tilde

Riccardo Palombo & Antonio Dini
tilde

Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.

  1. Dutch oven, cosa ci resta del New England, le due Emily

    12/12/2023

    Dutch oven, cosa ci resta del New England, le due Emily

    Antonio ha finito le sue trabahanze (che poi si dovrebbe scrivere più correttamente “trabajanza” ma vabbè), metà lavoro metà vacanza. Con un ultimo viaggio a Philadelphia, New York e Boston si chiude un ciclo durato tutto il 2023 che lo ha visto fare flanella anche a Washington DC, Buenos Aires, Tokyo e Seoul. Cos’è rimasto di tanti giri nel New England? Un sacco di abiti termici di Uniqlo. Una scoperta fatta anni fa anche da Riccardo per la corsa: quando l’inverno si fa duro, la termica sotto fa la differenza per i duri che vogliono giocare. → Link e citazioni: https://tilde.show/podcast-33 Via, passiamo alle cose serie. Si parla di libri, ovviamente. A partire da una delle mille librerie dell’usato americane che non finiscono mai e sono meravigliose, strapiene, affastellate di libri e libricini in inglese, tra tascabili e microtascabili ma anche rilegati e tutto il resto, affogate da scaffali di legno, sezioni di vinili in cassetta della frutta, mucchi di calendari, cd e giochi di carta, mensolate piene di qualsiasi cosa, corridoi coperti di moquette e sopra tutto quell’odore di colla anti-tarme che solo nelle case di legno americane. Belli i libri usati e abusati. Però adesso tutto costa più caro, anche là. Perché negli Usa i prezzi sono aumentati, mica solo qui. E di brutto. Parliamo di libri, dicevamo. Antonio ha comprato un libro usato di fantascienza di Philip José Farmer, Traitor to the Living, e poi quando è tornato gli hanno mandato un libro che parla di roba nuova nuova: Commodore 64 VS ZX Spectrum di Jurij Gianluca Ricotti. Un libro romantico sulle passioni degli adolescenti di una volta, impaginato un po’ a rivista. Si legge random, con un dado, proprio come si può leggere a caso anche l’altro libro pescato da Antonio, cioè il clamoroso Rayuela. Clamoroso perché è un libro strepitoso, fondamentale, uscito negli anni Sessanta e che ridefinito l’idea stessa di romanzo creando “un disordine necessario”. Riccardo sta leggendo invece Joyland di Stephen King. Gran libro, non lo conosceva ed è un testo bello teso di paura e d’amore. Un classicone nelle mani del Maestro del Maine. E scritto veramente bene. In compenso, Riccardo ha abbandonato La montagna incantata di Thomas Mann. Invece, sta leggendo anche la biografia di Emily Dickinson intitolata Come un fucile carico e scritta da Lyndall Gordon, una famosa per scrivere biografie di gente importante. In questo caso la Gordon porta avanti la teoria che la Dickinson avesse l’epilessia e questo spiegherebbe molte cose, soprattutto molte sue poesie, che hanno una storia incredibile così come tutta la produzione della Dickinson. Stesso concetto (no, non l’epilessia) si applica a Emily Brontë, un’altra biografia che Riccardo ha chiesto a Babbo Natale. Anzi, ai suoi genitori (ci sono le prove, il vocale con la richiesta!) e che arriverà sotto l’albero. Almeno, lui ci conta. Durante il Black Friday Antonio si è comprato la dutch oven, la pentola di ghisa smaltata olandese, che va sui fornelli e in forno. E si sta facendo minestroni, arrosti, il pane e tante altre cose. Dev’essere la crisi di mezza età. Nel podcast c’è anche la ricetta per fare il pane (provata e viene bene). Sul serio. E poi Ian Fleming intanto è tornato in libreria. Questa volta hanno fatto uscire un’altra cosa, pubblicata dalla Nave di Teseo e non da Adelphi: Thrilling Cities, una serie di reportage pubblicati ai tempi sui giornali inglesi e che ancora oggi si leggono benissimo. Così come il libro di Gian Marco Biffi, che andava di moda l’anno scorso ed effettivamente merita: Ferrovie del Messico. Scritto bene, forse un po’ lungo, ha il suo vezzo, fare i virgolettati senza le virgolette: gustoso. Riccardo quando passerà dalla libreria lo aprirà e leggerà un paio di pagine a caso, per vedere com’è. L’estratto fatto a mano, insomma.br...

