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Gender, gay pride, movimento LGBTQIecc. hanno conquistato tutti gli spazi possibili e immaginabili: come possiamo difenderci da questi attacchi alla legge naturale (e al buon senso)?

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Gender, gay pride, movimento LGBTQIecc. hanno conquistato tutti gli spazi possibili e immaginabili: come possiamo difenderci da questi attacchi alla legge naturale (e al buon senso)?

    Un sacerdote dice che l'omosessualità è peccato e il governo francese lo denuncia

    Un sacerdote dice che l'omosessualità è peccato e il governo francese lo denuncia

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7744

    UN SACERDOTE DICE CHE L'OMOSESSUALITA' E' PECCATO E IL GOVERNO FRANCESE LO DENUNCIA di Paola Belletti
    L'Abate Matthiey Raffray è un sacerdote cattolico francese membro dell'Istituto del Buon Pastore, società di vita apostolica di diritto pontificio, istituita nel 2006 dalla Congregazione per il Clero, i cui sacerdoti celebrano la Santa messa secondo il messale del 1962. Dal 2021 è Assistente del Superiore Generale. Teologo, filosofo e professore presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, ha pubblicato diversi libri ed ha una significativa presenza sui social media.
    Ciò che però lo ha condotto agli onori della cronaca non è questo curriculum di tutto rispetto, bensì l'azione legale che il governo francese ha intrapreso nei suoi confronti per aver dichiarato che l'omosessualità, non la tendenza in sé ma gli atti (ovvero ciò che la Chiesa insegna nel suo magistero) è peccato. Ne ha parlato in un video pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Instagram, seguito da 60000 utenti. La caption che accompagna il video spiega chiaramente il senso del contenuto che si può fruire e che si immagina rivolto principalmente ai fedeli cattolici:
    «Gesù Cristo è il nostro Salvatore: viene a salvarci dai nostri vizi, dai nostri peccati, prendendosi cura delle nostre ferite interiori e fortificandoci per mezzo della sua grazia. Ma c'è bisogno innanzitutto che riconosciamo i nostri errori e le nostre debolezze: sì, siamo tutti peccatori!» Potrebbe essere l'apertura di qualsiasi catechesi o meditazione quaresimale nella quale potremmo imbatterci andando in parrocchia, ora non più con la stessa certezza statistica, a essere onesti. Peccato per gli hashtag, un po' più espliciti nell'indicare tra i molti vizi e peccati che possono ferirci e ostacolarci interiormente anche l'omosessualità. Ed è proprio questo riferimento che la sempre zelante sedicente comunità LGBTetc non ha lasciato passare senza appiccare i soliti roghi di commenti feroci, vittimistici, accusatori. Efficaci, purtroppo, al punto da ottenere l'avvio di un'azione legale a carico del sacerdote.
    DIRE PUBBLICAMENTE QUELLO CHE LA FEDE CATTOLICA INSEGNA
    La dichiarazione più pesante in risposta alla breve catechesi del noto Abate sono quelle niente meno del Ministro per l'uguaglianza di genere, la diversità e le pari opportunità, Aurore Bergé, che ha bollato le parole del presbitero cattolico come "inaccettabili" e, sempre via social, ha dato seguito a tanto sdegno istituzionale: «In un messaggio pubblicato su X, ha detto di aver "chiesto alla delegazione interministeriale per la lotta al razzismo, all'antisemitismo e all'odio anti-LGBT (DILCRAH) di segnalare la questione al pubblico ministero sulla base dell'articolo 40" del codice di procedura penale. Il DILCRAH ha preso atto del messaggio del ministro e ha confermato di aver "notificato il pubblico ministero dei commenti omofobi fatti dal signor Raffray sui suoi social network". Nel suo messaggio, la delegazione ha aggiunto: "Parlare di omosessualità come debolezza è vergognoso"».
    Ciò che viene contestato al sacerdote è di dire pubblicamente quello che la fede cattolica insegna e non può smettere di fare perché farebbe un torto a sé stessa e al bene più grande che è in gioco (e non è un gioco!): la verità sull'uomo e la salvezza delle anime. Sì, siamo peccatori, capaci di peccare in molti modi; in nostro soccorso  viene la Grazia del Signore. Guai però ricordare come le pratiche omosessuali siano parte dell'elenco dei possibili peccati, perché in questo modo si osa sfidare un dogma laicista ormai ritenuto indiscutibile: non l'accettazione delle tendenze omosessuali, ma la promozione, addirittura la nobilitazione dell'omosessualità vissuta e praticata.
    OMOFOBIA
    Fa sorridere il capo d'accusa perché...

