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Il mondo visto da lontano: conversazione sulle notizie piú importanti della settimana, dalla redazione di the Submarine.

TRAPPIST The Submarine

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Il mondo visto da lontano: conversazione sulle notizie piú importanti della settimana, dalla redazione di the Submarine.

    206: Lacrime, sangue e vittimismo: il 2023 perfetto per la destra

    206: Lacrime, sangue e vittimismo: il 2023 perfetto per la destra

    TRAPPIST torna con una puntata speciale di fine anno, per discutere delle cose peggiori successe nella politica quest’anno, e per provare a immaginare dove andrà l’estrema destra — e le forze di opposizione — l’anno prossimo.

    In particolare, tra MES e accordo sul Piano di stabilità che appesantiscono la retorica anti–europeista, nel pieno del proprio governo e senza capri espiatori, in che direzione può andare la comunicazione del governo? Anche con un’informazione fedele e acritica, c’è poco spazio retorico per i partiti di governo, che dovranno anche competere uno contro l’altro alla ricerca di un nuovo bilanciamento.

    Nel frattempo, la svolta “a sinistra” del Partito democratico procede con grande affanno e senza risultati entusiasmanti, in particolare dopo il flop della raccolta firme per il salario minimo legale. Ma gli scioperi generali dimostrano che c’è un grande pubblico che cerca un segnale di rottura.

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    In apertura Starting a New Year CC BY Jesse Spillane
    In copertina, immagine DALL–E

    • 59 min
    205: Molti nemici immaginari

    205: Molti nemici immaginari

    Meno male che non c’era nessuno scontro tra governo e magistratura: Matteo Salvini ha pubblicato un video risalente al 2018 in cui si vede Iolanda Apostolico, la giudice che ha osato non convalidare il fermo dei migranti nel lager di Pozzallo, partecipare a un corteo al porto di Catania. Si tratta ovviamente di un fatto grave: il ministro ha acquisito — da fonti al momento ignote — un vecchio video di un momento della vita privata della giudice per continuare il proprio attacco politico. Secondo Marco Travaglio, l’angolo da cui Apostolico è inquadrata sembra confermare che sia stata ripresa da “un uomo armato di videocamera in mezzo alle forze di polizia.” Travaglio arriva a due sole possibili conclusioni: “O un poliziotto, con occhio di lince e memoria di ferro, si è ricordato di quel filmato di cinque anni fa e ha avvisato Salvini; oppure in qualche ufficio di polizia o di servizi si schedano i partecipanti illustri alle manifestazioni e, quando il politico di turno domanda ‘abbiamo niente contro la Apostolico?’, c’è chi sa dove pescare in tempo reale.”

    Apostolico aveva accolto il ricorso di un cittadino tunisino, arrivato in Italia a Lampedusa e poi portato al centro di Pozzallo. La giudice aveva stabilito che non possono essere autorizzate le detenzioni indiscriminate dei richiedenti asilo, come vorrebbe il dl Cutro, e aveva respinto anche il testo che istituisce il taglieggiamento di 5 mila euro da versare per chi non vuole essere incarcerato in quanto richiedente asilo.

    La settimana scorsa, Meloni ha cercato di minimizzare la situazione sempre più allarmante dell’economia italiana: “La preoccupazione la vedo soltanto nei desideri di chi immagina un governo democraticamente eletto debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto.” Secondo Meloni, infatti, “i soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri,” ma non c’è niente da preoccuparsi, anzi: l’Italia avrebbe “una previsione di crescita superiore alla media europea per il prossimo anno superiore alla Francia e alla Germania.” Una teoria già diffusa la scorsa settimana da Fratelli d’Italia in una brochure pubblicata per celebrare il primo anno di governo, fitta di inesattezze, falsità e omissioni — sul Pil, l’occupazione e l’export, ma anche sulla lotta all’inflazione, dove in realtà l’Italia è tra i paesi messi peggio in Europa.

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    • 39 min
    204: Meloni e il “miracolo italiano” (che non esiste)

    204: Meloni e il “miracolo italiano” (che non esiste)

    Il governo ha provato a raccontare un paese diverso dalla realtà, dove inflazione, recessione e disuguaglianze non sono un problema. Non è detto che le opposizioni riusciranno a sfruttare le crepe, però

    Bentornati su TRAPPIST: il governo si deve riunire per iniziare a discutere seriamente della prossima manovra, e lo schema è stato già anticipato dal ministro dell’Economia Giorgetti a Cernobbio: programmare una manovra molto contenuta per quanto riguarda la spesa pubblica e dare la colpa alle spese sostenute per il superbonus — ieri Foti di FdI sosteneva che ci fosse una truffa “certificata” da 12 miliardi, una cifra nonostante le varie gravi problematicità del superbonus è ampiamente esagerata. Ma si può trarre un bilancio del superbonus? Non è facile: è stato effettivamente un costoso regalo ai ricchi, ma come fa notare il manifesto è stata anche una misura espansiva: “È certo che la spesa per il superbonus è andata molto oltre il previsto ma è altrettanto certo che senza quella misura non ci sarebbero state la crescita eccezionale del 2022 e l’impennata dell’occupazione, fiore all’occhiello del governo Meloni. [..] Quanto al rischio paventato dal ministro che i conti del Superbonus ricadano sul patto di stabilità dei prossimi 3 anni la situazione, in base alle nuove regole Eurostat, è in realtà molto incerta.”

