il posto delle parole

livio partiti
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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori Un quotidiano culturale "ascoltare fa pensare" www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

  1. Alessandro Ferrari "Carlo Angela e il segreto dei matti"

    3 小時前

    Alessandro Ferrari "Carlo Angela e il segreto dei matti"

    Alessandro Q Ferrari "Carlo Angela e il segreto dei matti" La vera storia del Giusto che ci ha salvati DeAgostini Libri www.deagostinilibri.it Mentre l’Italia è nel pieno della Seconda guerra mondiale e il regime stringe la sua morsa attorno a molte vite innocenti, c’è chi bussa a una porta in cerca di salvezza. Ad aprire è il professor Carlo Angela, direttore della Casa di Cura per malattie nervose e mentali a San Maurizio Canavese, a pochi chilometri da Torino. Carlo, però, non è un semplice medico: è un eroe silenzioso che, sfidando le leggi fasciste, inventa diagnosi di sana pianta e falsifica documenti. Poi, insegna a ebrei, partigiani e dissidenti politici “a fare i matti”, per proteggerli dalla furia delle camicie nere e dai campi di concentramento. Anche se matti non lo sono affatto. La sua clinica diventa così un rifugio sicuro, un baluardo di speranza in un’epoca di terrore e in- certezza. Di certo il rischio è altissimo, ogni giorno lì dentro può essere l’ultimo. Ma Carlo, anche con la complicità di suo figlio, all’epoca solo un ragazzo di tredici anni, saprà combattere con le uniche armi a loro disposizione: astuzia, coraggio e compassione. Grazie a un’accurata e appassionante ricerca tra le carte e sui luoghi del passato, Alessandro Q. Ferrari porta alla luce una vicenda avventurosa e finora poco conosciuta. Ma ripercorre anche la vita di un uomo giusto, padre del celebre giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, che ha messo tutto in gioco per proteggere i più deboli e non arrendersi al Male. Alessandro Q. Ferrari è uno sceneggiatore di fumetti, cartoni animati e serie tv. Nel 2016 la sua graphic novel Star Wars The original trilogy è stata un bestseller mondiale, nella top ten del «New York Times». Dal 2006 Alessandro collabora con De Agostini, The Walt Disney Company, Lucasfilm, Rainbow, Rai, Luxvide, Zodiak, Rizzoli/Lizard. Le ragazze non hanno paura è il suo straordinario romanzo d’esordio. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

    18 分鐘
  2. Giovanni Battista Magoni "Sulle tracce dell'assente"

    4 小時前

    Giovanni Battista Magoni "Sulle tracce dell'assente"

    Giovanni Battista Magoni "Sulle tracce dell'assente" Metafisica del quotidiano nel cinema di Kieślowski Ancora Editrice www.ancoralibri.it «Io filmo l’intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieślowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l’umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell’Oltre, cui tutti aneliamo. Kieślowski è un «cercatore di senso», tra ragione e mistero. Il suo è un cinema dell’interiorità, dove l’indagine sull’uomo lascia trasparire tracce metafisiche e teologiche. Nello «stare addosso all’uomo», il regista rileva delle «fenditure» nelle quali l’Essere appare nel suo celarsi (l’Assente) e nel suo apparire (il Presente). L’Assente si affaccia come «regia sottotraccia», come «occulto tessitore» che offre all’uomo occasioni per realizzarsi nell’amore. E così, all’etica dell’individualismo tratteggiata nel Decalogo, Kieślowski offre, nei Tre Colori, il contrappunto di un’etica dell’amore. Il finale di Film Rosso è parola di speranza: tutti i protagonisti dell’opera, anziché naufragare, sono incredibilmente salvati. Non per caso, ma per destino provvidente. E così tutti possiamo sperare di «uscire a riveder le stelle». Anzi, di contemplare«l’amor che move il sole e l’altre stelle». Giovanni Battista Magoni, sacerdote pavoniano, laureato in filosofia, ha insegnato per molti anni nella scuola. Ha svolto per nove anni l’incarico di Superiore della Provincia pavoniana d’Italia ed è attualmente il Direttore di Àncora Editrice. Ama la filosofia, la musica e il cinema, la letteratura e l’arte. E i giovani… ancor di più. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

