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Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale - Claudio Landi

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Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale - Claudio Landi

    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 20/05/2024

    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 20/05/2024

    Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti. La Commissione europea la scorsa settimana ha illustrato le previsioni di primavera dell'economia Ue: riviste al rialzo le prospettive di crescita del Pil nel 2024 (+1%) nell'Unione europea e dello 0,8% nella zona euro. L'economia Ue mostra segni di resilienza, con una più decisa crescita di alcuni Paesi del Sud come Grecia (+2% nel 2024) e Spagna (+2,1%). Buone notizie arrivano dal calo dell'inflazione, tanto da rendere ipotizzabile il raggiungimento dell'obiettivo del 2 per cento che le banche centrali considerano imprescindibile per un taglio dei tassi. Ma la crescita dell'economia europea resta debole, rispetto a quella di grandi player come Usa, Cina o India. E continua ad essere trainata dalle esportazioni. Manca quello sviluppo sostenuto da aumenti produttività, efficienza e capacità tecnologica: manca il motore della ripresa, ovvero quegli investimenti comuni che nell'Ue contribuirebbero ad un vero decollo dell'economia del continente Ue. Per l'Italia previsioni di crescita nel 2024 al +0,9% , ovvero meglio dello 0,7% previsto. Buoni i dati sul calo dell'inflazione in Italia, ma resta il peso del debito pubblico, che nel 2025 potrebbe attestarsi al 140%. E il Def varato rinvia al 2027 ogni manovra per riportare sotto controllo il debito. Come nel caso di Spagna o Grecia, solo una crescita sostenuta può ammortizzare il peso del debito. Da Pnrr e investimenti una leva indispensabile per una crescita sostanziale, che non può poggiare solo sull'aumento dei consumi

    • 18 min
    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 14/05/2024

    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 14/05/2024

    Intervista a Paolo Guerrieri PaleottiL'accoglienza riservata in Europa al Presidente cinese Xi Jinping è stata ben diversa da quella che caratterizzò il suo precedente viaggio del 2019: cinque anni fa trovò porte aperte alla Belt and Road Initiative, ma nel frattempo l'Ue ha messo a punto strumenti per arginare i danni che il surplus commerciale e la concorrenza sleale cinese possono causare all'economia europea. Le nuove regole della Commissione Ue hanno spinto due aziende cinesi a ritirarsi da una gara per la costruzione di un parco solare in Romania. Xi Jinping respinge le accuse e nega che vi sia 'sovraccapacità' della Cina, ma è anche questo sintomo di debolezza, poiché sa che al momento non può permettersi di cambiare la politica economica nel Paese: i consumi interni ristagnano perché non vi è stata redistribuzione dei redditi e l'unica soluzione per tenere la crescita al 4 per cento è l'intervento statale, con sussidi massicci alla produzione industriale. Malgrado gli sforzi di Xi, dopo questo viaggio in Europa non cambia l'immagine della Cina, che viene percepita come una minaccia e non certo un'alternativa al fronte europeo-atlantico. Il tentativo di puntare sui rapporti bilaterali in Europa è sostanzialmente fallito, il fronte è rimasto compatto, con l'eccezione di Ungheria e Serbia

    • 19 min
    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri - Puntata del 6/05/2024

    Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri - Puntata del 6/05/2024

    I dati sull'occupazione negli Usa si sono rivelati inferiori alle aspettative. E sui mercati azionari si è assistito ad un forte rialzo: gli investitori hanno sperato che il rallentamento dell'economia statunitense spingesse finalmente la Federal Reserve al taglio dei tassi di interesse. Ma il presidente Jerome Powell esita ancora, confermando di voler legare il taglio al raggiungimento dell'obiettivo del 2 per cento di inflazione. Ma ha ancora senso, in un'economia avviata sul percorso di una profonda trasformazione, impegnata nella transizione ecologica e digitale e in cui tanta parte ha l'intervento pubblico, legarsi a quell'obiettivo del 2 per cento? Anche sul continente europeo la Bce esita, condizionata dalle scelte della Federal reserve. Filtrano indiscrezioni su orientamenti diversi all'interno della Bce, poiché alcuni suoi membri sarebbero già favorevoli al taglio del costo del denaro. Il rischio è che se la Bce continuerà a tenere i tassi alti, potrebbe esserci un afflusso verso il dollaro e un indebolimento dell'euro.

    • 18 min

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