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Lo scandalo ligure. Al vaglio degli inquirenti finanziamenti di privati per due milioni a favore di Toti | 10/05/2024 | Il Corsivo Il Corsivo di Daniele Biacchessi

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A cura di Daniele Biacchessi

Gli inquirenti di Genova, titolari dell'indagine su corruzione, voto di scambio e collusioni con Cosa Nostra, lavorano sulle carte che dimostrano finanziamenti di almeno due milioni di imprenditori privati a favore di Giovanni Toti e del suo comitato elettorale. Non ci sarebbero solo i 74 mila e 100 euro ricevuti da Aldo Spinelli e da suo figlio Roberto, descritti nell'ordinanza di custodia cautelare del gip che ha disposto gli arresti domiciliari del presidente della Regione Liguria. Neppure quei 195 mila euro sborsati dall'imprenditore dei rifiuti Pietro Colucci. 

I finanziamenti al comitato elettorale di Giovanni Toti 
I due milioni passati al setaccio da magistrati e finanzieri riguardano i versamenti di imprese e singoli privati a sostegno dell'attività politica di Giovanni Toti. Non è detto che siano tutti soldi di dubbia provenienza. Bonifici finiti nell'originario fascicolo sui finanziamenti illeciti ai partiti risultano provenienti da imprenditori ora coinvolti nell'inchiesta per corruzione. Tra gli indagati c'è Luigi Alberto Amico, leader nella riparazione e ristrutturazione di superyacht. C'è Francesco Moncada, membro del cda di Esselunga, indagato per corruzione nell'ambito delle elezioni comunali del 2022. Ci sono Maurizio Rossi, editore della televisione locale Primocanale e Pietro Colucci, imprenditore del settore dei rifiuti. 

I partecipanti alle cene a sostegno di Giovanni Toti
All'ultimo evento elettorale organizzato l'11 aprile scorso da Giovanni Toti a Villa Zerbino, a Genova, erano state invitate 600 persone. In otto anni si è abbassata la quota minima di partecipazione: da mille a 450 euro, ma è moltiplicato il numero dei commensali, da 186 agli attuali 600. All'inizio erano organizzate da Fondazione Change, ma dopo le segnalazioni di Banca d'Italia sui finanziamenti sospetti, la partita è stata gestita direttamente da Giovanni Toti e dal suo comitato elettorale. Per gli inquirenti quelle cene eleganti erano un modo di compensare i favori ricevuti. Due milioni è la cifra raccolta tra il 2016 e il 2021 da Fondazione Change e vari comitati che facevano capo a Giovanni Toti. 

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Gli inquirenti di Genova, titolari dell'indagine su corruzione, voto di scambio e collusioni con Cosa Nostra, lavorano sulle carte che dimostrano finanziamenti di almeno due milioni di imprenditori privati a favore di Giovanni Toti e del suo comitato elettorale. Non ci sarebbero solo i 74 mila e 100 euro ricevuti da Aldo Spinelli e da suo figlio Roberto, descritti nell'ordinanza di custodia cautelare del gip che ha disposto gli arresti domiciliari del presidente della Regione Liguria. Neppure quei 195 mila euro sborsati dall'imprenditore dei rifiuti Pietro Colucci. 

I finanziamenti al comitato elettorale di Giovanni Toti 
I due milioni passati al setaccio da magistrati e finanzieri riguardano i versamenti di imprese e singoli privati a sostegno dell'attività politica di Giovanni Toti. Non è detto che siano tutti soldi di dubbia provenienza. Bonifici finiti nell'originario fascicolo sui finanziamenti illeciti ai partiti risultano provenienti da imprenditori ora coinvolti nell'inchiesta per corruzione. Tra gli indagati c'è Luigi Alberto Amico, leader nella riparazione e ristrutturazione di superyacht. C'è Francesco Moncada, membro del cda di Esselunga, indagato per corruzione nell'ambito delle elezioni comunali del 2022. Ci sono Maurizio Rossi, editore della televisione locale Primocanale e Pietro Colucci, imprenditore del settore dei rifiuti. 

I partecipanti alle cene a sostegno di Giovanni Toti
All'ultimo evento elettorale organizzato l'11 aprile scorso da Giovanni Toti a Villa Zerbino, a Genova, erano state invitate 600 persone. In otto anni si è abbassata la quota minima di partecipazione: da mille a 450 euro, ma è moltiplicato il numero dei commensali, da 186 agli attuali 600. All'inizio erano organizzate da Fondazione Change, ma dopo le segnalazioni di Banca d'Italia sui finanziamenti sospetti, la partita è stata gestita direttamente da Giovanni Toti e dal suo comitato elettorale. Per gli inquirenti quelle cene eleganti erano un modo di compensare i favori ricevuti. Due milioni è la cifra raccolta tra il 2016 e il 2021 da Fondazione Change e vari comitati che facevano capo a Giovanni Toti. 

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