    33 min
  2. Ciascuno dentro la sua bolla, a girare attorno al sole.

    01/11/2023

    Ciascuno dentro la sua bolla, a girare attorno al sole.

    Viaggio veloce attraverso modi differenti di pensare i libri, le app per la radio e le traduzioni dei libri. → Tutti i libri citati: https://tilde.show/podcast-32 Dopo una lunga pausa tornano i due famosi ladri di tè che tutti noi amiamo. Registriamo la mattina dell’evento serale di Apple, come al solito, quindi non parliamo di nuovi Mac e nuovi processori. E non parliamo neanche di Matthew Perry, l’attore che ha interpretato Chandler Bing di Friends, che piace ad Antonio e non tanto a Riccardo (che non è della generazione a cui piace Friends). Coccoliamo il nostro autismo, chiudiamoci in noi stessi e facciamo quel che ci pare. Ciascuno dentro la sua bolla, a girare attorno al Sole. Mentre Antonio ha aperto un canale ”stereo” (sia su Whatsapp che su Telegram) che si chiama Mostly Apple, Riccardo sta continuando a leggere il libro sulla Missione Rosetta: la sonda progettata nel 1994 e lanciata all’inizio degli anni Duemila. Come faranno? Se lo chiede Antonio e Riccardo ha un sacco di risposte a partire dal ruolo dei giovani. Parliamo di libri: che differenza c’è tra ”saggistica” e ”varia”? È tutta una questione di posizionamento, cioè di marketing. Lo dimostra anche il libro di Giovanni Floris, che va proprio a giocare sulla saggistica, perché basta poco per avere successo. A differenza della varia, dove ci sono i libri di cucina e per emergere in classifica uno deve vendere un sacco di copie. Trucchetti furbetti. I nostri ladri di tè hanno letto un po’: on Cervelli Menti Algoritmi si parla davvero di intelligenza e di cosa succede nelle persone e nei computer. Nel caos di libri sulle AI questo è uno dei pochi che secondo Antonio hanno senso. Riccardo si è letto un libro terribile, non compratelo: In viaggio con Rimbaud. Invece Riccardo si è comprato Lettere a Theo, di Vincent Van Gogh, che è fenomenale. A Riccardo i libri epistolari piacciono assai, a quanto pare. E piace anche moltissimo la app della Rai per riascoltare le trasmissioni, per una volta schiette e oneste e non rimpacchettate come fossero dei podcast (che poi non lo sono). Si chiama RaiPlay Sound. Riccardo poi ha iniziato a comprarsi le cassette (rossa, blu) dei libretti fatti per essere poi spediti, se uno vuole. La cassetta che Riccardo ha comprato è quella rossa, con Shakespeare, Hugo, Brontë, Woolf. Antonio ha beccato una vecchia antologia (del 1981) intitolata Gli eroi dell’ombra con dei racconti sulle spie di inizio Novecento che ha un mix di autori spettacolare, perché ci sono dentro anche pesi massimi come Mark Twain, Guy De Maupassant, Graham Greene, Jorge Louis Borges, ed è stata curata da Laura Grimaldi e Marco Tropea. Questo lo ha portato a comprarsi un libro di uno dei padri delle spy story che non conosceva, cioè Eric Ambler, con La maschera di Dimitrios. Parlando di traduzioni Riccardo propone: perché non impariamo il russo e tra dieci anni possiamo leggerci Fëdor Dostoevskij in lingua originale. Bella idea, dice Antonio: vai avanti tu che io ti aspetto qui. Riccardo sta leggendo Il Male oscuro di Giuseppe Berto e gli piace un sacco: ha fatto l’upgrade dall’ebook al libro cartaceo ovviamente usato. E uno Zagor, già che ci siamo (quello non ve lo mettiamo in lista qui sotto, però). Chiudiamo in bellezza con l’ossessione di Antonio per i libri della Penguin telati: Tales from the Thousand and One Nights. Comprato sia perché ha uno stupendo apparato critico di Robert Irwin che da solo vale il libro. E poi perché la traduzione di Malcolm C. Lyons e Ursula Lyons è nuova e spettacolare, fatta dall’originale arabo, saltando a pie’ pari le traduzioni fatte soprattutto in francese che sono infedeli e infantili (le edizioni italiane tendenzialmente pescano da quelle francesi). Le Mille e una notte, peraltro considerata una ”bambinata” dagli...