    28 分鐘
  3. Lorenzo Sartori "Il nido del pettirosso"

    11 小時前

    Lorenzo Sartori "Il nido del pettirosso"

    Lorenzo Pettirosso "Il nido del pettirosso" Fazi Editore www.fazieditore.it La scomparsa improvvisa di una ragazza riporta a galla un terribile omicidio avvenuto in passato e mai dimenticato. Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l’albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi. L’indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l’auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall’agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l’unica figlia rimastale? Tutte le paure e i dubbi del passato si riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l’ispettrice Valenti a ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l’irreparabile? Un thriller appassionante sul coraggio di una madre che, attraverso un doloroso viaggio nel passato, riuscirà a ritrovare la speranza non prima di aver affrontato un’altra esperienza spaventosa tra ricordi angoscianti e fantasmi venuti a tormentarla. «Dopo tre giorni di ricerche, alla fine l’avevano trovata. In fondo a un dirupo, morta. Quello stesso dirupo che Laura adesso sta cercando di raggiungere con il cuore che è ormai una pietra acuminata e a ogni passo le incide il petto da dentro, togliendole fiato più del pendio».   Lorenzo Sartori Vive tra Crema e Milano. Giornalista e studioso di storia militare, è uno tra i maggiori divulgatori del wargame in Italia e all’estero. Dal 2000 è editore e direttore della rivista «Dadi&Piombo» nonché autore di regolamenti di gioco apprezzati in tutto il mondo. La sua produzione letteraria spazia dal fantasy al thriller passando per la fantascienza. In ambito noir, ha pubblicato, tra gli altri, Il filo sottile di Arianna (Laurana Editore, 2021), tradotto all’estero, vincitore del Premio NebbiaGialla 2020 e finalista al Premio Garfagnana in Giallo 2021. Dal 1999 si occupa di organizzazione di eventi e dal 2018 è direttore artistico del festival letterario Inchiostro di Crema. Dal 2022 dirige anche Tremosine in giallo, sul Lago di Garda. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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  4. Luca Giommoni "Nero"

    11 小時前

    Luca Giommoni "Nero"

    Luca Giommoni "Nero" Il complotto dei complotti effequ edizioni www.effequ.it 'Busenga’ era un neologismo, coniato da Alfredo e Nero, ambigenere e indeclinabile, usato in accezione negativa per indicare tutta una serie di individui che, in un eccesso di autostima, diffondevano l’idea che il successo era un merito e il fallimento una scelta. C’era sempre un Busenga nella bocca di Nero, così come nella sua testa ci sarebbero stati sempre dei complotti. Cosa accadrebbe se tutte le teorie del complotto servissero solo per nascondere l’esistenza di un unico, grande complotto? E cosa accadrebbe se il viaggio nel tempo fosse possibile, e i centri per l’impiego trovassero il modo di rimandare nel passato i disoccupati per trovare loro lavoro? Nero, giovane impacciato idealista alle prese con la perdita della madre e la scomparsa nel nulla del padre, cerca di sfruttare questa possibilità per correggere ingiustizie e atrocità, ma dovrà affrontare le kafkiane difficoltà degli organi di controllo burocratici, oscure potenze al lavoro per preservare la sperequazione sociale e insabbiare gli orrori. Un grande romanzo fantascientifico italiano, che mostra tutte le storture della storia recente in un epico multiverso pieno di personaggi eccentrici e grottescamente carismatici, epoche diverse e impossibili tentativi di riscatto. Il protagonista Nero, alter ego di una generazione crocifissa a lavori inutili e precari, ambizioni performative incontrollate e tirocini gratuiti, capirà presto che i compromessi sono sempre necessari, fino a comprendere l’ironica, drammatica ineluttabilità del proprio destino. Luca Giommoni è scrittore. Collabora con «Confidenze» e ha pubblicato racconti su numerose riviste, tra cui «Effe – Periodico di Altre Narratività», «Pastrengo», «In fuga dalla bocciofilla». È anche stato operatore in un centro di accoglienza straordinaria e insegnante di italiano a migranti, esperienza che lo ha portato a scrivere il romanzo Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione (effequ 2020), finalista al premio Severino Cesari. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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  5. Berenice d'Este "A Ovest della felicità"

