L’edificio settecentesco di corso Francia 192, oggi conosciuto come villa Sartirana, viene tuttora ricordato da molti con il nome de La Tesoriera. La villa, circondata da un grazioso giardino, è oggi una biblioteca musicale e, occasionalmente, sede di eventi, ma la sua storia l’ha vista palcoscenico di numerosi intrighi che hanno fatto arrivare fino a noi due leggende che la riguardano. L’aura di mistero che la circonda vede come protagonisti ben due fantasmi che abiterebbero le sale del palazzo. Sono le anime di due donne, molto diverse l’una dall’altra: la prima pia e disperata, la seconda dannata e malevola. Il primo spirito inquieto apparterrebbe alla prima moglie del tesoriere generale e consigliere di stato del re sabaudo Vittorio Amedeo II, lo stesso che fece costruire la villa ma che morì presto e senza godere a lungo della sua abitazione. La donna era Maria Battista Cisaletti, morta senza lasciare un erede per sé e per il suo nobile consorte. Si dice che la dama fosse talmente ossessionata dai ripetuti fallimenti di maternità da avere frequenti crisi di nervi. Si sarebbe addirittura rivolta a una fattucchiera la quale però, scontenta dello scarso compenso ricevuto per le sue prestazioni, anziché aiutarla le avrebbe lanciato una maledizione. Maria Battista Cisaletti pare infatti sia morta di parto, insieme al suo bambino, c’è chi dice a causa della maledizione chi per motivi ben più terreni. La leggenda vuole comunque che il suo fantasma si aggiri senza pace per le stanze e i giardini de La Tesoriera: si avvicina ai bambini che incontra, li accarezza e sospirando prega ancora di poter avere un figlio. Ma la storia di villa Sartirana è lunga e, dalla morte del tesoriere, passò poi di mano in mano fino a diventare anche, durante l’occupazione napoleonica, una caserma per i soldati. E’ proprio in questo momento storico che si svolse la vicenda che riguarda la seconda donna il cui fantasma infesta ancora il palazzo. Il suo nome era Ninetta ed era una fanciulla di rara bellezza. La giovane si recava spesso nel palazzo, allora adibito ad abitazione per le truppe napoleoniche, per svolgere dei servizi. Ninetta attirò naturalmente l’attenzione dei soldati i quali non tardarono a mostrarle le loro cattive intenzioni. La fanciulla cercò allora riparo nella cappella del parco, chiedendo asilo al prete che la abitava ma che, tuttavia, le sprangò la porta negandole asilo. Il branco di uomini, allora, la raggiunse, trascinandola all’interno della caserma e facendole tanti soprusi da portarla alla morte. Il suo fantasma gira dunque ancora per la villa, ma non accarezza i bambini né ha preghiere da volgere al cielo: la donna bensì sghignazza e terrorizza i passanti e se poi per caso si imbatte in un prete allora si dice moltiplichi addirittura i suoi sforzi.