    43 min
  3. I libri che abbiamo comprato, i libri che abbiamo venduto

    29/09/2023

    I libri che abbiamo comprato, i libri che abbiamo venduto

    Eccoci qua. Riccardo, che al mare non ha più librerie, e Antonio, che invece ricorda le prime scoperte, come P.G. Wodehouse, fatte proprio alla “Diffusione del libro” di Lido di Camaiore. Chissà se c’è ancora. (NdR, Nota di Riccardo: sì, c’è ancora.) → Tutti i libri citati: https://tilde.show/podcast-31 Intanto, siamo tutti tornati a casa: Riccardo, dopo un periodo lunghissimo al mare, dove si è anche infortunato ed è stato fermo tutto il mese. E per sfogarsi ha fatto un altro ordine dal Giappone! Invece Antonio, che questa estate ha viaggiato di più come sapete, si è comprato più cose “sul posto”: ad esempio, la biografia di Nicolas Bouvier, il giornalista svizzero di cui aveva già letto il libro sul Giappone. Uno che diceva che una nuova lingua si impara cominciando dai proverbi: lui infatti aveva memorizzato un sacco di proverbi giapponesi, imparando così pure la lingua. Antonio a Washington D.C., in un capannone pieno di volumi usati, ha comprato un libro di fantascienza che già aveva a casa da quando era un ragazzo, di Philip José Farmer, che costava un botto, 16 mila lire. E poi l’edizione più recente di Akira (i sei volumi del manga di Katsuhiro Otomo). Ma la vera domanda è: dove li mette Antonio tutti questi libri? Perché non se li vende? Per alcuni serve comunque tempo: ad esempio quello su Bouvier ci vorrà un bel po’ a leggerselo: per questo il volumetto segue Antonio nello zainetto, tra Budapest, Dublino e tutte le altre destinazioni. Invece, come dicevamo, Riccardo non ha letto moltissimo, periodaccio da questo punto di vista, e ha pure abbandonato (per adesso) la Montagna incantata: troppo lento. Invece, ha letto roba piccola: Ugo Cornia che scrive Sulla felicità a oltranza parlando di morti di parenti uno via l’altro. E poi, per chiudere l’estate, si è letto un libro di quelli venduti in edicola della collana Piccoli Tesori: Virginia Woolf con Una stanza tutta per sé. Un libro pericoloso da leggere, perché bello e profondo che ti rovina per settimane tutto quello che provi a leggere dopo. Per fortuna ci sono le Lettere del veggente di Rimbaud, che sono fatti da un piccolo editore che li ha messi nel formato di ”un libro da spedire” (si chiudono e si mandano, fantastico). È l’unica cosa che Riccardo si è concesso dopo Virginia Woolf. Più o meno nello stesso periodo ad Antonio è finalmente arrivato uno dei libri che ha comprato su Kickstarter: non quello sulle tastiere ma quello su Douglas Adams, l’autore della Guida galattica per gli autostoppisti. Unica cosa brutta, a parte l’attesa: è arrivato con i soliti 6 euro e rotti di ”tassa postale per servizio sdoganamento”. Più il postino che non passava e non lasciava neanche l’avviso, pur dicendo di averlo fatto. L’altro arrivato proprio stamattina è il nuovo Adelphi con la traduzione di un altro romanzo di 007 di Ian Fleming. Una ”saga” che va avanti dall’inizio di Tilde. L’amico di Antonio che compra i romanzi di Fleming assieme a lui (ciao Luca!) si scrive anche con Adelphi per sapere quando esce un volume nuovo. Breve digressione: come si vendono i libri usati? Riccardo lo fa, Antonio proprio non ci riesce. Ci sono dei trucchi, e uno è quello del ”gruppone”, un po’ per i videogiochi e un po’ per i film, ma vale anche per i libri. Andiamo avanti, perché di libri ce ne sono proprio tanti: a Riccardo è piaciuto molto quello in cui Paolo Ferri parla di Marte (appena uscito per Cortina Editore), e quindi ha cercato quello prima, sulle comete e su Rosetta. Molto bello davvero. Intanto Antonio continua a comprare i libri pocket rivestiti in stoffa di Penguin, i Little Clothbound Classics, dove ci sono dei romanzi brevi meravigliosi. Da Chekhov ad Anaïs Nin, fino a Italo Calvino. Stiamo parlando della stessa edizione che avevamo già citato per Colazione da...

