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Le elezioni europee di giugno decideranno in che direzione andremo nei prossimi cinque anni. Con una pandemia e una guerra dentro i confini del Continente, il mondo è cambiato dal voto del 2019. Che Europa siamo, e che Europa diventeremo? La redazione Esteri del Corriere e i suoi corrispondenti hanno cercato una risposta viaggiando insieme ai fotografi di Prospekt da un punto all’altro dell’Unione per raccontare i grandi temi del dibattito politico e sociale: le cose che ci uniscono e quelle che ci dividono, le buone e le cattive pratiche, i problemi che ci riguardano tutti, le soluzioni che possono diventare comuni. “Questa è l’Europa” è un progetto lungo dieci settimane, declinato in tutte le piattaforme del Corriere della Sera: oltre a questa serie podcast, sul giornale e sul web.
Questa è l'Europa è un podcast della redazione Esteri del Corriere della Sera scritto da Alessandra Coppola
Direzione artistica: Samuele Pellecchia
Producer: Francesco Merlini
Mix, Sound Design e musiche originali: Federico Chiari
Coordinamento: Francesco Giusti
Audio in presa diretta per la prima puntata: Pietro Masturzo


Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

Questa è l'Europa Corriere della Sera

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Le elezioni europee di giugno decideranno in che direzione andremo nei prossimi cinque anni. Con una pandemia e una guerra dentro i confini del Continente, il mondo è cambiato dal voto del 2019. Che Europa siamo, e che Europa diventeremo? La redazione Esteri del Corriere e i suoi corrispondenti hanno cercato una risposta viaggiando insieme ai fotografi di Prospekt da un punto all’altro dell’Unione per raccontare i grandi temi del dibattito politico e sociale: le cose che ci uniscono e quelle che ci dividono, le buone e le cattive pratiche, i problemi che ci riguardano tutti, le soluzioni che possono diventare comuni. “Questa è l’Europa” è un progetto lungo dieci settimane, declinato in tutte le piattaforme del Corriere della Sera: oltre a questa serie podcast, sul giornale e sul web.
Questa è l'Europa è un podcast della redazione Esteri del Corriere della Sera scritto da Alessandra Coppola
Direzione artistica: Samuele Pellecchia
Producer: Francesco Merlini
Mix, Sound Design e musiche originali: Federico Chiari
Coordinamento: Francesco Giusti
Audio in presa diretta per la prima puntata: Pietro Masturzo


Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    8. Austria, Olanda. La rabbia degli attivisti e l’orgoglio degli agricoltori

    8. Austria, Olanda. La rabbia degli attivisti e l’orgoglio degli agricoltori

    Cosa significa, oggi, essere «verdi» in Europa? In Austria gli attivisti per il clima come Lena Schilling entrano nel partito dei Verdi, che ha quarant’anni di storia, mentre gli ex studenti dei Fridays for Future, a cinque anni dagli scioperi scolastici, si alleano con i sindacati e gli autisti dei mezzi pubblici. Ma c’è anche il «fianco radicale», incarnato dal movimento Ultima Generazione, che cerca di scuotere il dibattito politico con azioni «antipatiche», imbrattando i quadri o bloccando strade.  Nei Paesi Bassi, secondo esportatore di prodotti agricoli al mondo, gli allevatori si oppongono alle rigide regole fissate dai politici di città «lontani dalla campagna», che prevedrebbero l’abbattimento di circa la metà dei capi di bestiame, sostenendo un partito nuovo come il BBB, il movimento dei contadini cittadini. Qui il termine «polder», oltre ai terreni sottratti al mare, può riferirsi al pragmatismo di trovare soluzioni: scientifiche o di compromesso. Un modello, oggi in crisi, da cui i Paesi Bassi — e l’Europa — possono ripartire.
    Con Alessandra Coppola, Marilisa Palumbo, Matteo Castellucci.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 44 min
    7. Belgio, Olanda. Salute mentale, bussole e carezze

    7. Belgio, Olanda. Salute mentale, bussole e carezze

    Ad Eindhoven, in Olanda, dove la «tecnologia calda» sperimenta cure su misura, con soluzioni come la «bussola del buon ritorno». È un cambio sistemico che riconosce la demenza come una questione sociale, e non soltanto sanitaria. Nell’Unione Europea le persone che convivono con patologie neurologiche come l’Alzheimer sono circa 10 milioni. La seconda tappa è Geel, nelle campagne del Brabante belga, per allargare lo sguardo alle malattie mentali. Qui, dal tredicesimo secolo, le famiglie ospitano i «matti» in casa. È un modello di inclusione protetto dall’Unesco che dà lo spunto allo scrittore Paolo Di Stefano per una riflessione sulla «lunaticità» a partire dal Medioevo. Che cosa resta oggi di questa tradizione? Il viaggio si sposta nei dintorni di Gand, dove una giovane donna autistica ha trovato casa e, per la prima volta, è riuscita ad abbracciare la mamma.
    Con Alessandra Coppola, Michele Farina, Paolo Di Stefano.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 48 min
    6. Finlandia e Germania. L'atomica non muore mai

