18 episodes

Pillole di Storia Contemporanea (Trovate le puntate anche su Youtube, canale di Jordi Casati, playlist "Fatti e Misfatti della Storia)

LINK DI YOUTUBE: https://www.youtube.com/playlist?list=PL9jv6I39fxY2HAexPQhpJf6EdSMQLGREX .

Fatti e Misfatti della Storia Jordi Casati

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Pillole di Storia Contemporanea (Trovate le puntate anche su Youtube, canale di Jordi Casati, playlist "Fatti e Misfatti della Storia)

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    18- LA GUERRA AL BRIGANTAGGIO / LA REPRESSIONE DELL'ESERCITO ITALIANO E LA QUESTIONE MERIDIONALE

    18- LA GUERRA AL BRIGANTAGGIO / LA REPRESSIONE DELL'ESERCITO ITALIANO E LA QUESTIONE MERIDIONALE

    1861-1865, Province meridionali italiane - Con la proclamazione del Regno d'Italia avvenuta il 18 marzo 1861, il nuovo stato italiano si trovò fin da subito una serie di importanti problemi da affrontare. Massimo d'Azeglio disse una volta unificata l'Italia, "Abbiamo fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani" quasi a voler sottolineare la difficoltà di un'unificazione nazionale che accontentasse tutte le minoranze regionali. Lo stato italiano puntò' sulla centralizzazione, e così fece anche nei confronti del sud d'Italia, appena tolto a Re Francesco II di Borbone. Il mezzogiorno fu certamente il territorio che maggiormente diede problemi al nuovo stato, essendo infestato da un banditismo dilagante, ora finanziato e incentivato dalla stessa corte borbonica (e dal clero, compreso Papa Pio IX che ospitava presso i propri palazzi l'intera corte borbonica), nella speranza di riprendersi il regno. Lo stato italiano per combattere il fenomeno usò il pugno duro, inviando continui rinforzi militari e applicando leggi severissime nei confronti dei briganti e dei loro complici (Legge Pica 1963). La dura repressione dell'esercito al comando del generale Cialdini portò i frutti sperati, e verso la fine del 1865 il "grande brigantaggio" era pressoché vinto. Il malcontento popolare generico nei confronti del nuovo stato che non era riuscito a risollevare le sorti di un territorio già fortemente arretrato e poco alfabetizzato (a poco servì la scolarizzazione obbligatoria), non scomparve del tutto e continuò latentemente a sopravvivere.

    • 17 min
    17- LA CONFERENZA DI PACE DEL 1919 E IL TRATTATO DI VERSAILLES / LE CONSEGUENZE DELLA PACE

    17- LA CONFERENZA DI PACE DEL 1919 E IL TRATTATO DI VERSAILLES / LE CONSEGUENZE DELLA PACE

    18 GENNAIO 1919, Francia - Si aprì nella lussuosissima reggia dei Versailles la conferenza di pace, istituita per ridisegnare l'assetto europeo e comminare le sanzioni alle nazioni sconfitte della Prima Guerra Mondiale. Invitati al tavolo delle trattative, solo i rappresentanti delle nazioni vincitrici : i delegati degli stati sconfitti verranno solo convocati per firmare i trattati e le clausole, una volta giunti alle conclusioni. I trattati, nonostante l'idealismo del presidente americano Wilson, propugnatore tra le altre cose del rispetto del principio di autodeterminazione dei popoli e della nascita di un nuovo organismo internazionale, La Società delle Nazioni (che avrebbe dovuto dirimere in maniera pacifica e collegiale le controversie tra stati) saranno piuttosto punitivi per le nazioni sconfitte, soprattutto per la Germania, costretta inoltre al pagamento di un indennizzo monstre e di clausole militari pesantissime. Unito allo scontento di alcuni stati vincitori, come l'Italia che non si sentì appagata dal punto di vista delle richieste territoriali, si formò un clima di sospetto reciproco e malcontento tra alcune nazioni europee che condurrà (con l'aggiunta della grave crisi economica del '29) allo scoppio del secondo conflitto mondiale.

    • 18 min
    16- LA CRISI DI SUEZ / L'EGITTO DI NASSER E LA FINE DEL COLONIALISMO BRITANNICO E FRANCESE

    16- LA CRISI DI SUEZ / L'EGITTO DI NASSER E LA FINE DEL COLONIALISMO BRITANNICO E FRANCESE

    29 ottobre 1956, Egitto - L'esercito israeliano, di comune accordo con i francesi e gli inglesi, invasero la penisola del Sinai nel tentativo di ricacciare gli egiziani oltre il canale di Suez. Gamal Abd-Nasser, leader del nuovo Egitto repubblicano, aveva da poco nazionalizzato il canale, fino ad allora in mano ad una compagnia controllata quasi interamente dai francesi e dagli inglesi. Proprio queste ultime due potenze avevano deciso di riprendersi il controllo del canale, coinvolgendo una nazione che ormai da anni era in contrasto con l'Egitto, lo stato israeliano. Il bellicismo dei due stati europei, irritò' le due superpotenze dell'epoca (Stati Uniti e Unione Sovietica), che avversarono l'intervento, minacciando ritorsioni contro di loro. Con la risoluzione ONU 1001, la neocostituita UNEF intervenne per prendere il possesso del canale e per costringere le truppe "straniere" a ritirarsi. Francia e Gran Bretagna dimostrarono tutta la loro debolezza e quanto fossero lontani i tempi in cui erano due grandi potenze colonialiste, mentre Israele, nonostante il ritiro forzato, mostrò al mondo, ancora una volta, tutto il suo incredibile potenziale bellico. L'Egitto di Nasser, uscitone diplomaticamente vincente, tenterà negli anni successivi di portare avanti il sogno "panarabista" di unione di tutti gli stati arabi : sogno che rimarrà però sulla carta e si spegnerà definitivamente nel 1967 con la grave sconfitta contro Israele nella guerra dei Sei giorni.

