Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’umanità si è trovata per le mani una tecnologia del tutto nuova: il nucleare. Quella tecnologia che aveva fatto il suo esordio nel mondo con la più micidiale delle armi, aveva con sé anche un grande potenziale pacifico, perché permetteva di produrre enormi quantità di energia. Per decenni, il nucleare è parso la soluzione a tutti i nostri problemi di approvvigionamento energetico. Poi, dopo gli incidenti di Chernobyl e Fukushima, attorno a questa tecnologia si sono diffuse diffidenza e paura. Oggi, però, le cose sono cambiate di nuovo e di nucleare si è tornati a parlare con speranza e fiducia. Marco Ricotti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Milano e Daniela Gentile, AD di Ansaldo Nucleare, ci hanno raccontato perché, oggi, si parla di nuovo di nucleare e, soprattutto, perché se ne parlerà domani.