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La filiera agroalimentare è la prima ricchezza del paese e l'agricoltura è il suo fondamentale anello produttivo. Un grande settore in continua evoluzione, tra zappa, droni e scienza dei dati. Una nuova e antica epopea che raccontiamo ogni settimana a partire dalle sfide epocali poste dal cambiamento climatico. Ascolteremo scienziati ed esperti e dalle campagne italiane gli agricoltori parleranno di innovazione e best practice della sostenibilità. Dai raccolti in campo ai mercati globali, entreremo nel mondo che “fabbrica” - a cielo aperto e non solo - il nostro cibo.

Madre Terra - L'agricoltura in podcast Radio24 Podcast Originali

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La filiera agroalimentare è la prima ricchezza del paese e l'agricoltura è il suo fondamentale anello produttivo. Un grande settore in continua evoluzione, tra zappa, droni e scienza dei dati. Una nuova e antica epopea che raccontiamo ogni settimana a partire dalle sfide epocali poste dal cambiamento climatico. Ascolteremo scienziati ed esperti e dalle campagne italiane gli agricoltori parleranno di innovazione e best practice della sostenibilità. Dai raccolti in campo ai mercati globali, entreremo nel mondo che “fabbrica” - a cielo aperto e non solo - il nostro cibo.

    Energia pulita a caccia di ettari

    Energia pulita a caccia di ettari

    La corsa alla transizione energetica e gli obiettivi europei di decarbonizzazione, in un quadro normativo ancora lacunoso, hanno scatenato una caccia alle superfici più adatte per installare nuovi impianti che il settore agricolo percepisce come un vero e proprio assalto. Una colonizzazione silenziosa, tra affitti, vendite e in qualche caso espropri di terreni agricoli che ha trovato le imprese fragili ed esposte a forme di accaparramento dei suoli, soprattutto nelle aree più marginali. Il Governo ha provato a mettere una toppa vietando l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra sui suoli produttivi, fatto salvo l’agrivoltaico che concilia energia e produzioni agricole. Ma il danno agricolo arriva anche dall’impatto sul paesaggio. Ne parliamo con Stefano Masini, responsabile Ambiente di Coldiretti. Come è potuto succedere che pannelli solari e pale eoliche si siano trasformati da importante opportunità a minaccia? A raccontarlo dalla Sicilia è Josè Rallo, amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Donnafugata. Per lo sviluppo di entrambi i settori serve chiarezza sulle aree idonee all’installazione degli impianti e una regia razionale del processo di transizione energetica. Come spiega Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.

    L’agricoltura dolce…e un po’ salata

    L’agricoltura dolce…e un po’ salata

    “E poi c’è anche la barbabietola da zucchero…”. Questa frase ha salvato diverse interrogazioni di geografia alle elementari, quando c’era un vuoto di memoria sulle coltivazioni di una regione… perché nel recente passato la bieticoltura in Italia superava abbondantemente i 200mila ettari e c’erano una ventina di zuccherifici. Poi una serie di riforme europee ha portato a una drastica razionalizzazione. E oggi la barbabietola – una coltura decisamente brillante dal punto di vista ambientale - si coltiva su 30 mila ettari in sette regioni, con un unico player nazionale e due zuccherifici. La novità è che quest’anno c’è stato un boom delle semine del 30%, complici le ottime quotazioni, ed entro il 2025 lo zucchero made in Italy sarà tutto certificato biologico o da agricoltura integrata. Ne parliamo con Claudio Gallerani presidente di Coprob-Italia Zuccheri. Dallo zucchero al sale. Un po’ per contrasto, ma anche perché la salicoltura, la coltivazione del sale marino ha diverse caratteristiche che la avvicinano all’agricoltura. Tanto che dal 2019 la Francia ha inserito la saliculture nelle attività agricole nazionali. Una linea già seguita dalla Sicilia e che potrebbe essere adottata anche dall’Italia. A spiegarlo Vincenzo Lenucci responsabile economico di Confagricoltura.

    Algoritmo agricolo

    Algoritmo agricolo

    L’agricoltore servirà ancora fra dieci anni? O un androide dotato di intelligenza artificiale e cappello di paglia gestirà un esercito di robot in campi, serre verticali e allevamenti completamente digitalizzati?  Le sfide della sostenibilità, ma anche la necessità di produrre di più con meno risorse in un clima che cambia velocemente, comportano decisioni e processi sempre più complessi e con molte variabili. Il tutto potrebbe sfuggire - e già sfugge - al controllo dei produttori, specie se questi hanno mediamente più di 50 anni e non hanno una formazione, diciamo, al passo con i tempi.  L’intelligenza artificiale, sulla quale il mondo si interroga, anche in agricoltura può essere un aiuto potente. È una via obbligata? Come e con quali limiti? Ne parliamo con Gianluca Brunori, economista agrario dell’Università di Pisa e responsabile della digitalizzazione in agricoltura per l’Accademia dei Georgofili e con Renzo Cotarella, amministratore delegato ed enologo di Marchesi Antinori.

