I limiti della scienza e i suoi falsi dogmi

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I LIMITI DELLA SCIENZA E I SUOI FALSI DOGMI
La scienza non è mai una scienza esatta tuttavia ogni uomo, nelle scelte di ogni giorno, tende ad assumere le conoscenze della sua epoca a lui note come se fossero certe e definitive
di Luciano Leone
Il termine scienza deriva dal latino scientia (dalla radice del latino scire, conoscere) e significa conoscenza.
L'uomo è imperfetto, e conseguentemente tutte le sue conoscenze sono imperfette: egli può soltanto cercare di avvicinarsi alla verità, che permane sempre in qualche misura, più o meno grande, nascosta alla mente umana. Appare degno di nota che il termine greco per verità sia alétheia, che equivale a disvelamento ovvero a rivelazione (a- prefisso negativo, letheia connesso alla radice del verbo lanthano, nascondo).
La scienza cerca quindi sempre di approssimarsi alla verità di qualche fenomeno naturale, ma il risultato cui approda, soprattutto quando si tratti di fenomeni complessi, non è mai una conclusione (spesso per rafforzare il concetto si dice conclusione definitiva), costituisce bensì la premessa per ulteriori indagini. Si pensi, ad esempio, alle procedure diagnostiche in Medicina e alle conseguenti possibilità di classificazione delle malattie, sempre più sottili negli ultimi decenni, eppure costantemente suscettibili di approfondimento, di revisione, addirittura di clamorose smentite. Il medesimo può essere affermato per ogni campo di indagine, dall'astronomia-astrofisica alla fisica atomica.
L'intuizione di Democrito, il quale ipotizzava l'esistenza di particelle indivisibili della materia dette atomi (atomon soma, in greco, è il corpo indivisibile: a-, alfa privativo, e tomon, da témno, tagliare, dividere), nel corso di secoli è stata confermata dalla scoperta degli elementi chimici, ma poi gli sviluppi della fisica nucleare hanno portato alla scoperta degli isotopi e, all'interno dell'atomo, di particelle costitutive come protoni, elettroni, neutroni e altre ancora più difficilmente identificabili.

L'IMBROGLIONICA
La teoria del Big bang (cioè la grande esplosione) verrebbe ora sostituita da quella del Big bounce (cioè il grande rimbalzo). La teoria della relatività di Einstein dovrebbe essere riveduta in base alle osservazioni di Michelson e di Sagnac, le quali appaiono contraddirla.
Come scrive Ottavio De Bertolis: «In realtà ogni proposizione scientifica descrive il mondo esterno non come è, ma come se fosse riducibile nei termini, nel linguaggio, nelle categorie, che essa stessa presuppone, senza peraltro dimostrarle. Esemplificando, si potrebbe dire che nessuno ha mai toccato o visto un protone: e tuttavia la realtà fisica funziona come se ci fosse. Il protone è la spiegazione più "economica" del maggior numero di eventi: con il minor numero di proposizioni si spiega il maggior numero di cose. È l'ipotesi meno falsificabile. E tuttavia, quando la utilizziamo, per quanto la sottoponiamo al vaglio critico dei fatti empirici, diamo per assodati, senza verificarli, moltissimi parametri: la piena utilizzabilità del linguaggio matematico innanzitutto, e la legittimità dei suoi assiomi di partenza, le grandezze impiegate e altri dati ancora. L'esattezza delle scienze esatte appare agli occhi degli stessi scienziati meno certa di quanto non appaia al più vasto pubblico».
Si deve considerare inoltre che la ricerca scientifica viene condotta da uomini influenzati dall'ambiente non diversamente dai loro contemporanei, e soggetti a tutte le passioni degli altri uomini. «La ricerca scientifica avviene ormai in condizioni socioeconomiche tali da rendere necessaria per ogni ricercatore, il quale voglia emergere in un mondo di competitività parossistica, la conoscenza approfondita di una nuova disciplina: l'imbroglionica. Grazie ad essa si posson

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