FastForward: Internet...una Settimana Prima!

Giorgio Taverniti

Le notizie con un altro punto di vista: le migliori, che impattano davvero, con una visione tecnica e strategica. E con la voglia di fare di Internet un posto Migliore.

  1. E se la SEO morisse davvero?

    23 LUG

    E se la SEO morisse davvero?

    Edizione speciale della FastLetter.Oggi tento di rispondere alla domanda più frequente del nostro settore e che, forse per la prima volta, davvero mi viene posta da molte persone anche in privato.Lo faccio con meno parole possibile, dividendo il discorso in quattro parti.* Cosa bisogna fare oggi* Il mercato* La professione* Le personeCOSA BISOGNA FARE OGGIParliamo di 3 step:* le cose sicure* le sperimentazioni* il futuro1. Le cose sicureLa prima cosa che dobbiamo dirci è che bisogna continuare a fare quello che sta funzionando e che ha funzionato fino ad ora. Non c’è alcun dubbio. Il problema sono le cose che non stanno funzionando, ma non bisogna andare in panico su cosa funziona invece.Una cosa sono i post egoriferiti su LinkedIn, un’altra è la realtà.Una cosa è il chiacchiericcio catastrofista che sta generando immobilità nel mercato, un’altra è la realtà.L’AI ha impattato da subito. Alcuni settori sono stati impattati direttamente senza nemmeno vedere il calo dai motori di ricerca.Altri settori sono impattati da qualche mese con l’inserimento di AI Overviews e AI Mode portando CTR più bassi e cali di oltre il 30% del traffico.Ma bisogna rimanere saldi e lucidi e capire cosa sta funzionando e cosa no.Rimane fondamentale avere saldi i KPI legati agli investimenti che si effettuano nelle attività di Digital Marketing. È sicuro che per molte materie le metriche cambieranno, ovviamente non è possibile inseguire un KPI con le stesse performance di prima se in tutte le vostre query, ad esempio, è attiva AI Overviews.Per aziende e brand dove si sta venendo impattati non bisogna fare l’errore di andare a rincorrere quei numeri sullo stesso campo di battaglia di dove si sono persi. Lì bisogna tentare di ottimizzare il massimo senza dubbio. Effettuare una strategia di risposta a quello che sta avvenendo non è una cosa per tutti. Non tutti possono permetterselo. È quasi come un investimento in borsa. Ovviamente per chi investe bene il vantaggio competitivo è nella visibilità. Ma chi lo fa è consapevole che se Google o altri soggetti cambiano il campo di battaglia all’improvviso quell’investimento va calibrato subito.Questo avviene quando si gioca su un campo altrui.Noi, in Consulting (la BU di Search On dedicata alle Consulenze), stiamo portando avanti molte proposte di intervento sempre con i piedi di piombo. Con calma. Quelle in essere stanno funzionando, l’integrazione con l’AI funziona e porta i suoi risultati.Il problema è che siamo finiti nell’era dove la responsabilità di un non impatto dipende troppo dal campo in cui giochi. E non basta più giocare bene.La questione predominante però, ad oggi, è che bisogna far funzionare bene i progetti. Non si può affrontare il presente e il futuro di Internet, che è basato su AI, senza una macchina che funzioni bene.* È importante che il sito sia ottimizzato bene?* È importante che sia veloce?* È importante lavorare sulla centralizzazione dei dati e informazioni?* È importante la comunicazione?* Sono importanti i contenuti?