    37 min
  4. Un paio di bazzecole e qualche buon libro

    01/08/2023

    Un paio di bazzecole e qualche buon libro

    Mettiamola così: uno se ne sta bello comodo in mezzo ai boschi, l’altro è tornato dal Giappone e si è trovato in mezzo a una tempesta di fulmini e grandine a Milano. → Tutti i link citati: https://tilde.show/podcast-30 Faceva caldo anche in Giappone, ma Antonio ha fatto un bel giro della città giapponese, e poi anche una giratina a Seoul, già che c’era. Le considerazioni? Parecchie: si lavora bene, ci sono musei straordinari, il caldo a luglio è torrido ma il sole non brucia, il jetlag è come un serpente: vorresti buttarti a terra e dormire. Ma sopra tutto: i mezzi pubblici sono uno spettacolo. Tutto ordinato e a posto. Una civiltà superiore, altro che, mica come quei simpatici caciaroni dei coreani. Viene voglia di ripiegare la casa in una scatola di fiammiferi, infilarsela in tasca e andare a vivere là, almeno per un po'. Visto che era a Tokyo nei giorni giusti, Antonio è anche andato a vedere l’ultimo film di Hayao Miyazaki (quello con il titolo impronunciabile uscito un po’ a sorpresa, che arriverà più avanti anche da noi). C’è andato come si va all’opera: leggendosi il libretto, perché del film in giapponese ovviamente non capiva niente. Infine, siccome le cose che restano nel cuore sono quelle che si mangiano, evviva gli onigiri, i paninetti giapponesi che costano un’inezia mentre all’Esselunga ti viene da piangere quando li vedi a due euro e 50. Vabbè. C’è poi da ragionare un attimo sul software, intelligente o meno, che sta diventando aggressivo e finirà che ci denuncia tutti. Soprattutto Riccardo quando insulta Alexa o Antonio quando cerca di convincere ChatGPT che “afrore” viene da Africa. Non c’è più rispetto per le persone anziane, viene da dire. Passiamo ai libri. Con Antonio si fa presto: ha comprato ma non ha ancora letto né Status and Culture né Ametora entrambi di W. David Marx. Sono due saggi fichi sul Giappone, la moda, il perché cerchiamo di essere più di quel che siamo. Terzo libro: Il catalogo dei santi ribelli dell’ex vicino di blog di Antonio sul Post Leonardo Tondelli. Preso per due motivi: uno è che è un gran libro (Tondelli scrive da dio) e due perché è una raccolta riorganizzata di post del blog: un buon esempio per il libro sul Giappone a cui sta lavorando Antonio? Lui lo spera. Veniamo a Riccardo, che invece ha fatto acquisti portentosi. A cominciare da 20 diconsi 20 libri di P.G. Wodehouse. Tutti usati, ovviamente. Ne parlavamo la scorsa puntata e adesso Riccardo ha fatto incetta sui siti. Ha già iniziato a leggere Aria di tempesta del ciclo del castello di Blandings, ma ne ha abbastanza per arrivare sino al 2030, quando le auto saranno tutte elettriche e il pianeta sarà tornato verde (sì, come no). Poi, Riccardo ha preso anche un delizioso classico della letteratura sovietica tradotto da Paolo Nori e scritto dal Bukowski russo: Mosca-Petuškì: poema ferroviario di Venedikt Vasil’evič Erofeev. Un libro per alcolizzati e amanti dei treni. Quindi, un altro classicone, questa volta di Nicholas Mirzoeff, che appartiene a questa nostra epoca fortunata in cui i manuali non sono più verticali e super analitici ma offrono un punto di vantaggio dal quale guardare e capire tante cose del mondo. Nello specifico, il titolo è proprio così: Come vedere il mondo. Un’introduzione alle immagini: dall’autoritratto al selfie, dalle mappe ai film. Tanta roba, se piace il genere. Infine, un libro che a Riccardo proprio non è piaciuto, nonostante la fama di Fernanda Pivano, la sua autrice: ‌I miei amici cantautori. Perché? Diciamo che è un po’ impreciso su alcune cose, per essere gentili. Ma nel podcast i ragazzi non ci vanno tanto per il sottile. Sempre pronto a dare una mano anche nelle stroncature, Antonio si lancia in un improvvisato pippone sull’equivalenza tra la chitarra elettrica e il romanzo...

