Nico Cereghini Moto.it - Automoto.it
-
- Nachrichten
-
Moto.it presenta il podcast di Nico Cereghini. Ogni settimana, il decano del giornalismo italiano delle due ruote ripercorre aneddoti e condivide coi lettori di Moto.it le sue considerazioni sull'attualità e su tutto ciò che concerne il mondo delle moto
-
Nico Cereghini: “Asi MotoShow, che qualità, che incontri!”
Tanti personaggi e 700 moto della storia: tutti concentrati a Varano de’ Melegari in un paddock che è diventato stretto per questa bellissima manifestazione. Arriveranno i video, ma lasciatemi raccontare qualcosa subito...
-
Nico Cereghini: “Pasticcio Autovelox: sono tutti da omologare!”
Si scopre adesso che tutti gli autovelox utilizzati in Italia mancano della necessaria omologazione. E nemmeno possono averla. L’omologazione era prevista da un articolo del Codice della Strada che risale al 1992 e il decreto attuativo non è mai arrivato. Adesso bisogna correre per risolvere il pasticcio
-
Nico Cereghini: “Belle le strade francesi. E anche le multe!”
Viaggiando in Francia si respira efficienza: asfalti ben fatti e omogenei, segnaletiche chiare, aree di servizio impeccabili. E se superi i limiti di velocità, anche di soli 2 kmh, fioccano le contravvenzioni: in quindici giorni ti arriva a casa il verbale, in lingua italiana...
-
Nico Cereghini: “Aprilia, Vinales, Acosta: c’è da godere”
Questa volta nel GP delle Americhe tanta Aprilia, il talento puro sulla KTM e, a sorpresa, poca Ducati con la 2024 in difficoltà. Ne sono uscite delle gran belle gare, spettacolo assoluto. E siamo soltanto all’inizio...
-
Nico Cereghini: “Quartararo e Yamaha, c’è tanta Italia in questa coppia”
In bocca al lupo al francese e alla Yamaha che rinnovano il loro accordo e dimostrano così che esiste un convincente progetto per il futuro. Bello, anche perché siamo tutti molto legati alla più “italiana” delle marche giapponesi
-
Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”
Ammesso che le autorità europee diano il via libera, la MotoGP e la SBK finiranno nelle mani di chi già detiene la F1. Se la Dorna aveva preso una china che ci piaceva poco, gli americani sembrano ancora più determinati: sempre più show e meno sport