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Quando il tecnico di laboratorio si sostituisce all'atto di amore tra un uomo e una donna non può che derivarne abominio e disperazione

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Quando il tecnico di laboratorio si sostituisce all'atto di amore tra un uomo e una donna non può che derivarne abominio e disperazione

    Sono figlia dell'utero in affitto e vi garantisco che è devastante

    Sono figlia dell'utero in affitto e vi garantisco che è devastante

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7589

    SONO FIGLIA DELL'UTERO IN AFFITTO E VI GARANTISCO CHE E' DEVASTANTE
    Sentivo fin da piccola che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante, anche perché non c'erano foto della mia mamma incinta
    di Manuela Antonacci
    Ha 30.000 followers su Tik Tok, Olivia Maurel, ma non condivide contenuti leggeri o improbabili balletti. Olivia Maurel condivide la sua scoperta drammatica: quella di essere nata tramite maternità surrogata e le conseguenze importanti di questa condizione. La 31enne è venuta la mondo tramite utero in affitto, nello stato americano del Kentucky, ma vive a Cannes. Oggi è madre di tre figli e racconta sui social la ricerca della sua identità, le conseguenze quotidiane della maternità surrogata e la sua lotta contro la legalizzazione della pratica in Francia.
    In cuor suo, dice di aver sempre sentito sin dalla più tenera età che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante. Peraltro il comportamento eccessivamente riservato della madre con cui è cresciuta, il fatto che non ci fossero foto di lei incinta, ma solo foto di Maurel già nata, l'aveva decisamente insospettita. Così è iniziata una sua lunga ricerca, a partire dagli esami del Dna, che l'hanno infine portata a ritrovare la sua madre biologica.
    E proprio i risultati del test del DNA non hanno sorpreso Olivia Maurel che già aveva notato delle differenze a livello fisico con i genitori con i quali era cresciuta. «Assomiglio un po' a mio padre ma per niente a mia madre. Sono alta e bionda e mia madre è bassa e bruna». A conferma di ciò, i risultati del test del DNA effettuato lo scorso anno le hanno fornito la risposta definitiva: Maurel non aveva neanche un goccio di sangue francese, ma era per il 33% lituana e per il 33% norvegese.
    Eppure racconta che il suo shock non derivasse tanto dalla scoperta della sua madre biologica, quanto dall'essere cresciuta in una famiglia anaffettiva, in cui non si parlava affatto di emozioni e sentimenti: anche questo è stato un chiaro segnale, per lei, che qualcosa non andava. Dopo aver finalmente rintracciato la sua madre biologica ha potuto sottoporle una serie di domande che erano rimaste per troppo tempo in sospeso nella sua testa, causandole danni psicologici: «[Mia madre ndr] era felice di parlare con me ed è rimasta davvero sorpresa. Non pensava che mi avrebbe mai incontrato. Avevo bisogno di sapere alcune cose da lei: le risposte ai vuoti che erano in me da tutta una vita. Com'è andata la mia nascita? E perché mi ha tradita?»
    Ma Maurel voleva sapere anche cose banali, per ricostruire pezzi del puzzle della sua identità: «Cose stupide che erano così importanti per me perché non le condividevo con mia madre». Un esempio è il viola, il colore preferito di Maurel: «Non ho mai saputo perché amavo così tanto quel colore. E ora lo so perché, è anche il colore preferito della mia madre biologica». Inoltre ha scoperto che il disturbo bipolare di cui soffre è un'eredità della sua vera madre e questo non insignificante dettaglio, sottolinea, non avrebbe fermato l'agenzia che reclutava madri surrogate ad assumerla per tale ruolo.
    Maurel è ancora in contatto con la famiglia che l'ha cresciuta e con la sua famiglia biologica. Tuttavia, è convinta che la maternità surrogata sia una cosa negativa. La nascita dei suoi figli, che ora hanno due e cinque anni, l'ha resa ancora più determinata nella lotta contro questa terribile pratica. «Ero molto spaventata durante la gravidanza perché non conoscevo il 25% dei geni dei miei figli. Non sapevo quali problemi medici avrei potuto trasmettere loro».
    Ed è per questo che ora condivide la sua storia su TikTok. «Oggi, i media francesi, mostrano solo gli aspetti positivi della maternità surrogata. Io invece voglio dire alla...