    38 min
  5. Tappi o fucile ~ Leggere Wodehouse ~ Laptop o Mini PC ~ Pirateria ~ Magnum P.I. e PTSD

    03/07/2023

    Tappi o fucile ~ Leggere Wodehouse ~ Laptop o Mini PC ~ Pirateria ~ Magnum P.I. e PTSD

    A Milano fa ancora caldo e umido. In montagna, tra Udine e la Slovenia, invece, c’è un gran bel fresco. Riccardo si gode la stagione estiva migliore, quella che permette di andare a correre con la tutina termica e rilassarsi tra i boschi ombrosi. Antonio si prepara invece a partire per l’Asia e tanti saluti a tutti. → Link e note: https://tilde.show/podcast-29/ Ma sapete una cosa? Bisognerebbe stare in montagna un po’ di più di due settimane. Non d’inverno, perché poi piove e nevica, ma d’estate. Perché, per Riccardo, d’estate vivere la città d’estate è male (e anche d’inverno, insomma). Comunque, Antonio ha una teoria: abbandoniamoci al caldo, non opponiamo resistenza. Da quando ha gli infissi nuovi montati a casa resiste molto meglio all’estate. Anche perché in città è vero che di giorno mancano i mezzi ma in compenso di notte c’è sempre casino: feste, musica a manetta, fuochi d’artificio, i compressori dei condizionatori sui tetti che vanno come treni. Riccardo? Lui ha risolto tutto con un orcio pieno di tappi per le orecchie, comprato sui siti cinesi: forse non ci sentirà mai più, ma almeno dorme bene. Quando i ragazzi hanno registrato questa puntata era il compleanno di Riccardo: 43 anni! Il vantaggio di Antonio si è momentaneamente accorciato (ma tra pochi mesi ci sarà come sempre l’allungo). La stagione estiva e le vacanze pongono uno stimolante quesito informatico: quale computer portarsi dietro? Riccardo ha preso su un Mini PC con schermo portatile. Ottimo, flessibile e potente per fare tutto quel che serve. Antonio invece ha provato il MacBook Air 15 con il processore Apple M2 e ha scoperto che scalda meno dell’Air 13 M2. È una buona notizia. E l’anno prossimo, quando uscirà il MacBook Air M3, rimarrà lo stesso fattore di forma della scocca? Si pensa di sì. Dopotutto, quelli di Apple mica come fanno gli asiatici, che lanciano una ventina di computer diversi all’anno. Apple le scocche le deve ammortizzare. Come il vecchio MacBook Intel con schermo da 12 pollici di Antonio, che ha fatto tre o quattro generazioni perché il progetto tecnico di base e la linea di costruzione che era stata costruita richiede poi anni per essere ammortizzata. L’avevano capito che non era venuto bene, ma hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco. La domanda di Riccardo però è più intrigante: ci saranno mai i MacBook con eInk? O gli iPad eInk? Chissà. Intanto Riccardo usa il suo eInk Android per leggere anche in montagna. E Antonio si porta il Kindle Scribe. Dove se lo porta? Ricordate che Antonio va in Giappone, a luglio? Come libri da leggere si porta la guida Japan by Rail, Giappone in treno, che già l’avevamo detto. Invece non avevamo detto che ha preso Il pellegrinaggio in Oriente di Herman Hesse peraltro per motivi alquanto singolari. Infatti, Antonio aveva recensito un libro di management, ‌When Woman Lead di Julia Boorstin, che a sua volta cita un altro autore, Robert K. Greenleaf, che negli anni Settanta si era inventato il termine ”servant leadership”, un tipo di leadership aziendale. Il quale Greenleaf a sua volta aveva preso ispirazione per l’idea della “servant leadership” dal libro di Herman Hesse, Il Pellegrinaggio, che è degli anni Trenta. Insomma, un giro lunghissimo per leggere un libro bello corto. Ma ci sta. Altro libro per Antonio sarà Storia universale dell’infamia di Borges. Sempre Adelphi, che è quasi una droga. Come per quella ragazza che se li sta leggendo tutti, i libri pubblicati da Adelphi. Una vera matta. Il link alla sua storia è nelle note. Riccardo in vacanza è un po’ fermo con la Montagna incantata. Ha ripreso, ma è sempre tanta tanta roba da leggere. Per spezzare si è portato un libriccino della Biblioteca di Cuore (presidente Michele Serra). Si intitola L’amore tra i polli, di P.G. Wodehouse. Un autore che è...

