Il Castello di Treschietto, fatto costruire nella seconda metà del XIV secolo da Giovanni Malaspina, prende il nome dall’omonimo borgo nel comune di Bagnone. Adesso il castello è un rudere, ma le poche pietre rimaste della maestosa roccaforte sono sufficienti a ricordare i racconti che ad essa sono legati. Tra tutti i Malaspina che hanno governato i vari feudi della Lunigiana, il Marchese Giovan Gasparo Malaspina, signore di Treschietto dal 1616, è ricordato per le sue efferatezze. Oltre a vessare i propri sudditi con azioni spietate e ciniche, era solito invitare al castello giovani vergini, per farle partecipare a dei festini che puntualmente si trasformavano in orge crudeli e che, altrettanto puntualmente, terminavano con sacrifici umani. Ancora oggi, si racconta che le coltivazioni della famosa cipolla di Treschietto, disposte attorno ai ruderi della roccaforte, servano a tenere prigioniera la sua anima tra i confini delle mura. L’anima dannata del marchese crudele si aggirerebbe infatti all’interno dei ruderi e non potrebbe uscire perché respinta dai filari di cipolle. Un’altra leggenda racconta anche che nei sotterranei del Castello sia nascosto un vitello d’oro, cercato da molti sin dal giorno della morte di Giovan Gasparo, ma ancora mai ritrovato.
© Editoriale Programma - Francesco Albanese
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- Published31 July 2020 at 14:00 UTC
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