    • 5 min
    Utero in affitto con la scusa del "miglior interesse" del bambino

    Utero in affitto con la scusa del "miglior interesse" del bambino

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7362

    UTERO IN AFFITTO CON LA SCUSA DEL ''MIGLIORE INTERESSE'' DEL BAMBINO di Francesca Romana Poleggi
    Usare i bambini, non solo fisicamente, ma anche ideologicamente è una costante di questa società: del resto, se i bambini si possono uccidere (con l'aborto), è ovvio che si possa far loro "tutto" il resto.
    La cosa più squallida è che, nel loro "miglior interesse", si voglia far passare abuso e sfruttamento come strumenti di tutela. Un po' come quando hanno ucciso Charlie Gard, Alfie Evans (e gli altri) nel loro "best interest".
    Sul sito del CBC (The Center for Bioethics and Culture Network) è apparso il 27 marzo un articolo di Renate Klein, biologa e sociologa, femminista DOC, di sinistra, che critica in modo acceso uno di questi tentativi, ad opera della Hague Private International Law Conference (HCCH) (Conferenza dell'Aia sul diritto internazionale privato).
    L'ente sovranazionale è stato istituito nel 1983, e conta 91 membri paganti tra cui USA e UE, più una sessantina di "contraenti" non paganti. Ha già fatto danni nel 1980 con la "Convenzione dell'Aia sugli aspetti civili dell'infanzia internazionale" grazie alla quale si è levata la protesta delle cd. "Madri dell'Aia" (donne che in base a questa convenzione misogina devono restituire i figli ai mariti anche se vi è stata una violenza documentata da parte dell'uomo, e la donna è fuggita al sicuro con i figli in un altro paese).
    Dal 2015, "nell'interesse superiore del bambino", l'HCCH sta predisponendo una Convenzione sulla maternità surrogata e/o un Protocollo sulla genitorialità. Una prima relazione finale, discussa all'inizio di questo marzo, prospetta ipoteticamente tanti modi diversi per dare "sicurezza" e "identità" ai bambini. Ma la cosa che sembra più importante è, tuttavia, assicurarsi che la madre surrogata (e il suo partner, se ce n'è uno) scompaia e venga completamente oscurata dai "genitori committenti" - gli acquirenti di bambini.

    NEL MIGLIORE INTERESSE DEI BAMBINI
    Si vorrebbe la creazione di un documento chiamato "Parentage Order", che, nei paesi membri dell'HCCH, renderà genitori legali del bambino coloro che l'hanno comprato al mercato dell'utero in affitto. "Nel migliore interesse dei bambini".
    E sono in tanti che cercano di sdoganare il turpe mercimonio con la scusa della tutela dei piccoli: per esempio il CHIP (Child Identity Protection), o i Servizi Sociali Internazionali (ISS), una ONG con sede a Ginevra che si occupa dei bambini rifugiati, migranti e… nati da maternità surrogata.
    Nel marzo 2021, invece, un gruppo di oltre 100 "esperti" internazionali ha creato i "Principi di Verona: Principi per la tutela dei diritti del bambino nato attraverso la maternità surrogata".
    I Principi di Verona sono un po' come i Principi di Yogyakarta per le persone transgender: dice la Klein che entrambi sono stati scritti da una lobby potente e non sono mai stati ratificati dalle Nazioni Unite o da altri organismi internazionali, ma sono spesso considerati come se fossero norme internazionali.
    Ignorando il fatto che la maternità surrogata commerciale è legale solo in una piccolissima minoranza di paesi nel mondo, in nome della 'dignità umana', dei 'diritti fondamentali del bambino' ecc. spiegano come regolare l'utero in affitto. Le donne sono menzionate solo una volta, dove si dice che "la madre surrogata dovrebbe essere in grado di prendere decisioni indipendenti e informate libere da sfruttamento e coercizione". Il che - contratti di surrogacy alla mano - accade al massimo nel 2% dei casi di utero in affitto.
    Fin qui la Klein che, come femminista, vede - giustamente - questa subdola esigenza di tutela del "best interest" del bambino come un mezzo per perpetrare lo sfruttamento delle donne che si prestano a fare le madri...