    • 14 min
    15- LA CAMPAGNA DI LIBIA - IL CONFLITTO ITALO-TURCO

    15- LA CAMPAGNA DI LIBIA - IL CONFLITTO ITALO-TURCO

    29 settembre 1911, Roma - Dopo l'istituzione di un protettorato sul Marocco da parte della Francia, l'Italia decise di iniziare una campagna militare per l'acquisizione della Tripolitania e della Cirenaica, appartenenti però all'Impero Ottomano (entrambi i territori in realtà godevano già di ampia autonomia da Istanbul).  Dopo un ultimatum andato a vuoto, l'Italia dichiarò guerra al Sultanato: l'esercito italiano riuscì nei primi mesi di guerra a conquistare soltanto le più importanti città costiere del territorio libico, ma la penetrazione verso l'entroterra si arenò quasi subito, sia per le  difficoltà di combattere in un territorio desertico, sia per la strenua resistenza delle popolazioni locali in appoggio all'esercito ottomano. Per cercare di spingere l'Impero alla resa, l'Italia tentò un'azione diversiva nell'Egeo, dove riuscì ad occupare alcune piccole isole (Dodecaneso) e Rodi. Nell'autunno del 1912 con le potenze europee che spingevano per la pace, con le trattative tra i rappresentanti di entrambi gli stati in corso e con i problemi interni dell'Impero (guidato da un gruppo di ufficiali detti "Giovani Turchi", che stavano tentando di salvare il sultanato in declino, puntando sulla modernizzazione dello Stato) si giunse alla stipula del Trattato di Losanna, che di fatto permise all'Italia l'occupazione della Tripolitania e della Cirenaica ponendo fine al secolare dominio ottomano.

    • 17 min
    14- LA GUERRA DELLE FALKLAND / L' ASCESA DI MARGARET THATCHER E LA CADUTA DEI "GENERALI" ARGENTINI

    14- LA GUERRA DELLE FALKLAND / L' ASCESA DI MARGARET THATCHER E LA CADUTA DEI "GENERALI" ARGENTINI

    2 APRILE 1982, ISOLE FALKLAND - Il capo della giunta militare argentina Leopoldo Galtieri, nel tentativo si salvare una dittatura macchiata dalle dure repressioni nei confronti degli oppositori politici e colpita da una gravissima crisi economica, tentò di riacquistare la fiducia del popolo argentino ordinando l'invasione delle Falkland, arcipelago di isole sperdute nell'Atlantico, governate dai britannici, ma rivendicate da molto tempo dagli argentini. Conclusa l'invasione nel giro di pochi giorni, il primo ministro inglese, la lady di ferro Margaret Thatcher, decise per un'azione di forza atta a riconquistare le isole (e riottenere il consenso perduto in patria in vista delle elezioni del 1983). La risposta militare britannica avrà la meglio sul peggio armato ed equipaggiato esercito argentino e sancirà il trionfo della Thatcher (che infatti vincerà le sopracitate elezioni) e decreterà il canto del cigno della dittatura militare argentina che terminerà con le elezioni libere del 1983 che fisseranno il ritorno dello stato argentino alla democrazia.

    • 14 min
    13- LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA / IL TRIONFO DI FRANCO E LA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA SPAGNOLA

    13- LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA / IL TRIONFO DI FRANCO E LA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA SPAGNOLA

    17 LUGLIO 1936, SPAGNA - Dopo l'assassinio del leader nazionalista Josè Calvo Sotelo, un gruppo di generali conservatori decise che era giunto il momento di porre fine al governo repubblicano del Fronte Popolare attraverso una sollevazione militare. L' Alzamiento coinvolse diversi generali, sparsi su tutto il territorio spagnolo, ma solo 1/3 della nazione dopo il golpe fu effettivamente nelle loro mani. La guerra civile tra le forze nazionaliste, filo-fasciste, conservatrici, monarchiche e clericali capeggiate dai generali Francisco Franco ed Emilio Mola ( il capo designato della sedizione Josè Sanjurjo morì quasi subito in un incidente aereo) e le forze legittimiste repubblicane, all'interno delle quali convergevano le molte anime della sinistra spagnola, ebbe ufficialmente inizio. La guerra divenne anche un primo vero e proprio scontro tra militanti fascisti e anti-fascisti di tutt'Europa : Italia e Germania aiutarono pesantemente i nazionalisti, mentre l'Urss e le Brigate internazionali (composte da volontari antifascisti stranieri) diedero il loro appoggio fino all'incirca l'autunno del 1938 ai repubblicani. La vittoria verso la fine di marzo del 1939 arrise ai nazionalisti, guidati da Francisco Franco (ora leader unico del fronte nazionalista dopo la scomparsa del rivale Emilio Mola, anche lui vittima di un incidente aereo) grazie al sostegno continuo degli alleati italiani e tedeschi e all'indifferenza delle democrazie occidentali che preferirono non sporcarsi le mani in un conflitto che ritenevano di carattere periferico. La repressione franchista nei mesi successivi alla vittoria fu durissima, le carceri erano piene (si praticava sistematicamente la tortura contro gli oppositori politici o presunti tali) e tutte le conquiste libertarie del periodo repubblicano vennero affossate in poco tempo facendo ripiombare lo stato spagnolo in uno stato dittatoriale conservatore e confessionale.

    • 39 min

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