    44 min
  6. Non prendi in giro nessuno quando ti porti il laptop al coffee shop

    08/06/2023

    Non prendi in giro nessuno quando ti porti il laptop al coffee shop

    Pronti per le nuove trabahanze, con buoni libri da leggere (Thomas Mann, Chuck Palanuck) e qualche riflessione sulle mappe e le guide da usare in viaggio. Facile andarsene un po’ in vacanza e un po’ al lavoro per l’Italia. Ma provate un po’ a farlo all’estero. In questa nuova puntata di Tilde, ormai agli sgoccioli della seconda stagione, parliamo proprio di questo. Riccardo è in Sicilia. C’è sempre il sole a parte il solito temporale delle 14. Note della puntata: https://tilde.show/podcast-28/ Modalità da viaggio secondo il nostro uomo: portatilino, microfono e occhiali da sole. C’è da dire che a una certa età i 12 pollici dello schermo del portatilino diventano un incubo e Riccardo non ne può più. Forse è per questo che continua a comprare compulsivamente computer (scherziamo, ma neanche tanto) e a rimetterli in pista per poi stufarsi velocemente e passare alla prossima “caccia” sui soliti siti e mercatini. Dopo la Sicilia, arriverà il momento del Friuli, ma ne riparliamo tra un attimo. Antonio intanto non si schioda di un centimetro per quanto riguarda la dotazione tech: MacBook Air M1 d’ordinanza e iPhone. È così che si prepara alle prossime due trabahanze. A inizio luglio 15 giorni a Tokyo e a cavallo tra agosto e settembre altri 15 a New York. E visto che si parla di viaggi, parliamo anche di ebook reader: per Riccardo un Onyx eInk a colori con Android. Una bomba: si scrive senza latenza, buona la tastiera (americana) e la penna. E poi grande usabilità. Lo schermo da 10 pollici fa la differenza perché in realtà l’interfaccia Android un po’ spiazza. Si naviga su internet alla grande, però. Antonio invece sta usando il Kindle Scribe, che è ottimo per scrivere e leggere e basta. Ma di suo ha che costa relativamente poco e l’hardware è di qualità. Inoltre, adesso ci si possono spedire gli ePub! Pazzesco. E il buon vecchio reMarkable? Preistorico, al giorno d’oggi, anche se è veramente elegante e sottile. Meglio il Kobo Elipsa, ovviamente con la penna. Chiudiamo questa sezione con un ragionamento: ma chi li usa questi device con schermo eInk? Gli studenti che prendono appunti e studiano. Ma anche chi deve fare corsi di orientamento, ad esempio. O chi passa il tempo in riunione e non è che può chiudersi dentro il computer. Alla fine, però, diciamocelo: la gente si compra l’iPad, perché ci fa anche altro. Infatti lo schermo eInk serve solo se lo usi proprio tanto o se lo usi anche fuori. Ah, ancora una cosa di tecnologia: Wayland, che ormai su Linux ti fa abbandonare quel che c’era per i windows manager nuovi, che includono server grafico e ambiente desktop integrati in un unico pacchetto (anche per Kde o Gnome). E poi di Asahi Linux, cioè il porting del pinguino su Apple Silicon: è la community da dove oggi arrivano più innovazioni per il kernel Linux. Ci sono ragazzi che stanno facendo cose ottime (sapevatelo). Il futuro sono i processori Arm, anche per Windows. E macOS? Dovrebbero ripulirlo un po’, dice Riccardo, perché è diventato un po’ troppo barocco. Antonio intanto ha fatto una migrazione epocale e dolorosissima da Gmail a Me, la posta di Apple, per togliersi di torno il filtro dell’AI di Google. Ha messo su un forward e pian piano chi gli scrive lo fa sul nuovo account. Anche Riccardo ha spostato tutto fuori da Google One (così ora ha l’account gratuito) ma è andato su Proton, che è tutta un’altra cosa. E poi, sorpresa sorpresa: quest’estate Antonio promette di lasciare Tinyletter. Poi a settembre vedremo. Infine, parliamo di libri. Riccardo ha letto un sacco di cose ma le ha lasciate a Roma e quindi non si ricorda più niente. Nel frattempo, però, ha iniziato l’edizione Corbaccio della Montagna Incantata di Thomas Mann: una storia lunghissima di tisi e sanatori. La finirà sotto Natale. L’editore Corbaccio...

