La pace degli arsenali

Modem

Per la Commissione europea è iniziata un’ “era del riarmo” e per questo la sua presidente Ursula von der Leyen ha presentato un piano da 800 miliardi di euro. Servirà nell’immediato per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina e, a medio termine, per rafforzare la capacità di difesa europea. Un Vecchio Continente che dovrà fare i conti con un ridimensionamento dello storico appoggio, anche militare, degli Stati Uniti.

Più armi negli arsenali europei, questo l’obiettivo di Ursula von der Leyen e questo quanto i 27 sono stati chiamati a discutere in un vertice straordinario a Bruxelles.

In un contesto in cui si susseguono le dichiarazioni di Donald Trump, pronto a sospendere i rifornimenti militari all’Ucraina, pure quelli legati allo scambio di informazioni d’intelligence, ma anche pronto, a quanto pare, a ritornare sui suoi passi se Zelensky dovesse accettare un accordo sulle terre rare. Dal canto suo il presidente ucraino spera di poter riallacciare i rapporti con lo gli Stati Uniti dopo la sfuriata di venerdì scorso alla Casa Bianca e al tempo stesso chiede alla Russia di sospendere i bombardamenti, per poter intavolare delle trattative in vista di un cessate il fuoco provvisorio. L’obiettivo è quello di una “pace giusta” o perlomeno di una “pace duratura”, come definita in queste ore dallo stesso Zelensky.

Di armi, di armistizi e di concessioni da fare per fermare i combattimenti discutiamo con:

Mara Morini - professoressa associata all’Università di Genova, esperta di Russia e di Europa orientale

Antonio Missiroli - docente di sicurezza europea a Science Po a Parigi, ex assistente del segretario generale della NATO

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