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Storia in Podcast Focus
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Ogni settimana la redazione di Focus Storia approfondisce un tema storico o rilegge in chiave storica un avvenimento di attualità. Per capire il presente scoprendo il passato.
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Vi racconto Cosimo I de’ Medici
Cosimo I de’ Medici fu duca di Firenze, duca di Siena e infine granduca di Toscana. «Basterebbe questa sequenza di titoli nobiliari per fare capire chi era», dice lo storico medievalista Franco Cardini nella puntata dedicata a questo personaggio su Storia in Podcast.
Cardini mette subito in guardia gli ascoltatori: «Attenzione a non confonderlo con l’altro Cosimo, che noi fiorentini chiamiamo Cosimo il Vecchio, che era il nonno di Lorenzo il Magnifico». Cosimo I de’ Medici (1519-1574) era invece del ramo cadetto della dinastia medicea e, di Lorenzo, era nipote per parte di madre. Era però anche l’intraprendente figlio di Giovanni dalle Bande Nere che era stato uno strenuo difensore di Firenze.
Quale fu dunque il suo ruolo? Per raccontarci questo personaggio lasciamo la parola a Franco Cardini, professore ordinario di Storia medievale all’Università di Firenze e all’Istituto italiano di scienze umane di Firenze. Collabora con diverse testate.
A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi
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Vi racconto Lucrezia Borgia
I Borgia sono passati alla Storia come una delle famiglie più perfide e corrotte del Rinascimento. Ma era vero? Ancora nella prima metà dell’800, poco prima che cominciasse una riabilitazione dei Borgia, molti storici erano convinti che la storia del clan fosse stata solo una lunga sequenza di infamie. Ma incesti, avvelenamenti e corruzione che vengono loro attribuiti furono reali? Alessandro, Lucrezia e Cesare furono davvero spietati e lussuriosi come sono stati dipinti? La verità, come spesso accade, sta nel mezzo visto che i metodi con cui avevano governato non erano molto diversi da quelli usati da molte altre grandi famiglie dell’epoca. Ma, allora, perché tanto accanimento contro di loro? Perché, alla fine dei giochi, ai Borgia toccò la parte dei vinti. E la Storia, si sa, viene scritta dai vincitori. Insomma la loro leggenda nera nacque perché i primi a raccontarne la vicenda furono essenzialmente i loro nemici.
Per Storiainpodcast, la scrittrice Carla Maria Russo, ci aiuta a capire meglio fatti e misfatti dei Borgia e ci racconta il controverso personaggio di Lucrezia Borgia che ha incarnato nell’immaginario collettivo, con. La ricerca storica ci ha invece restituito, specie negli ultimi anni, l’immagine di una donna non priva di punti oscuri, ma la cui fama negativa è stata spesso esagerata rispetto alle reali vicende, che l’hanno vista molto spesso essere a sua volta vittima delle dinamiche interne alla sua stessa famiglia. In tutti i casi la storia di Lucrezia, e quella dei Borgia più in generale, è la storia di una esponente di una tra le famiglie più illustri del Rinascimento italiano, la cui vicenda è fortemente segnata da un periodo, quello a cavallo tra XV e XVI secolo, di grandi cambiamenti culturali e di forte instabilità politica; fattori che hanno senza dubbio contribuito all’evoluzione della vita della giovane nobildonna.
Carla Maria Russo ha scritto “Le nemiche” per Piemme.
A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
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La storia del canale di Suez
In questo podcast, l’ambasciatore Domenico Vecchioni racconta la storia di Suez, il canale che ha cambiato la geografia del mondo.
Inaugurato alla fine del XIX secolo, il canale di Suez ha attraversato tre secoli di storia: testimone dell’evoluzione dei tempi, protagonista delle contese militari tra gli stati che se lo disputavano, spesso sfruttato come via degli imperi coloniali, sempre comunque al servizio del commercio marittimo internazionale, di cui è stato un formidabile volano di sviluppo. Nell’antichità il canale infiammò l’immaginazione dei grandi costruttori egizi e, 30 secoli dopo, alimentò l’entusiasmo del visionario Ferdinand de Lesseps, traducendo in realtà quell’antico sogno dell’umanità. Una storia affascinante fatta non solo di vicende strettamente legate alla conformazione dell’idrovia o alle evoluzioni del traffico marittimo mondiale, ma anche del racconto dei protagonisti di una straordinaria avventura che ha modificato la geografia del mondo; una storia che parla anche della creazione e sviluppo delle “città del canale”, degli spostamenti e delle evoluzioni delle popolazioni.