* E il brand?Tutte oggi più di ieri. Sono tutte più importanti.Potrei continuare con le tante cose che ci siamo detti in questi anni, la sostanza non cambia: bisogna investire nel portare il progetto a regime.Questi cambiamenti non si affrontano senza dati e contenuti. E senza un progetto che funzioni.La presenza dentro AI Overviews e AI Mode, la presenza nei sistemi ibridi come ChatGPT, Perplexity, Gemini, non viene calata dal cielo. Avviene per la Pertinenza e l’Autorevolezza. E indovinate chi se ne occupa? Chi fa SEO. Ma se non c’è una strategia digitale dietro che tenga conto di tutto l’enorme ecosistema di Internet diventa complesso continuare ad essere visibili.Se il progetto scricchiola, è un bel problema. Perché non si riesce a capire nemmeno l’impatto positivo delle azioni che vengono effettuate.2. Le sperimentazioniSperimentare è alla base di Internet. Pensavamo tutti che le cose si fossero un po’ sistemate negli anni scorsi, l’AI ha reso evidente solo ciò che prima lo era nel sottosopra. Un caos ci stava aspettando, con tutti gli ecosistemi che stavano iniziando a interagire fra di loro e dove non si capiva più dove iniziava e finiva una conversione.In molti hanno fatto finta di non vedere il mondo dei social perché stava complicando tutto, poi quando Google ha iniziato a spingere seriamente su YouTube, Discover, Maps e inglobare anche tutti gli altri social si è iniziato a vedere.Ora con l’AI è un casino. Il più grande sconvolgimento di Internet.E questo sconvolgimento poteva non essere all’altezza dell’essenza stessa della Rete? Sperimentare.Oggi in tutti i progetti ci vorrebbe una quota di Ricerca e Sviluppo.Solo le aziende più coraggiose stanno investendo in questo e sapete cosa? Saranno loro a essere le prime a capire e agire. Perché sperimentano.3. Il futuroLa paura più grande riguarda il futuro. Abbiamo così tanta paura di qualsiasi cosa oggi, in qualsiasi materia, che anche ciò che funziona oggi lo guardiamo con diffidenza. Quindi la paura del futuro è diventata la paura del presente.Facciamo attenzione.Nessuno di noi sa come sarà il futuro. Io non ne ho idea.Quel dipende, che da anni ha contraddistinto Internet tutta, diventa non lo so.Attenzione però: non lo so, non significa ho paura. Non significa non ho più la terra sotto i piedi. Quella c’è ed è ben salda.Significa che le variabili in gioco sono diventate troppe e la velocità con le quali cambiano è troppo rapida.Nessuno è strutturato per riuscire a reagire a livello strategico ai cambiamenti che sono avvenuti ultimamente. Se mettete in fila le novità degli ultimi 12 mesi è veramente molto facile capire che ciò che strategicamente potevi fare 12 mesi fa è già vecchio oggi.Di sicuro le aziende Italiane non sono pronte, ma nemmeno tutto il mondo della consulenza. Ovviamente ci sono le eccezioni in tutto questo e riguardano casi singoli. Il singolo brand con la singola agenzia o freelance, dove il rapporto è forte da anni e ci si affianca a vicenda.Ma in linea generale, essere pronti a cambiare strategia così frequentemente non è qualcosa di immaginato prima, perché non c’era necessità. E inoltre, non è detto che sia la mossa vincente.Per questo motivo bisogna continuare a fare ciò che funziona, sistemare tutto, sperimentare.E poi investire nell’AI.In molti pensano che non c’è bisogno di fare troppi sforzi perché più gli LLMs evolveranno più sarà facile usare l’AI e ottenere