    11 小時前

    Berenice d'Este "A Ovest della felicità"

    Berenice d'Este "A Ovest della felicità" Prefazione di Massimo Tallone Neos Edizioni www.neosedizioni.it Diploma di merito e medaglia al Premio “Alda Merini” 2023   “Con Berenice d’Este non si corre mai il rischio di incappare nel “messaggio”, anche quando il tema che tratta, come in questo romanzo, è particolarmente compatto, trattandosi del pregiudizio nelle sue forme più clamorose e diffuse (…). La sua scrittura ha qualità calligrafica, è un gesto sintattico che diventa ponte per trasformare le parole e le frasi, in modo inavvertito, in esperienza fisica, sensoriale ed emotiva.” (Massimo Tallone).   La giovane Lietta, torna al suo paese di origine, in un’isola del Sud Italia, per riaprire la casa ereditata dai genitori. Ritrovare le amiche di infanzia fa rinascere in lei il gusto della vita; partecipa con loro ai canti e ai balli delle serate estive riappropriandosi con gioia delle sue radici. In una di queste occasioni conosce Neirano, e i due si innamorano. Tutto sembra perfetto, ma le ombre sono in agguato. Una sera, infatti, accidentalmente, si viene a scoprire che il ragazzo appartiene alla comunità rom, un’etnia che la gente del posto detesta, tanto da averla emarginata in un angolo remoto dell’isola. Il cuore di lei non ha tentennamenti: difende il suo fidanzato e gli abitanti del luogo, che parevano così accoglienti, le voltano le spalle e la disconoscono. Riuscirà la curiosità per il diverso da sé a sconfiggere l’ignoranza di chi giudica a priori? Vincerà il suo sentimento o avranno la meglio l’ostilità e l’intolleranza?   Berenice D’Este vive e lavora a Torino, dove ha organizzato convegni e ha collaborato con riviste di arte e di letteratura. Come attrice e autrice di teatro, ha recitato con vari gruppi torinesi e allestito diversi spettacoli e si è qualificata fra i vincitori del premio nazionale del Centro Culturale Firenze-Europa Mario Conti, e del Concorso Europeo di Narrativa “Miguel de Cervantes”. Scrittrice di fiabe, ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti, fra i quali il “Premio H.C. Andersen” e l’inedito di questo romanzo ha conseguito diploma di merito e medaglia al Premio “Alda Merini” 2023. Oltre a lavori di medicina naturale, ha pubblicato alcune opere letterarie con diversi editori. Per Neos edizioni, ha pubblicato due raccolte di racconti fiabeschi, Istanti luce, 2012, e L’elisir con le ali, 2018, e due volumi di testi teatrali: Rivelazioni… di classe, 2014, dedicato ai ragazzi, e Condominio in scena, 2021. Suoi racconti sono compresi nelle antologie Natale a Torino, 2013 e Pagine in viaggio. Sull’isola, 2020. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it   Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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  6. Ivana Mulatero, Gabriele Reina "Simboli dalle Terre del Monviso"

    1 天前

    Ivana Mulatero, Gabriele Reina "Simboli dalle Terre del Monviso"

