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Memos, il promemoria sull'attualità di Radio Popolare. Raffaele Liguori vi accompagna nel suo giro quotidiano di conversazioni. Memos è andato in onda in onda sulle frequenze di Rp (e in streaming su radiopopolare.it)

  1. 07/01/2021

    Memos di venerdì 02/07/2021

    L’Italia e l’antirazzismo alla Chiellini. L’originale trovata del capitano della nazionale, e dei vertici del calcio italiano, di inginocchiarsi ma solo per cortesia verso la squadra avversaria. Che cosa significa? “Significa vedere il razzismo come un problema degli altri, delle squadre che hanno al proprio interno un giocatore nero”, dice a Memos la filosofa della politica Giorgia Serughetti (università di Milano Biocca). “Mentre ai calciatori, personaggi pubblici, si chiede – racconta Serughetti - di prendere una posizione in una campagna globale (Black Lives Matter) che è contro le violenze della polizia sugli afroamericani e, in generale, contro il razzismo”. La seconda parte della puntata di oggi si occupa della pericolosa “passeggiata”, chiamiamola così, che la sinistra sta facendo sui bordi di un buco nero rappresentato dai Cinque Stelle di questi giorni. Gli alleati principali del Pd sono in frantumi e l’alleanza di centrosinistra rischia di non nascere mai. Il tutto mentre la destra radicale di Meloni e Salvini conferma nei sondaggi la propria solidità. Memos ne ha parlato con Mario Ricciardi, direttore della rivista Il Mulino e filosofo del diritto all’università Statale di Milano. Con la puntata di oggi si conclude il ciclo di Memos. Il promemoria sull’attualità di Radio Popolare entra definitivamente negli archivi di Rp. Dopo 7 stagioni, quasi 900 puntate, Memos chiude. 
Grazie a tutte e a tutti coloro che si sono alternati in questi anni al microfono come ospiti di questa trasmissione. E’ stato un piacere incontrarli. Soltanto nel corso dell’ultima stagione Memos ha ospitato 205 persone (57% uomini, 43% donne). Ma soprattutto un grazie speciale va a voi ascoltatrici e ascoltatori per la vostra generosità verso Radio Popolare. Continuate così, grazie! (Qui trovate l’archivio di tutte le puntate, dalla prima del 6 ottobre 2014 all’ultima di oggi 2 luglio 2021. Ci sono anche i testi di sette anni di appunti quotidiani per ciascuna puntata. https://popolare.openradio.eu/podcast/popolare-memos.htm).

    29 min
  2. 06/28/2021

    Memos di martedì 29/06/2021

    “Per la civiltà e la giustizia sociale”. E’ iniziata la raccolta di firme per il referendum abrogativo che vuole legalizzare l’eutanasia in Italia. Entro il 30 settembre dovranno essere raccolte 500 mila firme. Il referendum è stato promosso dall’associazione “Luca Coscioni” e dai Radicali italiani. Tra i promotori c’è Marco Cappato, l’esponente radicale e dell’associazione Coscioni che aiutò a realizzare la volontà di Fabiano Antoniani, dj Fabo, di mettere fine alla propria vita. Cappato, che è stato ospite oggi a Memos, ha raccontato che solo “una persona su mille può accedere all’aiuto alla morte volontaria in Svizzera. Sono pochi anche coloro che possono ottenere qualche cosa di simile a una eutanasia clandestina o di fatto. Invece, il diritto e le regole – secondo Cappato - sono quelle che devono valere per tutti e che danno in modo uguale a tutti la libertà di poter scegliere alla fine della propria vita. E’ un fatto che in democrazia deve essere garantito indipendentemente dalle disponibilità economiche o dalle conoscenze del paziente”. Così conclude Marco Cappato: “non si tratta di essere a favore o contro l’eutanasia, ma di scegliere tra un’eutanasia clandestina che c’è già (come ricordava sempre il professor Umberto Veronesi), un’eutanasia fatta di disperazione, abbandono, solitudine; e un’eutanasia legale dove il compito delle istituzioni è quello di avere regole chiare, facilitare la conoscenza, la libertà e quindi la responsabilità individuale”.