quello che si vuole.Il problema è che se il nostro cervello non evolve alla stessa velocità dell’evoluzione degli LLMs non ce ne faremo niente in azienda.Negli ultimi 6 mesi i nostri servizi AI sono cambiati. Gli output di un qualsiasi servizio AI che abbiamo non è più lo stesso. I servizi di AI che offriamo sono aumentati in numero, ma sono tutti anche migliorati. E non solo perché cambiano LLMs, ma perché cambiano gli approcci, le possibilità, la profondità di ciò che vediamo.La notte che è uscito ChatGPT ho scritto una serie di tool che ancora oggi non esistono. E man mano che andiamo avanti ci sono miliardi di cose che vorrei fare e che non vedo in giro.Ve lo dico: nel futuro, la differenza, la farà la creatività. E il coraggio di fare ciò che nessuno fa.IL MERCATOQuindi rispondo alla domanda: E se la SEO morisse davvero?A volte non ci rendiamo conto davvero di dove siamo.Se la SEO dovesse realmente cadere, lo farà per ultima. Ci saranno migliaia di lampi prima. Il tuono sarà la pietra tombale su molte altre cose.Dovrebbero preoccuparsi molti altri settori.Io non vorrei essere in Booking. Faccio o non faccio un accordo con Google e con OpenAI? O forse nell’era agentica non è più necessario? La questione è che poi, come già successo, i grandi iniziano a prodursi le cose e ti tagliano fuori. Lo ha fatto Google con qualsiasi pagine gialle del mondo, lo ha fatto Amazon copiando i prodotti di consumo che funzionano di più.Ma anche questo sarà un mondo che se cadrà, cadrà dopo.Io lo sostengo dall’inizio: l’uso dell’AI farà perdere posti di lavoro. Lo so che lo storytelling è un altro, che non è l’AI che ti ruba il lavoro, ma una persona con l’AI e bla bla bla. Io lo dico da un po’: è una cazzata questa frase.Ci sono siti dove non si entrerà più in futuro perché non ha senso.Ci sono servizi che saranno fatti interamente dell’AI, come il 99% delle traduzioni, il 95% del copy e via dicendo. Non lo dico perché mi fa piacere, non lo dico perché sarà migliore l’AI, ma perché alzare la qualità di un qualcosa sarà richiesto solo in modo specifico.Se hai un sito prettamente informativo e non sei riuscito ad abbracciare il mondo ispirazionale (tipo Discover o mondo Video), probabilmente senza nessun cambio, il sito chiuderà. Specialmente se il tuo modello di business non si è evoluto ed è rimasto quello di 10 anni fa.Lì la SEO morirà. Ma perché non ha senso fare SEO su un progetto morto. Non ha senso il modo di produrre informazioni e di monetizzarle. È stato commesso un errore strategico. Ha poco a che fare con la SEO che molto probabilmente avrà già consigliato di fare video o passare ad un altro modello di business.Quindi il mercato in cui ci troviamo è un mercato in movimento.Ma di tutti quei RIP PowerPoint avete mai visto PowerPoint morire?Di tutti QUESTA COSA HA APPENA RIVOLUZIONATO INTERNET, avete mai visto la rivoluzione?No.Perché ci sono cose veloci e cose lente. E ci sono cose che si integrano.L’AI è come una nuova aria. Finirà ovunque, dobbiamo imparare a respirarla bene e a non farci intossicare.E la SEO è qui per traghettare i progetti nel nuovo mondo.Se c’è una figura che può capire quello che sta succedendo e fornire insight strategici è proprio chi fa SEO.Ma ovviamente anche chi fa SEO deve evolvere ed abbracciare Internet tutta. LA PROFESSIONESEO, GEO, AIO. Boh..lasciate perdere.L’evoluzione non la vedrem

