ad un bicchiere mezzo pieno, o a uno mezzo vuoto? E come credente, cosa ti aspetti che faccia Dio? Che forse lo riempia? Lo farà... ma non attraverso le opere del mondo. Non ora, ma alla fine. Ma quando tornerà il Figlio. --- Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 24 minuti Nei miei trenta anni di servizio come pastore di questa e di altre chiese uno degli aspetti con cui mi sono sempre dovuto confrontare era la frustrazione. Di quale frustrazione sto parlando? No, non quella della crescita della chiesa in senso di numeri.Vivendo in un piccolo centro di una provincia poco popolata e mal collegata e in generale “refrattaria” alle novità sapevo da subito che la chiesa locale non sarebbe mai stata di centinaia, ma piuttosto di decine... e poche decine. Vi faccio vedere fisicamente la cosa per cui ero frustrato: Questa è l'immagine perfetta che la rappresenta: un bicchiere mezzo vuoto. La frustrazione era di vedere come molte persone avrebbero potuto essere felici se solo avessero accettato di muoversi da dove erano. Se avessero smesso di comportarsi come bambini, di avere il complesso di Calimero (quello che dice ce l'hanno tutti con me perché sono piccolo e nero) ma avessero guardato avanti, vedendo le benedizioni e non gli ostacoli, vedendo la metà piena del bicchiere e non la vuota, e avessero accettato il cambiamento, senza cercare di utilizzare i vecchi metodi del mondo. Devo dire che questa frustrazione continua ancora...perché, in fondo, anche io tendo ad essere così,a vedere ciò che manca e non ciò che c'è già. Meno male che, leggendo la Bibbia ho trovato solidi “compagni di sventura”;da Mosè fino a Paolo. Ed è proprio ad Mosè che voglio partire: “Mosè e Aaronne dissero a tutti i figli d’Israele: «Questa sera voi conoscerete che il Signore è colui che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto. Domattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha udito i vostri mormorii contro il Signore. “ (Esodo 16:6-7 a) Con queste parole, Mosè anticipò il miracolo della manna che il Signore stava per fare a pro del popolo uscito dall'Egitto.  Che strano, non trovate, che Mosè debba dire al popolo che  "questa sera" vedranno la gloria del Signore? Come mai dice così, se già avevano visto il Signore in azione  più volte, sia nelle dieci piaghe d'Egitto e sia nel passaggio del Mar Rosso? Non avevano già conosciuto la potenza del Signore? “Tutta la comunità dei figli d’Israele mormorò contro Mosè e contro Aaronne nel deserto. I figli d’Israele dissero loro: «Fossimo pur morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!» “ (Esodo 16:2-4) Evidentemente non era bastato; evidentemente il popolo era concentrato su quello che mancava nel bicchiere, dimenticando quello che c'era, ovvero che ERANO SALVI! Fermati un attimo e rifletti:quali miracoli hai visto nella tua vita? E quali non hai visto, o non hai visto ancora? Ma (e adesso, sii onesto, sii onesta),quali sono più presenti nella tua mente?A quali pensi più spesso?A ciò che già hai visto e ricevuto, o all'altro?Quale parte del bicchiere stai guardando?Il sotto, mezzo pieno,o il sopra, mezzo vuoto? Facciamo un salto di qualche migliaio di anni, ed arriviamo a Paolo.Quando leggiamo 2 Corinzi 13:1-10 troviamo Paolo, probabilmente uno dei migliori ministri del Vangelo, che esprime una certa frustrazione nei confronti delle congregazioni di Corinto. Leggiamo 2 Corinzi 13:1-10  “Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni parola sarà confermata dalla bocca di due o tre testimoni. Ho avvertito quando ero presente tra di voi la seconda volta e avverto ora, che sono assente, tanto quelli che hanno peccato precedentemente quanto tut

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