Alle 14:42 del 6 maggio 2010, Navinder Sarao, un british-indian di trentadue anni, trader autodidatta, scatena il panico a Wall Street. In pochi minuti, 750 miliardi di euro scompaiono dai mercati finanziari. Gli schermi vanno a nero. È lo stop logic function imposto dai circuiti per evitare il crollo dei prezzi. Passano cinque interminabili secondi. Poi, lentamente, gli ordini riappaiono. E anche i soldi. Sarao, però, ha approfittato di quello che nel gergo diventerà il “flash crash” e con l’ingegno ha rovesciato per alcuni istanti il dominio di algoritmi e modelli.
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