    Pasta e petali

    Pasta e petali

    Regalare un bouquet di fiori sarà sempre un gesto gentile, ma da qualche anno i fiori sempre più spesso…si mangiano. Freschi in insalate, cucinati in piatti prelibati o trasformati in bevande, salse e marmellate. Si chiamano fiori eduli e non sono una moda passeggera. Non tutti i fiori però sono eduli. Per fare la lista dei buoni si è mossa la ricerca, con l’Italia in prima fila per la sua vocazione floricola. Un nutrito manipolo di produttori si è prestato alla svolta e la nicchia si rafforza. Con i consumatori sempre più curiosi e attratti da un prodotto storicamente ornamentale, già bellissimo, che ora aggiunge al suo fascino un'altra sfera sensoriale, quella del gusto, che in Italia ha sempre un grande potere. Naturalmente protagonista del nuovo trend anche un esercito di chef praticamente scatenati. Con ricette floreali come il cappuccino di zucca ai fiori di escolzia, il burro ai fiori di begonia, il pesto di viola, la crema di lavanda in vasetto di cioccolato. Ne parliamo con Barbara Ruffoni, coordinatrice del Progetto italo-francese Antea sui fiori edibili e responsabile della sede di Sanremo del CREA Orticoltura e Florovivaismo, con Silvia Parodi, dell’azienda agricola biologica RaveraBio e Tastee.it di Albenga, e con Nada Forbici, Presidente di Assofloro e Coordinatrice della Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti.

    Peste suina: prosciutti Dop appesi a un filo

    Peste suina: prosciutti Dop appesi a un filo

    Vi ricordate le zone rosse, gialle e arancioni durante l’epidemia Covid? Ora dimenticate le ansie legate alla salute umana e pensate a una mappa degli allevamenti suinicoli, la gran parte al nord, che da oltre due anni e sempre più spesso, si ritrovano inclusi in fasce di rischio simili a causa della Peste suina africana, un’infezione mortale per i maiali, contro la quale non esistono vaccini. Ma che non comporta nessun pericolo sanitario per l’uomo. Il rischio grave per gli umani casomai è economico. Per le pesanti restrizioni sull’export di carni e salumi provenienti dalle zone classificate e per gli impatti su allevamenti e prezzi. Il prosciutto di Parma che ricava dall’export oltre un terzo del suo fatturato, sta già perdendo colpi in Giappone cedendo spazi al concorrente spagnolo Serrano. A Parma sono stati già trovati 33 cinghiali positivi. Un maiale italiano su due viene allevato in Lombardia. E qui sono stati quasi 13mila i maiali colpiti dalla peste suina africana. L’Italia si è mossa in ritardo? E ora che si fa? Ne parliamo con Rudy Milani, allevatore e presidente nazionale dei suinicoltori di Confagricoltura, con Davide Calderone, Direttore Assica, e con Chiara Piancastelli, responsabile dell’ufficio ricerca e qualità del Consorzio del Prosciutto di Parma. Perché la filiera suinicola nazionale, quasi tutta destinata alle grandi Dop, è in allarme rosso.

    ​Più vino…meno veritas

    ​Più vino…meno veritas

    Il vino piace o non piace più? E a chi? Ci facciamo queste domande perché i consumi di vino sono in calo. Un po’ per la crisi economica, un po’ per un trend salutista che lo ha catapultato dalla barrique al banco degli imputati. E ne soffre anche l’export. In vino veritas, forse non va più bene. E si fa strada il nuovo trend del vino alcol-free. L’effetto clima poi colpisce anche i vigneti. Con le ondate di caldo e siccità la produzione nelle tradizionali aree vocate diventa sempre più critica e i disciplinari dei grandi e preziosi vini Doc, Docg e Igt - che fissano parametri precisi e zone di produzione - rischiano di diventare come l’atlante del nonno. Con vecchi confini superati dalla nuova geografia climatica. Allora qual è il futuro del vino? Dealcolato e delocalizzato? Ne parliamo con Giorgio dell’Orefice, giornalista di Radiocor-Il Sole 24 Ore, e con Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia del Crea.

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