    Ivana Mulatero, Gabriele Reina "Simboli dalle Terre del Monviso" Museo Mallé, Dronero (Cuneo) www.museomalle.org Nel 2025 il Museo Mallé festeggia il trentennale della sua apertura con una serie di eventi ad ampio respiro in rappresentanza dei quali s’erge la prima e scenografica mostra «Simboli dalle Terre del Monviso » ad apertura del ricco programma di attività.  Un’esposizione "leonardesca" per qualità, quantità e varietà delle opere esposte: le sale sono letteralmente rivestite di ritratti che paiono del XV secolo, cofani dipinti, grandi vedute del "Re di Pietra", enormi e raffinati stendardi eseguiti a olio su damasco, stemmi araldici rievocanti le glorie del Marchesato di Saluzzo e ancora  decine di taccuini di viaggio ricoperti da volti, paesaggi, schizzi. La tematica che contraddistingue la mostra è il perduto mondo cavalleresco del saluzzese e del Vecchio Piemonte e le arti figurative in grado di esprimerlo; che permeavano con vibranti colori la vita e la cultura dell’epoca. Un mondo descritto da Victor Hugo con queste parole "La prima metà del Medioevo è scritta nel simbolismo delle chiese romaniche, la seconda negli stemmi araldici. Sono i geroglifici del feudalesimo dopo quelli della teocrazia". Un vero e proprio giacimento d'arte dai significati ben specifici e tuttora semisconosciuto proviene dai pennelli di una singolare figura di pittore e viaggiatore - Gabriele Reina - già allievo di un maestro futurista, instancabile cercatore di storie nelle vaste terre dell’Occitania, di qua e di là dal Monviso. La mostra «Simboli dalle Terre del Monviso» annovera paesaggi, ritratti e stemmi che quasi ricreano una perduta «camera delle meraviglie» e rievocano l’antico mondo dei Marchesi di Saluzzo: generosi mecenati delle arti, che ricoprirono il territorio di castelli, abbazie, santuari, oratori campestri. Ci sono anche gli stemmi, dipinti alla maniera antica, dei signori provenzali di Baux (cantati da Mistral e protettori dei trovatori), dei signori del Delfinato, della Savoia, dei Sabran, dei conti di Tolosa il cui emblema è oggi simbolo dell’Occitania, dei signori di Coucy, cui i Saluzzo erano strettamente imparentati e ai quali Alexandre Dumas s’ispirò per delineare la figura del moschettiere Athos.  L’esposizione ne raccoglie i simboli più arcani e leggendari, attingendo ad una piccola parte dei dipinti eseguiti da Gabriele Reina e custoditi nella sua casa-museo, al cui interno si trovano oltre mille stemmi araldici (la più grande raccolta privata al mondo e già prenotata da istituzioni anglosassoni), altrettanti ritratti, paesaggi e ancora centinaia di maioliche e circa duecentocinquanta taccuini di viaggio contenenti oltre ventimila disegni. Ma il 2025 non è solo una data importante per il Museo Mallé, ricorre infatti il cinquecentenario della battaglia di Pavia (1525) ed è un anniversario perfetto per questa mostra incentrata sui simboli dell’antico Marchesato di Saluzzo. Poiché sui fatali campi pavesi combatté Michele Antonio di Saluzzo (1495-1528), valoroso generale di Francesco I di Francia, passato nella leggenda per il suo celeberrimo “Testamento del Capitano”, divenuto uno delle più famosi e toccanti testi delle canzoni dei nostri Alpini durante la Grande Guerra. Allievo del maestro futurista Sibò (Pier Luigi Bossi, 1907-2000), il percorso artistico di Gabriele Reina è sempre stato affiancato a quello professionale: due vecchie lauree (prima in lingue, poi storia dell’arte a Milano), un dottorato di ricerca elvetico in storia dell’arte (Losanna), una carriera nella storica FMR/Franco Maria Ricci come ricercatore, scrittore e infine caporedattore, quindi la carica di conservatore di una delle più grandi collezioni artistiche private europee. E’ un pittore specialista in tutte le tecniche, dai grandi ritratti a olio a figura intera, alla pittura di...

