Giovanni Battista Magoni "Sulle tracce dell'assente"

il posto delle parole

Giovanni Battista Magoni
"Sulle tracce dell'assente"
Metafisica del quotidiano nel cinema di Kieślowski
Ancora Editrice
www.ancoralibri.it

«Io filmo l’intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieślowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema.
Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l’umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia.
Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi».
Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell’Oltre, cui tutti aneliamo.

Kieślowski è un «cercatore di senso», tra ragione e mistero.
Il suo è un cinema dell’interiorità, dove l’indagine sull’uomo lascia trasparire tracce metafisiche e teologiche. Nello «stare addosso all’uomo», il regista rileva delle «fenditure» nelle quali l’Essere appare nel suo celarsi (l’Assente) e nel suo apparire (il Presente). L’Assente si affaccia come «regia sottotraccia», come «occulto tessitore» che offre all’uomo occasioni per realizzarsi nell’amore.
E così, all’etica dell’individualismo tratteggiata nel Decalogo, Kieślowski offre, nei Tre Colori, il contrappunto di un’etica dell’amore.
Il finale di Film Rosso è parola di speranza: tutti i protagonisti dell’opera, anziché naufragare, sono incredibilmente salvati. Non per caso, ma per destino provvidente.
E così tutti possiamo sperare di «uscire a riveder le stelle». Anzi, di contemplare«l’amor che move il sole e l’altre stelle».

Giovanni Battista Magoni, sacerdote pavoniano, laureato in filosofia, ha insegnato per molti anni nella scuola. Ha svolto per nove anni l’incarico di Superiore della Provincia pavoniana d’Italia ed è attualmente il Direttore di Àncora Editrice.
Ama la filosofia, la musica e il cinema, la letteratura e l’arte.
E i giovani… ancor di più.


IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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