    Eurostat deve ancora pronunciarsi sul trattamento da riservare al superbonus: se sarà possibile spalmare gli oneri economici ad esso legati su un periodo di tempo più lungo, ovvero man mano che vengono utilizzati dal contribuente, il governo avrà più spazio di manovra, mentre se saranno tutti da pagare subito la situazione delle finanze sarà più problematica. Il costo del superbonus, secondo i calcoli del ministero dell’Economia, aumenta di 3,5 miliardi ogni mese. Non è chiaro quando l’ufficio di Bruxelles si pronuncerà in materia — si attendeva una decisione già nei giorni scorsi. Il problema sarebbe inoltre meno grave se l’economia crescesse come Meloni e soci si aspettavano o millantavano — ma le recenti statistiche cupe sull’andamento del Pil e dei consumi, inferiori alle attese, rende proporzionalmente più alto anche il debito pubblico. I sindacati annunciano già battaglia contro una manovra che si annuncia dunque “lacrime e sangue” — in particolare la direzione della Cgil sta lanciando una consultazione tra gli iscritti con l’obiettivo di arrivare a uno sciopero generale il prossimo autunno.

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    • 53 min
    203: La strada di Meloni per l’elezione diretta del premier

    203: La strada di Meloni per l’elezione diretta del premier

    Meloni ha confermato che se non troverà i numeri in parlamento, porterà la riforma costituzionale a referendum — ma fino a che punto è pronto il governo a spingere verso il presidenzialismo?

    Domenica e lunedì governo e opposizioni si sfidano in una importante tornata di elezioni amministrative — si vota in 598 comuni, di cui 13 capoluoghi di provincia e 91 sopra i 15 mila abitanti. Anche se ovviamente si tratta di candidature ereditate, è la prima vera sfida elettorale di Schlein, ma è anche una occasione per provare a regolare i conti dentro la maggioranza — Berlusconi è tornato a parlare in un altro video, in cui ha dichiarato in modo trasparente che “questo voto alle amministrative può incidere sul peso del nostro governo.”Meloni ha chiuso la campagna elettorale con un discorso per niente istituzionale a Brescia, in cui ha rivendicato la priorità delle riforme istituzionali, in cui, ha confermato che se non troverà i numeri in parlamento, porterà la sua riforma a referendum: “O questa nazione la cambiamo davvero o non c'è bisogno che stiamo al governo come tutti gli altri.”

    Le consultazioni sono andate più o meno come anticipato: la posizione di Conte e del M5S è stata piuttosto sfumata, dicendosi “disponibili a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro che non mortifichi il confronto parlamentare e che non mortifichi neppure la funzione del presidente della Repubblica.” Conte ha fatto notare che la linea del governo però “ci sembra un’assoluta contraddizione, da un lato vogliono perseguire un progetto di autonomia differenziata spinta, che finisce per svuotare l’autorità di governo di tantissime funzioni, e nello stesso tempo si mira a rafforzare i poteri dell’autorità di governo centrale.” Conte si è comunque reso disponibile alla creazione di una commissione parlamentare per discutere della questione.

    Schlein e la delegazione del Pd invece si sono detti non disponibili a qualsiasi stretta autoritaria che preveda un’elezione diretta del presidente della Repubblica — Schlein ha chiesto a Meloni “e allora perché non una monarchia illuminata?” — dichiarandosi favorevoli a un rafforzamento dei poteri del premier bilanciato dalla possibilità della sfiducia costruttiva ma non alla sua elezione diretta. In compenso hanno portato altre cinque proposte: una riforma elettorale per superare le liste bloccate, attuazione dell’articolo 49, legge sul conflitto d’interessi, limitazione dei decreti d’urgenza e rafforzamento degli istituti referendari. Il Pd ha anche fatto notare che ritiene la discussione sulle riforme un tentativo di sviare l’attenzione del governo dai problemi del paese.

    La parte destra del Pd in realtà sarebbe anche favorevole a dialogare con Meloni, ma per ora non sembra trovare spazio.Non è chiaro quali saranno i prossimi passaggi del confronto. Le opposizioni però non sembrano coordinatissime...

    • 37 min
    202: Suv, pistole, galera

    202: Suv, pistole, galera

    Nelle ultime settimane il profilo ideologico del governo è emerso chiaramente: repressione contro le droghe e chi è costretto a occupare casa, stop ai tentativi di rendere più sicuro il processo per ottenere un porto d’armi. Per fortuna però si potrà andare a 150 km/h in autostrada.

    La deputata di FdI Augusta Montaruli ha depositato un progetto di legge per inasprire le pene legate a possesso e spaccio di droga: saranno previsti fino a 5 anni di carcere anche per casi di “lieve entità.” In linea con l’impostazione securitaria e manettara del governo, la proposta è esplicitamente pensata per mandare più gente in carcere di quanto già si faccia ora: l’attuale norma infatti “rende al momento impossibile applicare la misura cautelare in carcere.” Sarà inoltre possibile confiscare gli stupefacenti anche per i casi, appunto, di lieve entità.