Domenico Vecchioni ha scritto “Suez. Il Canale che ha cambiato la geografia del mondo” per Rusconi Libri. L’ambasciatore Vecchioni – storico e saggista – ha prestato servizio a Le Havre (Consolato), a Buenos Aires (Ambasciata), a Bruxelles (NATO) e a Strasburgo (Consiglio d’Europa). Alla Farnesina ha ricoperto gli incarichi di Capo segreteria della direzione generale delle relazioni culturali, Capo segreteria della Direzione generale del personale, Capo ufficio “Ricerca, Studi e Programmazione”, Ispettore delle Ambasciate e dei Consolati italiani all’estero. È stato quindi Console generale d’Italia a Nizza e a Madrid. Vice Rappresentante permanente presso il Consiglio d’Europa, dal 2005 al 2009 ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d’Italia a Cuba.
A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
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70 anni dalla morte di Stalin - Seconda parte
Come era arrivato al potere Stalin? Aveva iniziato la sua scalata dopo la morte di Lenin (1924): uscì vittorioso dalla lotta per la successione, sfruttando ogni mezzo, persona e occasione. Poco alla volta, accentrò tutti i poteri nelle proprie mani, cancellando qualsiasi oppositore. “Stalin era un ragno e chiunque si fosse avvicinato alle sue tele doveva morire”, fu la descrizione postuma che ne fece il compositore russo Dmitrij Šostakovich. A raccontarci la parabola di Stalin è lo storico Andrea Romano, docente di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Si stima che sarebbero 20 milioni le vittime complessive della dittatura di Stalin tra la fine degli Anni ’20 e il 1953. La cifra comprende le persone liquidate con le “purghe staliniane” (i processi-farsa che miravano a epurare dal partito comunista gli elementi “controrivoluzionari”), i morti nei gulag e quelli provocati dalle carestie indotte dalla collettivizzazione forzata.
Andrea Romano, autore del podcast, è Professore associato di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Ha scritto tra l’altro “Contadini in uniforme. L’Armata Rossa e la collettivizzazione delle campagne nell’URSS”, Firenze, Leo S. Olschki, 1999; “Russia in the Age of Wars 1914-1945” (con Silvio Pons), Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Annali XXXIV, Milano, Feltrinelli, 2000; e “Lo Stalinismo. Un’interpretazione storica”, Bruno Mondadori Editore, 2002.
A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
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70 anni dalla morte di Stalin - Prima parte
Il 5 marzo 1953 moriva Stalin, l’uomo che aveva tenuto in pugno l’Unione Sovietica per quasi trent’anni, vincitore della guerra contro Hitler ma persecutore del proprio popolo. Il giorno dopo l’Unione Sovietica si risvegliò disorientata, scioccata, piena di incognite. Che cosa aveva rappresentato per l’Unione Sovietica quel “Piccolo padre”, come la propaganda chiamava Stalin? E che cosa rappresenta ancora oggi? Ce lo spiega su Storia in Podcast lo storico Andrea Romano, docente di Storia contemporanea all’Università Roma Tor Vergata.
Stalin era stato colpito da un ictus verso le 18:30 del 1° marzo 1953, nella sua dacia fuori Mosca. Le guardie se ne accorsero solo verso le 10 di sera. Il dittatore fu trovato a terra in pigiama e maglietta, in mezzo alla propria urina. Furono subito avvisati i vertici dell’Urss, tra i quali il ministro degli Interni Berija e l’astro nascente Nikita Krusciov. Dodici ore dopo il colpo apoplettico erano intorno al leader agonizzante sul divano. Ma solo la mattina seguente decisero di chiamare i medici.
Fu un ritardo voluto? Alcuni, in realtà senza prove concrete, sostengono la tesi di un avvelenamento: fu probabilmente il tempo necessario per trovare un accordo sulla gestione del Paese e la futura distribuzione del potere...
Andrea Romano, autore del podcast, è Professore associato di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Ha scritto tra l’altro “Contadini in uniforme. L’Armata Rossa e la collettivizzazione delle campagne nell’URSS”, Firenze, Leo S. Olschki, 1999; “Russia in the Age of Wars 1914-1945” (con Silvio Pons), Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Annali XXXIV, Milano, Feltrinelli, 2000; e “Lo Stalinismo. Un’interpretazione storica”, Bruno Mondadori Editore, 2002.
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Storia delle monete - Seconda parte
Nell'XI secolo in gran parte dell'Europa vigeva il sistema monetario carolingio per il quale l'unità di riferimento era la lira d'argento. Nel XIII secolo però si impone l'utilizzo dell'oro nella monetazione europea. I primi a coniare una moneta d’oro furono i genovesi ma la grande affermazione avvenne tramite il fiorino d’oro coniato nel 1252 a Firenze, che allora vantava una potenza economica incredibile (qui nacquero anche le cambiali e le assicurazioni).
Comincia da qui la seconda parte del podcast sulla storia delle monete in Europa: lo storico Sergio Valzania ci racconta dieci monete famose, fino alla decisione di affidare proprio a una moneta unica la funzione trainante del progetto europeo.
Sergio Valzania, scrittore, saggista e storico, autore radiofonico e televisivo, è stato vicedirettore di Radio Rai. Collabora con L’Osservatore romano e con radio InBlu2000. Ha scritto per Il Mulino Le vie delle monete.
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