    39 min
  7. L’esperienza di essere sé ~ Pontiggia è come Prince ~ Mostly Digest

    08/05/2023

    L’esperienza di essere sé ~ Pontiggia è come Prince ~ Mostly Digest

    In ritardo ma con un prodotto invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Rieccoci!!! Con tre punti esclamativi. Che poi è facile, basta far passare un bel po’ di tempo dalla puntata precedente e sono tutti dei gran “rieccoci!!!”. Abbiamo girato (perlomeno Antonio), fatto cose, visto gente e soprattutto letto libri (Riccardo, alla grande). O quantomeno comprati. Note della puntata: https://tilde.show/podcast-27/ Cominciamo da questi ultimi, anche se arrivano come al solito alla fine della puntata: dai vecchi/nuovi libri di Woody Allen (che vengono ristampati dalla Nave di Teseo con le introduzioni di Umberto Eco e la curatela di Daniele Luttazzi) alla riscoperta di Giuseppe Culicchia, autore che aveva anticipato i temi del disagio dei Millenial già negli anni Novanta, fino ad arrivare a Giuseppe Pontiggia, che come Prince viene meglio quando parla di scrittura che non quando questa scrittura la fà. Riccardo ha due sorprese: un libro speciale di Karel Čapek, quello che si è inventato il termine “Robot” ma che in un viaggio da Praga a Capo Nord ha fatto di tutto, e un fantastico libro (che sembra pesante ma non lo è) su come il cervello crea la nostra coscienza. Invece Antonio “ha fatto qualcosa di meraviglioso” leggendo il libro formato digitale su Steve Jobs pubblicato dalla sua fondazione, di cui sono state stampate e regalate poche copie a quanto pare già riciclate su eBay a un paio di centoni o forse più; e poi Antonio si è preso anche il nuovo libro sulla storia dello shareware e i suoi eroi, lettura obbligatoria per i noobs più giovani. È passato un po’ di tempo dalla puntata precedente, come dicevamo, ma noi andiamo avanti imperterriti. Abbiamo anche un po’ di cose da dire, certamente. A partire dall’annuncio importantissimo che il titolo di Tilde perde il glifo (~) perché manda in bomba alcuni reader di podcast. Come Little Bobby Tables di xkcd, pensa te. Ah, tra le altre cose, grazie per tutti i commenti e gli upvote nelle pagine dei podcast sui relativi aggregatori! Siete fantastici, continuate così, per favore! Mentre Antonio si riprende dai suoi viaggi di lavoro e non (la famosa “trabahanza”, metà trabaho e metà vacanza, da vero nomade digitale del fine settimana) Riccardo gli spiega che forse è l’ora di lasciare Tinyletter, il servizio di email che Antonio e lo stesso Riccardo usano per le rispettive newsletter, e passare a qualcosa di migliore e possibilmente free. Gente di internet, se avete idee è il momento di dircele! Tra l’altro, in un lampo di creatività a Riccardo viene anche in mente che Antonio dovrebbe fare una versione “digest” mensile della sua newsletter. Le puntate del mese stampate, rilegate e spedite a chi fa un’offerta adeguata (dieci euro o più). Interessa a qualcuno? La Marea, la tastiera di Riccardo, è una bomba. Un gran lavoro ma anche una grande storia. Dopo aver chiuso gli ordini per evitare che la cosa gli scappasse di mano, Riccardo ha scoperto che costruire le tastiere è una stranissima professione. Però il vero segreto è quello di cambiare sempre e non fare mai in modo che quel che ti diverte diventi un lavoro da fare per forza, controvoglia. Siamo alla fine, cioè non nell’ordine giusto perché quando Antonio scrive queste note va un po’ a zig-zag, come il montaggio audio di Riccardo, del resto. Ma il prodotto è invidiabile, no? Due famosi ladri di tè che fanno flanella online, cosa volete di più. Al prossimo ritorno con tre punti esclamativi!!!