    17 min
  2. 26 MAG

    Internet è Morta, Viva Internet!

    FastLetter - Una fonte buona dalla quale aggiornarsia cura di Giorgio TavernitiN. 55 - 26 Maggio 2025Di cosa parliamo* I rilasci in USA hanno rotto* Il FURTO* La disintermediazione di tutto* Il grande reset di Internet* Il futuro delle aziende* Il futuro delle persone* Il Google I/O e il nuovo mondo in cui vivremo* SalutiPremessa: la scorsa edizione della FastLetter, Il Collasso di Internet, era solo una anticipazione di quello che avremmo visto durante il Google I/O.Chi mi segue da molto non è sorpreso di nulla. Cito la Liquidità di Google, il crollo del traffico per le informazioni, il calo dell’awareness che avverrà, il mondo API First o MCP First, gli acquisti diretti dove ad un certo punto non ci sarà più nessuno in mezzo tra l’utente e l’azienda se non Google o altri, la realtà aumentata. La salute, l’ambiente.All’evento di Google abbiamo visto veramente tutto ciò che in questi anni abbiamo trattato sia qui che nei vari nostri eventi con i nostri speaker.Parlando invece solo di Gemini lo abbiamo visto crescere sia in potenza che in espansione dell’ecosistema Google. Ricordo che all’inizio mi si diceva che ero una sorta di pazzo a pensare che Google avrebbe ripreso OpenAI. Bah, non so dove avete vissuto negli ultimi 20 anni.O cosa guardate.Certo, OpenAI non starà lì a guardare, ma come oramai è chiaro a tutti, sta succedendo ciò che vi ho mostrato nel framework della Search Journey Umana che è arrivato il momento di aggiornare e tenerci un corso su YouTube. Ovvero che più entriamo nei nuovi mondi, più la leadership diventa frammentata. Anthropic ha appena rilasciato Claude 4 che spacca.Ma l’ecosistema di Google fa paura a tutti, perché quello che può fare Google con tutto ciò che noi usiamo, non può farlo nessuno. Quello che stiamo vivendo in questo periodo è un cambiamento profondo di come abbiamo conosciuto Internet fino ad ora. È un grande reset. Prima però, mancano pochi giorni al WMF. So che incontrerò molti di voi e devo dirvi che non vedo l’ora di scambiare 4 chiacchiere. Io sarò sempre in giro!Controllate che ci sono vari tipi di biglietti, ovviamente per chi viene anche per la formazione il Full Ticket è quello giusto: https://www.wemakefuture.it/È arrivato il momendo di addentrarci in queste novità, però dobbiamo farlo con la consapevolezza che hanno molto di positivo e io sono entusiasta dell’AI e dell’innovazione, ma ci sono una serie di punti negativi che vorrei trattare prima. Perché è importante vedere tutta la torta.I RILASCI IN USA HANNO ROTTONon lo leggerete da nessuna parte. C’è un sentiment molto negativo che sta crescendo da parte di tutto il Digital nei confronti di Google al di fuori dagli Stati Uniti.Lasciamo da parte la politica, è un sentiment dovuto al continuo rilascio di applicazioni solo per quel mercato.Lo conosco molto bene perché su YouTube è più evidente e impattante. Ho montato un casino 2 anni durante un loro meeting perché con queste cose favoreggiano i Creator USA ma dicono di essere una community globale.Oggi su YouTube molte cose vengono lanciate in USA e poi anche in Korea o Brasile o India. Cosa che Google sta tentando di fare, ma non ci riesce.Durante la live c’erano ad un certo punto 75.000 spettatori in contemporanea con 22.000 mi piace. A me le dinamiche umane fanno troppo impazzire, sono lì a guardare come ci comportiamo per comprendere chi siamo.È un numero molto elevato. Giustificato comunque, in linea con i grandi annunci positivi.Ad un certo punto nel giro di 5 minuti i mi piace sono scesi a 13.000. Un botto, una roba mai vista. Sapete cosa era successo?Sunder Pichai ha detto che AI Mode sarà rilasciato per tutti solo in USA.Booooooomm!Gli USA hanno rotto. Ero in chat con Gianluca Fiorelli (lo avete letto vero il suo articolo su AI Mode?) che mi ha detto: che occhio! Potrebbe sembrare un dettaglio e sono sicuro che tanti pensano che sia ovvio, ma vi posso assicurare che un calo del genere non ha niente di ovvio.È un sentiment molto forte. Segno che c’è oramai una community globale che si sente esclusa. Si parla molto di inclusione, superficialmente per mettersi delle piccole bandierine sul petto la facciamo. Ma praticamente, nella sostanza, siamo lontani anni luce.Queste aziende sono degli scrigni bellissimi all’esterno, ma vuoti dentro. Il problema è quando lo sono anche molte delle persone che ci lavorano.IL FURTOSta avvenendo il più grande furto di conoscenza all’Umanità. Mi ricordo che due anni fa, all’AI Festival e poi al WMF, Sergio Barile (Professore Economia e Gestione delle Imprese presso Università di Roma “La Sapienza”) fece un intervento dal titolo: “La redistribuzione della ricchezza nell'era dell'intelligenza artificiale. Quale futuro?”