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"Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.

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Il Corsivo di Daniele Biacchessi Giornale Radio

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"Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.

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    Il disagio nella maggioranza e nella lega per la candidatura di Vannacci decisa da Salvini | 27/04/2024 | Il Corsivo

    Il disagio nella maggioranza e nella lega per la candidatura di Vannacci decisa da Salvini | 27/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    La decisione di candidare il generale Roberto Vannacci alle prossime europee, Matteo Salvini l'ha presa da solo, e all'interno della Lega, e della maggioranza di Governo, crescono le perplessità e i distinguo.  I due capigruppo in Parlamento Romeo e Molinari hanno sostanzialmente preso le distanze da una candidatura di Vannacci,. Stessa cosa hanno fatto numerosi altri deputati e senatori, mentre altri non hanno voluto commentare : non una nota ufficiale, non una dichiarazione di agenzia. Il gelo assoluto.  Ma sottotraccia permangono i mugugni. “A candidarsi in tutti i collegi sono di solito i segretari di partito: questa scelta insulta la classe dirigente della Lega e appalta a Vannacci la leadership del partito”, fa sapere un’alta figura istituzionale del Carroccio. La verità è che, nei sondaggi, la Lega è in forte discesa rispetto alle elezioni europee del 2019. Salvini è in cerca di voti, anche utilizzando il nome dell'autore del discusso e discutibile libro “Il mondo al contrario”. Si, ma quanto è il peso elettorale e politico di Vannacci? Secondo Salvini, vale in misura sufficiente per far restare la Lega sopra l’asticella dell’otto per cento, ritenuta la soglia minima di sopravvivenza per il segretario. L'altro traguardo è il mantenimento del secondo posto nella coalizione: il sorpasso di Forza Italia, alle Europee, avrebbe conseguenze non facilissime da gestire in via Bellerio. Osservando gli ultimi sondaggi diffusi negli ultimi giorni, la Lega è inchiodata all'8,5%, non riesce a crescere da mesi, e il travaso di una parte del suo elettorato va a Forza Italia e Fratelli d'Italia, oppure nel partito dell'astensione. 

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    • 2 min
    25 aprile. “Il dovere dell’antifascismo” esorta Mattarella a Civitella, luogo di una strage nazifascista | 26/04/2024 | Il Corsivo

    25 aprile. “Il dovere dell’antifascismo” esorta Mattarella a Civitella, luogo di una strage nazifascista | 26/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sceglie Civitella in provincia di Arezzo, luogo simbolico di una efferata strage nazifascista del 1944, per inviare alla classe politica e ai cittadini un messaggio chiaro e forte che non ha bisogno di interpretazioni. “La Resistenza fu plurale e i partigiani sono patrioti. Ecco perché l’antifascismo è un dovere”. Mattarella indica una strada da seguire per ritrovare la condivisione: la doverosa unità popolare. Ma l’Italia resta divisa. Troppi distinguo, spaccature, imbarazzanti silenzi. La premier Giorgia Meloni si reca all’altare della Patria e sui social posta il suo pensiero, dove manca la parola antifascismo e il resto si confonde nella melassa istituzionale. “Nel giorno in cui l’italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari”.  Nelle stesse ore in cui centinaia di migliaia di persone partecipano ai cortei del 25 aprile un ministro della cultura come Sangiuliano afferma che in Italia c’è stata una dittatura comunista, e il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare parla di un antifascismo che uccide. Ha ragione lo scrittore Antonio Scurati quando sostiene che in molti pezzi dell’attuale Governo la radice del fascismo è inestirpabile. Eppure la premier e i suoi ministri hanno giurato sulla Costituzione la cui origine è proprio l’antifascismo. Lo sforzo di Mattarella di unire il Paese sembra dunque in salita.