    15 分鐘
  7. Patrizia Liberati "Un giorno, tre autunni" Liu Zhenyun

    1 天前

    Patrizia Liberati "Un giorno, tre autunni" Liu Zhenyun

    Patrizia Liberati "Un giorno, tre autunni" Liu Zhenyun Orientalia Editrice www.orientalia-editrice.com "Un giorno, tre autunni": traduzione a cura di Patrizia Liberati. A Yanjin ciò che conta è saperla prendere sullo scherzo. Lo sanno bene i suoi abitanti che vivono nel timore di ricevere in sogno la visita di Hua Erniang, lo spirito di una ragazza dimenticata, che lascia sopravvivere solo chi riesce a farla ridere. Nella durezza della quotidianità della classe operaia e urbana cinese, non esente dalla presenza di demoni e dei, prende forma la storia di Mingliang, un ragazzo che attraversa gli anni e il Paese per superare le avversità della vita. In questo suo lungo viaggio esistenziale, denso di figure e atmosfere talvolta deformate ed esagerate, Minliang capirà che le persone, i luoghi e i sentimenti da cui pensava di essersi allontanato possono ritornare nella sua vita in un istante. Guerra e pace sono da sempre le condizioni esistenziali delle società umane, caratterizzate da una continua  alternanza tra stati di quiete e stati di conflitto, ma al di là delle condizioni sociali e politiche, riguardano anche  la dimensione antropologica, spirituale e psicologica dell’uomo: la natura umana è in sé socievole o aggressiva?  Una situazione di pace permanente è da considerarsi possibile o utopistica? In Un giorno, tre autunni gli stati conflittuali vissuti dai personaggi rischiano continuamente di  sfociare in violenza. Sullo sfondo della quotidianità della classe operaia e urbana cinese, non esente dalla  presenza di demoni e dei, prende forma la storia di Mingliang, un ragazzo che attraversa gli anni e il Paese per  superare le avversità della vita. In questo suo lungo viaggio esistenziale, denso di figure e atmosfere talvolta  deformate ed esagerate, Minliang capirà che la pace che faticosamente ha conquistato può nuovamente  lasciare posto al conflitto in un istante. Liu Zhenyun è oggi l’autore di maggiore successo nel panorama letterario cinese. Molti dei suoi lavori sono pubblicati in italiano: tra i più recenti, Un giorno, tre autunni e I mangiatori di angurie. Al cinema, anche nella nostra lingua la sua opera forse più importante, Una frase ne vale diecimila, insignita nel 2006 del Premio Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese in ambito letterario. Contribuiscono alla fama di Liu Zhenyun le versioni cinematografiche e televisive di molti suoi lavori, spesso sceneggiati dallo stesso scrittore e diretti da registi di rilievo internazionale e premiati anche fuori dalla Cina. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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  8. Paolo Rodari "Il mantello di Rut"

    1 天前

    Paolo Rodari "Il mantello di Rut"

    Paolo Rodari "Il mantello di Rut Feltrinelli Editore www.feltrinellieditore.it Roma, 1926. Remo ha appena dodici anni quando la madre lo lascia davanti all’ingresso del Seminario Pontificio, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Rimasta da poco vedova, con quattro figli da sfamare, non ha avuto altra scelta che affidarlo alla Chiesa. Nel 1943, mentre la città è occupata dai tedeschi, è un’altra madre a cambiare per sempre la vita di Remo. Un incontro che farà vacillare tutte le sue certezze. Lui è diventato il parroco di una chiesa nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni. Lei è Rachele, giovane vedova che una notte, poco dopo il famigerato rastrellamento al Portico di Ottavia, gli affida la piccola Aida perché la prenda sotto il suo mantello e la protegga finché lei non sarà tornata. Remo e Aida la aspetteranno per anni.  Ispirato a fatti realmente avvenuti durante la Shoah romana, quando venti bambine ebree riuscirono a salvarsi dalla deportazione grazie all’aiuto di un prete e di alcune suore che le nascosero in una stanza segreta – ancora oggi visitabile – ricavata sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti, Il mantello di Rut, che nella Bibbia evoca fedeltà e protezione, è la struggente lettera che Remo, ormai anziano, decide di scrivere ad Aida per raccontarle di quei mesi. Una storia che si fa confessione di un amore impossibile e di uno straordinario atto di fede, perché la promessa fatta a Rachele segnerà il suo destino.  Con mano sapiente e delicata, Paolo Rodari spinge il lettore a porsi una domanda cruciale: fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore? “Lasciar andare, questo è amare. Nulla di meno, nulla di più.”  Una giovane madre in trappola. Un amore impossibile. Una storia indimenticabile, ispirata a fatti realmente accaduti durante la Shoah romana. Paolo Rodari (Milano, 1973) è giornalista e scrittore. Dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano si è trasferito a Roma, dove ha ottenuto la licenza in Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato a “il Riformista” e “Il Foglio”, ed è stato per nove anni inviato e vaticanista a “la Repubblica”. Dal 2023 fa parte della redazione Cultura della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con “il manifesto”. È autore di numerosi saggi. www.paolorodari.it IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

    22 分鐘

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