    • 7 min
    Utero in affitto: nasce femmina e i committenti chiedono i danni

    Utero in affitto: nasce femmina e i committenti chiedono i danni

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7731

    UTERO IN AFFITTO: NASCE FEMMINA E I COMMITTENTI CHIEDONO I DANNI
    Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): 12enne stuprata a scuola da un trans, in Polonia la TV di Stato si scusa, i dubbi del NYT sui minori trans, dopo Fiducia Supplicans pastorale sempre più arcobaleno
    da Provita & Famiglia
    Una coppia di uomini californiani ha citato in giudizio una clinica per la fertilità di Pasadena per violazione di contratto, negligenza medica, e violazione di normative varie a tutela dei consumatori, perché la surrogata ha partorito una femmina anziché un maschio, come era stato pattuito.
    L'avvocato dei Sanigers [Albert e Anthony], sposati nel 2013, ha spiegato che i due da sempre sognavano di avere due figli, entrambi maschi. Già prima di sposarsi, la coppia aveva scelto il nome per i loro futuri figli e aveva creato per loro un account Gmail.
    Dal momento in cui l'hanno contattata, sono stati espliciti con la clinica HRC e Kolb: potevano essere impiantati nell'utero della loro surrogata solo embrioni maschi.
    Invece, "negligentemente, sconsideratamente e/o intenzionalmente" hanno impiantato una femmina.
    Ed ora i due committenti dovranno sopportare anche un grande danno economico perché dovranno allevare tre figli, anziché i soli due bambini che avevano programmato.
    È noto che la merce deve avere le qualità previste dal contratto e pagate dagli acquirenti: è probabile che i Sanigers vinceranno la causa.
    Stupisce, però, che una coppia così desiderosa del loro primo bambino (o forse bisognerebbe dire "bambolotto"?) per nove mesi non si sia preoccupata di chiedere e guardare le immagini ecografiche: avrebbe potuto ordinare e ottenere l'aborto.
    Chissà, ora, come sarà la vita di quella bambina con due "papà" che già provano un tale risentimento verso di lei.
    A pensarci bene, però, una soluzione a tutto questo poteva esserci: dato che il sesso biologico non conta nulla, la coppia addolorata poteva dichiarare all'anagrafe che la bambina era un maschio e il problema sarebbe stato risolto.
    Quanto ai bambini maschi che prima o poi nasceranno, già con indirizzi Gmail, sarebbe interessante sapere se abbiano già anche siti OnlyFans personalizzati.
    Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.
    DODICENNE STUPRATA A SCUOLA DA UN TRANS
    L'ASK Academy, una scuola privata di Rio Rancho (New Mexico), permette agli studenti maschi che si sentono donne di usare bagni e spogliatoi femminili. Ray (nome di fantasia), alunna 12enne, provava disagio a vedere maschi nei propri spazi, ma il personale scolastico le aveva detto di non giudicare e di rimanere in silenzio se avesse avuto qualche rimostranza da fare.
    Nell'ottobre del 2021 Ray venne stuprata. [...] Ray non disse nulla, finché la madre l'anno scorso, grazie alla lettura del suo diario, scoprì cosa fosse successo alla figlia. Ora la ragazzina assume farmaci per l'ansia e, quando è sola a casa, dorme con un coltello accanto a sé e vicino al proprio grosso cane.
    Ray è un irrilevante effetto collaterale della battaglia arcobaleno, ossia è un'altra vittima dell'ideologia LGBT e del politicamente corretto che pur di portare avanti le proprie istanze non guarda in faccia a nessuno.
    (Gender Watch News, 5 luglio 2023)
    IN POLONIA LA TV DI STATO SI SCUSA
    In Polonia, diventato primo ministro il liberale Donald Tusk, molte cose stanno cambiando. In peggio. Anche sul versante dell'informazione pubblica. Ad esempio sono saltate tutte le teste alla guida della Tv pubblica - la TVP - della Radio polacca e dell'agenzia di stampa pubblica PAP.
    Nel programma di informazione della TVP - InfoTVP - il conduttore Wojciech Szelag, invitando alcuni attivisti LGBT in studio, si è profuso in scuse...