    “La droga uccide,” ma non le armi da fuoco: l’esecutivo ha affossato l’iniziativa legislativa per verificare con più attenzione i requisiti necessari alla richiesta di un porto d’armi. Nei primi tre mesi del 2023 ci sono stati 17 fatti di sangue connessi ad armi legalmente detenute, con 25 morti. Nel 2022 c’è stato un incremento di 15 mila unità sul numero di persone che possono detenere un’arma in casa — in tutto sono 1 milione e 237 mila.

    Fast & Furious: il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato che l’esecutivo è al lavoro per aumentare il limite di velocità autostradale a 150 km/h. Come fa notare Altroconsumo, però, quest’idea potrebbe avere effetti negativi non solo sulla sicurezza stradale ma anche sull’inquinamento e i consumi di carburante. Ogni 10 km di velocità media oltre i 120 km/h si consuma mediamente il 10% di carburante in più.

    Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, già noto per aver invitato i giovani ad andare a farsi sfruttare nelle campagne, ieri ha rilasciato un’altra dichiarazione estremamente problematica: “Vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica.” La cosiddetta “sostituzione etnica” è una paranoia dell’estrema destra — anche eversiva e terrorista — di tutto l’Occidente, secondo cui ci sarebbe una cospirazione per sostituire le popolazioni europee con altre provenienti da altri paesi del mondo. Secondo la segretaria del Pd Schlein, le parole del ministro FdI, “fatte peraltro nel giorno in cui il presidente Mattarella si trova in visita ad Auschwitz, sono disgustose, inaccettabili da chi ricopre il suo ruolo. Ci riportano agli anni '30 del secolo scorso. Sono parole che hanno il sapore del suprematismo bianco.”

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    • 43 min
    201: Non chiederci la parola in italiano

    201: Non chiederci la parola in italiano

    Il governo è in difficoltà su PNRR e caro energia: gli basteranno le piccole battaglie identitarie per salvare la faccia?

    Il dibattito sul Pnrr si sta avvitando su sé stesso in modo sempre più pericoloso. Il governo è arrivato a dire che “l’Italia non rinuncia ai fondi” — perché ovviamente Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera, ha dichiarato che si potrebbe ipotizzare di farlo: “Ho parlato con molti sindaci di comuni piccoli e i problemi sono numerosi, ha senso indebitarsi con l'Ue per fare cose che non servono?” Meloni ha appunto ribattuto che “non prendo in considerazione di perdere risorse,” che sempre secondo il governo “verranno solo rimodulate.” Il problema comunque è serio: sono circolate anche voci di presunti incontri tra Mattarella e Draghi e Mattarela e Gentiloni per discutere del da farsi con i ritardi, smentite dal Quirinale ma indicative del clima di questi giorni.

    I problemi del Pnrr sembrano essersi coagulati all’improvviso, e ora — come spesso accade nella politica italiana — l’aria che si respira è quella dell’emergenza. In sostanza, diversi progetti sembrano poco sostenibili oppure troppo indietro per essere ultimati entro la scadenza del 2026. Ad esempio: il governo ha già chiesto a Bruxelles un rinvio per la costruzione di asili nido in Veneto — fatto di per sé sconcertante se si pensa che il governo ritiene la bassa natalità un’emergenza — ma la richiesta è stata negata. Secondo il Corriere, il prossimo mese sarà decisivo per rivedere o scrivere effettivamente da zero tutti i progetti per i quali sono previste le erogazione dei fondi, pensando anche ad eventuali piani B. Il Corriere insinua anche che l’irrigidimento di Bruxelles sia anche dovuto alla “tentazione in alcuni Paesi del Nord Europa di dimostrare che il Recovery non può funzionare: se così fosse, allora l’esperimento non sarebbe ripetibile.”

    Nel caso tutto vada male, il governo ha in mente una linea chiara: basta studiare, andate a lavorare, possibilmente nei campi. Da Vinitaly la presidente del Consiglio ha dichiarato che “Per come la vedo io questo è il vero liceo. Perché non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che questi ragazzi sono in grado di studiare, tramandare e portare avanti. È il motivo per cui ragioniamo del liceo del Made in Italy.” La ministra del turismo Santanché è andata anche oltre: “abbiamo avuto una sinistra che ha invogliato i giovani a fare i licei. Questo governo vuole invece mettere al centro le scuole tecniche.”

    Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare (🙄) Francesco Lollobrigida aveva inaugurato Vinitaly e aveva invitato “i giovani” ad andare a lavorare nei campi, perché “devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura.” Il ministro...

    • 46 min

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Mdfkc ,

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Accento lombardo, cantilena con vocali marcate,
anti tutto immobilista, linguaggio colonialimperialista contrastato da idee noglobal inizi 2000.
Estremo senso di colpa provincialcattolico sulle pronunce, paura della suscettibilità altrui.
Prolisso, soporifero, decadente.
Perfetto rimedio all’insonnia.

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