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PoeTerapy: La parola come cura all'Ascolto
Vi leggo una Poesia perchè fa sorridere l'idea
che questo, possa placare il vento per qualche minuto
ed entrare dentro un suono.
A volte accade davvero.
Sono Feduà, e l'accento sulla a,
si fa sentire.

Vi Leggo Una Poesia Fedoua El Attari

    • アート

PoeTerapy: La parola come cura all'Ascolto
Vi leggo una Poesia perchè fa sorridere l'idea
che questo, possa placare il vento per qualche minuto
ed entrare dentro un suono.
A volte accade davvero.
Sono Feduà, e l'accento sulla a,
si fa sentire.

    "La crepa dell'acqua"

    "La crepa dell'acqua"

    di Fedouà El Attari per mostra di Dineo Seshee Bopape "Born in the first light of the morning" in Hangar Bicocca Milano

    • 7分
    "Inchinarsi fa bene alla terra, a noi e accorcia le distanze con i nostri limiti (fronte e mani a terra)"

    "Inchinarsi fa bene alla terra, a noi e accorcia le distanze con i nostri limiti (fronte e mani a terra)"

    Da "Il silenzio è cosa viva" di Chandra Livia Candiani

    Mahmoud Darwish scrisse: "Da me quanto dista la terra?"

    • 4分
    La Pioggia

    La Pioggia

    La natura odia le linee rette:
    “La pioggia che cade incessantemente accompagna la confessione, notturna e intima, di una giovane donna araba. la protagonista rievoca immagini e personaggi del proprio passato, stravolti da mille ossessioni e paure, con un linguaggio duro, scarno, spezzettato e allo stesso tempo palpitante e velato di poesia.”

    Tratto dal libro di Rachid Boudjedra

    • 5分
    Il silenzio è cosa viva

    Il silenzio è cosa viva

    di Chandra Livia Candiani

    • 2分
    Riconoscersi nell'acqua di partenza, come atto comune di libertà

    Riconoscersi nell'acqua di partenza, come atto comune di libertà

    La distanza minima per essere umani e il riconoscersi nell’acqua di partenza, 

    come atto comune di libertà.



    L'azione precoce alla discriminazione.

    Realizzare contesti di sovraffollamenti,

    bambini impazienti

    che non trovano ambienti affluenti.

    Padri con sensi di colpa nel non voler essere combattenti.

    Tinelli capienti di acqua salata

    impastata con lacrime egrano.

    Vivere le persone come connessioni familiari,

    rendere lo schermo che viviamo

    uno specchio anziano

    sensibile agli urti che lo guardano e tengono in mano.

    Ci avvicina con mano a sentire i visi

    di chi vive una crisi.

    Indipendentemente dallo stato di comunità,

    che non la sente chi sta di là o di qua

    ma solo chi universalmente riconosce

    il valore della fluida ed umana collettività,

    indipendentemente da dove sta.

    Fatta di diversità che riconosce nell'acqua di partenza

    un atto comune di libertà.

    La comunicazione che viviamo ci riempie

    di responsabilità,

    ambiguità,

    categorie B e A.

    Nella capacità globale di informarci

    ci soffermiamo ai mascheramenti

    che creano turbamenti,

    ipocrisie aberranti,

    che rendono incapaci di respirare sentimenti.

    La guerra stupisce in base ai confini geografici,

    disegnati in forma anonima da ossimori slegati.

    La guerra è senza Stato.

    E’ nello spazio telepatico.

    Nella sua infertilità crea coscienze

    enfatiche

    e non empatiche,

    suddivise da chi difende colori e non cuori.

    Crea realtà mediatiche del tutto estetiche ed apatiche,

    senza renderci conto del vero potere che abbiamo.

    Essere e sentirci umani,

    riconoscerci acqua allo specchio. 



    Feduà El Attari

    • 2分
    Fatima

    Fatima

    Fatima Al Fihriya, fondatrice della prima università al mondo nel 859 in Marocco, Fèz.

    “La signora delle radici impasta la luce con spezie di sapere e melograno.
    Madre di infiniti figlie e figli.
    Mi fa sentire figlia di infiniti mondi.
    L’utero che spinge verso il tetto del cosmo,
    infonde
    innesca
    innesta.
    Nutre il Mediterraneo di conoscenza e creala rete della speranza.
    Allinea la storia alla partenza del mondo,
    rigogliosa inonda la terra e ne condivide i frutti senza esitazione.
    Fatima come il nome di mia nonna.
    Fatima come il nome di tutte le acque materne
    che bagnano i nostri piedi e compongono i nostri passi.
    Con le mani grondanti di cura,
    ci dona l’abbraccio alla parola e alla sua incessante fertilità.
    Ci dona l’evoluzione all’ascolto,
    l’evoluzione alla fiducia,
    l’evoluzione all’istruzione come strumento di connessione.
    La cupola sopra le teste protegge il suono del dialogo e ne conserva i testi.
    Il tappeto accoglie a sentirsi parte di un unico terreno, elevando doti mentali, spirituali
    e non materiali.
    Riconosce nella condivisione di uno spazio, la sacralità degli interscambi universali.
    Riconettersi alla carta, come pagine di un libro.
    Riconoscersi nelle ossa, come buccia di un corpo.
    Il Mediterraneo canta della tua illuminata vocazione, 
    prega al sicuro dentro le tue mura di bianco mosaico e tetti verde smeraldo.
    La mano di un bambino stringe il dito di un adulto
    e si addormenta al ritmo dolce dell’orazione.
    Fèz, la città dai minareti gentili.
    Scandita da finestre che affacciano alla vita intera.
    La tua ispirazione si respira dentro le nostre scuole,
    tutte e ovunque.
    Si respira la libertà alla curiosità.
    Grazie.”

    Feduà El Attari

    • 2分

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