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    • 2 min
    25 aprile: la Resistenza, la memoria, il sacrificio di Giacomo Matteotti | 25/04/2024 | Il Corsivo

    25 aprile: la Resistenza, la memoria, il sacrificio di Giacomo Matteotti | 25/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    Primavera 1924, primavera 2024.
    Il 10 giugno 1924, cent'anni fa, il deputato socialista Giacomo Matteotti viene sequestrato, torturato, ucciso da un commando fascista capeggiato dallo squadrista Amerigo Dumini, su ordine diretto di Benito Mussolini. Il corpo di Matteotti viene ritrovato circa due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto 1924. Pochi mesi dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti, il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assume pubblicamente la “responsabilità politica, morale e storica” del clima nel quale l'assassinio si era verificato. Nel 1926, vengono sciolti tutti i partiti antifascisti e le associazioni, chiusi i circoli, le Camere del Lavoro e i giornali dell’opposizione, annullati i passaporti per l’estero, comminate pene gravissime per l’espatrio clandestino, istituiti il confino di polizia e la pena di morte. Vengono dichiarati decaduti 120 parlamentari dell’opposizione, i cosiddetti “aventiniani”. Il 25 novembre 1926 viene istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Migliaia di persone sono arrestate e processate. Solo nel primo decennio di applicazione delle leggi eccezionali (1926-1936), furono condannati 2.977 antifascisti a 14.458 anni di carcere.
    Dopo Matteotti, la violenza fascista colpisce i fratelli Carlo e Nello Rosselli, Pietro Gobetti, Giovanni Amendola, porta alla morte Antonio Gramsci, arrestato l’8 novembre 1926. Matteotti viene lasciato solo in quella primavera 1924, e il suo sacrificio resta ancora oggi una testimonianza importante per tutti gli antifascisti, l'eredità di un uomo libero che per primo aveva visto montare nel Paese un clima di odio, di violenza, di sopraffazione. E cent'anni dopo la sua morte siamo qui a ricordare cosa è stata la Resistenza al fascismo, formata da comunisti, socialisti, democristiani, liberali, demo laburisti, monarchici, repubblicani, anarchici, da internati militari, dai carabinieri, da membri dell'esercito, dai civili. Ecco perché siamo di nuovo qui, per ricordare che la Resistenza fu un moto popolare plurale, fatto di scelte, di uomini, di donne, del sacrificio di migliaia di persone, le cui idee, non sempre applicate, rimangono fissate negli articoli della nostra Costituzione antifascista.

    • 2 min
    L'Europarlamento approva a larga maggioranza il nuovo patto di stabilità, ma i deputati italiani votano no o si astengono | 24/04/2024 | Il Corsivo

    L'Europarlamento approva a larga maggioranza il nuovo patto di stabilità, ma i deputati italiani votano no o si astengono | 24/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    C'è un problema politico all'interno dell'Europarlamento e si chiama Italia. Il parlamento europeo approva a larga maggioranza il nuovo patto di stabilità, ma i deputati italiani votano no o si astengono. In aula, il provvedimento sulle procedure di rientro dal deficit e dal debito eccessivi non viene sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia che invece avevano chiesto e ottenuto le modifiche delle regole attraverso una lunga trattativa tra Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. l’intesa siglata a dicembre scorso è passata anche attraverso il dialogo tra “l’amica Ursula” e Giorgia Meloni. Per gran parte dei gruppi parlamentari il voltafaccia del Governo italiano ci ha resi incoerenti e inaffidabili. Il Ppe di cui fa parte Forza Italia rimane senza parole, compreso il tedesco Manfred Weber che ha sempre cercato un accordo con Giorgia Meloni. Perfino l’Ecr, di cui proprio Meloni è presidente, ha accolto con malumore la scelta di Fdi.  Sull'altra sponda, il Pd sceglie la via dell'astensione per non creare spaccature interne e riesce persino a mettersi contro il suo commissario europeo, Paolo Gentiloni. Il mancato voto italiano nel parlamento europeo si è consumato nelle ore in cui sono circolate le ultime analisi della Commissione su debito e deficit. «I rischi per la sostenibilità di bilancio restano alti nel medio e nel lungo termine e sono necessari ulteriori sforzi», scrivono i tecnici nel documento. La campagna elettorale ha valicato i confini nazionali, e tutti i partiti italiani, anche quelli d’opposizione, si sono dimenticati dove si trovassero e per cosa stessero votando.  

