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Paesaggi da ascoltare, da immaginare e da leggere. Una playlist di "paesaggi sonori" registrati dagli studenti del modulo "www...radio-tv1", PON Competenze base. Con un doppio clic su ogni traccia, sotto "info", è possibile leggere anche le rispettive narrazioni a cura degli studenti stessi: brevi storie, stati d'animo, riflessioni, schegge di pensieri che raccontano gli ambiente registrati.

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    • Bildung

Paesaggi da ascoltare, da immaginare e da leggere. Una playlist di "paesaggi sonori" registrati dagli studenti del modulo "www...radio-tv1", PON Competenze base. Con un doppio clic su ogni traccia, sotto "info", è possibile leggere anche le rispettive narrazioni a cura degli studenti stessi: brevi storie, stati d'animo, riflessioni, schegge di pensieri che raccontano gli ambiente registrati.

    "Il mistero in un sms"

    "Il mistero in un sms"

    - by Ilaria Simonella, 3B Liceo Scientifico -

    Salgo sul tram numero 42, mi porterà alla giusta fermata.
    Ci sono parecchie persone sedute, vedo una signora parlare al telefono con gli auricolari, un'altra alla sinistra si sta truccando, noto che indossa un elegante vestito rosso, “forse andrà ad una festa”, penso. Mi piace immaginare le vite di questi sconosciuti, cosa faranno queste persone e fantasticare sul luogo dove potrebbero recarsi.
    Un posto si è liberato nel frattempo, posso sedermi anche io. Di fronte a me ho un ragazzo, mi sembra triste e allo stesso tempo furioso, probabilmente ha litigato con qualcuno. Sta maneggiando con una certa rabbia il display del telefono, sembra proprio agitato. Non so chi sia, eppure mi sorprendo a sperare che non sia nulla di grave ciò che lo preoccupa.
    Ecco, è arrivata la mia fermata. Scendo e mi incammino verso il luogo che mi era stato indicato nel SMS. Lungo la strada incontro parecchie persone, tutte hanno una cosa in comune: il cellulare in mano, sia grandi sia piccoli. Chissà cosa avranno tanto da guardare in quel piccolo “attrezzo”.
    Ma anche io lo sto guardando: controllo la via che sto cercando e mi guardo intorno finché la vedo. La palestra è circondata da auto parcheggiate. Sono lì davanti all’ingresso ora, mi faccio coraggio ed entro. Con grande sorpresa mi trovo ad assistere a un raduno di cani, ce ne sono di molte razze, ognuno accompagnato dal padrone. L’abbaiare forsennato crea ancora più confusione in testa. Cerco di farmi spazio tra la gente, non capisco il motivo per cui quel messaggio mi abbia portato lì. Dopo poco intravedo da lontano un ragazzo: mi fa cenno di avvicinarmi. Ci metto un po’ a riconoscerlo. Ora capisco perché mi ha detto di recarmi lì. Lui adora gli animali.

    • 51 s
    "La centrifuga della vita"

    "La centrifuga della vita"

    - By Giorgia Achilli, 3ITE -

    Sono le 7 del mattino, la mia mamma si sta pian piano svegliando per iniziare la solita intensa giornata di lavoro. Scende dal letto e in punta di piedi raggiunge la porta cercando di non svegliarmi. Non ci riesce, il rumore della maniglia interrompe il tranquillo sonno.
    Guarda l’orologio, è tardi. Scende di corsa le scale, apre il portone ed è avvolta dall’aria frizzante del sabato mattina. Lo sfrecciare delle macchine rende quel giorno davvero frenetico. La sento aprire la sua lavanderia e mettersi all’opera. Un’intera giornata chiusa li dentro tra camicie da stirare e panni da lavare.
    La centrifuga della lavatrice gira all’impazzata, proprio come lei, preoccupata per una macchia che non riesce a togliere. Il vecchio ferro sbuffa, quasi non riesce più a sostenere tutta la fatica. Mamma è ricurva, concentrata a non lasciare nemmeno una piega a quell’elegante camicia. È triste però, quante cose vorrebbe fare…magari passare un intero weekend con i figli, invece no, l’insormontabile lavoro le toglie il tempo. Solo un rumore rallegra l’atmosfera: è quello costante della lavatrice più grande di tutte, che richiama la mamma a tornare con i piedi a terra, distogliendola da pensieri un po’ tristi.

    • 1 Min.
    "Blue Monday"

    "Blue Monday"