    • 10 min
    Ucraina e India non sono più leader mondiali dell'utero in affitto

    Ucraina e India non sono più leader mondiali dell'utero in affitto

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7361

    UCRAINA (E INDIA) NON SONO PIU' LEADER MONDIALI DELL'UTERO IN AFFITTO
    Dopo un anno di guerra, la Georgia sta sostituendo l'Ucraina come mercato per lo sfruttamento di donne povere
    da Provita & Famiglia
    Il business dei bebè si sta riorganizzando. Le ex destinazioni principali, come l'Ucraina e l'India, sono ormai escluse. Nuovi luoghi per il traffico di esseri umani stanno guadagnando importanza.
    Un anno di guerra ha avuto ripercussioni sul business dei bebè in Ucraina. Le immagini che hanno fatto il giro del mondo erano sconvolgenti: genitori committenti disperati che, nonostante la guerra, cercavano di entrare in Ucraina per convincere la madre surrogata a uscire dal Paese, per portare il loro bambino (ordinato) fuori dalla zona di pericolo. Agenzie che intimavano alle madri surrogate di abortire. Madri surrogate che partorivano nei bunker. Decine di infermiere che, nei rifugi, per mesi si sono prese cura giorno e notte per gli stranieri di quei bambini che erano stati ordinati ma non ritirati. Madri in affitto che attendevano invano il compenso loro promesso, perché nei tumulti della guerra all'agenzia non c'era più nessuno che fosse contattabile.
    È tempo di ripensarci? Niente affatto. La richiesta di servizi di maternità surrogata è più alta che mai, afferma Ihor Pechenoha, direttore della clinica BioTexCom. Fino allo scoppio della guerra, l'Ucraina era il secondo mercato mondiale per maternità surrogata dopo gli Stati Uniti. Ogni anno, 2.500 bambini venivano portati in grembo da madri surrogate ucraine e il 90% era ordinato da coppie straniere. Ora c'è carenza di potenziali donne disposte ad affittare il proprio corpo per partorire. "Poiché così tante donne ucraine sono andate all'estero, non ne abbiamo abbastanza per soddisfare la domanda, che dall'inizio della guerra è cresciuta", lamenta Pechenoha. L'agenzia ucraina per maternità surrogata BioTexCom vuole quindi ingaggiare come madri surrogate donne provenienti da altre ex repubbliche sovietiche.
    Le donne verrebbero reclutate da zone più povere, perché almeno questo Pechenoha lo ammette: tutte quelle che lavorano come madri surrogate lo fanno per necessità economiche. "Lo fanno perché hanno bisogno di soldi per comprare una casa, per l'istruzione dei figli". La stessa BioTexCom è considerata la più grande e di maggior successo tra le numerose cliniche della fertilità in Ucraina. La clinica copre circa il 70% delle maternità surrogate in Ucraina, con un fatturato annuo di oltre dieci milioni di euro. Ciò che BioTexCom è riluttante ad ammettere: dopo la guerra, le agenzie di intermediazione si sono spostate in altri Paesi. Il Messico e alcune parti dell'America Latina hanno registrato un aumento della domanda dopo la crisi ucraina. Ormai è particolarmente attraente la Georgia, che ha leggi simili all'Ucraina ed è uno dei Paesi più economici per la maternità surrogata.
    UN BUSINESS CHE VALE MILIARDI
    In Georgia la maternità surrogata è stata legalizzata già nel 1997, è relativamente economica e ha poche barriere legali. Questo rende il Paese, poverissimo, attraente non solo per i clienti occidentali, ma anche per quelli indiani. In India la maternità surrogata commerciale è stata legalizzata 20 anni fa. Ora, nel 2022, è stata definitivamente vietata per gli stranieri e gli indiani, nonostante le forti proteste della lobby delle agenzie di maternità surrogata. Il modello della cosiddetta maternità surrogata altruistica è utilizzato pochisimo, in confronto. Il business multimiliardario dell'India sta crollando. Così le cliniche indiane per la fertilità stanno costruendo le loro relazioni per il commercio (di esseri umani) con la Georgia.
    Il momento del divieto indiano non poteva essere migliore per la Georgia. Nel 2022, a causa della guerra, l'Ucraina è scomparsa come destinazione principale per i contratti di maternità surrogata per servire il...