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    • 2 min
    Il centrodestra si conferma alla guida della Basilicata. Vince Vito Bardi, Fdl primo partito | 23/04/2024 | Il Corsivo

    Il centrodestra si conferma alla guida della Basilicata. Vince Vito Bardi, Fdl primo partito | 23/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    Anche in Basilicata, così come era avvenuto in Abruzzo, va in scena lo stesso meccanismo che conferma la vittoria del centrodestra e che determina la sconfitta dell'ex campo largo. Le baruffe nel Pd, i tentennamenti sul nome del candidato di Schlein e Conte, il mancato accordo tra i partiti dell'opposizione con l'appoggio di Azione al centrodestra, regalano nei fatti l'affermazione di Vito Bardi in Basilicata contro Piero Marrese (centrosinistra),  e Eustachio Follia (indipendente). Fratelli d’Italia e Pd si contendono il podio di primo partito. Crolla il Movimento 5Stelle e ottiene una buona affermazione, il movimento civico di ispirazione cristiana “Basilicata Casa Comune”, fondato da Angelo Chiorazzo.  Grande successo di Azione, Italia viva, Avs, Forza Italia. Ma il primo partito è l’astensionismo, che ottiene la maggioranza assoluta: a non votare è il 51,2 dei lucani, quasi il 4 per cento in più di cinque anni fa. Per il centrosinistra è una sconfitta cocente, nonostante l’impegno che ci ha messo Marrese. Il nome del presidente della Provincia di Matera è stato tirato fuori  una settimana prima della chiusura delle liste, dopo un lunghissimo braccio di ferro tra i 5Stelle e il Pd, che voleva candidare l’imprenditore del non profit Angelo Chiorazzo. Poi la candidatura “a sua insaputa” dell’oculista Domenico Lacerenza, rinunciatario dopo quarantott’ore dopo la vera e propria rivolta della base Dem. Quello del centrosinistra è un disastro annunciato, determinato dalla lotta intestina per la leadership della coalizione e dall'incapacità di trovare una sintesi unitaria. 

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    • 2 min
    Schlein conferma la sua candidatura per le elezioni europee. Pd diviso sul simbolo con il suo nome | 22/04/2024 | Il Corsivo

    Schlein conferma la sua candidatura per le elezioni europee. Pd diviso sul simbolo con il suo nome | 22/04/2024 | Il Corsivo

    A cura di Daniele Biacchessi

    Elly Schlein correrà alle elezioni Europee dei prossimi 8 e 9 giugno. Sarà capolista nel Centro Italia e nelle Isole, anche se resterà in Parlamento per contrastare Giorgia Meloni. Schlein sigla un patto con Stefano Bonaccini, suo rivale al congresso del 2023, ma perde il consenso di alcuni pezzi del partito come l’ala sinistra di Andrea Orlando. Il presidente del Pd Romano Prodi si dice deluso dall'operazione. E sull'ipotesi sul nome nel simbolo si sfila pure Dario Franceschini. A sorpresa, arriva l'assenso di Piero De Luca, figlio del Governatore della Campania Vincenzo De Luca. Anche Stefano Bonaccini perde storici alleati come Graziano Delrio e Debora Serracchiani. Le liste non riservano grandi sorprese. Al Nord Ovest, guidano la lista Cecilia Strada e il capodelegazione in Ue, Brando Benifei. Al Nord Est, Bonaccini capolista, poi Annalisa Corrado. Al Centro, dopo Schlein, Nicola Zingaretti. Al Sud, Lucia Annunziata capolista, poi Antonio Decaro, Pina Picierno, Sandro Ruotolo. Le critiche piovono dall'interno del partito, ma anche dall'esterno. IL leader del M5s Giuseppe Conte ricorda che nel simbolo nessun leader ci aveva piazzato il nome. Ed è proprio sul nome di Elly Schlein sul logo del Pd che si giocano gli equilibri. La leader ottiene solo il mandato a riflettere, ma il tempo è poco: il simbolo va presentato oggi entro le 16. Per Schlein ci sarebbe l’opzione di correre ovunque,ma pare che insista sul nome nel simbolo, per non sfaldare l’asse con Bonaccini, e rischiare di non avere più una maggioranza. 

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