Rodion Ščedrin e Nikolaj Girševič Kapustin sono i due musicisti russi scelti, in questa puntata, a testimonianza di quanto, ancora alla fine del XX secolo, quasi trecento anni dopo la sua canonizzazione da parte di J.S. Bach, la forma Preludio e Fuga continuasse ad affascinare compositori di ogni origine, cultura ed età e così a generare tutti gli anni centinaia di nuove composizioni. Entrambi i nostri protagonisti sono infatti autori di un ciclo di 24 Preludi e Fughe per pianoforte.
Il primo è Rodion Ščedrin. Figura importante della vita musicale sovietica e post-sovietica, compositore poliedrico e di solida fortuna internazionale, eccellente pianista egli stesso, esplicitamente influenzato dall’analogo lavoro di Šostakovič, egli realizzò fra il 1964 e il 1970 una serie molto intrigante per il modo con cui riesce a coniugare il tonalismo, formule compositive moderne e aperte, rigore tecnico nelle fughe e carattere improvvisativo e aforistico nei preludi.
Il secondo è Nikolaj Girševič Kapustin che nel 1997 compie un’impresa analoga, applicando però il linguaggio compositivo del quale era diventato alfiere da quasi un ventennio: quello del jazz. Certo un jazz un po’ in salsa russa (quello che era stato consentito dal regime sovietico) e soprattutto un jazz che cerca di innestare in una forma codificata e rigidamente strutturata come la fuga, la vivacità di uno stile improvvisativo e swingato. Il risultato è un po’ curioso, ma assai significativo e coinvolgente. Certo, come sempre in questi casi di ibridazione stilistica, il rischio è di scontentare sia i puristi del jazz (“Dio mio, musica scritta; e l’improvvisazione?”) che quelli del contrappunto classico (“È impossibile seguire il decorso delle voci e poi dove sono i divertimenti?”), ma vale la pena di correrlo.
Informações
- Podcast
- FrequênciaSérie completa
- Publicado20 de março de 2023 23:00 UTC
- Duração1h8min
- ClassificaçãoLivre