    • 10 min
    La neolingua non lascia in pace nemmeno i dinosauri

    La neolingua non lascia in pace nemmeno i dinosauri

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7721

    LA NEOLINGUA NON LASCIA IN PACE NEANCHE I DINOSAURI di Matteo Delre
    Siete pronti per una nuova avventura nell'abisso della cancel culture? Bene. L'ultima assurdità woke è quella della proposta di cambiare i nomi dei dinosauri perché in alcuni casi non sono inclusivi o richiamano a personaggi "controversi" o perché riflettono una cultura sessista, razzista o coloniale.
    Tutto vero. Lo ha affermato il team della paleobiologa Emma Dunne dell'Università Friederich-Alexander di Erlange-Norimberga, in uno studio che invece di diventare il copione per qualche stand-up comedy viene addirittura ripreso e rilanciato dalla rivista "Nature". Vi si specifica che questi casi di non conformità dei nomi sono pochi, anzi pochissimi «ma sono comunque significativi in termini d'importanza», ci ammoniscono i cervelloni dell'università tedesca, supportati da alcuni altri colleghi in giro per il mondo.
    «Non diciamo che da domani bisogna cambiare tutto», spiga uno dei ricercatori, «ma dobbiamo rivedere criticamente ciò che abbiamo fatto, per correggere cose che non abbiamo fatto bene». Il problema è sempre lo stesso, quello che ossessiona gli eterni offesi di questa nostra infelice epoca: gli stereotipi. O presunti tali.
    «Meglio - spiegano - d'ora in poi scegliere nomi che facciano riferimento alle caratteristiche fisiche dell'animale, ai luoghi di ritrovamento e anche alla lingua e alla cultura delle popolazioni locali, spesso dimenticate». Poco importa che così si rischi di chiamare una conchiglia fossile con un nome lungo come il titolo di un film della Wertmüller, l'importante è che non si dimentichi nessuno della lista. Non viene chiarito però come gestire la situazione se si fa riferimento alle caratteristiche fisiche. Metti che si ritrova un dinosauro fossile con una grande pancia, che si fa, si rischia il body shaming?
    LA FOLLIA DELLA CANCEL CULTURE
    La Commissione internazionale sulla nomenclatura zoologica (ICZN) al momento - meno male! - non ha preso in considerazione le assurdità di questi studiosi per quanto riguarda i nomi già dati, mentre si è mostrata - ahinoi - disponibile per le eventuali nuove scoperte, sebbene il problema sollevato non riguardi le diciture scientifiche (quelle binomiali in latino, per intenderci, come Anas platyrhynchos per il germano reale), bensì i nomi comuni degli animali.
    Tanto per fare un esempio pratico - e attuale - pensiamo al grazioso oriolo di Audubon (che non è neanche un dinosauro vero e proprio), ovvero un uccelletto giallo e nero classificato dall'ornitologo americano John James Audubon (1785/1851), il cui nome, collegato al suo lavoro scientifico, andrebbe cancellato perché prima suo padre e poi lui sono stati proprietari di piantagioni di canna da zucchero che utilizzavano schiavi. Sì, avete capito bene.
    La proposta degli studiosi appare però abbastanza ideologica e poco supportata da riscontri davvero reali quando si vanno a vedere i numeri. Nel voler trovare, infatti,  "nomi problematici" di dinosauri, ossia legati a "razzismo e sessismo" oppure nominati in "contesti coloniali o in onore di figure controversi", gli esperti hanno individuato 45 nomi potenzialmente offensivi, corrispondenti a meno del 3 per cento degli esemplari esaminati. Noi stessi, d'altra parte, per trovare un esempio di nome controverso in zoologia, abbiamo dovuto scavare nei peggiori recessi dell'internet woke per scovare l'oriolo di Audubon.
    Siamo cioè in un'area di nicchia dell'isterismo globale della cancel culture, ed è forse per questo che la follia emerge in modo così lampante.
    Si dovrebbe invece avere la consapevolezza che cambiare 45 nomi già dati ai dinosauri o modificare la nomenclatura dei ritrovamenti futuri (nel caso ce ne fossero) non cambierebbe nulla, non renderebbe la...

