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Per mettersi in ascolto delle storie dei rifugiati e di ciò che hanno da raccontare nascono I podcast del Centro Astalli.
Sarà facile e a portata di tutti ascoltare le testimonianze di uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni. Accompagnati dalla voce di autori, artisti, scrittori, poeti, cantastorie e narratori scopriremo che raccontare le migrazioni è un modo per condividere bellezza.
Le parole dell'accoglienza è il podcast che contiene commenti e riflessioni, proposte e contenuti sul tema dei rifugiati, delle migrazioni e del dialogo interreligioso che nascono al Centro Astalli dal confronto quotidiano e dall’ascolto delle persone che incontriamo.

Le parole dell'accoglienza Centro Astalli

    • Gesellschaft und Kultur

Per mettersi in ascolto delle storie dei rifugiati e di ciò che hanno da raccontare nascono I podcast del Centro Astalli.
Sarà facile e a portata di tutti ascoltare le testimonianze di uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni. Accompagnati dalla voce di autori, artisti, scrittori, poeti, cantastorie e narratori scopriremo che raccontare le migrazioni è un modo per condividere bellezza.
Le parole dell'accoglienza è il podcast che contiene commenti e riflessioni, proposte e contenuti sul tema dei rifugiati, delle migrazioni e del dialogo interreligioso che nascono al Centro Astalli dal confronto quotidiano e dall’ascolto delle persone che incontriamo.

    I confini non esistono

    I confini non esistono

    Il coronavirus ci ha mostrato che i confini non esistono, ma nonostante ciò, questa evidenza può trasformarsi in un boomerang: sull’onda della profonda crisi economica che stiamo vivendo corriamo il rischio di tornare ad alimentare, con rinnovato vigore, la lotta contro i migranti: ancora una volta agente esterno su cui scaricare colpe e responsabilità. P. Camillo Ripamonti ci guida in una riflessione sui nostri giorni e sulla cura del bene comune.

    • 3 Min.
    Il pezzo che manca

    Il pezzo che manca

    Le storie belle nascono e si diffondono dove trovano spazio e condizioni per farlo. Tutti coloro che operano in prima linea nell’accoglienza sono consapevoli dei dolori da lenire e delle ingiustizie da sanare, ma anche testimoni privilegiati della bellezza che ci portano i rifugiati. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ci racconta la storia di Paul, rifugiato del Camerun in Italia.

    • 6 Min.
    Siamo tutti sulla stessa barca

    Siamo tutti sulla stessa barca

    Il Covid-19 ha colto di sorpresa il mondo, lo ha scosso nelle sue certezze tecnico-scientifiche e lo ha squassato dal punto di vista economico, dimostrando chiaramente che i confini non esistono, nonostante l’uomo si ostini a costruirne sempre di nuovi. La speranza è che questo tempo di crisi globale ci aiuti a mettere in campo le nostre forze migliori, a comprendere che la solidarietà è l’unica via per rialzarci.
    P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ci accompagna in una riflessione che ci ispiri nel costruire insieme la nostra casa comune.

    • 5 Min.
    Il banco di prova della scuola

    Il banco di prova della scuola

    Non possiamo nascondercelo, questo è un tempo difficile per tutti. Si tratta allora di attingere ognuno dal proprio bagaglio di esperienza e dare risposte nuove a un tempo straordinario.
    Abbiamo visto durante il lockdown l’importanza, per privazione, dell’incontro tra persone e della relazione, occorre allora, ancora di più, aiutare i giovani ad acquisire quegli strumenti di convivenza pacifica, di dialogo e inclusione nel rispetto della diversità.
    In questo la scuola è bene prioritario da curare, custodire e nutrire di processi generativi, per nuovi modelli didattici e culturali in cui la valorizzazione della diversità di ciascuno è senso e orizzonte. È questo il banco di prova su cui concentrare energie e risorse per il presente e il futuro delle nuove generazioni. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ci accompagna in una riflessione su come è cambiata la scuola ai tempi della pandemia.

    • 2 Min.
    Il diritto al nome

    Il diritto al nome

    L'oltraggio più grave che si può fare a un essere umano è togliergli il suo nome. Quello che gli hanno dato i genitori, quello che racconta la propria storia, le proprie origini, che dice la propria dignità di persona, che dà voce ai propri diritti. Mark ha 21 anni e vive in Italia con una protezione umanitaria. Una storia, la sua, in cui numeri e lettere hanno importanza e condizionano profondamente la vita di un ragazzo in cerca di futuro. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ci accompagna a scoprire il senso del mettersi in ascolto delle storie dei rifugiati.

    • 6 Min.
    La voce dei rifugiati

    La voce dei rifugiati

    Contare quanti migranti vivi, quanti morti non basta, c’è in atto un’assuefazione all’indifferenza. Ormai che muoiano 10 20 100 uomini, donne, persino bambini, non cambia nulla nelle nostre esistenze, nella nostra quotidianità.
    E allora è urgente aprire altre vie, nuove forme per comunicare, per innescare in maniera non reversibile un movimento di prossimità verso chi ci chiede protezione da guerre e persecuzioni.
    Cambiamo registro! C’è bisogno di un racconto delle migrazioni che vada al di là delle statistiche, narrazioni che si propaghino oralmente come fu per l’Odissea e l’Eneide, dove chi viaggiava senza possedere nulla e sfidando il mare era un eroe…. perché così veniva descritto. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ci accompagna a scoprire il senso del mettersi in ascolto delle storie dei rifugiati.

    • 3 Min.

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