    28 min
  3. 06/22/2021

    Memos di mercoledì 23/06/2021

    Caporali, imprese di comodo, criminalità: è la coalizione dello schiavismo che sfrutta il lavoro bracciantile, soprattutto dei migranti. Ma in Puglia i lavoratori sfruttati cominciano a denunciare i propri aguzzini. A Memos il racconto del Procuratore capo della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro. “Sono decine le inchieste sullo sfruttamento – dice il procuratore Vaccaro - decine le aziende sottoposte a controllo giudiziario. E’ importante che l’ultima inchiesta sia partita da una denuncia di due lavoratori sfruttati, perché testimonia un cambiamento di rotta. In passato i primi a fuggire al nostro arrivo erano i migranti, perché temevano di perdere il lavoro. Ora, abbiamo recuperato la fiducia dei lavoratori sfruttati anche grazie all’aiuto dei sindacati”. Memos ha ospitato anche un commento della sociologa Annalisa Dordoni, dell’università di Milano Bicocca. I braccianti nei campi della Puglia e i fattorini della logistica al nord condividono la condizione di sfruttati. “Il lavoro della logistica come quello dei braccianti – sostiene Dordoni - è soprattutto lavoro migrante che nelle nostre società occidentali è connesso a forme di sfruttamento e ricattabilità. In paesi come il nostro vi è una struttura del lavoro che costruisce il seguente quadro: da un lato vi sono bacini e fonti di reclutamento per circuiti di caporalato; dall’altro vi sono situazioni di irregolarità dal punto di vista giuridico (penso al cosiddetto reato di clandestinità e alle norme del pacchetto sicurezza) che portano ad una estrema ricattabilità e quindi possibilità di sfruttamento”.

    28 min
  4. 06/21/2021

    Memos di martedì 22/06/2021

    I profughi nel mondo sono più di 82 milioni, quasi quanto la popolazione di un paese come la Germania. Lo raccontano i dati dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (ACNUR), diffusi in occasione della Giornata mondiale per il rifugiato del 20 giugno scorso. A Memos Valerio Calzolaio, giornalista e saggista, e la sociologa dell’università di Torino Magda Bolzoni. .Secondo Calzolaio “i dati diffusi dall’ACNUR sottostimano il dramma di chi è costretto a fuggire. Per essere censiti in quei numeri bisogna avere o lo status di rifugiato internazionale o di profugo interno. Per molte persone in fuga, però, questo status non si raggiunge mai. Allora non vengono censiti o vengono uccisi prima dai disastri naturali o dalle persecuzioni, e sono decine di milioni. L’Italia - conclude Calzolaio - non fa niente per accogliere i profughi. Anche l’Europa non è certo virtuosa. La maggior parte di loro viene accolta nei paesi poveri, con l’eccezione della Germania”. La sociologa Magda Bolzoni ricorda quali sono i pericoli da cui le persone scappano. “Si fugge da situazioni diverse. Da guerre, instabilità, terrorismo, desertificazione, eventi legati ai cambiamenti climatici. Si fugge anche da forti diseguaglianze in termini di accesso ad acqua, cibo e servizi. Le migrazioni forzate e “non forzate” sono un mix difficile da distinguere. Molto spesso le motivazioni si sovrappongono - sostiene Bolzoni - : situazioni di guerra, instabilità, persecuzioni si sommano a discriminazioni e attentati alla vita personali”.

    29 min

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Memos, il promemoria sull'attualità di Radio Popolare. Raffaele Liguori vi accompagna nel suo giro quotidiano di conversazioni. Memos è andato in onda in onda sulle frequenze di Rp (e in streaming su radiopopolare.it)

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