    • 6 min
    Se "love is love" perchè non innamorarsi di un albero?

    Se "love is love" perchè non innamorarsi di un albero?

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7671

    SE ''LOVE IS LOVE'' PERCHE' NON INNAMORARSI DI UN ALBERO?

    Le scuole della California promuovono attivamente il transgenderismo nei minori tramite materiali audiovisivi, sollevando preoccupazioni e sdegno tra i genitori e gli attivisti pro family. Il distretto scolastico di Hayward, infatti, che serve oltre 19.000 studenti dalla scuola materna alle superiori, ha adottato un approccio educativo controverso, incoraggiando gli studenti a guardare film che normalizzano il transgenderismo infantile e promuovono trattamenti come i bloccanti della pubertà.
    In particolare, l'HUSD ha creato un elenco di "film inclusivi LGBTQ", inclusi film destinati agli studenti dalla quinta elementare in su, che mirano a mostrare "la diversità delle esperienze di genere". Uno di questi film, per fare un esempio, è incentrato su una ragazza di 12 anni che esplora la sua identità di genere e riceve un trattamento medico per ritardare lo sviluppo fisico. Un vero e proprio tentativo di indottrinare i bambini su questioni di genere e sesso, spingendo attivamente l'ideologia di genere e sovvertendo i valori scientifici e biologici.
    Le preoccupazioni crescono anche a causa della promozione di film che criticano le concezioni tradizionali del sesso. Un altro esempio è "Straightlaced: How Gender's Got Us All Tied Up", un film che mette in discussione i ruoli di genere tradizionali e incoraggia alla fluidità di genere.
    Il distretto sta anche promuovendo un programma di libri per le scuole elementari che si concentra su storie che includono strutture familiari non tradizionali, come famiglie con due mamme o due papà, e temi di identità di genere. Questo approccio è stato denunciato da genitori e associazioni come un'intrusione ideologica nell'educazione dei bambini, distogliendo l'attenzione da temi educativi fondamentali.
    Inoltre un documento del distretto sulle risorse "inclusive, anti-pregiudiziali, antirazzisti, LGBTQIA+" vorrebbe indirizzare a elenchi di libri LGBT per bambini piccoli. Questo orientamento pedagogico è dunque un tentativo di plasmare e influenzare le giovani menti su temi delicati e complessi, senza un'adeguata considerazione delle implicazioni etiche e psicologiche a lungo termine.
    Un modo, da parte del distretto scolastico, per promuovere un'agenda pro-transgender tra i giovani studenti, ignorando le preoccupazioni dei genitori e la necessità di un approccio più equilibrato e attento alla questione dell'identità di genere e del benessere dei minori.
    Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Sono ecosessuale" si parla di una canadese (una donna, non una tenda, perché in tal caso poteva essere) che si è innamorata di una quercia e prova per essa un'attrazione sessuale.
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 gennaio 2024:
    La canadese Sonja Semyonova, 45 anni, è ecosessuale. Ossia si è innamorata di una quercia e prova per essa un'attrazione sessuale.
    La quercia, a suo dire, la riempie di «un'energia erotica ». L'incontro con la quercia è avvenuto nelle sue passeggiate quotidiane nel bosco fuori casa. La donna spiega che «c'era in essa un erotismo con qualcosa di così grande e così vecchio che mi attraeva. Ho notato una connessione con l'albero. Mentirei se dicessi l'opposto».
    L'ecosessualità è una delle infinite conclusioni logiche dell'omosessualità, anzi: del principio che ogni affetto è amore ed è dunque sano. Se una persona si può innamorare di una persona dello stesso sesso perché non può innamorarsi di una pianta? Si obietterà che nell'omosessualità si prova attrazione verso una persona e non verso un vegetale. Ma, volendo fare l'avvocato del diavolo, è discriminatorio affermare che l'amore possa essere confinato solo nello stretto recinto...

