2Re 6, 18-23 Chi non è mai venuto in contatto col tema: bullismo? Bullismo è il comportamento aggressivo di un gruppo, spesso di ragazzi che si diverte a far soffrire qualcuno che è stata presa di mira. Il bullismo può essere a) fisico b) verbale c) indiretto Bullismo fisico o diretto: utilizza la forza fisica per nuocere all’altro. In questa categoria rientrano i comportamenti come picchiare, spingere, fare cadere, ecc. Bullismo verbale: comportamenti che utilizzano le parole per arrecare danno alla vittima, come le offese, le prese in giro insistenti, le minacce, le intimidazioni, e anche la calunnia per danneggiare l’immagine di qualcuno. Bullismo indiretto: esso non è rivolto direttamente alla vittima ma prova a danneggiare le sue relazioni con gli altri. Si tratta di comportamenti spesso poco visibili che portano all’esclusione e all’isolamento della vittima attraverso la diffusione di pettegolezzi e dicerie, l’ostracismo (impedire a qualcuno di affermarsi) e il rifiuto di esaudire le sue richieste. Di questo tema si parla frequentemente nelle scuole, ma avviene anche in altri campi. Il testo di questa mattina, soprattutto l’inizio del testo mi ha fatto pensare a questo tema. Ve lo leggo, partendo dal v. 14, per ricordare il contesto. Lettura: 2 Re 6, 14 – 23. 14 Il re vi mandò cavalli, carri e numerosi soldati; i quali giunsero di notte e circondarono la città. 15 Il servo dell'uomo di Dio, alzatosi di buon mattino, andò fuori e vide che un gran numero di soldati con cavalli e carri accerchiava la città. Il servo disse all'uomo di Dio: «Ah, mio signore, come faremo?» 16 Quegli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro». 17 Ed Eliseo pregò e disse: «SIGNORE, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda!» E il SIGNORE aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.18 Mentre i Siri scendevano verso Eliseo, questi pregò il SIGNORE e disse: «Ti prego, acceca questa gente!» E il SIGNORE li accecò, secondo la parola di Eliseo. 19 Allora Eliseo disse loro: «Non è questa la strada, e non è questa la città; venite dietro a me, e io vi condurrò dall'uomo che voi cercate». E li condusse a Samaria. 20 Quando furono entrati a Samaria, Eliseo disse: «O SIGNORE, apri loro gli occhi, affinché vedano». Il SIGNORE aprì loro gli occhi, e a un tratto videro che si trovavano nel mezzo di Samaria. 21 Il re d'Israele, come li ebbe veduti, disse a Eliseo: «Padre mio, li debbo colpire? li debbo colpire?» 22 Eliseo rispose: «Non li colpire! Colpisci tu forse quelli che fai prigionieri con la tua spada e con il tuo arco? Metti loro davanti del pane e dell'acqua, affinché mangino e bevano, e se ne tornino dal loro signore». 23 Il re d'Israele preparò loro abbondanza di cibi; e quando ebbero mangiato e bevuto, li congedò, e quelli tornarono dal loro signore; e le bande di Siri non vennero più a fare incursioni sul territorio d'Israele. Un grosso contingente di soldati armati oltrepassa i suoi confini per catturare un uomo solo e disarmato, per portarlo davanti al re e per castigarlo, è una forma di bullismo. Umanamente parlando, l’uomo di Dio è spacciato. Egli è il più debole, solo col suo servo leale, circondato da soldati armati e minacciosi, più forti, che escludono ogni via di scampo. v. 14 e 15 Il re vi mandò cavalli, carri e numerosi soldati; i quali giunsero di notte e circondarono la città. E nel v, 18 “I siri scendevano verso Eliseo” e si avvicinavano sempre di più a lui. I molti più forti, contro l’uno più debole. Ti sei già trovato in una situazione un po’ simile? Ti sei già sentito solo o sola, senza via di scampo in una minaccia più grande di te? Forse conosci questa situazione: essere circondato da persone malvagie, ostili, che ti spaventano e ti intimidiscono.