    • 10 min
    Embrioni artificiali: sta arrivando il trans umanesimo

    Embrioni artificiali: sta arrivando il trans umanesimo

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7277

    EMBRIONI ARTIFICIALI: STA ARRIVANDO IL TRANS-UMANESIMO di Gloria Callarelli
    Se avete letto "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley non potete non rabbrividire: il nuovo progetto o "concept", dal nome "EctoLife Artificial Womb Facility" è la realizzazione dell'essere umano artificiale perfettamente descritta nel romanzo di cui sopra con la materializzazione dell'utero artificiale. Non più solo bambini in provetta: la nuova frontiera è bambini in provetta ma magari cresciuti in un incubatore artificiale. E non è un incubo ma è già nero su bianco o, per restare in tema, frame su video.
    Il suo creatore è Hashem Al-Ghaili, produttore, regista e divulgatore scientifico di origine yemenita che abita a Berlino, in Germania. Biologo molecolare di professione, come si legge sul suo sito, «Hashem usa le sue conoscenze e la sua passione per la scienza per educare il pubblico attraverso i social media e i contenuti video». Ecco educare è termine significativo. 33 milioni di follower su Facebook, oltre 17 miliardi di visualizzazioni: una macchina da guerra transumanista perché i suoi video, tra un post curioso e un altro più leggero, veicolano messaggi pandigitali dove la scienza è una vera e propria fede.
    Ovviamente il video sulla macchina per la gravidanza artificiale ha suscitato scandalo e clamore ma ormai il refrain lo abbiamo compreso: bene o male basta che se ne parli. Nel spiegare il progetto, Hashem Al-Ghaili è stato abbastanza esplicito: «La genetica è progredita da Dolly a oggi e andrà sempre meglio: questo è un progetto che è stato pensato per far vedere fino a dove la tecnica è arrivata oggi». Ma il punto è, al solito, che per il solo fatto che se ne parli dobbiamo cominciare a preoccuparci. Siamo già entrati nella fase "impensabile": il primo step della ormai famosa teoria di Overton.
    DIVIETO MA CON QUALCHE ECCEZIONE
    E vedrete che arrivare al secondo gradino, "divieto ma con qualche eccezione", sarà un attimo. «Attualmente non puoi sperimentare embrioni dopo 14 giorni - spiega - quindi è ovvio che bisogna eliminare certe restrizioni. Non è un passaggio che si può fare in pochi giorni ma direi che potremmo arrivare alla produzione in dieci, quindici anni al massimo. Ma occorre che le persone accettino questo strumento: al momento la stragrande maggioranza non è d'accordo». E grazie a Dio, potremmo veramente dire.
    Infatti a farla da padrone ora è, naturalmente, lo scoglio etico che blocca qualsiasi riforma. Religione e spiritualità sono il limite più grande per questi dottor Matrix che non concepiscono la vita se non come agglomerato "di cellule": «Un bambino nell'utero artificiale avrà tutto: memoria, coscienza, come qualsiasi altro bambino. Anima o spiritualità sono concetti non scientifici: non ci sono evidenze scientifiche della presenza di un'anima in noi» si affretta a ribadire lasciando trasparire il cinismo scientifico di chi parla di esseri umani come di carne da allevamento, o se preferite, come macchine da fabbricare in serie. Eliminata l'anima, effettivamente, non resta che un involucro vuoto, commerciabile. L'importante è assicurare (l'illusione) del benessere umano eterno e di una incorruttibilità del corpo che diventa idolo. Ad ogni modo una volta che molti accetteranno l'idea transumanista (e vedrete che la propaganda farà ampiamente il suo dovere) modificare le leggi sarà solo questione di tempo. Del resto la legalizzazione è proprio l'ultimo passaggio della finestra di Overton di cui abbiamo parlato.
    DALLA PADELLA ALLA BRACE
    Per questi studiosi la stessa maternità surrogata (il cui problema etico non si pone minimamente, figurarsi) è già preistoria e oltre ad essere "costosa" presuppone che la donna si assoggetti alla pratica per altre donne o uomini. Quando (il se per lui è già superato) questa...