    • 5 min
    L'OMS promuove i farmaci per "bambini trans"

    L'OMS promuove i farmaci per "bambini trans"

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7668

    L'OMS PROMUOVE I FARMACI PER ''BAMBINI TRANS'' di Matteo Delre
    È ormai quasi fatta. A tutti i ragazzi e le ragazze che si approssimano all'adolescenza potremo affiancare finalmente alle solite domande trite e ritrite una nuova e molto più sensata. Non «a quale università vorresti iscriverti?», non «che lavoro vorresti fare da adulto?» e nemmeno cosa «ti piacerebbe fare un'esperienza all'estero?». Roba da medievali, retrogradi e boomer! La nuova domanda, quella che tutti, figli, figlie e genitori, attendevano di poter fare o ricevere a breve diventerà la norma: «di che genere vuoi essere?».
    Ebbene sì, perché questo, a conti fatti, è il senso dell'iniziativa presa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha annunciato di aver istituito un gruppo di "esperti" per stilare nuove linee guida sulla salute delle persone trans e "di genere diverso" (???). Linee guida che dicono di dover tener conto di temi aberranti come l'accesso agli ormoni bloccanti della pubertà, agli interventi chirurgici atti all'affermazione del genere e al riconoscimento giuridico dell'autoidentificazione di genere.
    LA LOGICA PERVERSA DELLE NAZIONI UNITE
    In un mondo normale, dove cioè un organismo delle Nazioni Unite operasse secondo una logica rispettosa sia del setting naturale, sia del bilanciamento che dei vari fenomeni umani ne discende, tali linee guida sarebbero lunghe una mezza paginetta e risulterebbe del tutto inutile la creazione di una commissione di studio. Tuttavia, com'è noto, il nostro è ormai ben lungi dall'essere un mondo normale e le Nazioni Unite sono ormai notoriamente un organismo degno rappresentante del clima da basso impero in cui abbiamo la cattiva sorte di trovarci.
    Coacervo degli interessi più biechi e delle ideologie più progressiste tra quelle reperibili su piazza, l'ONU, attraverso agenzie come l'OMS, è ormai soltanto un megafono e un manganello con cui lobby organizzatesi straordinariamente bene e radicatesi nei processi decisionali internazionali fanno il bello e il cattivo tempo sulle vite di tutti. Solo in questo senso si giustifica una commissione di "esperti" composta al 70% da attivisti LGBTQ+ e il restante 30% da lobbisti di alcune case farmaceutiche. Quali linee guida potranno mai scaturire da una siffatta gang di soggetti?
    Non è difficile immaginarlo, basta andare a vedere i nomi dei componenti e riscontrarne on line qualche dichiarazione. Florence Ashley, ad esempio, sedicente "giurista e bioeticista transfemminile", ha dichiarato che «i bloccanti della pubertà dovrebbero essere trattati come l'opzione predefinita, evitando di lasciare che la pubertà faccia il suo corso, perché ciò favorisce fortemente l'incarnazione cis, aumentando il costo psicologico e medico della transizione». Mannaggia: se lasci andare le cose come natura vuole, i "cis" (cioè gli eterosessuali) finiscono per essere la maggioranza. Quale orrore.
    BLOCCANTI DELLA PUBERTÀ PER TUTTI
    Soluzione? Bloccanti della pubertà per tutti! D'altra parte, dice Ashley, «i giovani che assumono bloccanti della pubertà hanno le loro opzioni molto aperte, i loro corpi non vengono alterati né dal testosterone né dagli estrogeni». Come detto, in un universo di pubertà bloccate, alla domanda su quale facoltà universitaria il figlio ormai adolescente vuole fare, si unirà quella del genere che preferisce avere, il tutto naturalmente a prescindere dai cromosomi che ha nel sangue, da ciò che ha tra le gambe e dagli organi interni che si ritrova al di sotto del pube. Robetta da nulla, queste ultime due cose almeno, risolvibile con un paio di interventini chirurgici rapidi rapidi. E sei tutto ciò che vuoi.
    Non sfugge la totale distopia di tutto questo. Lasciando stare i discorsi, ormai più che stranoti, sulla dannosità dei bloccanti allo...