    41 min
  8. Preservare il digitale // Il viaggio a Buenos Aires // Chi era Gesù?

    21/03/2023

    Preservare il digitale // Il viaggio a Buenos Aires // Chi era Gesù?

    E se ci accelerassimo? Perché alla fine i vocali, i podcast, forse anche le serie dovremmo guardarle a 1,5x almeno. O no? Note della puntata: https://tilde.show/podcast-26/ È il dubbio della giornata anche se, diciamocelo, la cosa che emoziona di più i nostri due noti ladri di tè è che è arrivato il pacco dal Giappone. Riccardo apre un nuovo fronte: intanto si è comprato una Dreamcast con GDEmu e spiega bene come funziona tutta quella scena di giochi, hardware e modifiche che stanno aumentando a vista d’occhio negli ultimi anni. Un pochino se ne era occupato anche Antonio nel suo ebook L’impero dei videogiochi che sta per (ri)mettere online. Ha avuto solo un piccolo contrattempo con il docker che gestiva il motorino della sezione “sfoglio” del sito, ma tutto si rimedia, con il tempo. Sempre parlando di cose serie, c’è da decidere la dotazione tecnologica di Antonio che tra qualche giorno va a Buenos Aires a far prendere aria alla sua partita Iva. Cosa andrà nello zainetto ultraleggero per due settimane da nomade digitale? L’unica certezza sono il MacBook Air M1 e l’iPhone. Poi Kindle, ReMarkable 2, iPad Mini o forse altro se la litigano con la Ricoh GR II. Intanto, Riccardo si prepara al suo personale tour de force: maratona di Milano e mezza di Orbetello, poi commercializzazione della Marea, che finalmente è pronta. Cose da leggere e cose lette: Riccardo ha trovato una grande soddisfazione nel Vagabondo delle stelle di Jack London (gran libro!) e sta divorando Sulle tracce del Nazareno di Adriano Virgili, che è una indagine storica piena di rimandi ai Vangeli ma scritta non per i religiosi, quanto per le persone curiose. Antonio invece ha finito di leggere La vita di Vivian Maier di Ann Marks, notevole divorato tutto sull’iPad mini, mentre in rampa di lancio adesso c’è Kiki. Consegne a domicilio (volume uno e due) da cui Hayao Miyazaki ha tirato fuori il film a cartoni animati omonimo (e c’è anche da ricordare The Incredible Tide di Alexander Key, da cui è stato tratto Conan il ragazzo del futuro). Così, tra un breve excursus sulla qualità degli adattatori per cuffie analogiche su USB-C, la proposta di fare un video su come si mette Linux sui vecchi Mac e qualche osservazione sulla storia dei Kappa Boys (ma c’era anche una ragazza!) anche questo episodio di Tilde finisce in bellezza.

    38 min
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Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.

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