Vi interessa davvero il conflitto tra Israele e Palestina? Il mio J'ACCUSE
Vi interessa davvero il conflitto tra Israele e Palestina? Voglio prima fare una premessa. Ero una ragazza degli anni 2000. Non sapevo nulla di medio oriente. Finché Giovanni, il mio migliore amico, come Morpheus mi ha detto di scegliere: vivere come se niente fosse o conoscere la verità. E ho visto. Ho iniziato a studiare, informarmi, capire e vedere il sopruso di Israele sul popolo palestinese. Un orrore indicibile. Persone rinchiuse in una gabbia a cielo aperto, trattate come animali in cattività. Lo schifo e l’orrore avrebbe dovuto far rivoltare tutti i popoli, eppure in piazza eravamo troppo pochi. Capirete il mio stupore quando da qualche mese a questa parte pare che molti siano diventati improvvisamente attivisti. Meglio tardi che mai, certamente, anche se in Palestina si è ormai arrivati al limite, generazioni passate che hanno sofferto, queste vengono annientate. Quello che sta avvenendo avviene da decenni. E ora il fuoco su civili, bambini, adulti, anziani che vengono lasciati senz'acqua, senza luce, senza la possibilità nemmeno di curarsi, senza vita. Questo è vile, e il fatto che provenga da Israele, forse, lo è ancora di più. Nonostante quello che vi ho appena detto, non ho accettato mai, nemmeno per un secondo, l’attacco di Hamas. Mai. Perché la violenza non si cura con la violenza. Mai. L'uccisione non può essere mai giustificata con “ma” e “però”. Nello stesso tempo, lo studio della storia mi ha accompagnato e accompagna tuttora, e non si può non pensare ai soprusi e alle ghettizzazioni che hanno vissuto gli ebrei per millenni. Fino ad arrivare al momento più basso dell'Occidente, quando siamo stati capaci di ammazzare esseri umani come se fossero blatte e topi. Questo non dobbiamo dimenticarlo, questo è ciò che abbiamo fatto noi, noi che adesso gridiamo come se fossimo i paladini della giustizia ma che abitiamo in Paesi che portano la maschera dell'ipocrisia. L'Olocausto ha ucciso ebrei, Rom, disabili, slavi, dissidenti politici, minoranze, omosessuali, testimoni di Geova. Questo non si deve dimenticare e tutto il mondo occidentale dovrà chiedere scusa per sempre e fare un grande mea culpa e cercare di fare ammenda - anche se non si potrà restituire ciò che si è perso: la vita. Però … però … la disumanità subita non può e non deve essere un’assoluzione per altri crimini. E lo Stato d’Israele non rappresenta gli ebrei, soprattutto non rappresenta quelle generazioni che sono state trucidate nei lager. Israele è uno Stato, come tutti gli altri, e non mi sento di assolverlo. Così come non assolvo Hamas. In mezzo a questi fuochi ci sono esseri umani. Ognuno di loro vale tutte le vite del mondo, ogni singolo individuo vale uno, e in quell’uno c’è tutto il mondo. Stanno morendo in modo atroce esseri umani, che vogliono solo vivere e a cui è negato il principio fondamentale: il poter esistere. Chiunque mini a questo principio, non può essere giustificato, da qualunque parte stia. Se volete davvero conoscere ciò che sta accadendo, partendo dalle origini, bisogna studiare e io vi consiglio di leggere "Il conflitto arabo-israeliano", scritto da Thomas G. Fraser (Tomas Friser) ed edito dalla casa editrice il Mulino. È uno dei saggi più approfonditi e accurati su questa spinosissima questione. Questo, è il mio consiglio per capire il contesto, ma qualunque sia il contesto, a mio avviso, ha poca importanza davanti alla morte di esseri umani. Se ancora pensiamo che la guerra sia una soluzione, che la vita di una persona vale quanto un confine, quanto una moneta, quanto il potere, quanto l'idea di una religione che deve essere a capo del mondo, beh, allora forse ancora non siamo diventati nemmeno noi degni di essere chiamati esseri umani. Link al libro: https://amzn.to/3wgFUdx #attualità #palestina #israele