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Un passo alla volta verso dove vogliamo andare

WalkCaster Andrea Giuseppe Lazzari

    • Education

Un passo alla volta verso dove vogliamo andare

    #08 | il mio nome è BlurryFace (e mi importa cosa tu pensi di me)

    #08 | il mio nome è BlurryFace (e mi importa cosa tu pensi di me)

    La difficoltà di far uscire quello che sento
    Ogni tanto mi capita ancora di trovarmi con altre persone a far fatica ad esprimere quello che sento, non perché non ne sia capace, ma perché tendo inconsapevolmente a concentrarmi di su quello che pensano gli altri di me quando mi espongo.

    Due anni fa i 21 pilots, una band americana, uscì con una canzone che raccontava quanto era complicato essere diventati adulti anche a causa dello stress provocato dal dare importanza a quello che gli altri pensano di noi.

    ♫ “My name's Blurryface and I care what you think”

    BlurryFace, letteralmente faccia sfocata, è un personaggio che il duetto statunitense ha inventato per dare un’identità alle loro incertezze; così facendo è più facile combatterle quando queste diventano un problema.

    • 3 min
    #07 | La perfezione non esiste (invece sí)

    #07 | La perfezione non esiste (invece sí)

    L’inglese imperfetto
    Un mio amico è cofondatore e amministratore delegato di un’azienda italiana che sin dall’inizio ha puntato al mercato internazionale; il sito internet, i cui contenuti mostrano e mostravano la bontà del servizio che offrivano aveva la sua versione in lingua inglese.
    Un giorno però ho scoperto che i testi in inglese erano stati scritti e tradotti da un italiano che sapeva molto bene la lingua di oltremanica.

    Nella mia esperienza ritengo che solo un madrelingua (e non sempre) è in grado di scrivere correttamente nella propria nativa. Mi sono fatto questa idea perchè ogni volta che mi sono confrontato che insegnanti di italiano stranieri, laureati in lingue, anche quelli che mi sembravano i più bravi, qualche errore (accordo, preposizione, ecc…) lo commettevano comunque.

    • 3 min
    #06 | Cercare su internet quando l'informazione é già disponibile (nella propria mente)

    #06 | Cercare su internet quando l'informazione é già disponibile (nella propria mente)

    PONIAMO IL CASO CHE IO VOGLIA TRASFERIRE UNA FOTO DAL MIO SMARTPHONE AL PC VIA BLUETOOTH:
    Google → Aranzulla → soluzione.

    Mi piace smanettare col PC, ma malgrado sono sicuro che con un piccolo investimento di tempo e di fatica, questa soluzione riuscirei a trovarla da me, preferisco affidarmi al magico internet perché mi da la risposta subito (e quando non è così mi arrabbio parecchio…).

    • 3 min
    #00 | WalkCaster, un passo alla volta (verso dove vogliamo andare)

    #00 | WalkCaster, un passo alla volta (verso dove vogliamo andare)

    Il proverbio di Tania (1979).

    Avrò avuto 5 anni quando la mia vicina di casa Tania, 3 anni più grande di me, mi disse:

    “Chi va piano, va sano lontano … e chi va forte, va alla morte”.
    Non lo so se fu quella parola “morte” a far sì che questo proverbio si fissò nella mia mente, quello che so però è che fino alla settimana scorsa la mia interpretazione era [...]

    • 5 min
    #05 | Stare bene (anche dopo però)

    #05 | Stare bene (anche dopo però)

    Quando e quanto vuoi stare bene?

    ♫ “Vuoi stare bene?”
    L’anno scorso Caparezza è uscito con “Ti fa stare bene” una canzone che mi ha colpito da subito, non solo per il ritmo, ma per il senso che mi ha passato.

    Vuoi stare bene? = sì certo, ovvio
    Devi fare ciò che ti fa stare bene = meno certo, e ancora molto meno ovvio.

    Il punto numero 2 è direttamente collegato al primo in termini di quandità (lasciatemi questa licenza poetica che intende che il beneficio non sarà immediato, ma durerà più a lungo) e quantità di bene.
    Se voglio star bene nel lungo periodo, quel “devi fare ciò che ti fa stare bene” potrebbe significare anche fare qualcosa che nell’immediato potrebbe non farmi stare proprio “bene”.

    • 4 min
    #04 | Non stava passeggiando nel bosco (era a sbrigare una faccenda)

    #04 | Non stava passeggiando nel bosco (era a sbrigare una faccenda)

    La signora Sally Forth.

    “La signora Sally Forth decide di andare nel bosco a impregnarsi della natura e stabilire un contatto col presente. Mentre è nel bosco, lascia dapprima alquanto vagabondare la mente, per poi concentrarla su tutte le cose che in quel momento dovrebbe fare a casa. I bambini, la spesa, la casa, le bollette da pagare... È tutto a posto? Altre volte la sua mente si lancia in avanti, verso tutto ciò che dovrà fare quando andrà via dal bosco. È cosicché il presente le si dilegua, occupato da faccende passate o future, ed è così che ella perde una rara occasione di deliziarsi nell'ambiente naturale.”

    È con questo pezzo tratto da “Le vostre zone erronee” di Wayne Dyer, per me un capolavoro sull’indipendenza emotiva, che ho scoperto di essere proprio come la signora Sally, e raramente mi trovavo nel bosco a deliziarmi dell’ambiente naturale [...]

    • 4 min

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