    • 5 min
    Bunker alle ucraine che affittano l'utero... Un video per tranquillizzare gli europei

    Bunker alle ucraine che affittano l'utero... Un video per tranquillizzare gli europei

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7024

    BUNKER ALLE UCRAINE CHE AFFITTANO L'UTERO... UN VIDEO PER TRANQUILLIZZARE GLI EUROPEI
    L'Ucraina è la capitale dell'utero in affitto in Europa: ecco il clamoroso video della multinazionale che sfrutta la compra vendita dei bambini (VIDEO: Riparo per i neonati)
    di Lorenza Formicola
    Qualche giorno prima che Putin iniziasse la sua "missione speciale" in Ucraina, la Biotexcom, colosso internazionale leader nella fecondazione assistita, pubblicava un video, tradotto in tantissime lingue, alquanto inquietante.
    "Cari amici, la clinica Biotexcom è pronta a proteggere le madri surrogate, i nostri pazienti e i loro neonati anche in caso di aggressione da parte della Russia", è così che inizia il filmato mentre viene ripreso l'arrivo dei pulmini Biotexcom. Infermieri e donne con port-enfant gialli e azzurri scendono scale, per finire inghiottiti sottoterra: è il bunker antiatomico che la clinica leader nella fecondazione assistita ha costruito per tenere al sicuro la sua merce più preziosa in Ucraina. Il consulente legale della clinica, con uno sguardo e modi robotici spiega perché stanno girando il video.

    IL MESSAGGIO "RASSICURANTE"
    E allora una ragazza si rivolge alla telecamera e inizia il tour, indica il bagno, le scatole del pronto soccorso, i sacchi a pelo, cibo in scatola, gli scaffali pieni e ordinati, stoviglie, tovaglioli, pannolini, le maschere antigas e le istruzioni per indossarle. "Il rifugio può ospitare 200 persone con tutti i comfort", assicura mostrando una zona tappezzata da sacchi a pelo militari, letti materassi, "ecco tutto ciò che è necessario per un soggiorno confortevole": "coperte, vestiti per i neonati, perché tutti abbiano il comfort necessario", sullo sfondo si vedono le culle per i neonati e i lettini "per i bambini un po' più grandi". Le telecamere inquadrano bambini che bevono dal biberon, sereni, in braccio alle infermiere, mentre la ragazza mostra un fornelletto per cucinare "cibo caldo, tutto quello che vuoi". Nel magazzino traboccante del necessario per la sopravvivenza viene mostrata solo un'uscita di emergenza. "Non possiamo fornirvi un servizio vip nel bunker, una cucina da chef e letti morbidi, ma possiamo garantirvi la sicurezza in qualsiasi situazione". Si vedono coppie che riprendono il rifugio e si scattano qualche foto. Ai committenti a casa viene assicurato che hanno già esperienza di gestione di una crisi simile (quella del 2014) bisogna stare sereni, "vi chiediamo di mantenere la calma e stare sicuri che Biotexcom è pronta a garantire la vostra sicurezza". Quella dei bambini comprati, s'intende.

    KIEV CAPITALE DELL'UTERO IN AFFITTO IN EUROPA
    Il video del colosso dell'utero in affitto s'era reso necessario, infatti, per rasserenare il mercato internazionale: che fine faranno i bambini ordinati e le madri surrogate con la guerra? E allora ecco il video dell'esercitazione e del trasferimento di surrogate.
    Sono almeno dieci giorni che centinaia di avvocati, diplomatici, genitori, da tutto il mondo, sono al lavoro per difendere i propri interessi e fronteggiare la prima crisi internazionale della maternità surrogata.
    L'Ucraina, infatti, è la capitale dell'utero in affitto in Europa e questo business, tra i tanti, è stato messo in pericolo dalla guerra. È la seconda destinazione più popolare dopo gli Stati Uniti (Michigan e la Louisiana restano gli unici Stati in America a proibire la maternità surrogata dietro compenso): si stima che circa 2.000-2.500 bambini nascano ogni anno attraverso la maternità surrogata in Ucraina, e almeno 1.500 coppie che vivono in Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Australia e Francia hanno embrioni conservati in cliniche ucraine.
    Vi ricordate la coppia di italiani che, lo scorso autunno, dopo aver firmato un contratto con una madre surrogata e aver...