    - By Alessia Xu, 3A Liceo Scientifico -

    Ah! Ancora un lunedì, il più deprimente e triste dell’anno: il Blue Monday. Mi strofino gli occhi per scuotere via il sonno, come al solito. E come al solito non funziona.
    Mi preparo per un’altra mattinata di scuola. Esco da casa e non ricordo neanche cosa ho mangiato pochi secondi fa per colazione. Alzo gli occhi al cielo, non c’è l’ombra del sole. Tutto mi sembra così insensato. Sento di essere vivo solo per il freddo lancinante che punge la punta del mio naso. Provo dolore, addirittura. Odio l’inverno. In realtà odio anche l’estate, la primavera, l’autunno. Trovo sempre un difetto in tutte le cose.
    Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che sono già arrivato a scuola. Un grande senso di stanchezza mi pervade. Entro in classe e vengo accolto da saluti falsi, già ho dimenticato i volti di coloro che mi hanno rivolto la parola. Mi siedo in ultima fila e cerco di ascoltare la lezione. Inutile....oggi proprio non riesco. Maledetto Blue Monday.
    Le ore sembrano infinite ma la tanto attesa campanella mi riscuote dallo stato di trance: eh sì, ho proprio fame. Meglio fare l’intervallo.
    Quando finalmente esco dalla scuola, una luce mi abbaglia. Sbaglio o prima non c’era il sole? Il calore che sento scalda il mio corpo e con esso anche l’animo. Apro gli occhi, mi sembra di vedere un mondo nuovo. Il cinguettio degli uccelli richiama la mia attenzione: nascosto tra i rami di un albero spoglio, c’è un nido di passeri e quel canto soave mi fa dimenticare tutto il resto. Una sola foglia verde in cima a uno di quei rami, tradisce l’inizio della nuova vita e il tutto mi sembra straordinariamente armonioso.
    Anche se il tempo non si può fermare; anche se tutto sembra insensato, a volte triste e noioso, sono certi piccoli dettagli della vita a renderla sopportabile.
    Alla fine tutto è una questione di punti di vista.

    • 26 s
    "La mia natura"

    "La mia natura"

    - By Maria Andreozzi, 3B Liceo Scientifico -

    Mi sono svegliata prima del solito, questa mattina; come sempre, mi sono affacciata alla finestra per sentire il cinguettare dolce degli uccelli. Credo sia una sensazione meravigliosa. Era un canto accompagnato dal lento, sottile cadere della pioggia che risuonava sull'asfalto, laggiù in strada.
    E in lontananza, le oche allevate dal mio vicino: insistentemente, starnazzavano .
    Da sempre è la natura, per me, la più grande fonte di serenità, di pace, il luogo in cui mi rifugio per evadere dalla realtà in quei momenti di sconforto, che ogni tanto mi colgono.

    • 34 s
    "La passeggiata delle emozioni"

    "La passeggiata delle emozioni"

    - By Elia Mira, 3ITE -

    Come di consuetudine, anche stamattina scendo dall’autobus per andare a scuola. E’ la solita storia. Un via vai di auto che passano, chi per un motivo chi per un altro, chi va a lavoro per tirare a campare, per portare avanti la famiglia, chi per andare al bar a prendersi un caffè, leggere la Gazzetta o sfogliarla distrattamente.
    Se sia meglio o peggio non lo so, ma io, a differenza loro, sono qua per entrare a scuola. L’anno scolastico è ancora molto lungo e ogni giorno, lungo questo piccolo tragitto – pochi passi dalla fermata dell’autobus all’entrata dell’istituto – si rincorrono le emozioni, tante e diverse tra loro: non si direbbe, sembriamo tutti assonnati, assenti, ma se ci osservate bene mentre ci incamminiamo, noterete chi sta in ansia per un compito in classe, chi per una interrogazione, chi è felice perché il giorno prima ha preso un 9, chi perché quel giorno ha materie più “leggere” rispetto ad altre, chi ha il cuore che palpita per qualcuno o qualcuna, chi per la squadra del cuore che la sera prima ha giocato e vinto, chi sta passando un momento "un po' così".
    Giro l’angolo adesso, vedo tutti gli amici che scendono dalle altre corriere. Un cenno e, scherzando, ci fermiamo a fare due chiacchiere col sottofondo delle campane del paese: ci ricordano che dobbiamo sbrigarci, sono già le 8, occorre entrare in classe. E allora via, giù per le scalette che scendono verso il cortile di quella scuola di vita che noi studenti chiamiamo “casa”.

    • 1 Min.
    "Una dura giornata"

    "Una dura giornata"

    - By Claudia Timi, 3B Liceo Scientifico -

    Mary si prepara, è mattino presto. Tra poco uscirà di casa, deve andare al lavoro.
    Ieri sera c’è stata una forte nevicata, di quelle che sbiancano completamente le campagne. E ancora fiocchi cadono, quando esce la ragazza. Fuori di casa apre l’ombrello. Il paesaggio intorno è imprigionato nel gelo; il coraggio è sfidare una lastra di ghiaccio cammnandoci sopra; il rischio è che si rompa, il conforto è che lasci spazio alla neve candida, lì sotto: un manto morbido e soffice, in cui affondare.
    E' vicina ormai alla strada principale, Mary, sente adesso le auto: sembrano circolare regolarmente. Non lavora lontano dalla propria abitazione, come ogni mattina raggiunge a piedi il luogo di lavoro. È un’impiegata d’ufficio: tutto il giorno davanti al computer. Quando la sera torna a casa è distrutta, per non parlare dello stipendio: è difficile pagare l’affitto se si è soli, come lei.
    Conclusa è anche quella giornata. Torna al suo rifugio la ragazza. L’abitazione è fredda, Mary accende il caminetto. Prepara la cena; non vede l’ora di andare a dormire per sognare qualcosa di migliore.

    • 1 Min.

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