    • 5 min
    Arriva la bibbia queer ed è subito inclusione (e caos)

    Arriva la bibbia queer ed è subito inclusione (e caos)

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7635

    ARRIVA LA BIBBIA QUEER ED E' SUBITO INCLUSIONE (E CAOS) di Valerio Pece
    Se è vero che la Chiesa richiama da sempre a osservare i «segni dei tempi», una casa editrice cattolica che vanta nello stesso catalogo - insieme all'Enchiridion Vaticanum e alla pregiata Bibbia di Gerusalemme - anche un Commentario biblico ad usum LGBTQ+, qualche interrogativo è destinato a sollevarlo. Parliamo della Bibbia Queer, tradotta e pubblicata in questi giorni da EDB, Edizioni Dehoniane Bologna. Il Commentario (1136 pagine di taglio ermeneutico a cura della «pastora» Mona West e dell'ex gesuita Robert E. Shore-Goss) raccoglie testi di studiosi, rabbini e pastori che attingono alle «teorie femministe, queer, decostruzioniste, decoloniali e utopiche» al fine offrire al mondo arcobaleno una lettura radicalmente inedita della Sacra Scrittura.
    Già dall'introduzione all'imponente opera, la teologo Selene Zorzi e il professore Martin M. Linter scoprono le carte: «Una lettura queer vuole rompere schemi familiari e offrire nuovi modi di riflettere sul divino [...] e ricordare a noi stessi e agli altri che la Bibbia è tutt'altro che un manuale di codificazioni rigide, ma il luogo in cui ritrovare la chiave della complessità e della porosità delle vite». L'ex monaca benedettina Zorzi e il prof. Linter continuano gagliardi: «Il termine queer intende riferirsi a tutto ciò che di strambo, storto nel senso di non allineato possa presentarsi in una identità personale. Il Dio biblico è un Dio queer: è eccessivo nel suo amore per gli esseri umani [...] e perciò fuoriesce da sé»
    Il TRADUTTORE RAIMO, DECOSTRUZIONISTA DOC
    I colpi del Commentario queer targato EDB vengono sparati ad intra e ad extra: a una nuova interpretazione dei testi biblici si somma, in un circolo ermeneutico sempre in progress, l'impatto che eserciterà sulla fluida comunità LGBTQ+. Nelle note di pubblicazione la Bibbia Queer non viene solo descritta come «un testo rivoluzionario, rigoroso, che dà un nuovo volto della Sacra Scrittura», ma anche il primo di una lunga serie di passi volti a scardinare la teologia esistente. «Presentare questo testo al pubblico italiano significa lanciare in qualche modo una prima opera», afferma il curatore Gianluca Montaldi nella nota all'edizione italiana. Montaldi si rammarica che il «confronto della riflessione teologica e spirituale italiana con le tematiche queer [...] rimane ancora relegato a gruppi considerati marginali», mentre invece dovrebbe riguardare «un'opzione dell'intera società», quella «alla quale Michela Murgia - cui viene dedicata questa edizione italiana - ha dato molti apporti». Oltre alla speciale dedica, tra i traduttori dell'opera va segnalato quel Christian Raimo che del decostruzionismo ha fatto un dogma di fede, tanto da definire «violento» il logo di ProVita: la figura stilizzata di padre, madre e figli che si prendono per mano. Il raptus non particolarmente inclusivo è andato in diretta tv, davanti a una sbigottita Maria Rachele Ruiu (portavoce della Onlus) e a un imbarazzato Parenzo.
    Lo sbarco in Italia della Bibbia Queer suona come un'operazione editoriale ben ponderata, con mandanti e scopi non lasciati al caso. Quanto ai primi, l'eminenza grigia va individuata nella figura di Alberto Melloni, storico delle religioni e indomabile alfiere della dossettiana e poi alberighiana "Scuola di Bologna", che nel giugno 2022 guidò una cordata di imprenditori per salvare EDB e Marietti da un fallimento già conclamato. Quanto agli scopi della pubblicazione del rivoluzionario Commentario, il fatto che nelle chiese della galassia progressista il Gesù queering sia diventato mainstream da tempo lascia intravvedere una forte voglia di emulazione: lavorare sodo per assottigliare il gap con quelle chiese d'oltreoceano e del nord Europa in...

    • 8 min

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