    • 6 min
    Cercasi disperatamente uteri in affitto

    Cercasi disperatamente uteri in affitto

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6985

    CERCASI DISPERATAMENTE UTERI IN AFFITTO di Raffaella Frullone
    Cercasi disperatamente surrogate. Il titolo campeggiava qualche giorno fa nientepopodimeno che sulla home page del New York Times. Il lungo articolo parte raccontando la storia di Charlie «e suo marito» che stanno aspettando da 15 mesi la loro "surrogata" quando l'agenzia con cui hanno siglato il contratto aveva parlato di «una attesa di sei mesi al massimo». Un disservizio non da poco... I due uomini hanno già effettuato l'inseminazione artificiale attraverso gli ovuli di una donna cosiddetta donatrice (in realtà pagata per questo "servizio") ed erano alla ricerca di una donna che si fosse resa disponibile per la gestazione, una surrogata appunto. E siccome non la trovano, scrive il New York Times, sono disposti ad alzare la posta in gioco, 50mila dollari al posto di 35mila, più extra per i vestiti, gli spostamenti e altre amenità. Chi offre di più?
    Secondo il quotidiano americano nella stessa "situazione" ci sarebbero «migliaia di aspiranti genitori» negli ultimi anni a causa della pandemia, si è registrata una diminuzione di circa il 60% delle potenziali "madri surrogate", i tempi di attesa sono raddoppiati e i costi sono aumentati sensibilmente. Ogni tanto una bella notizia, verrebbe da dire.
    Tra le motivazioni di questo calo, rileva il Nyt c'è il vaccino anti Covid. Nel contratto che le parti in causa firmano - i committenti che richiedono il bambino e la mamma gestante che porta avanti la gravidanza - ci sono sempre state molte limitazioni della libertà della donna stessa, che per contratto è tenuta ad osservare una determinata dieta, stile di vita ecc. Ora però il contratto prevede la vaccinazione anti Covid che molte potenziali surrogate non sono disposte a fare. Non solo. Nei contratti viene ora richiesto di non viaggiare oppure di partecipare, per tutta la durata della gravidanza, a grandi eventi o raduni pubblici, scenario che, dopo due anni di lockdown, ha evidentemente scoraggiato anche chi ha molto bisogno di soldi. Inoltre pare che il periodo della pandemia abbia portato molte donne a ridefinire le priorità e molte scelgono di non mettersi più a disposizione per questa pratica.
    Il Nyt riporta con rammarico che le coppie di "aspiranti genitori" sono così sfortunate da non poter contare su quella che è sempre stata la più economica opzione B, ovvero l'Ucraina, a causa del conflitto in corso. Un bel problema, le americane non sembrano più così disposte a farsi schiavizzare e nemmeno in Ucraina si può più rimediare. E dunque le agenzie corrono ai ripari, spingendo più sul marketing, aumentando compensi, offrendo premi extra a chi si vaccina, insomma ricchi premi e cotillons.
    Sempre utile poi è raccontare le storie "positive". Come quella di Amir «e suo marito», che sono al terzo bambino commissionato ottenuto tramite utero in affitto.
    Scrive sempre il Nyt: «Hanno pagato circa $ 200.000 in totale per la loro prima maternità surrogata nel 2017: $ 35.000 per le spese di screening delle donatori di ovociti, una donazione di ovociti, l'assicurazione per la donazione di ovociti, la quota dell'agenzia di donazione, le spese di viaggio e le spese legali; $ 35.000 per la fecondazione in vitro, che includeva il recupero degli ovuli, la creazione degli embrioni e il trasferimento dell'embrione; e più di $ 120.000 per il processo di maternità surrogata, che includeva un compenso di $ 35.000 per la surrogata, più le spese di agenzia surrogata, l'assicurazione per la surrogata, le spese legali, lo screening, le spese di viaggio e altre varie. La seconda volta, a settembre 2020, hanno pagato $ 150.000, utilizzando un'agenzia diversa».
    Nessuno pensa minimamente ai bambini, o anche "solo" alle donne utilizzate come forni. L'importante è risolvere il problema della carenza di prodotto...

    • 10 min

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