    6. Finlandia e Germania. L'atomica non muore mai

    Sulla costa occidentale della Finlandia, a Olkiluoto, un anno fa è stato attivato il quinto reattore nucleare del Paese, il più potente in Europa. Qui l'energia atomica è percepita come parte della transizione ecologica: prevale il pragmatismo della popolazione, inclusa quella che abita vicino all'impianto, anche per ragioni geopolitiche: rendersi autonomi dalla Russia. La Germania, dove è radicata la "cultura anti-nuke", ha invece deciso di spegnere le sue centrali atomiche, ma è un processo lungo decenni. Dalla Baviera al Brandeburgo, la Repubblica federale deve ancora capire come smantellare gli impianti e soprattutto dove sotterrare le scorie radioattive (su cui la Finlandia ha un piano: seppellirle a 450 metri di profondità, dove "saranno al sicuro per centomila anni").
    Con Alessandra Coppola, Mara Gergolet, Samuele Finetti.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 39 min
    5. L’ultradestra suona il rock (con un intervento di Jonathan Bazzi)

    5. L’ultradestra suona il rock (con un intervento di Jonathan Bazzi)

    A Budapest, il concerto degli Assalti romantici, abbreviati in Romer, sembra un raduno dell’estrema destra che, non solo qui, in questo rock identitario si riconosce. All’Europarlamento i partiti di quest’area sono raccolti in Identità e Democrazia, che con le elezioni di giugno potrebbero diventare il terzo gruppo dopo Popolari e Socialisti. Paolo Valentino analizza da dove viene il nuovo exploit dei sovranisti, soprattutto nell’Europa Orientale, e dove ci porterà. Dall’Ungheria darà il suo contributo  “Nostra Patria”, movimento a destra di Viktor Orbán, che interpreta, ci racconta il suo leader, l’ostilità diffusa nei confronti di immigrati, minoranza Rom, lobby gay. Un grande fraintendimento: lo scrittore Jonathan Bazzi spiega che quella che viene chiamata dagli ultranazionalisti “propaganda omosessuale” è solo necessità di affermare la propria esistenza.
    Con Alessandra Coppola, Paolo Valentino, Jonathan Bazzi.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 41 min
    4. Sul corpo delle donne. Le madri single danesi e l’aborto impossibile a Malta

    4. Sul corpo delle donne. Le madri single danesi e l’aborto impossibile a Malta

    Malta e Danimarca. Due Paesi che fanno parte della stessa Unione europea eppure agli antipodi, non solo geografici. Due poli opposti sull’idea di famiglia, di procreazione, di maternità, sulle possibilità di scelta che le donne hanno riguardo al proprio corpo. È il terreno più delicato su cui si combattono oggi conservatori e progressisti. In Danimarca possono accedere alla fecondazione assistita anche le donne single, chiamate "solomor", ha sede qui la più grande banca del seme del mondo e i libri per bambini registrano la possibilità di una famiglia diversa da quella convenzionale. A Malta, invece, l'aborto è vietato in quasi tutti i casi: chi si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata lo fa in solitudine, con il terrore della delazione se non di finire in prigione, e spesso, se non può permettersi di andare all'estero, ricorre a pillole procurate su internet. 
    Con Alessandra Coppola, Monica Ricci Sargentini, Irene Soave.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 43 min
    3. Il grande "gioco" del traffico di migranti (con Roberto Saviano)

    3. Il grande "gioco" del traffico di migranti (con Roberto Saviano)

    In Bulgaria, sulle tracce dei trafficanti di esseri umani che vendono viaggi clandestini per arrivare in Europa, anche promuovendo i loro servizi su TikTok. Il Paese è di transito: avamposto dell'Area Schengen di libera circolazione, ci passa la Rotta Balcanica dei migranti. A essere bucato è il confine con la Turchia, Sofia vuole dimostrare all'Ue di poterlo gestire. La rete illegale ruota attorno al quartiere arabo della capitale: gli “smuggler” sono per ruolo simili agli scafisti, la tratta è gestita da grosse mafie che hanno strategicamente base fuori dall'Unione Europea. Di questo “gioco” però, come lo chiamano in Bulgaria, le polizie europee riescono a intercettare solo le ultime pedine: l’analisi di Roberto Saviano.
    Con Alessandra Coppola, Alessandra Muglia, Giuseppe Sarcina.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

    • 37 min

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