Erano gli anni quaranta del secolo scorso e anche a Torino, come in tante altre città, la popolazione aveva imparato a riconoscere il suono sordo delle sirene che annunciavano possibili bombardamenti. La popolazione scappava allora prontamente in uno dei tanti rifugi appositamente ricavati per trovare riparo e salvezza. Tra questi vi erano anche i sotterranei de la Cavallerizza, il suggestivo edificio costruito nel 1668 per volere di Carlo Emanuele II di Savoia.
All’epoca la struttura ospitava le abitazioni di numerose famiglie, nonché alcune attività artigianali tra cui un laboratorio di sartoria in cui molte ragazzine del popolo lavoravano dalla sera alla mattina con la schiena china sulle macchine da cucire.
Ci fu, così, un giorno che dodici di loro, al suono della sirena che presagiva l’ennesimo bombardamento, si precipitarono giù dalle scale de la Cavallerizza per raggiungere i suoi sotterranei che gli avrebbero dovuto dare riparo. In preda alla paura le giovani sbagliarono però scala e rimasero bloccate in una buia cantina dalla quale, al termine del fracasso delle bombe, non riuscirono più a uscire.
I bombardamenti avevano infatti fatto crollare grossi massi che bloccarono le uscite, lasciando le dodici fanciulle morire di fame, di freddo e di paura in attesa che qualcuno si accorgesse della loro scomparsa.
Fu solo dopo molto tempo, al termine della guerra, che alcuni operai, a lavoro per sgomberare le macerie dai sotterranei, ritrovarono i cadaveri delle sartine a cui fu finalmente possibile dare degna sepoltura.
Da allora la leggenda narra, dunque, che gli spettri delle fanciulle vaghino senza pace tra le mura del palazzo in una lamentosa processione e in cerca di un’uscita che possa portarle in salvo.
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- PublishedApril 29, 2021 at 3:19 PM UTC
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