.Questo nuovo mondo sta sfruttando la conoscenza del mondo di prima senza alcuna preoccupazione, distruggendo modelli di business molto importanti.Non parliamo di uno o due settori, parliamo di centinaia.Con l’attivazione di AI Overviews e ancora di più con AI Mode (della quale presto avremo i dati nella Search Console di Google per tracciare il traffico) Google si erge a editore. Già lo faceva prima, ma ora la scala è troppo grande.L’uso di un “motore di ricerca” in quel modo lo trasforma in un produttore di contenuti. Di contenuti ovviamente ai quali riconosce un link. Vorrei però farvi riflettere. Mettere un link ad una fonte, nell’Internet di ieri aveva un valore. E inoltre, era solo un pezzo di contenuto, con link alla fonte. Oggi si usa tutto quel contenuto e quello di altri.Non è più solo un pezzo di contenuto e un link alla fonte. Che vale sempre meno. C’è da rivedere il sistema perché si sta spostando anche la parte economica, Google usa i contenuti di tutta l’Umanità per fare molto di più di quello che faceva ieri.A breve avremo la pubblicità dentro AI Overviews e AI Mode.Che paradosso: rubando contenuti e utenti, ci guadagneranno di più. Da chi? Dalle aziende che hanno prodotto i contenuti e non hanno più visibilità; quindi la compreranno.LA DISINTERMEDIAZIONE DI TUTTOCredo che sia il punto focale.Non parliamo solo dell’editoria. Non parliamo solo dell’e-commerce. Non parliamo solo delle agenzie pubblicitarie. Vogliono disintermediare tutto.La mission di Google è stata sempre organizzare le informazioni del mondo.Ora si è aggiunta un piccola postilla, che vi dico io, perché lì non c’è.Diventare l’unico soggetto in campo tra le persone e le informazioni. Ridurre il più possibile la visibilità di chi sta in mezzo. Tagliare più pezzi possibile della catena.Perché per l’utente è tutto più facile.Ecco, voglio farvi focalizzare una cosa.Se è bene per l’utente, non è detto che sia un bene per la persona.Non è uno questione linguistica. L’utente è colui o colei che usufruisce di un bene o servizio. La persona beh…non c’è bisogno vero?Ma di sicuro, ciò che è un bene per l’utente mi fa davvero troppo strano che coincida così spesso con un bene per Google e sempre un male per altre aziende.Stiamo entrando nell’era agentica. È tutto un agente. Che sia in ricerca o in assistenza, Google diventerà per noi tutto.IL GRANDE RESET DI INTERNETNon siamo più in grado di fermarci per protestare. Siamo troppi in questo mondo, siamo frammentati. Non possiamo permettercelo.Raga, davvero.Quando Google decise di fare il rollback della funzionalità di Chrome per guadagnarci di più e far pagare alle aziende questo costo ingiusto, perché non ci siamo organizzati per spegnere Google ADS per una settimana?Sta avvenendo un grande reset. Il Collasso di Internet è l’inizio di un nuovo mondo.Le aziende che sono leader hanno visto l’opportunità economica di spremere tutte le altre che sono sotto, prenderne il valore e concretizzarlo tutto per loro.Si sta creando un nuovo mondo Economico per Internet.Per certi versi Internet tornerà alle origini. Faremo un balzo indietro nel tempo per alcune cose.La questione per noi è una: bisogna che ci togliamo rapidamente dai nostri modelli di pensiero quella Internet per iniziare a ragionare il prima possibile della nuova Internet.Niente piagnistei. È un mondo molto crudo che se ne frega.Dobbiamo cambiare rapidamente.La produzione di un contenuto non può più essere come prima. Non si può affrontare il futuro facendo quello che facevamo in passato. È già cambiato tutto. Se continuiamo a fare come abbiamo sempre fatto, almeno dovremmo avere l’onestà intellettuale di dire che avremo numeri diversi e inferiori a prima.IL FUTURO DELLE AZIENDECosa cambia? Cosa dobbiamo fare?Ci sono un paio di cose importanti. Certo bisogna essere presenti, non ci piove. Bisogna sicuramente avere visibilità e fare SEO.Ma le cose che ha scritto John Mueller nel post Top ways to ensure your content performs well in Google's AI experiences, sono così da più 10 anni:* Focus on unique, valuable content for people* Provide a great page experience* Ensure we can access your content...e via dicendo.E sono quelle che vede un uomo che lavora per Google la cui visione è limitata. Limitata alle SERP ovviamente. È un grande John, ma giustamente risponde al contesto.Infatti la cosa più importante da fare è studiare il modo più forte che abbiamo per offrire un grande servizio, fidelizzare la persona. Sì, la persona, non solo l’utente.Fare in modo che quando quei pochi utenti arriveranno ai vostri contenuti tramite un sistema di AI, gli viene la voglia n

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